VASCHE DI PRIMA PIOGGIA e VASCHE DI LAMINAZIONE - Caprari
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criteri di progettazione, realizzazione e gestione vasche di prima<br />
pioggia e vasche di laminazione nell’ambito dei sistemi fognari<br />
CRITERI <strong>DI</strong> PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE E GESTIONE DELLE <strong>VASCHE</strong> <strong>DI</strong> <strong>PRIMA</strong><br />
<strong>PIOGGIA</strong> E DELLE <strong>VASCHE</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAMINAZIONE</strong> NELL’AMBITO DEI SISTEMI FOGNARI<br />
Considerare però la portata in uscita costante significa individuare la minima capacità di invaso<br />
necessaria per conseguire la desiderata laminazione. Infatti se si osserva il grafico successivo in<br />
cui l’idrogramma in uscita è dato da uno scarico a gravità il volume che deve essere contenuto<br />
all’interno dell’invaso aumenta notevolmente. E’ quindi evidente che riuscire a garantire la portata<br />
in uscita dall’invaso costante significa anche avere i volumi minimi dell’invaso stesso.<br />
Portata (m 3 /s)<br />
3.5<br />
3.0<br />
2.5<br />
2.0<br />
1.5<br />
1.0<br />
0.5<br />
0.0<br />
1 10 19 28 37<br />
Tempo (min)<br />
46 55 64<br />
Figura 4.3 - Grafico che evidenzia come varia il volume dell’invaso considerando un idrogramma in<br />
uscita non costante<br />
L’organo di scarico degli invasi è pertanto uno degli elementi più importanti dell’invaso stesso. Nel<br />
caso di efflusso a gravità, con dimensione della bocca di uscita costante, la portata è definibile dalla<br />
seguente equazione:<br />
Q = μ . A . √ 2 . g . h<br />
CAPITOLO 4<br />
Volume<br />
aggiuntivo<br />
da<br />
trattenere<br />
dove:<br />
Q portata uscente;<br />
μ coefficiente di efflusso;<br />
A area della bocca di efflusso;<br />
h carico idraulico sulla bocca di efflusso.<br />
Portata in uscita (mc/s)<br />
Portata in ingresso (mc/s)<br />
Portata massima ammissibile<br />
Ilcoefficiented’efflusso μ dipendedallacontrazionechelavenaeffluentesubiscenell’attraversamento<br />
della bocca; esso è quindi legato alla geometria della bocca stessa e alla quota del pelo libero, e<br />
quindi al carico h.<br />
La luce A non deve mai essere inferiore a una dimensione minima, dell’ordine di 20 - 25 cm,<br />
necessaria per evitare rischi di intasamento.<br />
Per avvicinarsi al funzionamento di portata in uscita costante, nel caso di scarichi a gravità, spesso<br />
si ricorre a dispositivi come le bocche a battente a luce variabile, in cui le bocche di uscita sono<br />
dotate di paratoie regolabili, il cui grado di apertura è comandato, mediante galleggiante o segnale<br />
elettrico, dal livello idrico nell’invaso: all’aumentare del carico h, si riduce automaticamente la luce<br />
d’efflusso efficace A, in modo da mantenere approssimativamente costante la portata. La sagoma<br />
geometrica della paratoia è studiata dai costruttori in modo da ottimizzare il funzionamento in fase<br />
di parzializzazione.<br />
Oppure si possono adottare dei dispositivi come le bocche a vortice (hydrobrake) che intervengo<br />
sul coefficiente di efflusso, riducendone il valore all’aumentare della portata, pur mantenendo la<br />
geometria del dispositivo fissa.<br />
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