Versione PDF - Ispesl
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2. LO SVOLGIMENTO DELL’INDAGINE<br />
2.1 La preparazione degli strumenti operativi<br />
2.1.1 I modelli di rilevazione<br />
La fase di preparazione degli strumenti operativi è risultata di particolare delicatezza in<br />
quanto finalizzata alla predisposizione di strumenti di lavoro comuni, a partire dalle 2 elaborazioni<br />
progettuali, ciascuna finalizzata a sviluppare specifici aspetti di conoscenza del fenomeno<br />
“infortuni mortali”, cause e dinamiche infortunistiche quella ISPESL, modalità di accadimento<br />
quella INAIL, ciascuna con un proprio modello di rilevazione dei dati, rispettivamente<br />
“Sbagliando s’impara” ed ESAW; grazie alla volontà di ciascun soggetto di procedere insieme<br />
è stata avviata un’intensa attività congiunta di esperti e rappresentanti dei diversi soggetti promotori<br />
dell’iniziativa comune, attività che ha condotto ad un modello unificato di riferimento in<br />
termini metodologici e di raccolta delle informazioni, da utilizzare per il progetto integrato sull’intero<br />
territorio nazionale.<br />
Il modello concordato, che viene fornito in allegato, si articola dunque in 3 distinte sezioni,<br />
la prima inerente le informazioni di carattere generale sull’evento, sull’infortunato e sul luogo<br />
di lavoro (azienda), sezione sostanzialmente comune ad entrambi i progetti, la seconda costituita<br />
dalle modalità di accadimento dell’evento, espresse secondo le 8 variabili di ESAW<br />
(European Statistics on Accidents at Work - standard di riferimento europeo per l’armonizzazione<br />
delle statistiche internazionali degli infortuni), la terza, infine, inerente la descrizione<br />
della dinamica infortunistica e dei fattori di rischio secondo il modello “Sbagliando s’impara”.<br />
Per una migliore comprensione delle elaborazioni statistiche e del significato delle diverse<br />
tavole riportate nella sezione “Risultati” si fornisco di seguito le principali definizioni, informazioni<br />
e caratteristiche di base dei 2 modelli, ESAW e “Sbagliando s’impara”; per un loro approfondimento<br />
si fa rinvio alla letteratura ed ai materiali appositamente prodotti per il progetto<br />
(cfr. sito web ISPESL, area Statistiche, pagina dedicata al progetto “infortuni mortali”).<br />
Elementi essenziali del metodo ESAW<br />
L’impiego del metodo ESAW per la descrizione degli infortuni sul lavoro è di recente introduzione<br />
e, per più motivi, non può essere ancora considerato del tutto a regime.<br />
Il sistema ESAW si è dipanato in tre fasi successive di cui la terza dedicata alle modalità di<br />
accadimento degli infortuni e qui, sostanzialmente, il discorso verte su tale terza parte che<br />
d’ora in poi sarà perciò connotata con la sigla ESAW/3. Si tratta di una novità di estremo interesse<br />
quantomeno per due ordini di ragioni:<br />
• dovrebbe produrre un netto miglioramento dell’informazione routinariamente raccolta sugli<br />
infortuni che avvengono nel nostro Paese (dei vantaggi e degli svantaggi connessi al suo<br />
uso si dirà più avanti);<br />
• dovrebbe permettere confronti più attendibili tra la situazione infortunistica italiana e quella<br />
degli altri Paesi dell’Unione europea che hanno adottato il progetto ESAW nel suo complesso<br />
(la totalità dei paesi della UE cui va aggiunta la Norvegia che pur non facendo parte<br />
dell’Unione ne adotta tecniche e strutture).<br />
Il sistema ESAW/3 si fonda su un’architettura informativa già utilizzata con successo nei<br />
paesi scandinavi e, in particolare, in Danimarca. EUROSTAT e i suoi tecnici hanno però utilizzato<br />
del sistema proprio solo l’architettura, strutturando in modo assolutamente nuovo<br />
nomenclature e codifiche delle diverse variabili, che sono in numero di dieci di cui otto principali.<br />
Di tali variabili si riporta l’elenco: tipo di luogo, tipo di lavoro, attività fisica specifica, agen-<br />
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