You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
8<br />
10 Agosto. Avere quattro siti Unesco non è prerogativa comune<br />
a molte città nel mondo. Siena è una di queste, e merita<br />
sicuramente una celebrazione a livello ciclistico. Se ne sono<br />
accorti gli amici del BiciClub Terre di Siena che da quest’anno<br />
hanno dato il via alla Randonnée Gran Tour Unesco in<br />
Terre di Siena, brevetto ARI valido per il campionato italiano<br />
nonché raduno della Nazionale Italiana Randonnée.<br />
Partenza intorno alle ore 13 da San Gimignano, dopo il saluto<br />
alla Nazionale Italiana Randonneur, un omaggio ai ciclisti<br />
delle ultramaratone <strong>2013</strong> (LEL-Transdanubie, Brancaleone e<br />
MGM) e un “Pasta e Parti” per prepararsi ad affrontare il percorso.<br />
Arrivo è previsto nella città turrita intorno alle ore <strong>22</strong>, e<br />
comunque entro la mezzanotte, dopo aver pedalato per 240<br />
km, con 3.100 metri di dislivello, su strade a traffico promiscuo<br />
e a basso indice di presenza di veicoli a motore.<br />
Moltissimi i Randagi che hanno voluto essere presenti all’appuntamento<br />
che è stato un successo sotto ogni punto di vista.<br />
Oltre al percorso randonnée, è stato proposto anche un itinerario<br />
cicloturistico più breve, di circa 70 km, con partenza<br />
alle ore 15.30, e, francamente questa è stata una fatica che<br />
gli organizzatori potevano benissimo risparmiarsi. Una quindicina<br />
(ad esagerare) i partenti, con i Bullettai in prevalenza:<br />
Gatto, Marco, Claudio e Loredana, e primo posto assoluto per<br />
partecipazione. Bel percorso, da Colle alta a Casole, Pievescola,<br />
Strove, e poi ancora Colle alta e San Gimignano, una<br />
settantina di chilometri ricchi di saliscendi e su strade poco<br />
battute da noi bullettai. All’arrivo la sgradita sorpresa della<br />
mancanza delle docce, che ci ha costretti ad un rapidissimo<br />
rientro a casa, nonostante volessimo rimanere al paese per la<br />
cena (in seguito abbiamo saputo che invece le docce c’erano,<br />
ma alcuni organizzatori non ne erano al corrente). Ci auguriamo<br />
che la manifestazione possa avere seguito anche nei<br />
prossimi anni, con una migliore organizzazione e promozione<br />
per attrarre i molti cicloturisti delle nostre zone.<br />
Quattro bischeri in cerca di avventure su<br />
un percorso molto più duro del previsto<br />
I “muri delle Cerbaie”<br />
<strong>22</strong> Settembre. A stagione ormai conclusa siamo venuti a<br />
conoscenza di questa cicloturistica che parte da Staffoli,<br />
frazione di S. Croce sull’Arno, in provincia di Pisa. La distanza<br />
del lungo, 130 km ci pareva perfetta per testare la<br />
gamba per l’Eroica prossima ventura e anche l’altimetria<br />
non è male, con oltre 1500 metri di dislivello. Ci siamo<br />
presentati al via in 4 con tanto di ammiraglia: Lillo, Claudio,<br />
Franco e Marco. Ovviamente sveglia a notte fondissima<br />
e accesa discussione su quale strada prendere per<br />
andare in quel paese sconosciuto. Timbro e partenza alle 8<br />
stecchite, insieme ad altri 350 ciclisti, qualcuno anche da<br />
fuori regione (un rompicoglioni emiliano che non riusciva<br />
a stare zitto un attimo…). La prima sorpresa alla salita dei<br />
Bechini, detta lo Zoncolan di Staffoli, dove siamo transitati<br />
tra due ali di folla tra grida e campanacci, poi, dopo un<br />
tratto bruttino a fondovalle sono arrivate le tanto temute<br />
salite: i “muri delle Cerbaie”! Non saranno i muri delle<br />
Fiandre, ma si contano comunque ben 20 salite da affrontare,<br />
e molto presto capiamo che c’è poco da scherzare!!<br />
Suggestivo il passaggio all’interno delle storiche Ville delle<br />
Cerbaie, aperte per l’accasione ai ciclisti. Abbiamo pedalato<br />
su un percorso tortuoso, cervellotico e complicato come<br />
non avevamo mai visto, che se malauguratamente sbagliavi<br />
un incrocio sono guai seri, su stradine secondarie assai<br />
rovinate, un solo ristorino abbastanza misero al cinquantesimo<br />
chilometro (su questo fondamentale abbiamo da insegnare<br />
a tutti) e poi timbri, timbri, e ancora timbri… Alla<br />
fine se ne conteranno ben sette nel percorso lungo, ma qui<br />
siamo nella patria dei “ladri di Pisa” e avevano un fottuto<br />
terrore che qualcuno imboccasse improbabili scorciatoie<br />
(il perché resta un mistero…).<br />
Marco e Franco cadevano come polli nella trappola<br />
dell’”unico ristoro” non alimentandosi a dovere e giungendo<br />
all’ultima deviazione per il lungo in preda a acutissimi<br />
crampi, feroce crisi di fame e un’inizio di infiammazione al<br />
nervo sciatico, per cui decidevano che 97 chilometri potevano<br />
anche bastare. Lillo e Claudio procedevano per i 130<br />
come se niente fosse portando a termine la corsa come da<br />
progetto iniziale. Bravi!! Ci torneremo? Chissà.<br />
I Quattro delle Cerbaie.