Anteprima - L'Erma di Bretschneider

LUCIANO LAURENZI
RITRATTI GRECI
EDIZIONE ANASTATICA
" Li Ε R1VIA" di E RETSC Σ-iN E I DER - ROMA
196θ

Questi QUADERNI sorgono dall'esigenza dell' insegnamento universitario e dal
presupposto che in tale insegnamento scolaro e maestro debbano dare del proprio,
evitando quanto piìi sia possibile l'esercitazione mnemonica sui manuali o sulle
dispense. Ζ QUADERNI vogliono porre a disposizione degli studiosi tutti gli elementi
necessari e sufficienti a trattare un determinato argomento con carattere monografico,
abituando altresì lo studente a tener distinto quanto è invariabile documento
e dato di fatto da quanto έ ipotesi erudita o interpretazione critica suscettibile
di aggiornamento. Essi danno percib la bibliografia, le fonti scritte antiche,
il materiale epigrafico e quello monumentale in larga scelta, e dovrebbero esser
tanto più desiderati dove manchino biblioteche speciali ampiamente fornite. Una
tale raccolta di fonti e documenti sembrata altresì la maniera migliore per avviare
l'auspicato aggiornamento di opere quali OVERSEcx, Die Antiken Schriftquellen
(1868), LOEWY, Inschriften Griechischer Bildhauer (1885), WINTER
Kunstgeschichte in Bildern. (1912 2) e per ricapitolare e chiarire la vasta e non
sempre omogenea congerie del lavoro di scavo, di classificazione e di· critica eοm=
Aiuto fino ad oggi. Va data lode al buon volere dell'editore, il quale ha riconosciuta
l'esigenza di dare illustrazioni per qualitY e per formato tali da non essere
puramente indicative, ma da consentire anche qualche preliminare osservazione
stilistica. È da sperare inoltre che, trovandosi già riunita tutta la parte documentaria
cioè la storia esteriore delle opere, gυeSti QUADERNI contribuiscano all'orientamento
degli studi di archeologia verso effettivi problemi di Critica, e cio6
di Storia dell'Arte.

LUCIANO LAURENZI
RITRATTI GRECI
EDIZIONE ANASTATICA
"L'ERMA" dí B RETSCHNE I DER - ROMA
1968

A evitare che si cerchi in questo «Quaderno » quello che non vi ρυ ό essere,
credo utile esporne i limiti e le direttive e ria fJermare subito che il suo fine è essenzialmente
didattico. Prima limitazione, dettata da considerazioni pratiche, è che
la scelta é stata fatta esclusivamente tra le sculture a tutto tondo; la riproduzione
di alcune monete non ha che uno scopo documentario accessorio. Si son voluti qui
riunire — e sono grato al collega Laurenzi che si è adattato pazientemente allo
schema tracciato — quei ritratti greci che, per la loro oltremodo probabile e in alcuni
casi dimostrabile datazione e per la loro chiara definizione stilistica, possano
servire di base allo studio e all'intendimento del ritratto in Grecia. Ε si son riunite,
in larga scelta, quelle fonti letterarie ed epigrafiche che di ritratti in Grecia ci rendono
testimonianza. Alcune di queste, come p. es. le molte iscrizioni con firme
di artisti non meglio identificabili, hanno un valore essenzialmente statistico per
chiarire il posto che il ritratto occupava nella vita greca. Altre ancora possono
sembrare discutibili nella loro utilità per la storia del ritratto, anzi lo sono senz'altro:
ma la nostra scelta vuol essere quanto mai impersonale e si propone di porre
a disposizione dello studioso, e particolarmente del docente, tutti i documenti: spetterà
a lui poi di discriminare e discutere. Tale principio avrebbe richiesto, s'intende,
una piena completezza di raccolta, ma questa avrebbe dilagato ancor più dai limiti
nei quali questi ((Quaderni)) vogliono esser contenuti. Si è imposta perciό una
scelta, nella quale speriamo di non aver tralasciato nulla di veramente utilizzabile.
• Non si è voluto fare una « iconografia greca », per quanto sovente la scelta
dei ritratti ne abbia assunto l'aspetto per il fatto che l'identificazione dei personaggi
rappresentati è l'unico indizio cronologico esteriore. Ripetiamo: il fine che
ci siamo proposti, di riunire del materiale utile per la storia artistica del ritratto
greco non considerato come un (in realtà inesistente) «genere» a sè, ma come un
qualunque altro problema di linguaggio plastico.
A tal fine é capitale la distinzione, sempre trascurata nelle raccolte sin qui
fatte, tra originali e copie. La mancata coscienza di una tale distinzione ha influito
negativamente sul giudizio corrente a proposito della ritrattistica greca in
confronto a quella romana dove non si hanno che originali; e questi, anche se opere
mediocri, vincono sempre in freschezza e immediatezza il lavoro del copista. Perci δ,
per far distinguere a prima vista i non molti originali dalle copie, in grande maggioranza
di età romana, li abbiamo, quando era possibile, riprodotti in formato
un pi' più grande e distinti sempre con il segno O. Gli altri segni indicano che
—5 —.

L. LAURENZI
si tratta di una replica e che l' identificazione del personaggio si basa su dati
sicuri • o ipotetici Ο.
Il nome posto nel testo a capo delle descrizioni di ritratti non identificati con
certezza non vuol essere una presa di posizione nella questione dell'identificazione,
ma un « cartellino » mnemonico per facilitarne la citazione. Quasi sempre riflette
l'ipotesi più antica. Di pezzi la cui identificazione cronologica e iconografica
ancora fortemente discussa ne abbiamo accolti due soli, che non potevano mancare
dato che sono tra i pits noti, eiο le « ρseudο—,ιS'enecα » e il « leuandro—Virgilio »,
ma li abbiamo collocati a parte in appendice, pur avendo su di essi qualche fondata
convinzione personale.
L'ordine dato a tutti gli altri ritratti, nella raccolta delle fonti e nel testo (e,
compatibilmente con le esigenze tipografiche, anche nelle tavole) quello cronologico,
o almeno quello che tale appare allo stato attuale degli studi.
R. Β. Β .
Alla prefazione del direttore di questa collezione, desidero aggiungere alcune
parole di ringraziamento a quanti cooperarono alla riuscita di questo lavoro: anzitutto
allo stesso prof. Bianchi Bandinelli, ehe più di un direttore fu un collaboratore,
di una cordialità veramente rara. A lui devo, oltre all'ordinamento generale
dell'opera, la ricerca del materiale illustrativo, e consigli e suggerimenti
in molte indagini. Ringrazio inoltre il prof. H. Fuhrmann, direttore dell'Archivio
fotografico dell'Istituto archeologico germanico in Roma, che con pronta cortesia
ci presto o forni molte delle fotografie riprodotte nel lavoro, il prof. Deubner che
permise la stampa di fotografie, di cui gli era stata riservata la pubblicazione,
il dolt. A. Pensa per l'aiuto prestatomi nella correzione delle ultime bozze, e gli
amici pro/f. Adriani e Caputo per il dono di materiale illustrativo riguardante
i ritratti dell'Egitto e dell'Africa italiana. Si ringraziano altres), la Direzione
dei Musei Vaticani per la concessione di altre illustrazioni e l'Istituto archeologico
dell' Università di Marburg per la nuova fotografia dell'Agias. Esprimo anche
qui la mia riconoscenza al doti. Federico Gentile, direttore della Casa Editrice
Sansoni, per la sua cortese prontezza nell'accogliere ogni richiesta di ampliamento
dell'opera e per l'accuratezza posta nell'edizione.
L. L.
—6—

BIBLIOGRAFIA FONDAMENTALE
I) FUNTI ANTICHE EPIGRAFICHE E LETTERARIE.
J. ΟΝεά Βε0Κ, Die antiken Schriftquellen zur Geschichte der bildenden
Künste bei den Griechen, Lipsia 1868, (v. soprattutto nn. 370-374,
• 1393-1442, 1610-1638).
E. LoEwY, Inschriften griechischer Bildhauer, Lipsia 1885 (v. l'indice
dei ritratti a pag. 406).
II) RACCOLTE ICONOGRAFICHE DEI SECOLI XVI E XVII.
(ACHILLES STATIUs), Inlustrium virorum ut exstant in urbe expressi vultus.
Romae 1569.
Imagines et elogia virorum illustrium et eruditorum ex antiquis lapidibus
et nomismatibus expressa cum annotationíbus ex bibliotheca F τττντ
TIRSINI. Romae 1570.
Illustríum imagines, ex antiquis marmoribus, nomismatibus, et gemmís
expressae: quae exstant Romae, m ό iοr pars apud Σντσιιτατ URsiiui.
Ed. altera aliquot ímaginibus, et I. FABR ι ad singulas commentario
auctier atque illustrior. TH. GALLAEUS delineabat Romae
ex archetypis, íncidebat Antverpiae 1598. Antverpiae 1606.
G. Α. CANINI, Iconografia cioè disegni d'irnagini de' famosissimi monarchi,
regi, filosofi, poeti ed oratori dell'antichità, cavati da frammenti
de marmi antichi, e di gioie, medaglie, d'argento, d'oro, e simili
metalli, con le prove dell'istesso autenticate da più classici autori
di quei medesimi secoli. Data in luce con aggiunta di alcune annotazioni
M. A. Canini fratello dell'autore. Roma 1669.
J. SPO/, Illustríum virorum capit a monumentaque. In: Spin, Miscell.
erud. antiqu. 1685 pp. 121-154 (Sect. IV).
C. ROBERT, Die angebliche Pyrrhosbüste der Uffizien und die ikonographischen
Publikationen des XVI. Jahrhunderts. In: Hermes XVII
1882, pp. 134-147.
CH. HULSEN, Die Hermeninschríften beriihmter Griechen und die ikonographischen
Sammlungen des XVI. Jahrhunderts. In: Röm. Mi".
XVI, 1901, pp. 123-208, tau. VI, VII.
-7--

L. LAURENZI
III) ICΟΝOGRAFΙΑ GRECA E ROMANA: OPERE GENERALI.
JoH. GURLIrT, Versuch über die Büstenkunde. Magdeburgo 1800. Anche
in: GURLITT, Archäol. Schriften, 1831, pp. 187-342.
A. HiRT, Über das Bildnis der Alten. In: Abh. Berl. Ak. 1814/15, pp. 1-18.
F. DE CLARAC, Musée de sculpture antique et moderne. V, VL Parigi,
1850-1853.
C. W. ΚΙνα, The portraiture of the ancients. In: Arch. Journ. XXVII,
1870, pp. 16-35.
J. Six, Ikonographische Studien. In: Ath. Mitt. XII 1887, pp. 212-222,
Tau. VII, VIΙΙ, Röm. Mitt. VI, 1891, pp. 279-284, Tau. VIIΙ -ΙX,
1894, pp. 103-124, Tau. V-X, 1895, pp. 179-192. Ath. Mitt. XXII,
1897, pp. 415-418. Röm. Mitt. XÍII, 1898, pp. 60-78, XIV, 1899,
pp. 81-90, XVIII, 1903, pp. 207-221.
A. GERCKE, Über Deutung von Porträts (Arch. Ges.). In: Arch. Anz. 1890,
pp. 55-58. Anche in: Berl. phil. Wich. X, 1890, col. 614-615, e in:
Wich. f. Phil. VII, 1890, col. 472-476.
Griechische und römische Porträts. A cura di H. BRUNI e P. ARNDT, ed.
da F. Bruckmann (più tardi con la collaborazione di G. Lippold,
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R. NORTON, Greek and Roman Portraiture. In: J. Brit. and Amer. Soc.
III (Sess. 1900/01), pp. 129-130.
R. v. LICHTENBERG, Das Porträt an Grabdenkmalen, seine Entstehung
und Entwickelung -νπm Alterthum bis zur italienischen Renaissance.
Strassburgo 1902.
E. A. STUECKELBERG, Eine ikonographische Gypsothek. In: Cicerono, II,
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W. DE GRUENEISEN, Le portrait. Traditions hellénistiques et influences
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G. LIPPOLD, Ikonographische Probleme, In: Röm. Mitt. XXXIII, 1918,
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F. PouLSEN, Ikonographische Miscellen. Kobenhavn 1921. Danke Vidensk.
Selsk. Hist. fil. Meddel. IV, I.
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In: Annales de l'Institut Russe de Hist, de l'Art, 1, 1921, pp. 34 s.
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RITRATTI Γ,RECI
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Memorabilia primorum verae historiae saeculorum. Vol. III. Memorabilia
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E. Q. VISCONTI, Iconographie ancienne ou recueil des portraits authentiques
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Iconographie grecque ou recueil des portraits authentiques des empereurs,
rois, et hommes illustres de l'antiquité. Tome I-III. Milano
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E. BABELON, Les origines du portrait sur les monnaies grecques. In: Rev.
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C. Mimiu, Il ritratto greco. Una ricerca iconografca. (rumeno). Bucarest
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L. LAURENZI
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—10—

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E. SURR, Sculptured portraits of greek statesmen (the Johns Hopkins
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E. MACuRDY, Hellenistic Queens (the Johns Hopkins University Studies.
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III. Antiochos Soter. IV. Archidamos. V. VL Selenkos
Nikator, Ptolemaios Soter. In: Arch. Ztg. XLII, 1884, col. 149-162.
Röm. Mitt. III, 1888, pp. 113-119, tau. IV-IV, 1889, pp. 32-40,
tau. II-~I.
F. WINTER, Porträtköpfe des 4. Jh. i. Chr. In: Arch. Ans. 1890, p. 26 s.
J. J. BERNOULLI, Ikonographisches. I. Das Bildnis des Perikles. ΙΙ. Die
Bildnisse des Homer. III. Die Bildnisse des Sophokles. In: Jb. d.
Inst. XI, 1896, pp. 107-108, 160-177, tay. L
K. A. McDowALL, Some Greek portraits. 7. Aeschylus. 1I. Agathon. III.
Aeschines. IV. Demetrios Phalereus. In: J. hell. st . XXIV, 1904,
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F. PoULSEN, 'fêtes et bustes grecs récemment acquis par la Glyptóthèque
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Gab es eine alexandrinische Kunst I In: From the Collections of the
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Μ. BIEDER, Ikonographische Miszellen. I. Sokrates. II. Aristophanes.
ΙΙI. Relief aus dem att. Ölwald. In: Röm. Mitt. XXXII, 1917,
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— 11. —

L. LAURENZI
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= Griechische und Römische Porträts, ed. da Arndt-Bruckmann.
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= Archaiologisehe Zeitung.
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= Bulletin de correspondance hellιnique.
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= RIvue arch ιologique.
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- 12 -

RITRATTI GRECI
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= W. Zsehietzmenn. Die hellenistische und rimische Kunst, Die Antike Kunst ΙΙ.
nello Handbuch der Kunstuń ssenschaft.
- 13 -

L. LAURENZI
EDIZIONI USATE PER I TESTI
Le indicazioni relative ad edizioni di classici citati, ma , non elencati qui, si
trovano noi testo.
Edizioni Teubner.
AELIANUS, Be natura animalium, 1864 (Hercher).
AELIANUS, Varia Historia, 1887 (Hercher).
AESCHINES, Ora.tiones, 1908 (Blass).
ARISTOTELES, Etica Nicomachaea, 1912 (Susernihi).
ARISΤOTELES, Be arte poetica, 1913 (Christ).
ARISTOTELES, ' Αθηνα ί ων τtολιτεί α, 1914 (Thalheim).
ARRIANUS FLAVIUS, Alexandri Anabasis, 1907 (Roos).
ΑTAΣΝΑΕΙ NAUCRATITAE, Dipnosophistarum, 1887 (Kaibel).
CICERO, Be finibus (Scripta, ν. λΥΙΙΙ), 1914 (Schiche).
CICERO, In' Verrem (Orationes selectae ΧΧΙ), 1921 (Müller).
CORNELIUS NEPOS, Vi 'tae, 1916 (Halm—Fleckeisen).
DRIOSTHENES, Orationes, 1914 (Fuhr).
Dio CHRYSOSTOMUS, Oratio ιes, 1916 (de Βιιι1~).
HERODOTUS, Historiarum libri ΙΧ, 1921 (Dietscli—Kalleriberg).
HERONDAE, Mimiambi, 1914 (Crusius).
IUVENALES DECIUS IUNIUS, Satirarum 1. V, 1914 (Hermann).
LmAin, Opera, 1903 (Foerster).
LUCIANUS SA1ī OSATENSIS, Opera, 1921 (Jakobitz).
PAUSANIAS, Graecά ae descriptio, 1903 (Spiro).
PIiAEDRUS, Fabulae, 1922 (Hermann).
PLATO, Dialogi, 1922 (Hermann).
PLτNIUS, Naturalά s historia, 1897 (Jan—Mayhoff).
PLUTAROHTJS, Vitae, 1914 s. (Lindskog, Ziegler).
QUINΤILIANII, Ins litutionis oratoriae 1. XII, 1922 (Halm).
SIDΟNIUS ΑΡΟ LLΙNARIS, Epistulae, 1895 (Mohr).
SrRABΠN, Geographica, 1921 (Meineke).
THEOCRITUS, in Bucolici greci, Reliquiae, 1900
. (Ahrens).
VALERITJS MAλIMUS, Factorum et dictorum memorabilium, 1888 (Rempf).
XINOPHONTIS, &ripta minora, 1915 (Thalheim).
Edizioni Firmin—Didot.
Epigrammatum Anthologia Palatina, 1864 (Dübner).
DIOGENES LAERTIUS, Be clarorum philosophorum nuis, 1850 (Cobet).
HIMERII SOPmSTAE, Opera, 1849 (Dííbner).
PLUTARCIff, Scripta moralia, 1856 (Diibner).
- 14 -

FONTI E TESTIMONIANZE
ΡΑRΤΕ I: FONTI RELATIVE ALLE DENOIINAZIONI DELLE STATUE IN GRECIA, ALLA
STORIA DELL'ARTE DEL RITRATTO, AI LUOGHI DI COLLOCAZIONE E AGLI ASPETTI
DEI RITRATTI.
A. DENOMINAZIONI DELLE STATUE.
κα ί
1. Ρ a u s. VIII. 46. 2, Φα ί νεται έ ο' κ ά ρξας ό Αύ γουστος ό ναθή µατα
Ιδη θε ώ ν &πά γεσθαι παρά τώ ν xρατη έ ντων.
g δοç significa la statua del culto, V. CIA. I. 176.
Ρ α u s. τΙΙ. 20. 10. Τό δε` ά γαλµα τή ς Α ί δού ς, τριά κοντά που στά δια
&πέ χον τή ς π ό λεως (Amyklai), ' Ι χ αρ ί ου µέ ν ανά θηµα ίεναι.
Ρ α υ s. VIII. 14. 7. τό δέ ά γαλµα '0 δ υ σ σ έ α ά ναθεί ναι τό χαλχο ύ ν
ο ύ χ Ιχω πε ί θεσθα ί σφισιν. ο ό γά ρ πω τ ό τε τού χαλκο ύ τά αγά λµατα δι ά παντ ό ς ή Π ί σ-
ταντο έ ργά σασθαι, χαθά περ έ σθή τα έ ξυφα ί νοντες. τρ ό πον δέ $στις ή ν α ύ το ί ς &ς τά .
χαλκ ά έ ργασ ί ας, Ιδειξεν η µ1 τού Υ Σπαρτιά τας λ ό γου τά έ πΑ τού αγά λµατος
τού ` Υπά του ∆ι ό ς.
Ρ 1 α t ο . L e g. ΧΙ. 931. Α. το ύ ς µεν γαρ τώ ν θε ώ ν ό ρ ώ ντες σαφ ώ ς τιµώ -
µεν, τώ ν 8' ε ί χδνας ά γά λµατα ί δρυσά µενοι, ος ήµί ν ά γά λλουσι χα ί περ &ι ' χους ό ντας
έ χε ί νους .hγού µεθα τού ς έ µψό χους θεού ς πολλή ν διά ταύ τ' εύ νοιαν κα ί χά ριν Ιχειν.
Uekker. Anecdt. graec. I. 355. &γαλµατοποιδν δέ Φ χαλεί σθαι TUV
ε ί χ ό νας θεώ ν µά λλον έ ργαζ ό µενον, &νδριαντοποιδν δέ τώ ν ά νθρ ώ πων.
—15—

L. LAURENZI
β. Phavnrin. ν. ά γαλµα — έ π' α'.νθρ ώ πων ά πδ χαλκού ξύ λων ή λί θων íj
τοσοό των τινώ ν χατεσχενασµέ νον.
ά γαλµα in quanto deriva dal verbo ά γά λλειν che significa « ornare » o « rallegrare coll'adornare»
indica ogni oggetto d'ornamento che possa portare gioia od orgoglio, e in particolare
gli oggetti dedicati agli dei; nel V sec. a. C. il concetto si restrinse al significato dell'«
oggetto sacro agli dei per eccellenza », ossia alla statua della divinitY. PiU tardi il concetto
tornò ad essere generalizzato comprendendo anche le statue degli uomini.
P a u s . I. 1 8. 3. πλησ ί ον 6 πρυτανείό ν έ στιν, έ ν ώ ν ό µοι τε οί Σ ό λων ό ς εισ ί
γεγραµµ έ νοι κα ί θε ώ ν Ειρή νης ά γά λ iιατα κεί ται κα ί ` Εστ ί ας, ά νδριά ντες δέ ά λλοι τε
κα ί Α ύ τ ό λυΧΟς ό παγκρατιαστή ς. τό γά .ρ Μιλτιά δου κα ί Θεµιστοκλέ ους εικ ό νας έ ς
` Ρωµαίό ν τε ά νδρα κα ί Ορ ά χα µετ έ γραΨαν.
A r i s t o t. Ε t h i c. N i c . 1141 a 1I, τή ν δέ σοφ ί αν έ ν τε τας τέ χναις
το ί ς ά χριβεστά τοις TUO τέ χνυς ά ποδ ί δοµεν, στον Φειδ ί αν λιθουργ ό ν σοφδν κα ί Πολύ -
χλειτον ά νδριαντοποι ό ν....
ό ν ρι ό ς è vocabolo usato per designare soprattutto statue di uomini (Bekker. Anecdt.
graec. I. 355. - n. 5) ma Pausania l'impiega anche per gli eroi e per il Demos (Paus. I. 6.
I. II. 17. 3. V. 25. 7. III. II. 10) ed Eronda per una donna (n. 21 bis); poicbY la maggioranza
delle statue iconiche era in bronzo il concetto di ό ν8ρι ά ς racchiuse quello della statua bronzea.
Il vocabolo indicò solo eccezionalmente le statue degli dei (IGA. 40. l'Apollo colossale di
Dolo; Polyb. IV. 78; Strab. VIII. 378; Aelian. Var. hist. XIV. fi ).
Ρ a u s. III. 17. 7. παρ ά δέ τή ς Χαλχιο ί κου τδν ßωµδν (a Sparta)
έ στή χασι δ ύ ο εικ ό νες Π α υ σ α ν ί ο υ τού περ ί Πλά ταιαν ή γησαµέ νου• τά δέ έ ς
αυτό ν ό ποί α έ γέ νετο ειδ ό σιν ο ύ διηγή σοµαι.
εiχ ώ ν significa lessicalmente un'immagine di uomini o di cose, indipendentemente
dal materiale di cui b fatta. Il significato pid ristretto è quello di « ritratto » (v. Paus. VIII.
Π. ß; 48. 8) e s'identifica talora con quello di ά νδριά ς. Va notato che Pausania impiega il
termine εiχώ ν anche per designare immagini di dei (Pans. X. 7. 1 ) e di eroi (Paus. X. 10. 5).
L'aggettivo εiκονιxóς A dell'usi ellenistico (STEPHANUS, III, 222). ά γά λµατα ίεΚΟ-
νιxά sono appunto le statue-ritratto (I ζΡπι.mxεINos pr. ATHEN. V, p. 205 s.)
Α e s c h ί η. c. C t e s i ρ h. 183-185. ΥΙΙσά ν τινες, ώ ά νδρες ' Αθηναί οι,
κατά τού ς τ ό τε καιρο ύ ς υ= πολύ ν π ό νον ύ ποµε ί ναντες κα ί µεγ ά λού ς κινδύ νού ς έ πί τ
Στρυµό νι ποταµώ έ ν ί χων µαχό µενοι Μή δους - ο ό τοι δεύ ρο ά φ ιχόµενο ι τό ν 5ον jjτησαν
δωρεά ν, καί έ δωχεν α ύ τοί ς ό δή µος τιµά ς µεγ ά λας, ώ ς τό τ' έ δ ό χει, τρεί ς λιθ ί νους
` Ερµά ς στ ή σαι έ ν τή στο ά τή τώ ν ` Ερµά ιν, έ φ' 4 τε µή έ πιγρά φειν τό ά νοµα Τό έ αυτεύ ν,
— 16 —

RITRATTI GRECI
ί να µή τώ ν στρατηγώ ν, Αλλά τού δή µου δοχή εί ναι τ επ ίγραµµα. $τι δ'&ληθή λέ γω,
έ ξ α ύ τώ ν τώ ν ποιηµά των εί σεσθε. έ πιγέ γραπται γαρ επί µ τι) πρ ώ τω τώ ν 'Ερµώ ν•
ή ν &Χ χ&χε ί νοι ταλαχά ρδιοι, ο ί ποτε Μή δων
παισί ν έ π' ' Η ϊό νι, Στρυµό νος &µφί (ιοά ς,
λιµό ν τ' αί θωνα χρατερ ό ν τ' έ πά γοντες "Αρηα
πρ ώ τοι δυσµενέ ων εύ ρον ά µηχανί ην.
επί δέ τ ευτέ ρω•
ή γεµό νεσσι δ έ µισθδν ' Αθηναί οι τά δ' gδωχαν
&ντ ' εύ εργεσ ί ης καί µεγ ά λης ά ρετή ς.
µά λλ ό ν τις τά δ ' ίώ ν χα ί έ πεσσοµέ νων έ θελή σει
ά µφ ί ξυνοτσι πρά γµασι ό χθον µ gχειν.
&πί δέ τώ Tp&rq)·
έ~χ ποτε τσε π ό ληος άµ' ' Ατρε ί δησι Μενεσθεύ ς
ή γεί το ζά θεον Τρωιχ ό ν &λ πεδ ί ον,
$ν ποθ' "Οµηρος φη ∆αναώ ν πύ κα χαλχοχιτώ νων
κοσµητή ρα µά χης έ ξοχον äνδρα µολετν.
Ο ύ τως ο ύ δὲν &ειχέ ς ' Αθηνα ί οισι χαλετσθα ι
χοσµητά ς nολέ µου '&µφì τ κα ή νορέ ης.
Ρ 1 u t. C i m o n 7. 8. καί τού ς ' Eρµ&ς αύ τώ τού ς λιθ ί νους ό δή µος
&νααeί ναι συνεχώ ρησεν, ώ ν έ n ιyYyραΠται τ ίρ' µέ ν π ώ τq ή ν ά ρα x&xετνοι ταλό κό ρδιοι
κτλ. (v. numero precedente).
L'erme di cui parlano í due passi non avevano carattere rítrattistico. Non si sa precisamente
quando l'erma sia diventata iconica.
B. LE STATUE ATLETICHE.
Ρ li n. Ν . H. XXXIV. 16. effigies hominum non solebant exprími niai
aliqua inlustri causa perpetuitatem merentium, primo sacrorum certaminum victoria
maxumeque Olympiae, ubi omnium qui vicissent statuas dicarí mos erat, eorum
vero qui ter ibi superavissent ex membris ipsorum similitudine espressa, quas i c o -
n i c a s vocant.
Ρ a u s . VI. 1. 1. τώ ν δέ νιχησά ντων 'Ολυµπί ασιν ο ύ χ &πά ντων εiσί ν
έ στηχ ό τες ά νδριά ντες, ά λλά καί &ποδειξά µενοι λαµπρ ά έ ς ταν &γώ να, ο ί δέ καί έ πί ά λλοις
έ ργοις, µως ού τετυχή χασιν εικ ό νων.
Paus. VI. 18. 7. πρ ώ ται δ h &θ λητ ώ ν ά νετ έ θ η σαν έ ς
'0 λ υ µ π ί α ν ε ί χ ό ν ε ς Πραξιδά µαντό ς τε Αìγινή του νιχή σαντος πυγµή τή ν έ ν ά -
-17—
2.

L. LAURENZI
την ό λνµπι ά δα έ πΖ τα ϊ ς πεντ ή χοντα, χαΖ 'Οπουντlον ' Ρηξιβlον
παγχρατιαστά ς καταγώ νισαµέ νου, µ gc ι π ρ δ ς τ α ϊ ς έ ξ ή κ ο ν τ α δ λ υ µ π ι ά δ ι .
αύ ται κεί νται µέ ν α ε ί χ ό νες ο ύ πρ ό σω τîης Ο ίνοµά ου χlονος, ξ ύ λ ο υ δέ ε ί σιν ε ί ργασµέ
ναι, ' Ρηξιß ί ου µ' συκ ή ς, ή δέ το ύ Α iγινή τον χυπαρ ί σσον, καί ή σσον τή ς έ τέ ρας
πεπονηχυϊά έ στιν.
' 15. P au s. VIΙΙ. 40. 1. Φιγαλεύ σι δέ ά νδριά ς έ στιν έ πΖ τή ς ά γορ ά ς ' Α ύ 'ραχ
ί ωνος τού παγχρατιαστού , τά τε ά λλα ά ρχαϊ ος κα ί ο ύ χ ή χιστα έ πΖ τ σχή µατι• ού
διεστ ά σι µέ ν πολύ ο ί π ό δες, χαθεϊ νται δέ παρά πλευρ ά al χεϊ ρες ά χρι τ ώ ν γλουτώ ν
πεπο ί ηται µ" δή ή ε ί κώ ν λ l θ ο υ , λέ γουσι δ έ καί έ πlγραµµα έ π' αύ τή ν γραφή ναι•
καί τού το µέ ν ή φά νιστο ύ πδ τού χρδνου. τ c;ι δε' ' Αρραχ ί ωνι έ γέ νοντο 'ΟλυµπιχαΖ νϊ χαι
δύ ο µ 'Ολυµπιά σι ταϊ ς Πρ ό τή ς τετ ά ρτης κα ί n εντηκοστ ή ς.
16. P aus. ΥΙ. 15. 8. Σπαρτιά τη δέ Ε ύ τελΙδα γεγδνασιν έ ν παισΖ νϊ χαι
δύ ο 61 τ ή ς δ γ 8 6 η ς κ α Ζ τ ρ ι α κ ο σ τ ή ς δλυµπι ά δος 'πά λης, ή δέ έ τέ ρα πεντά
θλον. nρ ώ τον γά ρ 3ή τ ό τε il παϊ δες κα ί ύ στατον πενταθλή σοντες έ ςεχλή θησαν. στι
έ ή τε εìκώ ν ά ρχα ί α τού Ε ύ τελlδα, χαΖ τά έ πΖ τ ώ βά θρω γρά µµατα ά µυδρά ύ πδ τού
χρ ό νου.
C. STORIA DELL'EVOLIIZIONE DEL RITRATTO.
D e m o s t h. C. A r i s t o c r. 198. ρ. 686. πρ ώ τον µέ ν το ί νυν έ χεϊ νο ι Οε-
µιστοχλέ α TUV τή ν έ ν Σαλαµϊ νι ναυµαχί αν νιχή σαντα XIII Μιλτιά δην τδν ή γού µενον
Μαραθ ώ νι xcii πολλού ς ά λλους, ο ύ χ σα τοϊ ς VUl στρατηγοϊ ς ά γαθά ε ί ργασµέ νους, ον
χαλκο ύ ς ί στασαν σ ό ' ύ περηγά πουν.
Ρ 11 n. N. Η. XXXI 1. 74. (Cresilas fecit) et Olympium Periclen dig
rim cognomine, mirumque in hac arte est quod nobiles vins nobíliores fecit.
Quintil. Inat. orat. XΙΙ. 10. 9. ad veritatem Lysippum
et Prasitelem accessisse optime afOrmant. nam Demetrius tanquam η i m ί u s
in ea reprehenditur et fuit similitudinis quam pulchritudinis
amanti or. .
P li n.' N. Η . XXXV. 153. homínis autem imaginer gypso e facie ipsa
primus omnium expressit ceraque in earn formam gypsi infusa emendare instituit
L y s i s t r a t u s Sicyoníus frater Lysippi, de quo diximus. hic et s i m i li t u-
d i n e s reddere instituit; ante eum quam pulcherrimas facere studebant. idem
et de signis effigies esprimere invenit, [crevitque res in tantum ut nulla signa statuaeve
sine argilla flerent].
— 18 —

RITRATTI GRECI
A r í s t o t. D e a r t e p o e t í ca 1454 b. 9. πεί δε' µί µησlς έ στιν ή
τραγqιδ ί α βελτιό νων ( χαθ') ήµά ς , δεϊ µιµε
ϊ σθαι τού ς ά γαθού ς εlχονογρά φους• καί
γά ρ έ χεϊ νοι ά ποδιδ ό ντες τή ν lδ ί αν µορφή ν ό µοί ους ποιοϋ ντες χαλλ ί ονς γρά φουσιν•
21.bis Herond. Mim. IV, 3ό .
TUV Βατά λης γαtρ τοϋ τον οχ ό ρή ς, Κυννο ϊ ,
$χως βέ β(ηχεν) ά νδριά ντα τή ς Μυττέ ω;
ει µή τις α ύ τή ν εΙδε Βατά λην, βλέ ψοις
&ς τοϋ το τδ ε ί χό νισµα ή µ (µ)ης δε ί σθω.
D. LUOGHI DI COLLOCAZIONE DEI RITRATTI.
STATUA DEDICATA SU UNA VIA SACRA.
Iscrizione sulla base della statua di Chares, sulla via sacra dei Branchidi, presso
ii tempio di Apollo a Didyme, ora nel Museo Britannico — 540 a. C. -- Newton, Alicarnassus,
Cnidus and Branchidae, %CVII. 72.
~®Χ yΑ ~Ν3.ηι,ι ~ Τ
.
\ -ς°Ρ ~~ . ό ΓΓ
ς1ΝΟ
Ο Ι/ \ ί
H9~k
Facsimile.
Χά ρης εΙµl δ Κλέ σιος, Τειχοό σης ά ρχδς,
dΕγαλµα TOU ' Απ ό λλωνος.
RITRATTI DEDICATI IN UN SANTUARIO.
Η e r o d . I . 31. ' Αργεϊ οι δέ σφεων (di Kleobis e Biton) εικ ό νας
ποιησά µενοι ά νέ θεσαν &ς ∆ελφού ς ώ ά νδρ ώ ν ά ρ lστων γενοµέ νων.
RITRATTO DEDICATO IN UN TEMPIO.
Ρ au s . I. 24. 7. έ νταϋ θα εικ ό να ίώ ν otSa ' Αδριανοϋ βασιλέ ως µό νου,
καί χαταi τή ν έ ςοδον (del Partenone) 'I φ ι χ p ά τ ο u ς ά ποδειξαµέ νον πολλά τε
καί θανµαστά έ ργα.
RITRATTI DEDICATI NELL'AGORA.
P au s. I. 16. 1. ό ν ρι&ντες 3Y χαλκοϊ κεί νται πρό µ" τή ς στο ά ς (II οικί
λης) Σ ό λ ω ν ό τού ς ν ό µους ' Αθηνα ί οις γpό Ψας, ό λlyον έ ά nωΡYρω Σέ λευκος κτλ.
— 19 —

L. LAUREN Z!
STATUE FUNERARIE.
C í c e r. De legibus Π. 26. De sepuleris auteur nihil est apud Solonem
amplius, quam « ne quis bustum (far id pute appellare τό µβον) aut monumentum,
inquít, aut columnar violant, dejecerit, fregerit ». Sed post aliquanto, propter has
amplitudines sepulcrorum, quas in Ceramico videmus, lege sanctum ést « ne quia
sepulcrum faeeret operosíus, quam quod decer homines effeeerínt triduo. Neque
id opere tectorio exornari, nec Hermas, quoi votant, licebat imponi;
Monumentum sembra contrapposto a οοh4mna, come µν~jµa a στή λη, sicahè é possibile
che nella prima locuzione fossero comprese le statue funerarie o i monumenti architettonici
adorni di statue.
--~ . " 3: Α Ι∆Ο
[ ΑΤΕ ® ΕΚρ F' ΚΑιΟΜΙ∆Ε Μ
ΝΤΑ ΡΦ4Ι∆ΙΟ I Ρ/'ΜΑ
Fig. 1.
Base, a quattro gradini di pietra c~lcarea, di statua di donna, dí cui restano i due
piedi (v. fig. 1) — Rinvenuta a Vows presso Atene — età: VI sec. a. C. — Scult.: Phaidimos
— Stais, Arch. Deltion 1890. 103; Collignon, Stat. funer. p. 35, fig. 14; IG. ed. min. I. 1012.
RITRATTI NEL TEATRO.
[ε6xlν' Αρ ί στ]ον [τ Yν]
[δ]ε ΦΕλες ==ern;
χατέ $εxεν: xαλ?ν 18ά w
&Fur&p: Φαί δηλoς έ ρyό σnτο ·
P a u s. I. 21. 1. ε% ε` ' Αθηνα ί οις εiχ óνες έ ν τι θεά τρω καί τραγωδ
ί ας κα ί χωµωδί ας πο ιητώ ν .
RITRATTI NELLE BIBLIOTECHE.
Ρ l i n . N. H. VIΙ. 30. M. Varronis, in bibliotheca, quae prima in orbe
ab Asínio Pollione ex manubíis publicata Romae est, unius viventis posita imago est.
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