JASMINE n° 43 - Istituto di scienze umane
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LO SPIRITO DELLA<br />
NOTIZIA<br />
L'ANGOLO<br />
DI VITTORIO<br />
<strong>di</strong> Vittorio Calogero<br />
PER UNA MEDICINA PIÙ UMANA<br />
"Un grande oncologo colpito<br />
da un ictus riscrive la<br />
me<strong>di</strong>cina dalla parte del<br />
paziente".<br />
Con questa frase inizia la presentazione<br />
<strong>di</strong> copertina del libro del<br />
Dott. Prof. Gianni Bonadonna, che io<br />
ho scelto come prova emblematica<br />
della presa <strong>di</strong> coscienza della necessità<br />
<strong>di</strong> un rispetto della persona che<br />
vada oltre gli aspetti strettamente<br />
sanitari 1 .<br />
Questo riconoscimento proviene<br />
proprio da parte <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci che, per<br />
varie circostanze della vita, si sono<br />
trovati "dall'altra parte", cioè sono<br />
<strong>di</strong>ventati pazienti. Così essi hanno<br />
sperimentato in prima persona cosa<br />
vuol <strong>di</strong>re essere chiamati con il<br />
numero del proprio letto o della propria<br />
stanza.<br />
La malattia è <strong>di</strong>ventata occasione<br />
<strong>di</strong> consapevolezza della necessità <strong>di</strong><br />
riconoscere la <strong>di</strong>gnità del malato, i<br />
suoi bisogni, i suoi <strong>di</strong>ritti 2 .<br />
Me<strong>di</strong>ci famosi, all'apice della carriera<br />
professionale come Sandro<br />
Bertaccioni, car<strong>di</strong>ochirurgo,<br />
Francesco Sartori, Mario Melazzini,<br />
primario <strong>di</strong> oncologia, Sylvie<br />
Menard, me<strong>di</strong>co specialista in oncologia,<br />
dopo avere sperimentato la<br />
malattia, sono <strong>di</strong>ventati membri del<br />
Comitato per l'umanizzazione della<br />
salute, istituito presso il Ministero<br />
della salute.<br />
Alla scuola <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina - scrive il<br />
Prof. Gianni Bonadonna - i giovani<br />
me<strong>di</strong>ci arrivano impreparati.<br />
Durante il tirocinio imparano a<br />
mascherare o negare i sentimenti,<br />
"L'uomo è sezionato in tanti pezzi<br />
come in un quadro <strong>di</strong> Picasso" 3 . Tutto<br />
é <strong>di</strong>ventato impersonale, si espone il<br />
caso clinico, non si parla della persona.<br />
"L'empatia è una parola <strong>di</strong> moda<br />
che si sfoggia nei convegni, ma per<br />
molti me<strong>di</strong>ci è soltanto virtuale.<br />
Invece è un fattore fondamentale <strong>di</strong><br />
cura: vuol <strong>di</strong>re trasmettere e ricevere<br />
fiducia, sentirsi capiti, mettersi nei<br />
panni dell'altro. 4 "<br />
Il me<strong>di</strong>co, osserva l'autore, si è<br />
adeguato alla tendenza dominante<br />
della nostra epoca <strong>di</strong> pensare in<br />
modo settoriale. È vero che la me<strong>di</strong>cina<br />
ha fatto progressi, grazie alle<br />
nuove tecniche e alla scoperta <strong>di</strong><br />
nuovi farmaci, ma manca ancora un<br />
fattore decisivo della cura: la comprensione<br />
della sofferenza. Nella<br />
graduatoria dei titoli del mercato<br />
della sanità l'umanità non ha alcun<br />
valore.<br />
Il paziente ha bisogno <strong>di</strong> essere<br />
ascoltato. Nel modo in cui la sanità<br />
funziona tutto è spersonalizzato. Il<br />
consenso informato è solo una formalità<br />
burocratica, perché il paziente<br />
non capisce nulla <strong>di</strong> ciò che ha sottoscritto.<br />
Spesso il non sapere niente sulla<br />
propria malattia aumenta l'angoscia<br />
del paziente.<br />
Il prof. Bonadonna ripropone il<br />
vecchio <strong>di</strong>lemma "È giusto spiegare<br />
nei dettagli ai malati le loro reali con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> salute, quando non esiste<br />
nessuna possibilità <strong>di</strong> guarigione?"<br />
Secondo l'autore, allo stato attuale,<br />
il principio guida cui i me<strong>di</strong>ci<br />
dovrebbero attenersi è quello secondo<br />
cui il paziente, che è in grado <strong>di</strong><br />
intendere e <strong>di</strong> volere, ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
conoscere e <strong>di</strong> decidere.<br />
Il malato, quale che sia la prognosi,<br />
deve avere la possibilità <strong>di</strong> sentirsi<br />
vivo, <strong>di</strong> uscire dalla gabbia del<br />
dolore.<br />
"Umanizzare vuol <strong>di</strong>re rendere un<br />
ambiente più vivibile, conferirgli<br />
<strong>di</strong>gnità umana.<br />
Questa <strong>di</strong>gnità, troppo spesso calpestata,<br />
non richiede prestazioni<br />
me<strong>di</strong>che miracolose, ma solo un'attenzione<br />
ai bisogni <strong>di</strong> chi soffre" 5 .<br />
Quando il malato grave sta per<br />
morire, la me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong>ce che non c'è<br />
niente da fare. A quel punto invece ci<br />
sarebbe molto da fare. Farlo vivere<br />
nel modo più <strong>di</strong>gnitoso possibile è un<br />
atto <strong>di</strong> umanità.<br />
L'autore mette in evidenza il fatto<br />
che tecnologia, efficienza e moderni-<br />
61<br />
I S U - I S T I T U T O D I S C I E N Z E U M A N E