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Versione PDF - Ispesl

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I determinanti, vale a dire i fattori che hanno provocato l’incidente, sono stati riscontrati<br />

nel 98.7% degli infortuni mortali e nel 99.6% di quelli gravi e questi dati sono del tutto soddisfacenti.<br />

Ma il risultato più interessante che emerge dall’esame delle tabelle 3.3.3 e 3.3.4 è il riscontro<br />

della presenza di modulatori in più di un terzo degli infortuni mortali (35.7%) ed in più di<br />

un quarto di quelli gravi (26.8%). Si tratta infatti di frequenze per nulla trascurabili e questo<br />

dato assume particolare rilievo perché la nozione di modulatore, esplicitata e formalizzata, rappresenta<br />

una peculiare ed originale caratteristica del metodo adottato nell’indagine ISPESL-<br />

INAIL-Regioni. Ricercando e riconoscendo i modulatori si ottengono più accurate e più realistiche<br />

analisi dei casi d’infortunio e si possono definire strategie di prevenzione più articolate<br />

e più efficaci. Grazie alla nozione di modulatore, infatti, la lotta agli infortuni non è più limitata<br />

alla sola prevenzione degli incidenti ma richiede anche la sistematica indagine dei fattori che,<br />

qualora l’incidente si verificasse, possono attenuarne le conseguenze lesive sul lavoratore fino<br />

ad annullarle del tutto o, all’opposto, possono aggravarle fino a trasformare un modesto incidente<br />

in un infortunio di notevole gravità o addirittura mortale.<br />

L’indagine ISPESL-INAIL-Regioni ha provato su larga scala che la nozione di modulatore<br />

trova riscontro nella concretezza dei casi indagati e si è rivelata empiricamente proficua per<br />

una loro migliore descrizione ed interpretazione.<br />

I numerosi operatori che hanno partecipato all’indagine e che si sono dovuti cimentare con<br />

una nozione per loro nuova, qual è quella di modulatore, hanno dimostrato di saperla padroneggiare<br />

con sufficiente abilità, sia pure con qualche difficoltà che era peraltro da mettere in<br />

conto e che è stata comunque facilmente superata.<br />

Le tabelle 3.3.5 e 3.3.6 consentono di indagare eventuali interazioni tra i determinanti,<br />

rispettivamente negli infortuni mortali e gravi.<br />

TAB. 3.3.5: Infortuni mortali sul lavoro secondo l’interazione tra determinanti (almeno 2)<br />

Interazione tra determinanti n. %<br />

Determinanti in serie 176 24,2<br />

Determinanti in parallelo 550 75,8<br />

Totale 726 100,0<br />

TAB. 3.3.6: Infortuni gravi sul lavoro secondo l’interazione tra determinanti (almeno 2)<br />

Interazione tra determinanti n. %<br />

Determinanti in serie 108 25,2<br />

Determinanti in parallelo 320 74,8<br />

Totale 428 100,0<br />

In tema di interazioni tra i determinanti, la prima osservazione da fare è che perché si possano<br />

stabilire interazioni tra di essi è necessario che vengano riconosciuti all’origine di un incidente<br />

almeno due determinanti: ciò si è verificato in più della metà dei casi sia per gli infortuni<br />

mortali sia per quelli gravi (rispettivamente 57.3% e 57.1%). A ben vedere, però, la frequenza<br />

dei casi in cui l’incidente sembra avere un’origine monofattoriale è piuttosto elevata (sempre<br />

oltre il 40%) e questo dato contrasta con quanto ormai si è largamente affermato tra gli<br />

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