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Anno 3 – Numero 32 – Settembre 2012 - Il Giullare

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Antonio Pileggi<br />

No.<br />

La tassa sul<br />

Chinotto no.<br />

Dunque il governo ha tentato (tentato perché, al momento,<br />

pare tutto sia stato rimesso nel cassetto) di<br />

imporre (o aumentare) tasse e regole su alcune cattive<br />

abitudini degli italiani: dal fumo dei minori, al gioco<br />

d’azzardo, all’abuso di bibite zuccherate ed alcoliche.<br />

L’argomento – di per sé accattivante- a difesa di queste<br />

scelte, è che, in questo modo, il governo vuole<br />

scoraggiare le cattive abitudini, quelle poi socialmente<br />

anche costose. Quindi, ci dicono i ministri, non un<br />

passo (un altro) nella direzione dello Stato etico, ma un<br />

laico agire per orientare positivamente i comportamenti<br />

dei cittadini, specialmente di quelli più indifesi come i<br />

minori. Tra le azioni previste dal governo, ci sarebbe<br />

la norma che impone di non enfatizzare gli esiti delle<br />

diverse lotterie e giochi, mettendo nero su bianco<br />

quanto alto, invece, sia il rischio di perdere e quanto<br />

limitate siano le possibilità di vincere; un po’ come la<br />

scritta sulle sigarette del tipo “nuoce gravemente alla<br />

salute”. Tutto torna? Solo in parte o quasi per niente.<br />

Se vogliamo tenerci questa idea di uno Stato “educatore”,<br />

per lo meno che si vada fino in fondo. Da genitore<br />

(educatore, volente o nolente) credo sarei ben poco<br />

credibile, se cercassi di convincere mia figlia o mio figlio<br />

a non fumare, con ragionamenti anche approfonditi e<br />

ben argomentati, magari con una sigaretta in bocca<br />

e divertendomi a fare volute ed anelli di fumo. Di conseguenza,<br />

se davvero vuol promuovere costumi più<br />

qualificati, abitudini meno compulsive, lo Stato ha una<br />

strada molto semplice - meno complicata delle insopportabili<br />

e macchinose tasse e regole-, semplicemente<br />

smetta di vendere tabacchi, giochi e lotterie. Si ritiri dal<br />

mercato e dai ricavi del “vizio” e, dopo, stabilisca regole<br />

ragionevoli, acquisendo, in quel caso, la necessaria<br />

autorevolezza.<br />

La vicenda delle tasse sulle bibite, tuttavia, al di là di<br />

quello che ci dicono i nostri governanti, ripropone l’idea<br />

di uno Stato che, sempre più di frequente, vuole entrare<br />

nei costumi e negli stili di vita dei cittadini; uno Stato<br />

che sta tracimando oltre i confini che lo dovrebbero<br />

contenere. Se non vogliamo usare l’espressione di Stato<br />

etico, parliamo pure di Stato paternalista fino alla<br />

retorica. Possiamo affermare che la politica, l’amministrazione<br />

pubblica, di fronte alla sostanziale incapacità<br />

di governare la crisi della globalizzazione ovvero gli orizzonti<br />

di un mondo sempre più complesso, si rifugiano<br />

nel “privato”; cercano una nuova visibilità o credibilità,<br />

invadendo la vita dei cittadini, evidentemente meno forti<br />

delle lobbies finanziarie ed economiche ovvero dei<br />

poteri transnazionali, quelli sì bisognosi di regole e controlli.<br />

Così scelgono di governare i costumi dei singoli, il<br />

fine vita, la fecondazione assistita, i consumi individuali.<br />

A tal proposito, riflettendo proprio sull’invasività dello<br />

Stato, il sociologo tedesco Sofsky ha scritto: “…quanto<br />

più pletoriche le norme, tanto più numerosi i misfatti<br />

e tanto più vasta la burocrazia del controllo. La politica<br />

proibizionista dello Stato non produce costumi migliori,<br />

ma l’espansione dell’apparato…”. Sottoscrivo, concludo<br />

qui e, vista l’ora, vado a godermi qualche minuto di<br />

trasgressione alimentare, gustandomi un chinotto fresco.<br />

Prima che venga messo al bando.<br />

PS. Una considerazione “fuori sacco”. Nella polemica<br />

contro la tassa sulle bibite, ho scoperto che, nello sterminato<br />

mondo di associazioni e gruppi organizzati, esistono<br />

anche un’associazione dei produttori delle bibite<br />

(Assobibite?) ed una dei produttori di acque minerali.<br />

Un paese così è davvero difficile possa fare le riforme<br />

di cui ha bisogno.<br />

P23 #Stonature

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