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c’è posta per...<br />
Ciao Silvio,<br />
ti scrivo per ringraziare per i due giorni passati con voi festeggiando il mio 50esimo compleanno e rivivendo<br />
dopo qualche mese di assenza dall’uscita di Tommaso dalla comunità l’incontro genitori.<br />
Ancora una volta ho potuto toccare e sperimentare di come siamo voluti bene e che il Buon Dio non ci<br />
abbandona mai, anzi ti è sempre vicino in modi inaspettati che escono dai tuoi progetti e ti fanno dire<br />
che tutto è fatto e voluto da un Altro, anche se molte volte non lo capisci soprattutto quando fai fatica,<br />
tutto questo è per un bene più grande, come dici te è PER SEMPRE, come il getto della fontana di Storo.<br />
Forse ancora più di prima dei due anni trascorsi con voi durante la permanenza di Tommi in comunità<br />
ho sentito di appartenere ad una cosa grande.<br />
L’accoglienza tua, di Miriam, di Dicio e Valeria, ma soprattutto lo sguardo, la semplicità e la gioia dei<br />
ragazzi della casa di reinserimento, mi hanno confermato che il bene vince su tutto, ed anche le storie<br />
dei nostri ragazzi lo testimoniano.<br />
Come non emozionarsi nell’abbraccio tuo Silvio, o quello dei ragazzi che per poco durante la foto mi<br />
facevano ribaltare, o l’amore con cui Valeria stava insieme ad Achille il figlio di Francesco, oppure il<br />
saluto di Dicio a Tommi con un bacio che dice tutto, oppure di come avete preparato la cena, l’attenzione<br />
in tutti i particolari senza lasciare da parte niente perché tutto è importante nella vita.<br />
Alla fine della giornata mi chiedevo perché ciò è avvenuto e pur riconoscendo che siete per me delle<br />
persone speciali, ciò non mi bastava perché vorrebbe dire che se un giorno non ci incontrassimo più tutto<br />
finirebbe.<br />
Per questo tornando a casa e parlando con Tommi e Anna, era ancora una volta evidente la certezza che<br />
voi siete per me il mezzo per guardare e riconoscere qualcosa di più grande.<br />
Ed allora la prima cosa che ho fatto è stato di ringraziarLo.<br />
Un altro momento che mi ha colpito è stato l’incontro fatto con Gabriele Balestra alla fine dell’incontro<br />
genitori.<br />
Io non avevo mai visto Gabriele ma da subito sembrava che ci conoscessimo da sempre, infatti te Silvio<br />
ci hai chiesto vedendo come parlavamo, da quanto ci conoscevamo e la risposta di entrambi è stata da<br />
Sempre o come durante il colloquio Gabriele mi chiede cosa avrei fatto io davanti al tuo invito pressante<br />
di pranzare a casa tua con lui, essendo combattuto tra tutti i suoi impegni di famiglia .<br />
Anche qui capisco che tutto è accaduto perchè qualcun altro ci tiene insieme, altrimenti perchè chiedi un<br />
consiglio ad uno che hai conosciuto da 5 minuti.<br />
Ora mi fermo altrimenti mi commuovo ancora.<br />
Grazie ancora di tutto.<br />
Giuliano<br />
Cosa mai potrò fare?<br />
L’attenzione alla persona non può sfuggire…in nessun caso e sono le azioni che contano! Tante volte<br />
siamo uomini feriti, alcune volte può scapparci un sorriso, altre volte esplode forte la rabbia o scende<br />
una lacrima. Due giovani ragazzi, dall’espressione di angeli e di bravi ragazzi, sprigionano in me forti<br />
emozioni e la voglia di fare. Cosa mai potrò fare per loro e per tanti come loro? Ho conosciuto Stefano<br />
e Claudio, ho sentito le loro storie, ho avvertito un grande senso di appartenenza alla comunità, una<br />
grande consapevolezza “nel voler vincere il dolore e la sofferenza”. Vi è una luce prorompente nei<br />
loro occhi: un sacrificio immenso nel dire e raccontare le loro storie.<br />
Amiamoli, non possiamo fare altro, amiamoli per come sono, per dove sono arrivati ma soprattutto<br />
non dimentichiamoci mai del loro essere persone! Abbattiamo ogni resistenza nei confronti del problema:<br />
“l’uomo va amato, accolto, con i suoi limiti, e i suoi errori”, infondiamo loro coraggio perché<br />
si può e si deve cambiare! Aumentiamo la loro forza con impegno e metodo…<br />
Iva<br />
Guerrino Ottaviani, da lunghi anni preside dell’Istituto Alberghiero,<br />
è deceduto pochi giorni fa.<br />
Cara Signora Ottaviani,<br />
mi chiamo Marigona, sono un’ex studentessa dell’istituto professionale “Branca”.<br />
Ci tenevo a scriverle per testimoniare a lei e alla sua famiglia la mia vicinanza in questo momento<br />
così doloroso per la improvvisa perdita che avete avuto. Non ci conosciamo ma ci tengo a dirle di<br />
come suo marito per me non sia stato solo un dirigente scolastico, ma un adulto da seguire per come<br />
nella sua fermezza prendeva a cuore noi studenti. Pensi che molte volte mi fermavo nel suo ufficio<br />
semplicemente per salutarlo e scambiare due parole. è stata una presenza, quella vissuta con lui, di<br />
grande significato e importanza.<br />
Quando ho ricevuto la triste notizia mi sono sentita spiazzata, assalita da mille domande…perchè<br />
devono accadere certi drammi? La risposta non ce l’ho, ma quello che di certo c’è è l’impronta che il<br />
Preside Ottaviani ha lasciato, ciò che ci ha trasmesso e che vivrà sempre.<br />
Nulla e nessuno può distruggere o eliminare la verità e la grandezza che attraverso di lui è stata portata.<br />
Io non so se lei è credente; io la fede l’ho riscoperta in questi ultimi anni. Ci tengo a dirle che prego<br />
molto per voi, perchè da questo dolore possa fiorire qualcosa di buono, come per me è stato nell’esperienza<br />
di dolore per la perdita di mio padre alcuni anni fa. Sono certa che dal Cielo il Signor Ottaviani<br />
sarà per sempre con voi perchè nulla, neanche la morte vince sull’amore che dalla vostra famiglia è<br />
germogliato. Io credo che possa davvero esserci ‘un per sempre’, qualcosa e Qualcuno di eterno.<br />
Se posso permettermi nel salutarvi vorrei anche abbracciare lei e i suoi figli.<br />
Questo è il testo di una canzone di Claudio Chieffo che ci tengo a farvi leggere:<br />
“Non avere paura piccolo figlio mio, è la strada più dura che ti porterà là, lascia dunque il sentiero<br />
prendi i campi e va. C’è qualcuno con te, non ti lascerà mai, non avere paura, prendi i campi e vai.<br />
Quando incontrerai il lupo, la volpe o il leone non restare impaurito e non far confusione, son di un<br />
altro racconto che finisce male, non potranno toccarti non voltarti perchè c’è qualcuno con te...così<br />
quando sarai a quell’ultimo ponte con il tempo alle spalle e la vita di fronte, una mano più grande ti<br />
solleverà, abbandonati a quella non temere perchè c’è qualcuno con te, non ti lascerà mai non avere<br />
paura non voltarti e vai”.<br />
Marigona<br />
Sono Laura, la “signora della biblioteca” di Sommacampagna, come qualcuno comincia a chiamarmi,<br />
chissà perché?<br />
Desidero ringraziarti moltissimo e scusa per favore il ritardo, per gli splendidi incontri del 9 maggio,<br />
che hanno lasciato molto soddisfatti tutti, ragazzi, docenti, i sacerdoti, i genitori ed i membri del comitato<br />
della biblioteca, che mi incaricano di porgerti il loro caloroso saluto.<br />
Era la serata sulla quale avevo puntato, quella più significativa e di spessore, ma credo che gli incontri<br />
con i ragazzi abbiano avuto un significato particolare, che ha lasciato il segno. La dirigente scolastica<br />
ci ha chiesto di proseguire su questa strada; l’incontro con la “persona”, con il vissuto, soprattutto se<br />
di un certo tipo, vale molto più di qualsiasi trattato, spiegazione, conferenza.<br />
Ti auguro lunga vita e salute per poter proseguire nella tua opera, mi auguro di poterci incontrare<br />
nuovamente.<br />
Grazie, di cuore, che il Signore ci assista.<br />
Laura<br />
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