Farmacologia 4 farmacodinamica.pdf - WikiMotorio
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FARMACODINAMICA
MECCANISMO D’AZIONE DEI FARMACI<br />
‣ Molti farmaci agiscono sulla membrana plasmatica. Altri penetrano<br />
all’interno della cellula per poi agire sugli enzimi solubili del citoplasma o<br />
sugli organi intracellulari. Le azioni sono così diverse da rendere difficile<br />
ogni classificazione.<br />
‣ Da un punto di vista generale, si possono distinguere azioni<br />
farmacologiche che si manifestano su RECETTORI, strutture incaricate di<br />
trasmettere segnali e azioni farmacologiche che si verificano su<br />
EFFETTORI, cioè sui componenti cellulari (enzimi, macromolecole, canali,<br />
pompe) direttamente coinvolti nel processo biologico.<br />
‣ Azioni recettoriali sono quelle che si realizzano sul recettore di<br />
neurotrasmettitori, ormoni, autacoidi, sostanze che trasmettono<br />
informazioni da cellula a cellula.<br />
‣ I recettori sono collegati con l’effettore in vario modo (attraverso proteine<br />
intermedie o interazione diretta, o sono essi stessi molecole effettrici).
A: ACETILCOLINA B: ATROPINA<br />
Antagonismo tra acetilcolina ed atropina.<br />
Cuore in situ di rana preparato alla Engelmann: l’azione inibente della acetilcolina<br />
(per stimolazione delle terminazioni vagali) è soppressa dalla atropina. In A e B:<br />
sgocciolamento rispettivamente di acetilcolina e di atropina sull’epicardio
AZIONI FARMACOLOGICHE<br />
SEDE LOCALIZZAZIONE ESEMPI<br />
RECETTORE<br />
Membrana palsmatica<br />
Acetilcolina<br />
Noradrenalina<br />
Istamina<br />
Serotonina<br />
EFFETTORE<br />
Recettore intracellulare<br />
Membrana plasmatica<br />
Citoplasma<br />
Organi intracellulari<br />
Mitocondri<br />
Nucleo (DNA)<br />
Ormoni steroidei e tiroidei<br />
Canali (anest.locali ecc.)<br />
Pompe (digitalici, omeprazolo)<br />
enzimi (litio, nitrovasodilatatori)<br />
MAO inibitori<br />
Agenti alchilanti
‣ Nella membrana plasmatica esistono diversi tipi di recettori. Esempi:<br />
1. Recettori collegati ad una proteina G<br />
2. Recettori collegati ad un canale o a una pompa<br />
3. Recettori ad attività tirosino–chinasica<br />
Esempio di recettore del primo tipo è il recettore adrenergico β, del<br />
secondo tipo è il recettore colinergico nicotinico, del terzo tipo è il<br />
recettore del antigene situato sui linfociti T.<br />
‣ Il recettore per gli ormoni streroidei e tiroidei è un recettore<br />
intracellulare (a localizzazione citosolica o nucleare). Il recettore, se<br />
occupato dal ligando, acquista alta affinità per specifiche sequenze di<br />
DNA regolando direttamente la trascrizione genica.
NEUROTRASMETTITORI CON RECETTORI A TRASDUZIONE DEL<br />
SEGNALE VELOCE E LENTO<br />
Neurotrasmettitore<br />
Acetilcolina<br />
Risposta veloce<br />
Nicotinici<br />
Risposta lenta<br />
Muscarinici<br />
GABA<br />
GABA A GABA C<br />
GABA B<br />
Glutammato<br />
Ionotropi (Kainate,<br />
NMDA, AMPA)<br />
Metabotropi (mGluR1-7)<br />
Serotonina<br />
5-HT 3<br />
5-HT 1,2,4,5<br />
ATP<br />
P 2x<br />
P 2y
CARATTERISTICHE DEI RECETTORI<br />
SATURABILITA’<br />
ESISTE UN NUMERO DI RECETTORI<br />
SPECIFICI PER CELLULA<br />
ALTA AFFINITA’<br />
RECETTORE SPECIFICO<br />
BASSA CAPACITA’<br />
BASSA AFFINITA’<br />
RECETTORE NON SPECIFICO<br />
ALTA CAPACITA’<br />
LA CAPACITA’ SI INDICA CON B max<br />
L’ AFFINITA’ CON Kd
SATURABILITA’<br />
Il legame farmaco recettore (e l’effetto biologico)<br />
aumentano in relazione alla concentrazione di farmaco<br />
fino a che non vengono occupati tutti i siti recettoriali
La formazione di legami deboli è responsabile del<br />
processo di riconoscimento fra farmaco e recettore<br />
INTERAZIONI<br />
NON SPECIFICHE<br />
HANNO BISOGNO DI<br />
MAGGIORI<br />
CONCENTRAZIONI<br />
INTERAZIONI<br />
SPECIFICHE<br />
HANNO BISOGNO DI<br />
MINORI<br />
CONCENTRAZIONI
2°Mess.<br />
R + X RX EVENTO BIOCHIMICO<br />
EFFETTO<br />
FARMACOLOGICO<br />
L’INTERAZIONE FARMACO-RECETTORE E’ IN GENERE MEDIATA DA<br />
LEGAMI CHIMICI DEBOLI<br />
a) Legami ionici<br />
b) Interazioni idrofobiche<br />
c) Ponti idrogeno<br />
d) Forze di Van der Waals<br />
Molti legami a bassa energia in condizioni di stretta vicinanza e<br />
complementarietà tra le molecole del farmaco e quelle del recettore sono alla<br />
base della SPECIFICITA’
Legami chimici deboli sono responsabili anche della<br />
REVERSIBILITA’<br />
Legami covalenti o un numero molto elevato di legami chimici possono causare<br />
interazioni IRREVERSIBILI<br />
Metodiche per lo studio dei recettori<br />
Dose risposta (in vivo – in vitro)<br />
‣ Dosaggio biologico<br />
‣ Binding (LEGAME)<br />
‣ Autoradiografia<br />
‣ Ibridazione in situ - RT PCR - PCR su singola cellula<br />
‣ Isolamento – purificazione – clonaggio molecolare<br />
‣ Espressione in sistemi eterologhi (trasfezione)
Aspetti quantitativi delle risposte ai farmaci:<br />
analisi delle curve DOSE-RISPOSTA<br />
• La relazione fra CONCENTRAZIONE di un FARMACO e il grado di<br />
risposta ottenuto prende il nome di curva concentrazione-risposta<br />
• Quando la sperimentazione viene condotta in vivo, l’effetto è messo in<br />
relazione con la dose di farmaco somministrata e la relativa curva prende<br />
il nome di curva dose-risposta<br />
• L’analisi delle curve suddette è un modo per ottenere informazioni<br />
sull’interazione FARMACO - RECETTORE<br />
In vivo = si valuta la dose somministrata (mg/Kg)<br />
In vitro = si valuta la concentrazione effettiva di farmaco (in molarità o mg/L)
LE RISPOSTE FARMACOLOGICHE POSSONO ESSERE COSì<br />
CLASSIFICATE<br />
1. RISPOSTE GRADUALI: sono misurabili in continuo, ovvero la<br />
risposta può assumere qualsiasi valore aumentando progressivamente<br />
all’aumentare della dose e tendendo asintoticamente ad un valore<br />
massimo (es: la forza di contrazione di un muscolo)<br />
2 . RISPOSTE QUANTALI:<br />
2.A) RISPOSTE CHE SI POSSONO CLASSIFICARE CON UN VOTO<br />
(SCORE) O UNO STADIO (STAGE): es: la formazione di ulcere<br />
2.B) RISPOSTE TUTTO O NULLA: in questo caso esistono solo due<br />
casi possibili di risposta. Es: la morte, la remissione completa di una<br />
malattia.<br />
La relazione tra dose e risposta si esprime indicando il numero di<br />
individui in una popolazione (frequenza) per cui si verifica l’effetto<br />
farmacologico
INTERAZIONE FARMACO - RECETTORE<br />
1. AZIONE DEL FARMACO<br />
<br />
Farmaco agonista (riproduce l’azione del ligando naturale).<br />
Farmaco agonista parziale (riproduce con minore efficacia<br />
l’azione del ligando naturale). Questo fenomeno può essere<br />
dovuto a rapida desensibilizzazione del recettore che previene la<br />
piena espressione della risposta (es. succinilcolina) oppure<br />
all’esistenza di recettori multipli, parte dei quali viene stimolata<br />
(es. la stimolazione del recettore β 3 spiega l’azione agonista<br />
parziale di alcuni β-bloccanti). I farmaci agonisti parziali,<br />
legandosi al recettore, agiscono da antagonisti dei ligandi naturali<br />
e dei farmaci agonisti.<br />
<br />
<br />
Farmaco antagonista ( che previene l’azione dei ligandi naturali e<br />
dei farmaci agonisti).<br />
Farmaco agonista inverso (induce un effetto opposto a quello<br />
dell’agonista naturale)
AGONISTA = farmaco che interagendo con un recettore<br />
produce una risposta simile a quella del ligando endogeno<br />
ANTAGONISTA = farmaco che interagendo con un recettore non<br />
produce da solo alcuna risposta ma modifica l’interazione dell’agonista<br />
(endogeno o esogeno) con il recettore diminuendone la risposta
L’effetto farmacologico è proporzionale al numero di recettori occupati<br />
fino all’attivazione di tutti i recettori<br />
in vitro è semplice....
DOSE<br />
(ADME)<br />
in vivo è più complesso....<br />
CONCENTRAZIONE PLASMATICA<br />
CONCENTRAZIONE NEL SITO<br />
D’AZIONE<br />
INTENSITA’ DELL’EFFETTO
Effetto terapeutico<br />
durata<br />
Picco di concentrazione<br />
Inizio declino<br />
Somministrazione<br />
tempo dalla somministrazione
Risposta<br />
100%<br />
effetto<br />
effetti collaterali<br />
1 10 100 log dose
Affinità<br />
= capacità di un composto a legarsi con il recettore<br />
Potenza<br />
= Attività biologica per unità di peso del legante o come<br />
intensità dell’effetto clinico massimo raggiunto .<br />
Attività intrinseca<br />
= Entità della risposta cellulare conseguente al<br />
legame (Efficacia biologica per unità di complesso<br />
legame-recettore)<br />
Effetto massimo o<br />
efficacia<br />
= Espressione dell’attività intrinseca nelle sedi<br />
dell’effetto specifico considerato
100<br />
EFFICACIA<br />
Risposta percentuale<br />
50<br />
PENDENZA<br />
POTENZA<br />
Concentrazione
POTENZA DI UN FARMACO<br />
EC 50 : concentrazione di<br />
farmaco che genera un effetto<br />
pari al 50% dell’effetto<br />
massimo
EFFICACIA DI UN FARMACO
LA PENDENZA DELLA CURVA E’ L’INDICE DELLA<br />
MANEGGEVOLEZZA DI UN FARMACO:<br />
-una forte pendenza indica che piccole variazioni nella<br />
concentrazione di farmaco provocheranno elevate variazioni<br />
funzionali<br />
-una pendenza più lieve indica che variazioni significative<br />
delle concentrazioni di farmaco indurranno variazioni<br />
funzionali elevate<br />
-LA PARTE CENTRALE DELLA CURVA E’ QUELLA CHE<br />
IN GENERE VIENE CONSIDERATA ED E’ UNA<br />
CARATTERISITCA DI OGNI SINGOLO FARMACO
VALUTAZIONE DEI FARMACI AGONISTI<br />
I parametri di valutazione dei farmaci agonisti sono la potenza e l’efficacia. La<br />
POTENZA (espressione dell’AFFINITA per il recettore) è data dalla<br />
concentrazione di farmaco che produce il 50% dell’effetto massimo.<br />
L’ EFFICACIA (dipendente dall’ATTIVITA’ INTRINSECA) è data dall’entità<br />
dell’effetto massimo paragonato a quello prodotto dall’agonista naturale.<br />
POTENZA ed EFFICACIA non sono necessariamente correlati. Un farmaco<br />
può avere bassa potenza ed elevata efficacia e viceversa.
100<br />
50<br />
A<br />
B<br />
LOG. DOSE<br />
C<br />
D<br />
EFFETTO FARMACOLOGICO<br />
0
VALUTAZIONE DEI FARMACI ANTAGONISTI<br />
Nei confronti di un agonista (naturale o no) un farmaco può produrre un<br />
antagonismo COMPETITIVO o NON COMPETITIVO.<br />
Nel primo caso si ha una interazione sul sito di legame dell’agonista e<br />
quindi la sua POTENZA diminuisce (cioè aumenta la concentrazione<br />
necessaria ad avere il 50% dell’effetto massimo).<br />
Nel secondo caso si ha un cambiamento strutturale del recettore e<br />
l’EFFICACIA dell’agonista diminuisce (cioè si raggiunge una frazione<br />
inferiore dell’effetto massimo).
non competitivo
Range<br />
terapeutico<br />
Picco ematico<br />
Picco ematico<br />
Conc.<br />
ematiche<br />
Tempo di latenza<br />
Tempo<br />
Concentrazione<br />
minima tossica<br />
Inizio eff. terapeutici<br />
Fine eff. terapeutici<br />
Durata d’azione
Concentrazione<br />
minima tossica<br />
Conc.ematiche<br />
Picco ematico<br />
Fase di assorbimento<br />
Fase di eliminazione<br />
Inizio eff. terapeutici<br />
Fine eff. terapeutici<br />
Range<br />
terapeutico<br />
Tempo<br />
Tempo di latenza<br />
Durata d’azione<br />
RANGE TERAPEUTICO<br />
L’intervallo di concentrazioni ematiche di un farmaco entro il quale si<br />
manifestano normalmente gli effetti terapeutici senza effetti tossici dosedipendenti<br />
CONCENTRAZIONE MINIMA TOSSICA<br />
La concentrazione ematica di un farmaco al di sopra della quale compaiono gli<br />
effetti tossici dose-dipendenti. Corrisponde al limite superiore del range<br />
terapeutico<br />
CONCENTRAZIONE MINIMA TERAPEUTICA<br />
La concentrazione ematica di un farmaco al di sotto della quale non si hanno<br />
effetti terapeutici. Corrisponde al limite inferiore del range terapeutico.
Concentrazione<br />
minima tossica<br />
Conc.ematiche<br />
Picco ematico<br />
Fase di assorbimento<br />
Fase di eliminazione<br />
Inizio eff. terapeutici<br />
Fine eff. terapeutici<br />
Range<br />
terapeutico<br />
Tempo<br />
Tempo di latenza<br />
Durata d’azione<br />
PICCO EMATICO<br />
La concentrazione massima raggiunta da un farmaco. Si correla al tempo. Ad<br />
esempio il picco ematico dell’aspirina somministrata per via orale si ottiene,<br />
generalmente, dopo 2 ore dalla somministrazione<br />
EMIVITA (T½)<br />
Il tempo necessario perché la concentrazione ematica di un farmaco diventi la<br />
metà. Normalmente si esprime in ore<br />
TEMPO DI LATENZA<br />
Il tempo necessario, dopo la somministrazione, per ottenere l’inizio dell’effetto<br />
del farmaco. Quindi il tempo necessario ad ottenere la minima concentrazione<br />
terapeutica
Concentrazione<br />
minima tossica<br />
Conc<br />
ematiche<br />
Picco ematico<br />
Range<br />
terapeutico<br />
Inizio eff. terapeutici<br />
Fine eff. terapeutici<br />
Tempo di latenza<br />
Durata d’azione<br />
Tempo<br />
FINE DELL’EFFETTO TERAPEUTICO<br />
Il tempo trascorso dalla somministrazione alla fine dell’effetto del farmaco.<br />
Quindi il tempo per raggiungere nuovamente una concentrazione ematica al<br />
di sotto di quella minima terapeutica<br />
DURATA D’AZIONE<br />
L’intervallo di tempo tra l’inizio e la fine degli effetti terapeutici di un farmaco.<br />
Quindi il tempo in cui i livelli ematici sono all’interno del range terapeutico
INTERAZIONE FARMACO - RECETTORE<br />
2. RISPOSTA DEL RECETTORE<br />
<br />
<br />
<br />
Attivazione<br />
Inibizione<br />
Tolleranza<br />
Desensibilizzazione rapida (rapida disattivazione del recettore. Il fenomeno si<br />
verifica dopo stimolazione del recettore colinergico nicotinico e di quello di<br />
numerosi autacoidi. Nel processo, che è noto col nome di TACHIFILASSI,<br />
intervengono cambiamenti strutturali del recettore dovuti a fosforilazione<br />
delle catene peptidiche).<br />
OMOLOGA<br />
ETEROLOGA<br />
Desensibilizzazione graduale (il fenomeno, noto col nome di DOWN-<br />
REGULATION è generalmente dovuto ad internalizzazione del recettore<br />
ed a repressione della sua sintesi, successiva a stimoli intensi e ripetuti).<br />
<br />
Iperattività. E’ il fenomeno opposto alla DOWN-REGULATION. In seguito<br />
a prolungata inibizione o alla prolungata mancanza di stimoli (es.<br />
denervazione), la sintesi di nuovi recettori è incrementata. Questo<br />
fenomeno è anche noto con il nome di SUPER SENSIBILITA’.
INDICE TERAPEUTICO E MARGINE DI SICUREZZA<br />
IT =<br />
TD 50<br />
ED 50<br />
Margine di<br />
sicurezza<br />
=<br />
TD 1<br />
ED 99
INDICE TERAPEUTICO<br />
‣ L’indice terapeutico di un farmaco è rappresentato dal numero<br />
derivante dal rapporto tra la dose tossica e la dose terapeutica.<br />
‣ Ad esempio per un farmaco che ha una dose tossica di 10 grammi<br />
ed una dose terapeutica di 2 grammi:<br />
Indice terapeutico:<br />
Dose tossica<br />
Dose terapeutica<br />
=<br />
10<br />
2<br />
= 5<br />
‣ Risulta evidente che quanto più l’indice terapeutico di un farmaco<br />
è basso (vicino all’unità) tanto più ristretto è il margine di sicurezza<br />
nel dosaggio del farmaco.
INDICE TERAPEUTICO<br />
‣ L’indice terapeutico non rappresenta la valutazione di un farmaco<br />
dal punto di vista dell’efficacia e/o della tollerabilità ma ci indica<br />
soltanto la vicinanza o meno della dose tossica rispetto a quella<br />
terapeutica.<br />
‣ Farmaci con un basso indice terapeutico (ad esempio<br />
antiepilettici, teofillina, aminoglicosidi, antitumorali, warfarin)<br />
devono essere monitorati.<br />
Il monitoraggio si può effettuare direttamente, cioè prelevando dei<br />
campioni di sangue e determinando la quantità di farmaco<br />
presente, o indirettamente attraverso dei parametri di laboratorio,<br />
ad esempio per il warfarin o altri anticoagulanti misurando il tempo<br />
di coagulazione del sangue. In base ai risultati ottenuti si aggiusta<br />
la dose da somministrare.
DEFINIZIONE ADR<br />
• Si parla spesso di eventi avversi da farmaci e di reazioni<br />
avverse da farmaci e spesso si tende a dare lo stesso<br />
significato alle due definizioni. Allo scopo di uniformare il<br />
significato fra i vari paesi l'OMS ha fornito le seguenti<br />
definizioni.<br />
• EFFETTO COLLATERALE: Qualsiasi effetto non<br />
intenzionale di un farmaco che insorga alle dosi<br />
normalmente impiegate nell'uomo e che sia connesso alle<br />
proprietà del farmaco (es. secchezza delle fauci da<br />
anticolinergici o sonnolenza da antistaminici anti H1).<br />
• EVENTO AVVERSO: Qualsiasi fenomeno clinico<br />
spiacevole che si presenta durante un trattamento con un<br />
farmaco, ma che non abbia necessariamente un rapporto<br />
di causalità (o di relazione) con il trattamento stesso.
Definizioni<br />
Reazione avversa: risposta ad un farmaco che sia<br />
nociva e non intenzionale e che avvenga alle dosi<br />
normalmente usate nell’uomo per la profilassi, la<br />
diagnosi, la terapia o per ripristinare, correggere o<br />
modificare le funzioni fisiologiche.<br />
Reazione avversa grave: qualsiasi reazione che provoca<br />
la morte di un individuo, ne mette in pericolo la vita,<br />
ne richiede o ne prolunga l’ospedalizzazione, provoca<br />
disabilità o incapacità persistente o significativa,<br />
comporta un’anomalia congenita o un difetto alla<br />
nascita.<br />
Reazione avversa inattesa: reazione avversa la cui<br />
natura, gravità o conseguenza non è coerente con il<br />
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto.
CLASSIFICAZIONE ADR<br />
• Le reazioni avverse da farmaci (ADR), sono multiformi e<br />
imprevedibili. Possono essere classificate in tre tipi, come<br />
inizialmente proposto da Inman: A,B,C.<br />
ADR di tipo A<br />
• Rappresentano i cosiddetti “effetti collaterali ”<br />
• sono frequenti, in gran parte prevedibili e dose-dipendenti,<br />
cioè più gravi e frequenti con dosi più elevate.<br />
• possono rappresentare un eccesso dell’azione<br />
farmacologica principale (Es.: ipotensione da<br />
antiipertensivi) o di un’attività farmacologica secondaria<br />
(Es.: costipazione da morfina)<br />
• possono anche essere dovute a interferenze<br />
farmacocinetiche fra due farmaci<br />
• sono comunque spesso rilevate prima della fase IV della<br />
sperimentazione clinica e raramente mettono in pericolo la<br />
vita del paziente.
ADR di tipo B<br />
• Si verificano in una minoranza di pazienti (Es.:
Farmaco-allergia<br />
Immunoreazioni che possono dare origine a<br />
manifestazioni cliniche di diversa gravità:<br />
da piccoli disturbi della pelle allo shock anafilattico<br />
potenzialmente letale, alle sindromi autoimmuni.<br />
- necessita di una esposizione sensibilizzante<br />
- è dose indipendente<br />
- dà sensibilizzazione crociata<br />
- allergeni possono essere farmaci, loro metaboliti ma<br />
anche eccipienti
Sindrome di Lyell:<br />
o necrolisi epidermica tossica<br />
CAUSATA DA: sulfamidici, barbiturici, anticoagulanti,<br />
alcuni FANS<br />
CARATTERIZZATA DA: bolle simili a quelle delle ustioni<br />
che provocano una elevata mortalità se diffuse su<br />
un’ampia superficie<br />
Sindrone di Stevens-Johnson:<br />
o eritema multiforme<br />
CARATTERIZZATA DA: eruzioni cutanee a coccarda e<br />
ulcerazioni della mucosa orale, genitale o anale
La sindrome di Stevens-Johnson e la sindrome di Lyell, o necrolisi<br />
tossica epidermica, sono entità cliniche tra loro correlate,<br />
caratterizzate da eritema, lesioni bollose, con aree di distacco<br />
dermo-epidermico e frequente interessamento delle mucose<br />
Le lesioni sono invariabilmente correlate all’uso di farmaci:<br />
sulfamidici, oxicam, carbamazepina, fenitoina, acido valproico,<br />
48<br />
diclofenac, allopurinolo, cefalosporine, penicilline, chinolonici
ADR di tipo C<br />
• Riguardano l’induzione di nuove malattie o<br />
la modifica dell’incidenza di una malattia<br />
da parte di farmaci assunti per periodi di<br />
tempo molto prolungati (alcuni anni o tutta<br />
la vita)<br />
Es.:aumento dell’incidenza di tumori al seno<br />
indotta dai contraccettivi orali<br />
• Data la insorgenza tardiva della patologia,<br />
le ADR di tipo C sono di difficile<br />
individuazione.
IDIOSINCRASIA<br />
Anormale reattività dell’organismo a<br />
determinate sostanze dovuta ad<br />
alterazioni congenite del patrimonio<br />
enzimatico di alcuni individui<br />
Sono specifiche per i composti che le<br />
determinano, sono dose-dipendenti e si<br />
manifestano dalla prima somministrazione
‣ Nella membrana plasmatica esistono diversi tipi di recettori. Esempi:<br />
1. Recettori collegati ad una proteina G<br />
2. Recettori collegati ad un canale o a una pompa<br />
3. Recettori ad attività tirosino–chinasica<br />
Esempio di recettore del primo tipo è il recettore adrenergico β, del<br />
secondo tipo è il recettore colinergico nicotinico, del terzo tipo è il<br />
recettore del antigene situato sui linfociti T.<br />
‣ Il recettore per gli ormoni streroidei e tiroidei è un recettore<br />
intracellulare (a localizzazione citosolica o nucleare). Il recettore, se<br />
occupato dal ligando, acquista alta affinità per specifiche sequenze di<br />
DNA regolando direttamente la trascrizione genica.
MECCANISMO DI AZIONE<br />
Azione su recettori intracellulari<br />
1 2<br />
Recettore intracellulare per ormoni steroidei e tiroidei.<br />
1: sito di legame per il DNA. 2: sito di legame per gli ormoni<br />
FASE 1 FASE 2
L’ormone (o il farmaco) entra nella cellula e si combina con il recettore<br />
(Fase 1). Il recettore può essere libero nel citoplasma o associato al nucleo.<br />
Il complesso ormone-recettore si lega al DNA e svolge azione regolatrice<br />
sull’espressione genica (stimolazione della trascrizione) ( Fase2)<br />
L’azione degli ormoni è prevenuta dall’actinomicina D che inibisce la RNA<br />
polimerasi.<br />
Sul recettore si svolgono azioni agoniste (farmaci derivati dagli ormoni, es.<br />
etinilestradiolo) o azioni antagoniste (es. spironolattone)<br />
Recenti risultati dimostrano che il recettore per gli ormoni tiroidei,<br />
diversamente da quelli steroidei, è stabilmente localizzato nel nucleo
CITOPLASMA<br />
NUCLEO<br />
hsp90<br />
progesterone<br />
hsp70<br />
PR<br />
hsp56<br />
PR<br />
hsp90<br />
progesterone<br />
PRE<br />
DNA<br />
recettore<br />
inattivo<br />
recettore<br />
attivato<br />
recettore<br />
dimerizzato
TIPOLOGIE DI RECETTORI
RECETTORI ACCOPPIATI A PROTEINE G
4°messaggio<br />
ESPRESSIONE GENICA
ATP<br />
5’AMP<br />
cAMP<br />
FOSFODIESTERASI (PDE)<br />
Farmaci che INIBISCONO le PDE<br />
cAMP<br />
Potenziamento risposte biologiche<br />
(esistono PDE anche per il cGMP)
Es: MILRINONE<br />
AMRINONE<br />
(inibitori PDE 3 espressa<br />
nel muscolo cardiaco)<br />
cAMP che agisce su canali Ca 2+<br />
voltaggio dipendenti attraverso la<br />
loro fosforilazione da parte della<br />
protein chinasi cAMP-dipendente.<br />
EFFETTO INOTROPO +<br />
Metilxantine (caffeina, teofillina, ecc) (inibitori non<br />
specifici di PDE)<br />
AZIONE ANTIASMATICA<br />
Sildenafil (inibitore PDE 5= cGMP)
COMPARAZIONE TRA LE CONCENTRAZIONI DEI VARI IONI ALL’INTERNO<br />
E ALL’ESTERNO DI UNA TIPICA CELLULA DI MAMMIFERO<br />
Componenti<br />
Cationi :<br />
Concentrazione<br />
intracellulare [mM]<br />
Concentrazione<br />
extracellulare [mM]<br />
Na +<br />
5-15<br />
K +<br />
140<br />
Mg 2+<br />
30<br />
Ca 2+<br />
1-2 (≤10 -7 M è libero)<br />
H +<br />
4x10 -5 (10 -7.4 o pH 7.4)<br />
Anioni:<br />
CI -<br />
145<br />
5<br />
1-2<br />
2.5-5<br />
4x10 -5 (10 -7.4 o pH 7.4)<br />
110
MECCANISMO D’AZIONE<br />
Azione su effettori. I canali ionici<br />
Na +<br />
Cl - Ca 2+<br />
K + • La direzione dei flussi ionici è<br />
stabilita dal gradiente di<br />
concentrazione nel momento<br />
dell’apertura .<br />
• L’ingresso di Na + e di Ca 2+ ,<br />
l’uscita di Cl - provocano<br />
depolarizzazione. L’uscita di<br />
K + provoca
I movimenti di Na + ediCa 2+ attraverso i canali avvengono verso l’interno<br />
della cellula. Quelli di K + sono molto attivi perché debbono sostenere il<br />
potenziale di membrana. I movimenti di Cl - dipendono dalla sua<br />
concentrazione intracellulare. Nel muscolo liscio essa è alta e il Cl - esce<br />
(depolarizzazione), nel SNC il Cl - intracellulare è meno concentrato e<br />
l’anione entra (iperpolarizzazione).<br />
I canali di Na+ e di Ca 2 + possono essere regolati da un recettore (es.<br />
acetilcolina, catecolamine, istamina) o dal voltaggio. Quelli del Cl - sono<br />
regolati da recettori (GABA, glicina). Quelli del K + da recettori (acetilcolina),<br />
dal voltaggio, dal metabolismo (ATP) o da altri ioni (Ca 2+ Na+)<br />
I farmaci, oltre ad influenzare i canali ionici attraverso i recettori , possono<br />
agire direttamente su di essi
CLASSIFICAZIONE DEI CANALI IONICI IN BASE AI MECCANISMI DI<br />
ATTIVAZIONE<br />
1. Canali operati dal voltaggio<br />
Posseggono nella loro struttura un sensore del voltaggio che controlla lo stato di<br />
attivazione/ inattivazione del canale<br />
Esempi: Canali al Na +<br />
Canali al k + : delayed rectifer, inward rectifier, fast transient<br />
Canali al Ca 2+ : L,N,T,P,Q,R<br />
Canali al CI -<br />
Canali misti : corrente pace-maker<br />
2. Canali operati da ligandi<br />
Posseggono nella loro struttura un sito di legame per un agente chimico che ne<br />
causa apertura o chiusura<br />
a. Canali operati da recettori (recettori canale)<br />
sono presenti nella membrana plasmatica e sono attivati dal legame di un<br />
neurotrasmettitore con un proprio sito localizzato sulla porzione<br />
extracellulare del canale
Esempi :<br />
Canali di tipo<br />
eccitatorio :<br />
(permeanti Na + e K + . Oppure<br />
Na + e K + Ca 2+ ):<br />
Ionotropi del glutammato di tipo<br />
AMPA/KAINATO e NMDA<br />
Colinergici nicotinici<br />
Serotoninergici 5-HT 3<br />
Canali di tipo<br />
inibitorio :<br />
(permeanti CI - )<br />
Gabaergici GABA A<br />
Glicina istaminergici della<br />
lamina visiva
. Canali operati da secondi messaggeri, da proteine G o da<br />
prodotti del metabolismo cellulare .<br />
Sono presenti sulla membrana plasmatica oppure sulle<br />
membrane degli organuli intracellulari e vengono aperti o<br />
chiusi a seguito dell’interazione con un ligando a livello<br />
intracellulare<br />
Esempi : Canali al K + aperti dal Ca 2+<br />
Canali al Ca 2+ aperti dall’ IP 3<br />
Canali cationici aperti da cAMP e cGMP<br />
Canali al K + aperti da proteina G i<br />
Canali al K + chiusi dall’ ATP
MECCANISMO DI AZIONE<br />
azione su recettori collegati ad un canale.<br />
Il recettore colinergico nicotinico.
Il recettore colinergico nicotinico è composto da 5 subunità (α 2 βγδ) ciascuna<br />
delle quali è formata da una singola catena peptidica ripiegata 4 volte<br />
attraverso la membrana .<br />
<br />
Analoga struttura è stata riscontrata nei canali del cloro regolati dal GABA e<br />
dalla glicina.
3. Canali operati da stimoli sensoriali<br />
Sono presenti sulla membrana plasmatica dei diversi tipi di cellule<br />
sensoriali.<br />
Sono attivati in maniera diretta oppure indiretta dagli stimoli sensoriali .<br />
Tra quelli attivati in maniera diretta vi sono i canali attivati da stimoli<br />
meccanici (stiramento, pressione): si pensa che tali stimoli modifichino<br />
la struttura del canale a livello dei suoi siti di ancoraggio al<br />
citoscheletro cellulare. Altri meccanismi sensoriali quali i fotoni, gli<br />
agenti chimici odoranti o gustativi, si legano a propri siti recettoriali i<br />
quali, attivando dei secondi messaggeri, vanno ad operare specifici<br />
canali ionici.
AZIONI DIRETTE SU CANALI IONICI<br />
Farmaco Canale Effetto<br />
Anestetici locali<br />
Tetrodotossina<br />
saxitossina<br />
Sodio (v. dipendente)<br />
Sodio (v. dipendente)<br />
Sodio (v. dipendente)<br />
Inibizione<br />
Inibizione<br />
Inibizione<br />
Inibitori dei canali del Calcio (v. dipendente) Inibizione<br />
Ca 2+<br />
Sulfaniluree<br />
Diazossido<br />
Galanina<br />
Potassio (ATP dipendente)<br />
Potassio (ATP dipendente)<br />
Potassio (ATP dipendente)<br />
Inibizione<br />
Attivazione<br />
Attivazione
CALCIOANTAGONISTI<br />
1) FENILALCHILAMINE<br />
- VERAPAMIL<br />
- GALLOPAMIL ( METOSSIVERAPAMIL )<br />
2) DIIDROPIRIDINE<br />
- NIFEDIPINA - NIMODIPINA<br />
- NICARDIPINA - NITRENDIPINA<br />
- FELODIPINA - AMLODIPINA<br />
- ISRADIPINA<br />
3) BENZOTIAZEPINE<br />
- DILTIAZEM<br />
4) DIARILAMINOPROPILAMINE<br />
- BEPRIDIL
INDICAZIONI TERAPEUTICHE<br />
- IPERTENSIONE ARTERIOSA ( Rilasciamento muscolatura liscia<br />
vascolare periferica)<br />
ANGINA PECTORIS<br />
- ARITMIE CARDIACHE<br />
(Farmaci antiaritmici di classe IV)<br />
(Rilasciamento muscolatura liscia coronarica<br />
con aumento della perfusione cardiaca.<br />
Effetto inotropo e cronotropo negativo<br />
diretto, con riduzione del fabbisogno di O 2 )<br />
( Rallentamento del ritmo pace-maker del<br />
nodo del seno e riduzione della velocità di<br />
conduzione A –V )<br />
Indicati nel trattamento di ARITMIE SOPRAVENTRICOLARI<br />
-TACHICARDIE<br />
- FLUTTER E FIBRILLAZIONE ATRIALE<br />
FENILALCHILAMINE e BENZOTIAZEPINE<br />
-FENOMENO DI RAYNAUD<br />
- DEFICIT NEUROLOGICI DOVUTI AD ISCHEMIA DI TIPO SPASTICO<br />
( per esempio dopo emoraggie subaracnoidee )<br />
NIMODIPINA
CLASSIFICAZIONE DELLE PROTEIN CHINASI<br />
CHINASI A SERINA/TREONINA<br />
Attivate da secondi messaggeri<br />
cAMP:<br />
cGMP:<br />
Ca 2+ :<br />
protein chinasi cAMP – dipendente<br />
protein chinasi cGMP – dipendente<br />
protein chinasi Ca 2+ /calmodulina – dipendente<br />
(tipo I, II e III)<br />
protein chinasi C<br />
Attivate da modicazione covalente dell’enzima :<br />
Fosforilazione :<br />
Defosforilazione :<br />
ad. Es. fosforilasi chinasi<br />
(attivata da fosforilazione da parte della proteinchinasi<br />
cAMP – dipendente)<br />
ad es. p 34 cdc2<br />
(la defosforilazione è operata dalla fosfatasi cdc25.<br />
L’attivazione della chinasi p34 cdc2 causa l’entrata in<br />
mitosi della cellula)
CHINASI A TIROSINA<br />
Recettori a singolo dominio transmembrana:<br />
Altre:<br />
Ad es. recettori per insulina, NGF ( fattore di crescita nervoso), EGF<br />
(fattore di crescita epiteliale); PDGF (fattore di crescita derivato dalle<br />
piastrine)<br />
Sono attivate in seguito ad interazione del ligando con il recettore)<br />
Ad es.famiglia dell’oncogene src<br />
(attivate dalla defosforilazione)<br />
CHINASI A SERINA/TREONINA/TIROSINA<br />
Ad es. MAP chinasi<br />
(protein chinasi attivate da mitogeni; sono fosfosforilate<br />
in treonina e tirosina, fosforilano substrati in serina e<br />
treonina, sono attivate dalla fosforilazione )
I recettori tirosinchinasici
INIBITORI DELL’ACETILCOLINESTERASI<br />
A. COMPOSTI CHE GENERANO ACETILSERINA ( A CAUSA DELLA<br />
BREVITA’ DELL’AZIONE, ESSI SI COMPORTANO COME<br />
SUBSTRATI)<br />
ACETILCOLINA<br />
METACOLINA<br />
B. COMPOSTI CHE GENERANO CARBAMILSERINA (A CAUSA<br />
DELLA MAGGIORE STABILITA’ DEL LEGAME, ESSI SI<br />
COMPORTANO DA INIBITORI REVERSIBILI)<br />
NEOSTIGMINA<br />
PIRIDOSTIGMINA<br />
FISOSTIGMINA
C. COMPOSTI CHE GENERANO FOSFORILSERINA (A CAUSA<br />
DELLA PERSISTENTE STABILITA’ DEL LEGAME, ESSI<br />
PRODUCONO DENATURAZIONE DELL’ENZIMA<br />
COMPORTANDOSI COME INIBITORI IRREVERSIBILI)<br />
DFP (DIISOPROPIFLUROFOSFATO)<br />
ORGANOFOSFORICI<br />
D. COMPOSTI CHE NON FORMANO UN LEGAME COVALENTE<br />
(PRODUCONO UNA INIBIZIONE FUGACE)<br />
EDROFONIO<br />
AMBENOMIO
Inibitori delle Colinesterasi usati per la demenza di<br />
Alzheimer:<br />
caratteristiche farmacologiche<br />
Donepezil Rivastigmina Galantamina<br />
Anno 1997 1998 2000<br />
Selettività Si Si Si<br />
Modulazione<br />
recettori nicotinici NO (?) NO SI<br />
Classe chimica Piperidinica Carbamato Alcaloide<br />
fenantrenico<br />
Enzimi inibiti<br />
AChE Si Si Si<br />
BuChE Trascurabile Si Trascurabile<br />
Emvita (ore) 1–2 ~70 ~6<br />
Inibizione<br />
Rapidamente Lentamente Rapidamente<br />
reversibile (pseudo-reversibile)<br />
Enz et al., 1993; Nordberg and Svensson, 1998; Weinstock, 1999
FARMACI DEL SISTEMA RENINA-ANGIOTENSINA<br />
Catena residua<br />
dell’angiotensinogeno<br />
I<br />
ILE<br />
I<br />
VAL<br />
I<br />
LEU<br />
I<br />
HIS<br />
I<br />
PHE<br />
I<br />
PRO<br />
I<br />
HIS<br />
I<br />
ILE<br />
I<br />
TYR<br />
I<br />
VAL<br />
I<br />
ARG<br />
I<br />
ASP<br />
RENINA<br />
(ANGIOTENSIN<br />
CONVERTING ENZYME<br />
(CARBOSSIPEPTIDASI)<br />
AMINOPEPTIDASI<br />
ANGIOTENSINA I<br />
ANGIOTENSINA III<br />
ANGIOTENSINA II
MECCANISMO D’AZIONE<br />
Esempi di inibizione enzimatica<br />
FARMACO ENZIMA AZIONE<br />
Carbidopa<br />
Tranilcipromina<br />
Prostigmina<br />
Mevastatina<br />
Captopril<br />
Allopurinolo<br />
Ac. Acetilsalicidico<br />
Penicillina<br />
Trimetoprim<br />
DOPAdecarbossilasi<br />
Monoamino-ossidasi A<br />
Acetilcolinesterasi<br />
HMG CoA riduttasi<br />
Angiotensin-converting<br />
enzyme<br />
Xantina-ossidasi<br />
Ciclo-ossigenasi<br />
Transpeptidasi<br />
Diidrofolato riduttasi<br />
Aumento dell’attività<br />
della DOPA<br />
Antidepressiva<br />
Colinergica<br />
Anti-lipemica<br />
Anti-ipertensiva<br />
Anti-gottosa<br />
Anti-infiammatoria<br />
Anti-infiammatoria<br />
Anti-batterica<br />
Anti-protozoaria
ANTINEOPLASTICI Sito di azione