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3.3 Analisi della dinamica infortunistica<br />

La dinamica infortunistica viene analizzata in questo capitolo utilizzando il modello<br />

“Sbagliando s’impara” nella versione messa a punto ad hoc per il progetto ISPESL-INAIL-<br />

Regioni. All’analisi sono stati ammessi solo i casi che hanno positivamente superato i controlli<br />

di qualità che sono stati descritti nella parte del rapporto dedicata alla metodologia dell’indagine<br />

(1.267 infortuni mortali e 749 gravi).<br />

La prima questione affrontata, attraverso l’analisi dei dati esposti nelle tabelle 3.3.1 e 3.3.2<br />

dedicate rispettivamente agli infortuni mortali ed a quelli gravi, è quella di carattere più generale:<br />

si tratta cioè di vedere come si ripartiscono gli infortuni nelle due esaustive modalità con<br />

cui possono accadere gli incidenti che li hanno provocati: incidenti ad energia variata o ad<br />

energia invariata.<br />

TAB. 3.3.1: Infortuni mortali sul lavoro per tipologia d’incidente<br />

Tipologia di incidente n. %<br />

Liberazione d’energia 189 14,9<br />

Energia variata<br />

Trasformazione d’energia 872 68,9<br />

Energia non variata Inappropriata applicazione d’energia 206 16,2<br />

Totale 1.267 100,0<br />

TAB. 3.3.2: Infortuni gravi sul lavoro per tipologia d’incidente<br />

Tipologia di incidente n. %<br />

Liberazione d’energia 69 9,2<br />

Energia variata<br />

Trasformazione d’energia 393 52,5<br />

Energia non variata Inappropriata applicazione d’energia 287 38,3<br />

Totale 749 100,0<br />

Gli infortuni in cui l’incidente è rappresentato da una variazione dell’energia sono i più frequenti<br />

sia nei casi mortali sia in quelli gravi, con una discreta differenza tra i primi, in cui costituiscono<br />

l’83.8% del totale, ed i secondi (61.7% del totale).<br />

Specularmente, gli infortuni in cui l’incidente è ad energia invariata, in quanto a variare è<br />

invece l’interfaccia “energia/lavoratore infortunato”, sono più frequenti nei casi gravi (38.3%)<br />

rispetto ai mortali (16.2%).<br />

La prima osservazione da fare in proposito è che i risultati appaiono in linea con quanto era<br />

auspicabile attendersi: infatti gli infortuni gravi o mortali in cui l’incidente è rappresentato da<br />

una variazione dell’interfaccia “energia/lavoratore infortunato” individuano situazioni lavorative<br />

particolarmente deteriorate, in quanto in esse è “normalmente” presente e direttamente<br />

accessibile dell’energia in grado di provocare un danno grave o addirittura un danno mortale.<br />

Si tratta quindi di situazioni particolarmente pericolose in cui, oltretutto, il pericolo rappresentato<br />

dall’energia gravemente lesiva e direttamente accessibile può essere più facilmente<br />

riconosciuto e censito prima che avvenga un infortunio.<br />

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