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TAB. 3.3.8: Determinanti degli infortuni gravi sul lavoro per tipologia e relativo peso 1<br />

Tipologia di determinante frequenza % peso relativo rispetto a “materiali”<br />

Attività infortunato 42,0 9,7<br />

Attività terzi 10,5 2,0<br />

Utensili, macchine, impianti 28,9 6,6<br />

Materiali 5,0 1,0<br />

Ambiente 11,8 2,4<br />

DPI e abbigliamento 1,8 0,4<br />

Totale 100,0<br />

1<br />

Ad integrazione della tabella che riporta la distribuzione di frequenza per tipologia di determinante (vedi relative tabelle 3.31 e 3.32 nel CD allegato),<br />

se ne è elaborata un’altra analoga con la specifica finalità di stimare meglio il “peso” di ciascuna categoria di fattori di rischio nel determinare<br />

gli incidenti, secondo il criterio che quanti più determinanti ci sono per uno stesso incidente tanto minore è il rilievo di ciascuna di esse mentre,<br />

all’opposto, se vi è un solo determinante ad esso va ricondotta l’intera responsabilità dell’incidente (ovviamente, sotto la condizione ideale che tutti<br />

i determinanti siano stati effettivamente riconosciuti). A questo scopo ogni determinante va moltiplicato per un coefficiente che diminuisce all’aumentare<br />

del numero di determinanti riportati per uno stesso incidente: se c’è un solo determinante il coefficiente è 1, se i determinanti sono 2 il<br />

coefficiente è 0.50, se i determinanti sono 3 il coefficiente è 0.33, se i determinanti sono 4 il coefficiente è 0.25 e così via (come si vede, il coefficiente<br />

si calcola dividendo 1 per il numero dei determinanti).<br />

Come si vede, i casi mortali e quelli gravi presentano esattamente la stessa classifica e<br />

valori molto simili per quanto riguarda la frequenza dei diversi tipi di determinanti d’incidente:<br />

Mortali<br />

Gravi<br />

1. Attività dell’infortunato 38.4 42.0<br />

2. Utensili, macchine, impianti 23.3 28.9<br />

3. Ambiente 17.2 11.8<br />

4. Attività di terzi 11.9 10.5<br />

5. Materiali 7.3 5.0<br />

6. Abbigliamento e DPI 1.8 1.8<br />

In particolare, l’attività dell’infortunato rappresenta sia negli infortuni mortali sia in quelli<br />

gravi il tipo di determinante più frequentemente riconosciuto (presenza in ben oltre un terzo<br />

dei casi; oltre 10 punti percentuali in più rispetto al secondo in classifica). Fattori legati alle<br />

attrezzature di lavoro e fattori ambientali rappresentano gli altri due tipi di determinanti riscontrati<br />

con una discreta frequenza, mentre un ruolo minore spetta all’attività di terzi ed ai materiali<br />

ed uno decisamente marginale all’abbigliamento ed ai DPI.<br />

Il fatto che l’attività dell’infortunato sia al primo posto, e così rilevante, tra i determinanti<br />

degli incidenti costituisce un risultato in linea con dati di letteratura internazionale e con l’opinione<br />

di molti esperti. In proposito vale però la pena di fare almeno un paio di osservazioni:<br />

- non si può escludere del tutto, ed anzi appare degno d’approfondimento, che almeno in<br />

parte questo risultato sia figlio di un antico ed ancora ben radicato pregiudizio spesso invocato<br />

in funzione consolatoria ed autoassolutoria, soprattutto davanti agli infortuni mortali<br />

(chi muore giace… con quel che ne segue): è un argomento spinoso, ma non per questo<br />

va accantonato, ed è addirittura ineludibile per chi voglia fare sul serio della prevenzione;<br />

- deve comunque essere chiaro che se l’attività dell’infortunato (e lo stesso vale per l’attività<br />

di terzi) viene riconosciuta come determinante d’incidente ciò non significa identificare<br />

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