26.01.2014 Views

SCUOLE DELL'INFANZIA NEL MIRINO - Il Giullare

SCUOLE DELL'INFANZIA NEL MIRINO - Il Giullare

SCUOLE DELL'INFANZIA NEL MIRINO - Il Giullare

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Mensile di Approfondimento della Valdinievole a Diffusione Gratuita<br />

Anno 0 - Numero 5 - Dicembre 2009<br />

Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009<br />

Bambini<br />

festeggiate<br />

<strong>SCUOLE</strong> DELL’INFANZIA <strong>NEL</strong> <strong>MIRINO</strong><br />

“Ho tolto mio figlio da quell’asilo perché piangeva sempre”


2<br />

fotografate e fotografatevi<br />

Questo mese diamo spazio a una serie di foto tra quelle che abbiamo pubblicato nelle cinque precedenti edizioni del giornale. Siamo infatti arrivati<br />

all’appuntamento che i lettori che ci hanno inviato i loro scatti aspettavano: la mostra e il premio alla foto dell’anno. Sarà proprio Cristiano Bianchi,<br />

professionista e nostro reporter ufficiale a decidere a chi sarà consegnato il riconoscimento. Uno di voi sarà premiato nel corso della manifestazione “<strong>Il</strong><br />

<strong>Giullare</strong> dell’anno”. Ringraziamo comunque tutti i lettori che ci hanno inviato le proprie istantanee che ormai sono diventate un cult per chi ci legge.<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Andrea Spadoni<br />

REDAZIONE<br />

Roberto Grazzini<br />

Chiara Cavalli<br />

Carlo Taddei<br />

Benedetti Lotti<br />

Diletta Severi<br />

Luigi Scardigli<br />

Thomas Buonanno<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Simeone Clamori<br />

Elisabetta Rossi<br />

Jacqueline Monica Magi<br />

Lorenzo Benedetti<br />

Lorenzo Vignali<br />

Rocky Rossini<br />

FOTOGRAFIA<br />

Cristiano Bianchi<br />

GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />

Eva Bugiani<br />

STAMPA<br />

Tipografia “<strong>Il</strong> Bandino”<br />

Bagno a Ripoli (Firenze)<br />

SOCIETÀ EDITRICE<br />

Renovazio srl<br />

Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009<br />

Sede de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” via Camporcioni est, 2<br />

tel. 0572.386478<br />

email: info@ilgiullare.com<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” è visibile anche online all’indirizzo www.ilgiullare.com<br />

Cerca “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” su Facebook<br />

Impaginazione terminata alle 5.45 del 16 dicembre 2009.<br />

Bogdani in redazione<br />

Un pomeriggio diverso a “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” grazie all’arrivo in redazione del<br />

centravanti del Chievo, Erjon Bogdani, calciatore sul quale abbiamo<br />

scoperto un curiosità: da qualche anno è residente a Chiesina Uzzanese.<br />

E’ venuto a trovarci nei nostri uffici, insieme al suo procuratore<br />

Sokol Haxhia e noi non abbiamo perso l’occasione di immortalarli.


SOMMARIO<br />

Festeggiate<br />

E’ triste dover parlare del Natale,<br />

dopo solo una manciata di<br />

giorni dai terribili fatti che si sono<br />

verificati all’ asilo “Cip e Ciop” di<br />

Pistoia. Immagini che, tra l’altro<br />

abbiamo ancora negli occhi. Non<br />

lo facciamo tanto per voler fare<br />

retorica ed ergersi a “salvatori<br />

della patria”, ma soprattutto perché<br />

il Natale, oltre che una ricorrenza<br />

religiosa, è sopratutto la<br />

festa dei bambini. Come tutti voi,<br />

mi ricordo ancora oggi con gioia<br />

i Natali di quando ero bambino:<br />

i regali sotto l’albero, l’immagine<br />

del Babbo Natale, la letterina che<br />

preparavo con emozione i giorni<br />

precedenti. Qual’è invece la risposta<br />

di noi adulti? Le botte delle<br />

maestre? No, non può essere<br />

questa. Non deve. Noi de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />

che vogliamo raccontare le<br />

verità del nostro territorio sempre<br />

con un pizzico di leggerezza, ci<br />

siamo messi a fianco dei genitori<br />

che hanno dovuto sopportare la<br />

tortura di quel video che mostrava<br />

i maltrattamenti sui loro figli,<br />

ma siamo anche andati a cercare<br />

di capire come si vive negli asili<br />

in Valdinievole. Lo abbiamo fatto<br />

con serietà e la consapevolezza<br />

che quello che è accaduto a<br />

pochi passi da casa nostra<br />

non si ripeterà mai più.<br />

Buon Natale a tutti i bambini.<br />

IL DIRETTORE<br />

Andrea Spadoni<br />

4 religione 20<br />

o politica?<br />

siamo donne<br />

7 21<br />

dialoghi<br />

giramondo<br />

8 viaggio<br />

22natale<br />

negli asili<br />

alternativo<br />

23<br />

10 io non festeggio<br />

al di là del<br />

serravalle<br />

24<br />

12<br />

fenomeni<br />

l’accento<br />

26 personaggi<br />

13 voi come noi<br />

28 la bizona<br />

14 32 intervistate il<br />

il giullare dell’anno<br />

vostro sindaco<br />

16 33<br />

giovani di<br />

la nostra<br />

successo<br />

beneficenza<br />

18 piatto ricco<br />

19 il locale<br />

34 l’evento<br />

35 auguri<br />

PRANZO DI NATALE e CAPODANNO 2010<br />

Viale Forti Francesco 84 - Pescia - Telefono 0572 477955


4<br />

religione o politica?<br />

“Segno<br />

della fede”<br />

“La presenza dei Crocifissi nelle aule scolastiche è “una violazione<br />

della libertà dei genitori ad educare i figli secondo le<br />

loro convinzioni e della libertà di religione degli alunni”. Questa<br />

è stata la sentenza della Corte Europea di Strasburgo<br />

dei diritti dell’uomo, su istanza di una cittadina italiana.<br />

Nel nostro paese, questa presa di posizione, ha creato<br />

non poche polemiche e noi, per questo, abbiamo deciso<br />

di far parlare le diverse voci in campo: il sacerdote Walter<br />

Lazzarini, parroco di Traversagna e poi le diverse posizioni<br />

del sindaco di Ponte Buggianese Pier Luigi Galligani e del<br />

consigliere Mirco Tognarelli, dato che proprio in questo comune<br />

il Crocifisso è stato oggetto di confronto in consiglio.<br />

I<br />

l Crocifisso è diventato oggetto di forte polemica,<br />

soprattutto in Italia. Cosa ne pensa?<br />

“Le posizioni assunte sono dettate dalla strumentalizzazione<br />

politica di quello che è un elemento fondamentale<br />

della fede Cristiana. Sbagliano quelli che<br />

dicono che il Crocifisso è il simbolo della civiltà e<br />

della cultura italiana, perché è qualcosa di più. <strong>Il</strong> suo<br />

significato non va mistifiticato: è semplicemente e<br />

fortemente un’immagine ed è oggetto di fede e basta.<br />

I cosiddetti “simboli” religiosi, presi solo come<br />

veicoli e fattori di cultura, producono conflitti”<br />

Quindi è giusto che nelle scuole, negli edifici<br />

pubblici, nei tribunali italiani, si mantenga la<br />

presenza del Crocifisso, nonostante la sentenza<br />

della Corte Europea?<br />

“E’ calzante l’esempio dei tribunali. <strong>Il</strong> Crocifisso è<br />

l’immagine della fede, della fratellanza, dell’onestà<br />

e della giustizia. Per quello che accade spesso in<br />

quelle aule, mi viene da dire che il Crocifisso viene<br />

offeso ogni volta che vengono meno tali valori”.<br />

Ormai il mondo è cambiato e in Italia, anche<br />

in zone come la nostra, non esiste più la sola<br />

fede cristiana. Ormai siamo a confronto con<br />

altre fedi. Come dovremmo comportarci?<br />

“La nostra società non è più permanentemente e<br />

coerentemente cristiana. Sono presenti anche altre<br />

forme di fede che non vanno esorcizzate e non si<br />

può dar origine a un atteggiamento persecutorio.<br />

ma dovremmo conoscerle e accoglierle, come di<br />

dovrebbe insegnare proprio la fede cristiana”.<br />

Dato che si parla proprio delle scuole e del<br />

Crocifisso in classe, non pensa che anche i<br />

giovani studenti dovrebbero avere una visione<br />

più ampia di quelle che oggi sono le religioni<br />

presenti nella nostra società?<br />

“La scuola ha un’importante funzione pedagogica<br />

ed educativa e per questo ai ragazzi dovrebbe essere<br />

insegnato il valore dell’accoglienza dell’altro,<br />

proprio come ci dice la religione cristiana”.<br />

Non è un paradosso che proprio nel periodo<br />

dell’anno che precede il Natale, si creino polemiche<br />

su quella che è l’immagine della religione<br />

Cristiana?<br />

“In questi momenti dell’anno il richiamo alla nostra<br />

fede è importante. Dato che il Crocifisso è l’immagine<br />

fondamentale del Cristianesimo, come ho detto<br />

prima, deve essere preso in considerazione per<br />

quello è non si deve falsare il suo reale significato. <strong>Il</strong><br />

Crocifisso ha origini lontanissime: ha circa duemila<br />

anni, la mezzaluna mille e quattrocento, mentre se<br />

si vuole la menorah ebraica, insieme con il Rotolo<br />

della Torah, sono più antichi, ma non fanno un<br />

problema per una civiltà cristiana, che li ha inclusi<br />

dentro la propria espressione di fede”.<br />

<strong>Il</strong> Crocifisso è<br />

l’immagine della<br />

fede Cristiana, il suo<br />

significato non va mistifiticato.<br />

Nelle aule di tribunale,<br />

quando non si rispettano i<br />

valori che trasmette,<br />

spesso può essere<br />

anche offeso”


5<br />

religione o politica?<br />

<strong>Il</strong> Crocifisso della discordia<br />

Pier Luigi Galligani<br />

Cosa rappresenta il Crocifisso?<br />

Segno religioso o simbolo culturale?<br />

<strong>Il</strong> Crocifisso è fondamentalmente un simbolo religioso. Nella storia<br />

è diventato simbolo culturale nell’affermarsi della tradizione cristiana.<br />

Non ritengo giusto circoscrivere la Croce a semplice espressione<br />

di una consuetudine o di una tradizione. <strong>Il</strong> suo valore è molto<br />

più profondo ed i sentimenti che la stessa ispira sono da ricercarsi<br />

all’interno delle nostre menti e delle nostre coscienze, quale segno<br />

fondamentale della sensibilità personale e collettiva.<br />

Cosa pensa dell’Islam?<br />

L’Islam è una religione monoteistica osservata da un gran numero<br />

di fedeli che praticano tale religione con atti, pratiche rituali<br />

e osservano norme comportamentali. Diverso è l’Islamismo<br />

che indica una concezione dell’uomo e del mondo che si ispira ai<br />

valori dell’Islam, ma che si esprime a livello politico e molto spesso<br />

diventa fondamentalismo. Credo che quest’ultima forma religiosa<br />

sia alla radice degli scontri di identità e che, per questo, si tenda<br />

sempre di più a rinchiudersi ed a trovare contrapposizioni che<br />

spesso degenerano; si tende, infatti, ad alzare muri e steccati con<br />

l’illusione che più alte sono le mura, maggiore è la protezione.<br />

<strong>Il</strong> Crocifisso negli edifici pubblici: si o no?<br />

La sentenza della Corte Europea ha affermato che l’esposizione<br />

del Crocifisso nelle aule scolastiche comporta la violazione<br />

del dovere dello Stato di rispettare la neutralità nell’esercizio del<br />

servizio pubblico, in particolare nel campo dell’istruzione, violando<br />

il diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le loro convinzioni<br />

e il diritto di scolari di credere o non credere. Questa sentenza,<br />

contro cui il Governo italiano ha già presentato ricorso, ha aperto<br />

in questi giorni un’aspra discussione, spesso strumentalizzata,<br />

che muove da una falsa premessa e cioè che la sentenza avrebbe<br />

negato i valori cristiani negando una tradizione. In proposito faccio<br />

un’unica considerazione: l’esposizione del Crocifisso non può<br />

essere imposta, né tanto meno utilizzata per battaglie politiche.<br />

Ritengo che questo sia anzitutto offensivo a ciò che la Croce rappresenta<br />

per molti di noi, ma soprattutto per il valore che questa<br />

rappresenta come simbolo di fede, di etica, di tolleranza, di pace,<br />

di pari dignità e libertà per tutti gli esseri umani.<br />

Mirco Tognarelli<br />

<strong>Il</strong> Crocifisso è senza dubbio l’emblema di valore universale della civiltà<br />

cattolica e della cultura cristiana, nel quale come cattolico mi riconosco,<br />

sforzandomi di imitare l’Apostolo Paolo che afferma “Quanto<br />

a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù<br />

Cristo” (cfr Gal 6, 14). Ma oltre al suo valore religioso, esso riveste<br />

anche un innegabile valore laico, quale elemento essenziale e<br />

costitutivo, e irrinunciabile, del patrimonio storico e civico-culturale<br />

dell’Italia, indipendentemente da una specifica confessione religiosa.<br />

Inoltre il Crocifisso, come recentemente ha stabilito anche il Consiglio<br />

di Stato, esprime tutti i valori civili di tolleranza, rispetto<br />

reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi<br />

diritti e solidarietà, che “delineano la laicità nell’ attuale ordinamento<br />

dello Stato”.<br />

L’Islam è un fenomeno con il quale sempre più ci troviamo a confrontarci,<br />

non più in maniera accademica o da turisti in terre straniere,<br />

ma come elemento quotidiano nel quale ci imbattiamo in casa<br />

nostra, spesso a causa dei molti, troppi, immigrati giunti in Italia. In<br />

realtà non so se si possa parlare soltanto di una religione, in quanto<br />

nella concezione islamica non esiste una divisione chiara fra politica<br />

e religione. Su molti aspetti, ad esempio per ciò che riguarda la condizione<br />

della donna o la laicità dello Stato, le diverse visioni si<br />

scontrano. Assurde e controproducenti mi sembrano le proposte<br />

di Fini di inserire l’ora di religione islamica nelle scuole o<br />

di accorciare i tempi per la cittadinanza agli extracomunitari.<br />

<strong>Il</strong> centrosinistra a Ponte Buggianese votando contro la mozione da<br />

noi presentata ci lascia stupefatti. Pensavamo che anche il sindaco<br />

Galligani e la maggioranza accogliessero la proposta di buon senso.<br />

Invece hanno votato contro compatti, in alcuni casi dichiarando che<br />

tale simbolo non fa parte del patrimonio culturale della nazione, ma<br />

anzi esso rappresenta l’emblema dell’ingerenza della chiesa e del<br />

Vaticano nella politica nazionale. Noi, come la stragrande maggioranza<br />

dei pontigiani, pensiamo invece che il Crocifisso debba<br />

essere esposto nella sala del Consiglio e negli uffici pubblici.<br />

Per questo non soltanto continuerò a esporre a ogni seduta<br />

sul mio banco consiliare il Crocifisso, ma proseguiremo nel<br />

raccogliere le firme, regalando inoltre, in occasione del Santo<br />

Natale, alle nostre scuole i Crocifissi per tutte le classi.<br />

Servizio a cura<br />

di Benedetta Lotti


“<strong>Il</strong> mio Natale multiculturale”<br />

I<br />

di Jacqueline Monica Magi<br />

Giudice del Lavoro al<br />

Tribunale di Livorno e scrittrice<br />

l 25 dicembre si festeggia per i cristiani la nascita di<br />

Gesù Cristo, il salvatore. La festa non nasce però con<br />

il cristianesimo. E’ molto più antica e compare in molte<br />

culture precedenti. <strong>Il</strong> cristianesimo ha solo ripreso<br />

una importantissima festa pagana e con il suo sincretismo<br />

ne ha fatto una delle feste fondamentali della<br />

sua religione. Come, del resto, ha fatto con altre feste<br />

importanti come Tutti i santi, Ferragosto, Pasqua ed<br />

altre. Nella cultura degli Indiani d’America di epoca<br />

precolombiana vi erano otto date sacre nell’anno, corrispondenti<br />

a momenti di particolare energia, fra esse<br />

gli inizi di novembre, per i cristiani poi Tutti i Santi, e il<br />

solstizio d’inverno che cade il 23 dicembre. <strong>Il</strong> solstizio<br />

d’inverno era celebrato da quasi tutte le culture delle<br />

nostre latitudini perché segna il momento in cui cessa<br />

di diminuire la luce del giorno a scapito della notte che<br />

avanza e iniziano ad allungarsi di nuovo le giornate e<br />

ad accorciarsi le notti. Segna la fine della notte e l’inizio<br />

della luce. Si può immaginare l’importanza della<br />

data in popoli che non avevano la luce elettrica e le<br />

case riscaldate e per i quali la luce naturale del giorno<br />

era fondamentale. I Cristiani ne hanno fatto il Natale,<br />

celebrato da tutte le culture di questo emisfero e di<br />

queste latitudini e non cancellabile dalle tradizioni popolari.<br />

Questa lunga premessa per ricordare che certe<br />

date sono significative nella storia dell’uomo e non<br />

esclusive di una religione. Senza dare giudizi di valore<br />

per la religione che permea la cultura della terra in cui<br />

sono nata e cresciuta voglio solo porre l’accento sul<br />

fatto che il Natale, comunque lo si voglia chiamare,<br />

non è solo una festa dei cristiani, è una data sacra a<br />

molte e disparate culture ed è importante imparare a<br />

capire che non si è unici depositari della verità, della<br />

sacralità dell’uomo.Occorre fare attenzione a non<br />

accusare gli altri di integralismo e intolleranza senza<br />

rendersi conto che si è più intolleranti di coloro che<br />

si accusano, convinti di essere gli unici detentori del<br />

vero. Manca all’Italia questa cultura della differenza,<br />

questa capacità di accettare le diversità capendo che<br />

sono una ricchezza, non un ostacolo. Gli stranieri che<br />

giungono non ci portano via qualcosa, ma ci portano<br />

qualcosa di nuovo, che ci arricchisce. Alcune parti di<br />

noi e della nostra cultura sicuramente se ne vanno<br />

e muoiono ma sono solo le parti più vecchie, sterili,<br />

quelle che dovremmo potare e non abbiamo mai il<br />

coraggio di fare. Dal dialogo, dal confronto fra diverse<br />

culture non può che derivare un arricchimento e nascere<br />

nuova vita, come dai rami potati di una pianta.<br />

Ad esempio l’italiano, una lingua che era parlata solo<br />

dal nostro popolo, sta diventando lingua comune di<br />

popoli diversi, spesso unico veicolo di comunicazione<br />

fra etnie di continenti differenti. Questo per la cultura<br />

italiana è un fattore positivo di crescita. Certo non<br />

sarà “italiano puro”, ma niente è “puro” e immobile se<br />

non ciò che è morto e cristallizzato. La vita scorre, è<br />

movimento, è cambiamento, ciò che è vivo cresce,<br />

si contamina. Anche la lingua e questo grazie agli<br />

stranieri. Conoscere le altre culture ci fa anche capire<br />

le somiglianze, non solo le differenze. Sempre e<br />

comunque ci arricchisce e ci rende tolleranti, membri<br />

di quell’unica umanità che tutti ci comprende come<br />

esseri umani, di colore della pelle, razze, lingue e religioni<br />

diverse, ma tutti ugualmente persone, nessuna<br />

migliore e nessuna peggiore per motivi di sesso,<br />

lingua, razza e religione. Come recita la Costituzione<br />

della Repubblica italiana. Tutto ciò senza perdere la<br />

propria identità. La mia famiglia è formata da persone<br />

di due razze diverse, parliamo in casa due lingue, vi<br />

convivono due differenti religioni e a Natale a tavola ci<br />

saranno vari amici per un totale di cinque nazionalità,<br />

cinque religioni, sei lingue differenti, ma tutti felici di<br />

essere insieme a celebrare la rinascita delle Luce.<br />

<strong>Il</strong> libro del mese: “La Costituzione dei bambini”<br />

E’ apparso nelle librerie della città, ma già è<br />

stato richiesto a Livorno, proprio per la sua<br />

particolarità. Un piccolo libro per le edizioni<br />

Marco Del Bucchia dal titolo “La Costituzione<br />

dei bambini”, che raccoglie il lavoro collettivo<br />

di tutti gli alunni della scuola primaria<br />

del Circolo didattico di Montecatini Terme<br />

dell’anno 2008-2009, coordinati dalle maestre<br />

a loro volta coordinate dalla maestra<br />

Pasqualina Viscusi. I bambini, dopo aver<br />

studiato la nostra Costituzione della Repubblica<br />

grazie ad un progetto legalità, cui<br />

hanno partecipato come docenti anche<br />

avvocati e magistrati, si sono sbizzarriti nel<br />

riscrivere la Costituzione con le loro parole,<br />

mettendo in immagini e rime i vari articoli.<br />

Gli articoli hanno conservato il loro significato<br />

e hanno acquistato una veste nuova,<br />

fresca e concreta. <strong>Il</strong> libro è corredato dai<br />

disegni dei bambini delle prime classi che<br />

ne costituiscono le copertine. Particolare<br />

appare il fatto che un libro scritto da bambini<br />

delle scuole sia edito accanto a titoli di<br />

autori come Mario Spezi, Giampaolo Simi,<br />

Alberto Eva, il nostro Bruno Ialuna, e di ciò,<br />

di tale opportunità data alla nostra scuola,<br />

dobbiamo ringraziare l’editore Marco Del<br />

Bucchia che ha creduto in questo lavoro.<br />

Importante che ai bambini fin dalla primissima<br />

età sia spiegata la nostra Costituzione<br />

che è la legge fondamentale della nazione, il<br />

faro della nostra democrazia. Emozionante<br />

per me, che sono fra coloro che gli hanno<br />

fatto lezione, vedere gli stupendi disegni<br />

delle prime elementari, abbiano perfettamente<br />

capito i pilastri della democrazia.


8<br />

viaggio negli asili<br />

“Più controlli<br />

a quel nido”<br />

La lettera di una mamma<br />

Proprio mentre a Pistoia stava esplodendo il caso<br />

dell’asilo “Lager” di via Galvani, abbiamo ricevuto questa<br />

lettera dalla mamma di un bambino che frequentava<br />

un nido a Pescia. Noi abbiamo deciso di pubblicarla<br />

così come ci è arrivata, senza fare ulteriori commenti,<br />

sia perché è giusto che la volontà della mamma sia<br />

rispettata, sia perché non vogliamo utlizzare il giornale<br />

per condannare le persone preventivamente, né creare<br />

inutili allarmismi su un tema particolarmente delicato.<br />

Gentile redazione,<br />

sono Sissy Raffaelli di Pescia, volevo segnalarvi una situazione che proprio non mi piace e,<br />

secondo me, non proprio consona. A Pescia esistono vari asili nido, di cui uno comunale e uno<br />

convenzionato (cioè che riceve contributi dal Comune?). Sto parlando del nido “Baby Village”,<br />

dove un mese e mezzo fa avevo porato anche mio figlio, che ora ha cinque mesi, su suggerimento<br />

dall’ufficio istruzione del comune di Pescia, ma a mio modo di vedere non era proprio il massimo.<br />

<strong>Il</strong> luogo dove vegnono tenuti i bambini è una stanza non molto grande con angolo pasti, dove<br />

si possono vedere piccoli da 3 mesi a 3 anni. La camera del riposino è la stessa stanza con un<br />

tendone orrendo che funge da separé. Tra l’altro l’asilo è molto costoso e ti devi portare tutto da<br />

casa, ad esempio gli omogeneizzati. Senza contare che, dopo l’orario del nido, all’interno dello<br />

stanzone vengono tenute lezioni di yoga (sembra igienico?). <strong>Il</strong> parcheggio non esiste e il cancellino<br />

e situato su un curva molto pericolosa. Le tate inoltre si vestono in maniera molto personale,<br />

con tanto di tatuaggi in zone visibili. Quello che non mi piace è che al baby parking di Alberghi<br />

“Coccole e balocchi” dove attualmente sta andando mio figlio, ci sono sempre controlli (ed è giusto<br />

che ci siano) andando a spulciare il cosidetto “pelo nell’uovo”. La differenza è che nel secondo<br />

baby parking privato lavorano veramente bene, è molto conveniente da un punto di vista economico<br />

e compresi ci sono anche i pannolini. Se ci sono ritardi ti aspettano anche un’ora, senza chiedere<br />

niente in più. Se invece tuo figlio si sente male, sono pronte e gentilissime. E i bambini sono tutti<br />

sani e felici. <strong>Il</strong> luogo è una villetta ristrutturata, molto curata e pulita. Ci sono camerette, sale<br />

giochi, sala da pranzo, cucina ampia e ben attrezzata, ufficio, giardino e posto auto (dove è stato<br />

fatto mettere uno strano spartitraffico di cemento che ostruisce il passaggio). Le maestre sono persone<br />

serie e competenti, simpatiche e indossano sempre una divisa. Ti fanno visitare tutto, anche il<br />

bagno, cone le scapine igieniche. Insomma un luogo dove il bambino sta bene, va con piacere ed è<br />

al sicuro. Tutto in regola. Quando invece ho portato il mio bambino all’altro nido convenzionato<br />

con il Comune, mio figlio piangeva sempre. Dopo una settimana, quindi l’ho tolto. A questo<br />

punto sporge spontanea una domanda, da rivolgere all’ufficio istruzione del Comune: perché non<br />

si da la convenzione al “Coccole e balocchi” e non si fanno più controlli al “Baby Village”?<br />

Sissy Raffaelli.


9<br />

viaggio negli asili<br />

“Nel nostro asilo i bambini<br />

li amiamo come dei figli”<br />

IPer agevolare<br />

l’inserimento dei<br />

bambini offriamo la<br />

possibilità ai genitori di<br />

inserirsi in classe due settimane.<br />

Mi ritengo molto<br />

fortunata perché amo il mio<br />

lavoro e sono ripagata<br />

da tanto affetto<br />

di Chiara Cavalli<br />

La fotografia ci è stata gentilmente<br />

concessa dall’asilo<br />

“Baby Parking il Girotondo”<br />

l “Baby Parking il Girotondo” di via Marruota<br />

159, è stata la prima scuola materna ad aprire<br />

a Montecatini. Prima e unica in tutta la provincia<br />

di Pistoia: “Quando mi sono recata all’ufficio registro<br />

per segnalare l’apertura di questa nostra<br />

scuola dell’infanzia – dice la presidente e responsabile<br />

Mirta Ferretti - non esisteva neppure<br />

la voce per questo tipo di attività, ancora<br />

oggi procediamo a ritmo ferrato con grandi risultati”.<br />

Una scuola seria e apprezzata suddivisa<br />

in due sezioni: da 0 a 26 mesi e da 26 mesi a<br />

6 anni. Cinque docenti e 2 operatori<br />

si prendono cura di 25 bambini: “La<br />

nostra forza è creare un rapporto di<br />

fiducia con le mamme e spesso tali<br />

rapporti si trasformano in amicizia,<br />

che durano tutt’oggi, anche se ormai<br />

i bambini sono cresciuti e divenuti<br />

ragazzi. Per agevolare il piccolo<br />

alla sua prima esperienza d’asilo,<br />

offriamo l’opportunità ai genitori di<br />

inserirsi in classe per un paio di settimane,<br />

assieme agli altri bambini.<br />

E tutto ciò renderà meno doloroso<br />

il “distacco” del bambino dai propri<br />

cari”. Per Mirta questo lavoro deve<br />

essere svolto con tanto amore e si<br />

tratta di una vera e propria vocazione: “Mi ritengo<br />

molto fortunata, perché amo il mio lavoro e<br />

sono ripagata da tantissimo affetto”. La preside<br />

e sua sorella Marzia, vice preside, sostengono<br />

che i bambini hanno una percezione spiccatissima<br />

e percepiscono quando le maestre sprigionano<br />

energia positiva, così come quando le<br />

mamme, nutrono fiducia e stima nei confronti<br />

delle insegnanti. “Le qualità che una maestra<br />

modello deve possedere sono: disponibilità,<br />

pazienza, capacità di dare amore, affetto e un<br />

sano entusiasmo”. La scuola dell’infanzia, non<br />

è obbligatoria ed è di durata triennale, il Baby<br />

Parking concorre all’educazione e allo sviluppo<br />

affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale e<br />

sociale delle bambine e dei bambini promuovendone<br />

le potenzialità di relazione, autonomia,<br />

creatività e apprendimento: “Abbiamo tanti<br />

giochi ed il bambino può misurarsi anche con i<br />

compagni più grandi dell’altra sezione – spiega<br />

la Preside – fra i nostri servizi abbiamo anche<br />

il dopo scuola ed il potenziamento scolastico.<br />

Proseguendo l’attività di mamma o di nonna,<br />

guido il pulmino e vado a prendere i bambini<br />

all’uscita delle scuole elementari e poi offro loro<br />

merenda e a seguire svolgono i compiti, seguiti<br />

dalle insegnanti, in poche parole una vera e<br />

propria ripetizione. Oppure c’è chi deve proseguire<br />

la giornata con le attività sportive e quindi<br />

li accompagno a danza, o in piscina, oppure<br />

chi a karatè o chi a basket”. Molti anche i laboratori<br />

della creta, della pasta di sale e di pane<br />

disponibili al Baby Parking, dove il divertimento<br />

non manca.


10<br />

di Elisabetta Rossi<br />

Psicologa e<br />

Psicoterapeuta<br />

“Quando il bullo<br />

sta in cattedra”<br />

L’orribile vicenda dell’asilo nido di<br />

Pistoia, un caso limite o un episodio,<br />

talmente eccezionale, da non<br />

fare testo? Tutt’ altro. Un’avvilente<br />

carrellata di immagini a base<br />

di strattoni, schiaffi e comandi<br />

scattosi nei riguardi di bambini di<br />

appena dieci mesi dove il «bullo»<br />

sta dall’altra parte della cattedra.<br />

Alla faccia degli educatori. Tanti gli<br />

episodi documentati che rischiano<br />

di rovinare l’immagine di un<br />

corpo docente abituato invece a<br />

lavorare con impegno e passione.<br />

Fatto sta che le scene in questione<br />

sono da brivido: è assurdo<br />

immaginare che la frustrazione<br />

personale e i vissuti che spesso<br />

scatenano le violenze domestiche<br />

e intrafamiliari si ritrovino con tanta<br />

facilità anche in un luogo sicuro e<br />

al di sopra di ogni sospetto come<br />

un asilo d’infanzia dovrebbe essere.<br />

Comportamenti gravissimi<br />

al cui confronto le immagini in cui<br />

altri docenti sono sorpresi in classe<br />

a dormire, telefonare o fumare<br />

appaiono come dei peccati veniali.<br />

Un repertorio sconcertante,<br />

quasi delle pazzie da manicomio.<br />

Tanto da giustificare una semplice<br />

domanda: ma una maestra d’asilo<br />

o un educatore, prima di sedersi<br />

dietro ad una cattedra e vicino a<br />

dei bambini piccoli, sono sottoposti<br />

ad una serie di accertamenti<br />

specifici che ne garantiscano l’idoneità<br />

psichica all’insegnamento?<br />

La riposta è no. Da qualche anno,<br />

infatti, è stato abolito l’obbligo del<br />

certificato Asl attestante «l’idoneità<br />

psico-fisica al lavoro». O meglio,<br />

è stato sostituito con una sorta di<br />

autocertificazione che ha bisogno<br />

solo della controfirma del proprio<br />

medico di famiglia e così le stesse<br />

persone affette da patologie psichiatriche<br />

o psicologiche possono<br />

diventare le maestre alle quali corriamo<br />

il rischio di affidare i nostri<br />

tesori più grandi.


11<br />

“Uniamo la città per la Pistoiese”<br />

NServizi a cura<br />

di Luigi Scardigli<br />

Una società composta<br />

da aziende locali e una<br />

squadra formata solo<br />

da giocatori<br />

che vivono sul nostro<br />

territorio<br />

essuno si è mai sognato, in città, di vedere gli<br />

arancioni competere contro i diavoli rossi di Manchester<br />

o le camicette bianche di Madrid. Ma nessuno<br />

di quelli che non hanno mai cullato illusioni<br />

poteva lontanamente immaginare che nel giro di<br />

trent’anni, tra alterne e non limpidissime vicende,<br />

la Pistoiese calcio dovesse, dopo aver assaporato<br />

la massima serie, cambiare due volte nome, prima<br />

di scivolare, pateticamente e tragicomicamente,<br />

negli inferi dell’anonimato del cuoio, costretta<br />

a contendersi il passaggio in Interregionale con<br />

squadre composte, spesso, da scapoli sfigati e<br />

ammogliati traditi.<br />

Oh, è vero, ben altre e più blasonate realtà calcistiche,<br />

legate a ferree tradizioni tra l’altro costellate<br />

da scudetti, si sono smarrite nel tempo, fino<br />

a scomparire. Ma siamo profondamente convinti<br />

che Pistoia possegga numeri e liquidità per poter<br />

sorreggere l’urto, spesso devastante, di una concorrenza<br />

decisamente sleale, ma con la quale, se<br />

si vuol conservare il prestigio, occorre necessariamente<br />

fare i conti, casomai aggirando l’ostacolo<br />

principale e ricorrendo a scorciatoie molto impegnative:<br />

costruire in casa i calciatori di domani, che<br />

non somiglieranno Messi, Cristiano Ronaldo o Rooney,<br />

ma nemmeno Luis Silvio Danuello. Nell’era<br />

della globalizzazione, che continua a<br />

proteggere chi non ne ha alcun bisogno<br />

massacrando invece chi dovrebbe<br />

essere realmente tutelato, Pistoia<br />

potrebbe davvero costituire e creare<br />

un precedente, tanto a se stessa<br />

quanto all’intera comunità pallonara.<br />

Una squadra figlia di un’équipe<br />

finanziaria di sole aziende locali che<br />

offre la possibilità di vestire la maglia<br />

Foto di Carlo Quartieri<br />

arancione solo e soltanto a quei piccoli virgulti che vivono in<br />

città, affidando loro non solo le sorti agonistiche, ma anche e<br />

soprattutto il sapore goliardico di sentirsi, a ragione, portavoce<br />

e portacolori di un’intera comunità. Occorre che qualcuno inizi<br />

a contemplare questa strada, perché la memoria dei fasti faraonici<br />

(quanto mai indicati, pensando all’ultimo Presidente con<br />

la P maiuscola) non è più probabilmente ripercorribile, ma quel<br />

rettangolo verde, non a caso intitolato a Marcello Melani, con<br />

tribuna coperta, curva nord riservata ai fedelissimi di tutte le<br />

generazioni che si sono susseguite come supporters, tribuna<br />

centrale scoperta, ideale nelle mezze stagioni e la sud riservata<br />

gli ospiti, un catino di dodici-quindicimila spettatori, non può<br />

cadere nel dimenticatoio e vivere il resto della propria storia<br />

rispolverando solo e soltanto il passato. Certo, ci sono problemi<br />

ben più seri, in questo momento, in città: le incertezze<br />

della Breda, una ditta di servizi che non paga da troppo tempo<br />

i suoi lavoratori, una raffica di chiusure di piccole e medie<br />

aziende che suona a morto e molti altri contrattempi che meritano<br />

approfondimenti ben meno eterei. Ma senza scomodare<br />

i fratelli del Blues (“quando il gioco si fa duro, i duri cominciano<br />

a giocare”), si potrebbe forse iniziare a programmare un futuro<br />

sportivo-agonistico, foriero di lavoro e occupazione, e di sani<br />

ed equosolidali principi, quelli che dovrebbero inevitabilmente<br />

muovere le coscienze del terzo millennio e convivere con lo<br />

sport, calcio compreso.<br />

Ecco come sarebbe un Festival Blues invernale<br />

E<br />

di un altro festival, che ne pensereste? Non è retorica, né<br />

tanto meno provocazione, ma non siete d’accordo con<br />

noi che Pistoia, dopo trent’anni di Blues’In, meriti, per<br />

aver superato brillantemente gli esami a pieni voti, anche<br />

l’occasione invernale? Insomma, non è ammissibile dover<br />

aspettare un anno per poter assistere ad eventi musicali<br />

dal vivo che non siano quelli proposti dagli amati, insostituibili,<br />

qualificati e gradevolissimi personaggi indigeni, da<br />

Becattini a Montaleni, da Mazzoni a Capecchi, con tutti i<br />

rispettivi strumentisti al seguito e sempre nei soliti ameni<br />

bugigattoli. A dicembre insomma, mese approssimativamente<br />

equidistante da luglio tanto partendo dall’alto che<br />

dal basso, al Palazzetto di Sant’Agostino o in quello di<br />

viale Adua, una maratona musicale si potrebbe anche organizzare.<br />

Casomai senza scomodare i mostri sacri che<br />

si addicono più al caldo che al freddo e senza il patrocinio,<br />

utile e qualificato, dei boss del Blues’In. Come? <strong>Il</strong> Comune<br />

della città e il suo assessorato potrebbero iniziare a farsi<br />

carico di un evento virtualmente onlus, perché a costi equivalenti<br />

ai guadagni, con il beneficio collaterale di riproporre<br />

Pistoia all’attenzione, se non planetaria, almeno nazionale.<br />

Casomai offrendo un ticket omnicomprensivo, che contempli<br />

ingresso allo spettacolo, pernottamento, buono pasto e<br />

perché no, un percorso guidato tra le bellezze della città, un<br />

giro di vita e di cultura a 360 gradi, che fonda e confonda la<br />

buona musica, l’ospitalità, la cucina e l’arte, requisiti questi<br />

di cui Pistoia può, o meglio, potrebbe vantarsi. E cibarsi,<br />

iniziando così quel percorso, inevitabile, visti i tempi, della<br />

necessaria trasformazione di un’industria che dovrà riqualificarsi,<br />

abbandonando le macchine inquinanti e confidando<br />

negli investimenti puliti. Sarebbe un’ideona: prendetela come<br />

suggerimento, o voi che dovreste!


l’Accento<br />

“La Montecatini da bere<br />

è l’economia del rilancio”<br />

Vdi Carlo Taddei<br />

oglio ricordare nuovamente a tutti che stiamo affrontando<br />

la crisi economica e di identità più grave<br />

nella storia della nostra città. Sì, perché anche se il<br />

dopoguerra è stato durissimo, tutti sapevano che la<br />

ripresa ci sarebbe stata. Ad oggi, e non mi stancherò<br />

di ripeterlo, non ci sono progettualità per riportare un<br />

turismo qualificato: Mancano le idee. Purtroppo anche<br />

le nuove Terme Redi, appena inaugurate (anche<br />

se non si capisce come mai apriranno alla fine di gennaio),<br />

sembrano destinate a un pubblico bisognoso<br />

di cure e di riabilitazioni. Come al solito non si pensa<br />

all’aspetto ludico o soltanto di relax. Voglio essere<br />

più esplicito: per andare a fare il bagno nella nuova<br />

piscina delle Redi devi avere seri problemi fisici, cioè<br />

il turista deve essere malato e quindi curato. Tutti i<br />

turisti sani invece non possono accedere a questa<br />

nuova piscina. Questa è l’idea che al momento prevale<br />

e che spero vivamente venga cambiata al più<br />

presto. In questo panorama davvero triste mi viene<br />

però da sottolineare come si registri un flusso “turistico”<br />

nuovo di proporzioni importanti. Mi riferisco alla<br />

Montecatini By Night. Non a caso le molte aziende<br />

che hanno investito, stanno avendo un forte ritorno<br />

almeno di presenze nel fine settimana. Le Panteraie,<br />

La Villa Resort, <strong>Il</strong> Bella Vita, il Syrah, solo per citarne<br />

alcune, portano tanta gente in città. Mi viene quasi<br />

da pensare che si possa aprire uno spiraglio di luce<br />

in questo lungo inverno montecatinese. Oltre a questi<br />

ci sono ancora tanti locali che offrono spazi e idee<br />

per un pubblico sì giovane, ma anche sempre più<br />

attento alla qualità dei servizi che gli vengono offerti.<br />

Per parlare di numeri, tanto per essere pratici, la<br />

Montecatini notturna richiama circa 20 mila persone<br />

alla settimana. Non so quante presenze contano le<br />

terme in questi giorni, ma sinceramente preferisco<br />

non rovinarmi il Natale. Dobbiamo pensare anche<br />

all’indotto che tutto questo riesce a produrre. Ecco<br />

quindi che l’economia locale ne beneficia sotto tantissimi<br />

aspetti. Solo qualche anno fa era un mercato<br />

piuttosto in stallo, ma i recenti investimenti hanno di<br />

fatto riportato molti fiorentini, pratesi e toscani in generale,<br />

nella vecchia Montecatini e, visto che ad oggi<br />

non abbiamo grosse alternative ben venga quindi<br />

questo nuovo mercato di turismo. So benissimo che<br />

per molti concittadini esiste il problema del rumore<br />

che va affrontato caso per caso, con la speranza di<br />

trovare una giusta soluzione per entrambe le parti.<br />

Auspico quindi che ci sia da tutti gli enti preposti<br />

che governano la città, una sorta di tolleranza verso<br />

questo che ad oggi rappresenta forse l’unica fonte<br />

di turismo reale e concreto. Voglio anche ricordare<br />

che i due alberghi di lusso hanno fatto ultimamente<br />

investimenti importanti e spero che a piramide anche<br />

gli altri riescano a investire per migliorare l’offerta generale<br />

dell’ospitalità. Mi dispiace molto invece vedere<br />

colleghi albergatori che arrivato il momento, chissà<br />

perché tanto atteso, di chiudere la propria struttura<br />

per il periodo invernale, la regalano a tutti come se<br />

fosse pronta alla terza guerra mondiale. Proprio non<br />

capisco come si possano lasciare alberghi, anche in<br />

centro, con bandoni di compensato a vista, senza<br />

lampioni e con addirittura le insegne coperte con i<br />

sacchi neri. Sappiate che così non portate rispetto<br />

prima di tutto verso voi stessi, verso i vostri concittadini<br />

e verso tutti coloro che godono di questo<br />

spettacolo per cinque mesi invernali. Anche i bar e<br />

i ristoranti non dovrebbero, il giorno di chiusura, accatastare<br />

tutto in vista, né tantomeno per i periodi di<br />

ferie. Voglio dare un’idea a tutti, quest’ anno, anche<br />

gli alberghi chiusi, devono tenere le insegne accese<br />

per il periodo natalizio. Un brindisi di lunga vita a<br />

Montecatini (ex Terme).<br />

loc. Spicchio - Lamporecchio (PT) - tel. 0573 803432 - www.villarospigliosi.it


13<br />

voi come noi<br />

ari lettori de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”,<br />

questo spazio è tutto per<br />

voi. Nella rubrica “Ce l’ho<br />

con...”, scriveteci sulle<br />

ingiustizie, gli sprechi, le<br />

truffe, il degrado, le vostre<br />

storie personali, sottolineando<br />

sempre chi o cosa proprio non sopportate.<br />

Tutte le lettere devono iniziare: “Ce l’ho con...”<br />

e devono essere firmate dall’autore. Inviatele<br />

a: direttore@ilgiullare.com<br />

La minoranza non è coerente<br />

Questa non è politica<br />

A differenza delle edizioni precedenti, proprio pochi<br />

giorni fa, invece di arrivarci una mail per la nostra rubrica<br />

“Ce l’ho con...”, abbiamo trovato nella cassetta della<br />

posta una lettera, scritta con il pc e stampata. La nostra regola<br />

è quella di non pubblicare documenti anonimi, ma stavolta<br />

abbiamo deciso di fare uno strappo alla regola, scannerizzando<br />

e pubblicando il volantino. Chi l’ha scritto non ci interessa, ma<br />

si capisce immediatamente chi hanno voluto colpire.<br />

Noi non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni<br />

che possono spingere ad azioni del genere. Certi atti<br />

devono solo esser condannati. Questa non è poltica.<br />

Andrea Spadoni<br />

A seguito della mozione di sfiducia al vice sindaco e<br />

assessore ai lavori pubblici Daniele Bugiani, presentata<br />

dalla minoranza “ibrida”, il 15 settembre, sulla crisi<br />

idrica a Ponte Buggianese, non posso che far rilevare,<br />

come cittadino ed ex capogruppo Dc, le mie osservazioni.<br />

Puntualizzando che la stessa situazione di carenza d’acqua<br />

è stata quest’anno superiore ovunque, per mancanza di<br />

pioggia, non doveva essere motivo di eccessivo scandalo a<br />

Ponte. Premesso che l’amministrazione comunale in carica<br />

deve impegnarsi alla ricerca di soluzioni idonee al fabbisogno<br />

idrico, altrettanto la minoranza non deve fare demagogia, ma<br />

affrontare positivamente le realizzazioni di opere pubbliche.<br />

Da buon osservatore ho notato che, quattro consiglieri su<br />

cinque di minoranza, sottoscrittori della mozione, già facenti<br />

parte della precendete amministrazione, nel consiglio comunale<br />

del 9 giugno 2007 sull’approvazione del progetto della<br />

vasca di accumulo di via Roma, al momento del voto, uno<br />

uscì dall’aula e tre si astennero, come se il problema non li<br />

toccasse. Non si può essere i paladini del popolo il 15 settembre<br />

e fuggiaschi o indifferenti all’approvazione del progetto,<br />

circa due anni prima. Faccio anche presente che il mio<br />

ex partito (la Dc), anche nell’era di Beppone e Don Camillo,<br />

sempre dai banchi dell’opposizione, ha votato qualunque<br />

opera pubblica. Concludendo, se veramente i consiglieri di<br />

minoranza hanno a cuore gli interessi del bene<br />

comune, siano più coerenti con il loro operato e<br />

meno faziosi.<br />

Remo Benedetti


14<br />

intervistate il vostro sindaco<br />

“Una variante<br />

per la Polli”<br />

Rinaldo Vanni, 50 anni compiuti il 13 dicembre è il nuovo<br />

sindaco di Monsummano. Appoggiato dal Pd e da una<br />

larga coalizione di centro - sinistra, ha vinto le elezioni con<br />

un ampio discatto dalla seconda lista. Ex dipendente del<br />

Comune è un sindaco che garantisce affidabilità sotto<br />

l’aspetto delle competenze tecniche e amministrative. A<br />

lui il compito di rilanciare un città che fonda quasi tutta la<br />

sua economia su un’importante zona industriale.<br />

Rifiuti urbani<br />

Emilia Cardelli, 75 anni<br />

Cosa intende fare l’Amministrazione<br />

Comunale per risolvere i problemi in<br />

Via Giovanni XXIII per i cassonetti<br />

dell’immondizia e più in generale<br />

per la raccolta differenziata nel Comune<br />

di Monsummano Terme?<br />

Per quanto riguarda i cassonetti è da rilevare<br />

che la strada segnalata dal cittadino è sprovvista<br />

di spazi pubblici , per cui lo spostamento<br />

dall’attuale collocazione, tenuto conto anche dei<br />

numerosi passi carrabili presenti sulla strada e l’assenza<br />

di marciapiedi su entrambi i lati, non è al momento<br />

perseguibile. La possibile e definitiva soluzione potrà<br />

invece essere attuata, con la risposta alla seconda parte della<br />

domanda postami, in ordine alla raccolta differenziata. Infatti,<br />

già dal mese di settembre abbiamo avviato per il centro storico di<br />

Montevettolini la raccolta cosiddetta “spinta” che è la fase intermedia<br />

fra l’attuale raccolta fatta con i cassonetti e il porta a porta.<br />

L’azione che sta promuovendo questa amministrazione è quella<br />

di passare in tempi brevi alla raccolta “porta a porta” su tutto il<br />

territorio e su questo obiettivo ci stiamo già attivando rimuovendo<br />

prossimamente tutti cassonetti.<br />

Rinaldo<br />

VANNI<br />

Sul prossimo numero l’intervista a Borgioli<br />

Prosegue il nostro percorso tra i sindaci della Valdinievole. I cittadini<br />

di Monsummano hanno stuzzicato il sindaco Rinaldo Vanni sui temi<br />

più caldi a Monsummano. <strong>Il</strong> nostro esperimento ha infatti riscosso<br />

molto successo tra i lettori proprio per la sua formula: i cittadini che,<br />

contattati dalla nostra redazione telefonicamente, possono porre<br />

una domanda in piena libertà al sindaco. Potete anche inviarci una<br />

domanda o proposte via mail all’indirizzo: direttore@​ilgiullare​.com. Le<br />

più interessanti le vedrete pubblicate sul giornale ogni mese. Sul prossimo<br />

numero pubblicheremo le domande che i cittadini di Chiesina<br />

Uzzanese prepareranno per il sindaco Marco Borgioli.<br />

Scuolabus<br />

Valentina, 28 anni (email)<br />

Quali iniziative intende adottare il Comune per<br />

risolvere il problema delle gite che venivano<br />

effettuate per l’asilo nido non essendo più<br />

il mezzo di trasporto comunale abilitato<br />

per i bambini sotto i 3 anni?<br />

Stiamo affrontando le problematiche del trasporto scolastico,<br />

non solo per poter ripristinare le gite dei bambini<br />

del nido, ma più in generale per garantire al meglio il servizio<br />

trasporti scolastici. Le valutazioni sulla questione si<br />

sono ulteriormente rese necessarie per far fronte sia per<br />

pensionamento di autisti di scuolabus, sia nella necessità di<br />

sostituire alcuni mezzi di trasporto particolarmente usurati. La<br />

Giunta sta valutando di integrare il servizio, assegnando alcune linee<br />

a soggetto pubblico (es. Copit), con l’obiettivo di mantenerlo e migliorarlo.<br />

Con tale azione è realistico pensare di poter svolgere nuovamente il servizio<br />

per le gite, ovviamente con idonei mezzi per i piccoli monsummanesi.<br />

Parco giochi<br />

Monica Del Verde, 33 anni<br />

Gli spazi attrezzati per il verde sono insufficienti. Quali<br />

sono i programmi dell’Amministrazione Comunale<br />

per dotare la città di parco giochi e verde attrezzato?<br />

Non condivido, del tutto, l’affermazione che a Monsummano il verde sia<br />

insufficiente, fra spazi a verde pubblico (55.000 mq) e verde per lo sport<br />

(70.000 mq.) , determina per la città una “dignitosa” dotazione di aree<br />

attrezzate. Per rafforzarle ulteriormente è in corso di realizzazione, lungo il<br />

fosso Candalla (quartiere Orzali), la sistemazione di una importate area urbana<br />

con la duplice funzione idraulica e verde pubblico che con i suoi oltre<br />

33.000 metri quadrati (equivalente di circa tre campi da gioco), costituirà<br />

uno dei parchi più grandi della Valdinievole. Altro intervento che potrà avere<br />

una sua definizione entro uno due anni è la realizzazione di un parco urbano<br />

in prossimità de “Le Case”. Una serie di nuove previsioni contenute<br />

nell’attuale Regolamento Urbanistico porteranno a una diffusa e puntuale<br />

realizzazione di significative aree verdi (Vergine dei pini, Pozzarello, Cintolese,<br />

Chiesino Ponziani, ecc.).


15<br />

intervistate il vostro sindaco<br />

Occupazione<br />

Vincenzo Amoriello, 52 anni<br />

Quali iniziative ha intenzione di intraprendere<br />

l’Amministrazione Comunale per difendere e far<br />

crescere i livelli occupazionali?<br />

Premesso che in un mondo globalizzato la dimensione del Comune,<br />

ha per sua natura poca incisività sugli aspetti economici, è necessario<br />

che le azioni su cui posso incidere debbano “necessariamente”<br />

essere messe in campo. Al riguardo ho già promosso atti tesi a<br />

ridurre i tempi burocratici. <strong>Il</strong> rafforzamento dello Sportello Unico per<br />

le imprese è stata una azione proprio in tal senso. Poi c’è stata la<br />

recente approvazione in Giunta del mandato agli uffici di predisporre<br />

una variante al Regolamento Urbanistico, per poter permettere alle<br />

aziende produttive, artigianali e commerciali di ampliare la sede attuale,<br />

con l’obiettivo di sostenere gli operatori che hanno necessità<br />

di investire sulla propria struttura. Stiamo approntando una variante<br />

per la realizzazione di un grande magazzino di cui ha fatto richiesta la<br />

ditta “Polli”, che intendiamo far realizzare, per mantenere sul nostro<br />

territorio una azienda importante e particolarmente legata alla nostra<br />

città. Sia la variante generale che quella specifica per la “Polli”, dovranno<br />

essere definite entro la metà del prossimo anno, consapevole<br />

che i “tempi” sono una variabile essenziale se non determinate per<br />

chi intende investire nella propria azienda per cercare di arginare la<br />

grave crisi occupazionale che investe anche la nostra città.<br />

Sicurezza<br />

Antonio Falsarano, 61 anni<br />

Come intende affrontare i problemi della legati<br />

alla sicurezza dei cittadini?<br />

Nel rispondere alla domanda posta dal cittadino, voglio innanzitutto<br />

ringraziare, dalle pagine di questa rivista, l’opera di attenzione e<br />

prevenzione che hanno e stanno svolgendo le forze di polizia presenti<br />

sul nostro territorio (Carabinieri e Polizia Municipale). Ciò fa rilevare,<br />

a parer mio, un grado di elevata sicurezza in città. È necessario<br />

dotare le forze dell’ordine di adeguati strumenti, attivando un<br />

sistema di videosorveglianza nel prossimo anno e rafforzare i controlli<br />

sulle attività presenti sul territorio in modo da prevenire situazioni<br />

incontrollate. Premesso che sono dichiaratamente contrario<br />

alle “ronde”, ritengo che sia necessario effettuare una sensibilizzazione<br />

sui cittadini affinché segnalino eventuali situazioni “degradate”.<br />

E’ del tutto evidente che la sicurezza passa inevitabilmente,<br />

anche dalla sicurezza sociale, cioè sostenere i meno abbienti, dare<br />

risposte a chi cerca un lavoro o la dignità di una abitazione per sé e<br />

la sua famiglia. Dove si ingenera tensione sociale infatti vi è terreno<br />

sicuramente fertile per situazioni di delinquenza. In questo senso<br />

l’amministrazione farà il possibile, ma voglio anche dire , senza<br />

alzare alcuna vena polemica, che le azioni di maggior rilevo è evidente<br />

che sono consegnate al governo centrale, che notoriamente<br />

ha ben maggiori mezzi rispetto ai Comuni.


16<br />

giovani di successo<br />

Consigliere<br />

da record<br />

L<br />

di Diletta Severi<br />

a redazione de <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> si è arricchita di un nuovo,<br />

valido, nonché giovanissimo elemento. Lui è<br />

Lorenzo Vignali, diciottenne, chiesinese doc. Studia<br />

con profitto al Liceo Coluccio Salutati di Montecatini<br />

Terme e vanta un curioso, nonché lusinghiero,<br />

primato: è stato il più giovane candidato<br />

in Italia (con i suoi 18 anni e 47 giorni), ad essere<br />

eletto consigliere comunale. Alla sua prima scesa<br />

in campo, nell’ultima tornata elettorale, si è candidato<br />

in una lista politica ed ottenendo 37 preferenze<br />

è entrato, di diritto, nel consiglio comunale<br />

di Chiesina Uzzanese. La passione per la politica<br />

ha origini lontane, nonostante la giovanissima<br />

età: a 13 anni, seguendo l’esempio della madre<br />

(candidata in una lista civica) e del nonno (nome<br />

conosciuto a Chiesina, consigliere dell’Msi), si<br />

appassiona a questo mondo e alle sue dinamiche.<br />

Desideroso di testare sul campo il proprio<br />

impegno, fonda Azione Giovane a Chiesina Uzzanese,<br />

nello stesso tempo partecipando attivamente<br />

alle associazioni giovanili della Valdinievole<br />

Tra i nostri nuovi collaboratori sono arrivati due studenti del<br />

Liceo Scientifico di Montecatini. <strong>Il</strong> primo Lorenzo Benedetti che<br />

nello scorso numero ha scritto per noi l’articolo sull’originale<br />

iniziativa del preside dell’istituto di parlare in inglese durante<br />

i colloqui. In questo numero vi presentiamo Lorenzo Vignali,<br />

chiesinese come Benedetti, e politico in erba, con un piccolo<br />

record. E’ diventato consigliere comunale per il Pdl, in appoggio<br />

a Marco Borgioli, a soli diciotto anni e 47 giorni: il più<br />

giovane eletto d’Italia, con la passione per il giornalismo<br />

e della Provincia. Poi la decisione di concretizzare<br />

il proprio impegno, candidandosi alle elezioni comunali.<br />

Ci spiega di aver puntato a conquistare i<br />

coetanei e i ragazzi di poco più grandi: durante la<br />

campagna elettorale, ha inviato una lettera a tutti<br />

i giovani chiesinesi (dai 18 ai 25 anni), motivandoli<br />

a votare perché lui potesse diventare il loro punto<br />

di riferimento in consiglio. Nonostante la giovane<br />

età, quindi, la chiarezza di idee e la determinazione,<br />

nonché un forte trasporto hanno fatto sì che<br />

entrasse nell’amministrazione comunale, conquistando,<br />

oltretutto, la stima, il rispetto e la considerazione<br />

dei colleghi più grandi. La passione per<br />

la politica si intreccia a quella per il giornalismo<br />

– non giornalismo di<br />

cronaca, ma giornalismo<br />

socio-politico<br />

- che si corona, oggi,<br />

con la partecipazione<br />

a <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>. Benvenuto<br />

Lorenzo!<br />

A diciotto anni e quarantasette<br />

giorni è stato<br />

eletto in quota Pdl. La<br />

politica e il giornalismo<br />

sono le sue passioni, la<br />

prima è stata ereditata dal<br />

nonno e dalla madre, molto<br />

conosciuti a Chiesina<br />

Uzzanese


Piatto<br />

Ricco<br />

<strong>Il</strong> menù delle feste<br />

<strong>Il</strong> periodo natalizo è sempre legato al buon mangiare e spesso a gennaio, dopo<br />

l’epifania, è tempo di dieta. Volete un consiglio per il pranzo di Natale? Oppure<br />

per il Cenone di S.Silvestro? Ci abbiamo pensato noi de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” a dirvi quali<br />

sono i piatti più prelibati da avere sempre in tavola. Siamo andati così alla ricerca<br />

delle delizie dei locali del nostro territorio. L’osteria “<strong>Il</strong> Panbagnato” ci ha preparato<br />

un primo piatto, il ristorante “Cecco” un dolce natalizio e l’enoteca “Malucchi”<br />

ha abbinato il tutto ai vini e allo spumante che non può mai mancare in tavola.<br />

IL PRIMO PIATTO<br />

CRESPELLE AI FUNGHI PORCINI<br />

<strong>Il</strong> piatto, assolutamente da leccarsi i baffi, è stato preparato dal ristorante<br />

Panbagnato di Federico Pazzini. Si tratta di crepes, preparate<br />

con uova, farina, latte e olio ben miscelate, cotte in pochi secondi<br />

sulla piastra antiaderente. Una volta pronte le crepes, su ognuna si<br />

spalma la besciamella vegetale (solo per i funghi) e si appoggiano i funghi conditi. Rigirata la crespella<br />

il piatto è pronto, sulla quale poi si deve aggiungere ancora besciamella, un pochino di pomodoro<br />

e prezzemolo. E’ un piatto che sarà presente nel menù di S.Silvestro del “Panbagnato”<br />

LA SCELTA DEL VINO<br />

ROSSO BOLGHERI - VILLA DONORATICO<br />

Ha scelto per noi il vino per il pranzo di Natale, Alessio Malucchi, dell’enoteca Malucchi di Pescia. <strong>Il</strong> vino<br />

messo in tavola è un rosso importante di 14 gradi, con una struttura forte, ideale per accompagnare i<br />

piatti delle festività come gli arrosti.<br />

Per il brindisi di mezzanotte a CAPODANNO, Alessio Malucchi, ha scelto per “Piatto Ricco”, uno spumante italiano:<br />

CA’ DEL BOSCO CUVEE PRESTIGE<br />

E’ uno spumante che si distingue per freschezza e morbidezza, che piace molto alle donne, con una confezione<br />

che ricorda quella del Cristal, senza niente togliere ai grandi champagne, durante le feste, si predilige<br />

valorizzare i prodotti italiani di qualità.<br />

IL DOLCE<br />

TORTINO DI GIANDUIA<br />

CON GELATO ALLA CREMA<br />

Federico Schiavelli, titolare del ristorante “Cecco” di Pescia ha consigliato<br />

il dolce ideale per le feste natalizie. Si tratta di un tortino alla crema di<br />

gianduia, servito caldo in tavola, accompagnato con una pallina di crema<br />

di produzione dello stesso ristorante. Importante anche la presentazione,<br />

che deve richiamare i colori della serenità e delle feste, che vengono creati,<br />

affiancando al tortino spicchi di arancio e frutta di stagione.


19<br />

il locale<br />

“Panbagnato”, dove<br />

i campioni sono di casa<br />

Q<br />

uando ti trovi all’interno del locale, sai<br />

già che uscirai con il sorriso sulle labbra.<br />

<strong>Il</strong> “Panbagnato” di Ponte Buggianese,<br />

ha infatti questa filosofia: mangiar<br />

bene, ma anche sentirsi a casa propria<br />

o a casa di amici. L’idea è stata di Federico<br />

Pazzini che il 29 maggio del 2007<br />

(il 29 è il numero di maglia del fratello<br />

Giampaolo), ha deciso di dare vita a un<br />

ristorante tutto suo: buona cucina tipica<br />

toscana con piatti tradizionali tipo<br />

farinata, pappa al pomodoro, pasta<br />

cacio e pepe, baccalà alla griglia, salumi<br />

scelti e pizza con forno a legna.<br />

La particolarità del locale è anche il<br />

rapporto con i clienti e per questo da<br />

un po’ di tempo, Ponte Buggianese e<br />

in particolare il “Panbagnato” è mèta<br />

di tanti personaggi dello sport e dello<br />

spettacolo. Uno è già in casa. Federico<br />

è infatti fratello di Giampaolo Pazzini, il<br />

bomber della Sampdoria, il campione<br />

del calcio di casa nostra e grazie alla<br />

nascita di questo locale, molti amici lo<br />

hanno fatto diventare il loro ristorante<br />

di fiducia. Sono stati seduti a tavola al<br />

“Panbagnato” e ormai ci sono di casa,<br />

infatti Marco Masini, Umberto Tozzi,<br />

i comici toscani Graziano Salvadori,<br />

Massimo Antichi e molti calciatori da<br />

Toni, Frey, Montolivo, Dainelli, Cassano,<br />

Inzaghi, Pirlo, Chiellini, Osvaldo<br />

che hanno lasciato in ricordo delle belle<br />

serate passate a mangiare a Ponte<br />

Buggianese, la loro maglia con dedica<br />

al “Panbagnato”. In più anche molti altri<br />

protagonisti del mondo dello sport<br />

come i giocatori della squadra di basket<br />

dell’Agricola Gloria, i tennisti della<br />

Coppa Davis e il commissario tecnico<br />

della nazionale di ciclismo Franco Ballerini.<br />

Un lunedì al mese, inoltre, al<br />

“Panbagnato” una buona cena diventa<br />

anche una festa con musica dal vivo,<br />

cabaret e, come sempre, tanti ospiti,<br />

diventati ormai amici di Federico<br />

Pazzini e dello staff del ristorante. Per<br />

le festività il “Panbagnato” organizza<br />

il pranzo di Natale e il Cenone di fine<br />

anno con musica live e momenti di esilarante<br />

cabaret. Per il Cenone il menù è<br />

a prezzo fisso al prezzo di 45 euro.<br />

La caratteristica di Federico Pazzini<br />

è quella anche di anticipare le festività,<br />

nelle foto vediamo alcuni momenti<br />

della serata a tema di lunedì 7 dicembre<br />

per gli auguri di Natale. <strong>Il</strong> prossimo<br />

appuntamento è per lunedì 11 gennaio<br />

con la speciale festa in maschera che<br />

anticipa il periodo del Carnevale. Tra<br />

mangiar bene e tipico toscano, ci sarà<br />

da divertirsi.<br />

11 gennaio<br />

Festa in Maschera


20<br />

siamo donne<br />

Vi vestiamo per le feste:<br />

“Alla moda con femminilità”<br />

Cena della vigilia Pranzo di Natale S.Silvestro<br />

Udi Diletta Severi<br />

Un ringraziamento al<br />

negozio “Tarita” in<br />

viale IV Novembre a<br />

Montecatini e alle modelle<br />

Nicole Taddei e<br />

Gemma Galligani<br />

no dei problemi più seri che può colpire una donna, in<br />

maniera più frequente ed acuta rispetto ad un uomo,<br />

è il decidere cosa mettersi per uscire. Se poi, questa<br />

ardua scelta cade in occasioni particolari (compleanni,<br />

cene, primi appuntamenti), si possono registrare<br />

scene di isteria pura. Poiché le feste si stanno inesorabilmente<br />

avvicinando, proponiamo a tutte le donne<br />

affette da questo problema una guida, una sorta di<br />

piccolo manuale di sopravvivenza, per avere la risposta<br />

subito pronta alla fatidica domanda: “Cosa mi<br />

metto?”. Ci siamo rivolti ad una specialista del settore,<br />

Tamara, titolare di uno dei negozi più fashion della<br />

Valdinievole: “Per il prossimo Natale ho scelto mise in<br />

linea con la mia personalità e con lo stile del negozio,<br />

attento non solo a seguire le tendenze ma anche a<br />

crearle, esaltando sempre la femminilità di ogni donna.<br />

Ho selezionato abbinamenti bon ton, eleganti, con<br />

contaminazioni francesi, da indossare, comunque, in<br />

qualsiasi altra occasione diversa dalle festività natalizie,<br />

aggiungendo o togliendo un accessorio per rinnovare<br />

sempre il proprio look”. Vediamo nel dettaglio le<br />

proposte moda per le feste natalizie.<br />

Cena della vigilia<br />

Tamara consiglia un abito a palloncino di raso viola<br />

scuro, abbinato ad una cintura (sempre in raso) che<br />

sottolinea il punto vita, coordinata con la pochette (€ 120) e<br />

con le scarpe in camoscio (€ 115).<br />

<strong>Il</strong> consiglio: abbinare cappotto in tinta stile retrò, tagliato<br />

sotto il seno.<br />

Pranzo di Natale<br />

Tamara suggerisce un abito a trapezio fantasia nero e marrone,<br />

che ricorda le stoffe della nonna rivisitato, però, in un<br />

mood moderno illuminato da piccoli tocchi di luce: il tutto<br />

abbinato ad una giacchina in panno nero a mezza manica e<br />

ad una pochette con applicazioni floreali (€ 78). Oppure, un<br />

abito in seta fantasia con cintura a fiocco (€295) abbinata a<br />

tronchetti blu (€285).<br />

<strong>Il</strong> consiglio: potete sostituire la giacca con un caldo poncho<br />

effetto tricot. Le calze devono essere, rigorosamente<br />

coprenti, in tinta con la scarpa.<br />

Notte di S.Silvestro<br />

Tamara lancia lo slogan «massima resa minima spesa» e propone<br />

un abito nero con bustino in pizzo e gonna a palloncino<br />

(€ 120) da abbinare ad un coprispalle in lurex con manica<br />

a sbuffo anni ‘80, accessori swarovsky (a partire da €17) e<br />

sandali in raso nero con applicazioni floreali.<br />

<strong>Il</strong> consiglio: per rompere con il solito nero, l’alternativa è un<br />

abito in seta color cipria, raffinato e sofisticato.


21<br />

giramondo<br />

“Io nel paese di Babbo Natale”<br />

Servizio a cura<br />

di Simeone Clamori<br />

Esiste un posto in Finlandia dove la<br />

fantasia e lo spirito di bambino che è<br />

dentro ognuno di noi, riprende vita e<br />

ci trasporta nella magica atmosfera<br />

del Natale. Sono le 11:25 quando l’Airbus<br />

319 della Finnair lascia la pista di<br />

Milano Malpensa e sono sufficienti 3<br />

ore di volo per raggiungere Helsinky.<br />

Siamo al nord Europa e la percezione<br />

è data dal sole che fa capolino dietro<br />

all’orizzonte già alle 15:30 e con soltanto<br />

un’ ora e 20 di volo siamo già<br />

a destinazione. L’atterraggio è tutto<br />

un programma: la pista è ghiacciata<br />

e la maestria dei piloti è tale da non<br />

fare percepire alcunché ai passeggeri.<br />

D’altro canto siamo atterrati a Rovaniemi<br />

(66° gradi di latitudine e 25° di<br />

longitudine), dove il gelo e le lunghe<br />

notti regnano sovrane e questo è il fascino<br />

di avere raggiunto “Napapiri”, il<br />

Circolo Polare Artico. Rovaniemi è una<br />

cittadina dalle modeste dimensioni, il<br />

centro è rappresentato da 4 strade:<br />

la zona pedonale di Rovakatu è graziosamente<br />

disseminata di bancarelle<br />

e dove un albero di natale di oltre 5<br />

metri ricorda che siamo nel paese di<br />

Babbo Natale.<br />

<strong>Il</strong> villaggio di Santa Claus<br />

La temperatura, in questo periodi,<br />

si assesta intorno ai -6 gradi, ma i<br />

cambi repentini sono frequenti. La<br />

cittadina di Rovaniemi si affaccia sulle<br />

sponde dell’Ounaskoski nel punto<br />

in cui confluisce con il fiume Kemijoki<br />

e conta circa 35.000 abitanti, ha uno<br />

stile architettonico moderno come del<br />

resto i pochi hotels presenti in città,<br />

in compenso però sono tutti rigorosamente<br />

forniti di tipica sauna finlandese.<br />

<strong>Il</strong> giorno dopo saliamo sul bus<br />

con destinazione Korvatunturi, (una<br />

frazione della città di Rovaniemi) dove<br />

dal 1989 è ufficialmente allestito il villaggio<br />

di Babbo Natale. Basta scendere<br />

dal pullman per farsi rapire dalla<br />

magia del posto: un enorme pupazzo<br />

di neve e numerose sculture di ghiaccio<br />

sovrastano l’ingresso disseminato<br />

di negozi che vendono una quantità<br />

praticamente infinita di articoli da<br />

regalo in tema natalizio e in stile lappone,<br />

un Eden per noi italiani amanti<br />

dello shopping. Al centro del villaggio,<br />

dove un immenso albero carico di luci<br />

bianche cattura la nostra attenzione e<br />

subito dopo l’ufficio di Babbo Natale:<br />

una costruzione il legno e pietra con al<br />

centro un altissimo tetto a punta.<br />

Entriamo e, nell’attesa del nostro turno<br />

ci soffermiamo a guardare le numerose<br />

lettere e foto appese alle pareti, provenienti praticamente<br />

da i quattro angoli del pianeta, una breve attesa e lui<br />

è la, seduto sulla sua grande poltrona di legno foderata di<br />

velluto rosso accanto ad un grosso camino tondeggiante,<br />

ci fa cenno di entrare e ci dedica un po’ del suo tempo per i<br />

consueti convenevoli e le foto di rito. Nel vicino ufficio postale<br />

gli infaticabili elfi lavorano nelle operazioni di apertura delle<br />

lettere e nel preparare le risposte che Babbo Natale invia<br />

puntualmente a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta, poi<br />

abbiamo visitato la tipica abitazione invernale dei lapponi, un<br />

igloo suddiviso in più ambienti dove la temperatura interna<br />

risulta sorprendentemente mite rispetto all’esterno e dove i<br />

suppellettili e le pelli d’orso rendono accogliente anche una<br />

abitazione per noi così estrema. Cogliamo l’occasione per<br />

attendere l’uscita di Babbo Natale sulla slitta trainata da Rudolph<br />

la sua storica renna.<br />

La slitta trainata dagli Husky<br />

<strong>Il</strong> giorno successivo è stata un’escalation di attività tipicamente<br />

polari. Non avrei mai creduto di ritrovarmi a dover<br />

imbracare una renna, tanto meno di guidarla su una slitta.<br />

Tanto per non farci mancare niente, sempre con la stessa<br />

guida, il giorno seguente ci lanciamo in una scorrazzata in<br />

slitta trainata dagli Huski, se le renne sono una passeggiata,<br />

tenere a bada una muta di sei cani è davvero un’impresa.<br />

Sinceramente, a questo punto, non vedo l’ora che arrivi il<br />

mio turno per sedermi al posto del passeggero e scattare<br />

qualche foto, purtroppo i -20°, limitano fortemente l’uso della<br />

machina fotografica senza guanti. Devo ammettere che<br />

il connubio della magia natalizia con la cultura lappone ed<br />

il fascino dei paesaggi di Napapiri, sono stati un’esperienza<br />

che è andata ben oltre le più rosee aspetative. Solitamente la<br />

via del ritorno non è mai carica di entusiasmo, ma mai come<br />

questa ho provato un senso di serenità. Sono passati alcuni<br />

anni da questo viaggio, ma devo ammettere che da allora,<br />

sono tornato a rivivere l’atmosfera del Natale con l’entusiasmo<br />

e il coinvolgimento di un tempo, ritrovando a Rovaniemi<br />

lo spirito di bambino che pensavo di avere smarrito.


22<br />

natale alternativo<br />

“Le nostre feste<br />

vicino a chi soffre”<br />

Servizio a cura<br />

di Diletta Severi<br />

Le persone che abbiamo conosciuto durante questi servizi e<br />

che vi presentiamo dedicano quotidianamente il loro tempo agli<br />

altri. Abbiamo scelto di dar loro voce proprio per Natale, non<br />

certo per originalità, né per “moralizzare” qualcuno ma perché è<br />

bene non dimenticare mai che mentre la nostra vita corre scandita<br />

regolarmente da appuntamenti più o meno rigidi (il lavoro, i<br />

figli, la famiglia, il pranzo di Natale, il veglione di Capodanno) che<br />

sembrano irrimandabili e irrinunciabili, c’è chi opera sempre e<br />

comunque per donare la stessa “quotidianità” a chi per scelta,<br />

per puro caso, per sfortuna durante le feste non ne può godere.<br />

UNA VITA SPESA PER GLI ALTRI<br />

Barelliere all’ospedale di Pescia, vigile del fuoco e volontario alla Pubblica<br />

Assistenza, Gianpaolo, 29 anni, è al suo secondo Natale passato<br />

a lavoro: lo scorso anno era in servizio con i vigili del fuoco, quest’anno<br />

è di turno in ospedale. Ricorda che il 25 dicembre scorso, alle 13<br />

precise, mentre la stragrande maggioranza della gente si apprestava<br />

a mettersi a tavola per trascorrere un<br />

pomeriggio tra tombole, panettoni e<br />

brindisi, lui è partito d’urgenza dalla<br />

caserma dei pompieri perché a Monsummano,<br />

in un’abitazione privata,<br />

era divampato un incendio. Tre ore di<br />

intenso lavoro per evitare che la situazione<br />

prendesse pieghe più drammatiche.<br />

Giampaolo adora quello che fa:<br />

fin da piccolo è stato affascinato dalla<br />

divisa e dalla prospettiva di essere<br />

utile alla società. Quindi, la parola “sacrificio”<br />

non è nel suo vocabolario. Ci<br />

spiega che, quando sei lontano dalla<br />

famiglia per le feste, è difficile “mediare”<br />

con chi ti vorrebbe alla<br />

cena di vigilia o al pranzo di<br />

Natale. Ma alla fine, il buonsenso<br />

e l’amore prevalgono<br />

e il compromesso è d’obbligo:<br />

niente pranzo, ma cena.<br />

Alla fine, al Natale non ci vuol<br />

rinunciare nessuno.<br />

L’UNIONE FA LA FORZA<br />

Erika, Simona, Lorenzo, Gabriele,<br />

Pamela, Fausto, Matteo<br />

e Federico seduti in una<br />

stanza ad aspettrami, sono<br />

felici di potermi raccontare la<br />

loro vita da volontari della Pubblica Assistenza di Borgo a Buggiano<br />

durante le festività natalizie. In coro, subito, precisano un aspetto: il<br />

volontario non conosce il significato della parola sacrificio: non è un<br />

peso il turno di notte, non è un peso passare il sabato sera in servizio<br />

e non è un peso trascorrere vigilia, giorno di Natale, o Capodanno a<br />

disposizione del cittadino. Ci spiega Matteo: “La passione per il servizio,<br />

prima di tutto, e l’unità del nostro gruppo sono le due forti leve<br />

che ci motivano quotidianamente, anche in periodi particolari come le<br />

feste natalizie”. Prende la parola Fausto, il veterano, per raccontarci<br />

aneddoti “natalizi”: ci parla di quando per un Epifania lui e i suoi colleghi<br />

hanno salvato una bambina in crisi respiratoria per colpa di una<br />

caramella o di quella volta, invece, che non ci fu niente da fare perché,<br />

per Capodanno, un uomo aveva deciso di farla finita sparandosi. Ma<br />

ci sono anche gli episodi più leggeri e simpatici, come quello di Erika,<br />

che in servizio per Natale prestò soccorso ad un uomo convinto di<br />

soffrire di un principio di infarto ed, invece, aveva soltanto esagerato a<br />

tavola. Unione, passione, generosità, altruismo non solo con la divisa<br />

ma anche fuori dal “lavoro”: ci racconta Pamela, che durante il servizio<br />

di Babbo Natale (un gruppo di volontari, per vigilia, si travestono<br />

e consegnano i doni ai bambini delle famiglia che ne fanno richiesta)<br />

aveva conosciuto una famiglia disagiata, con un solo regalo per il loro<br />

bambino. <strong>Il</strong> giorno dopo, “Babbo Natale” è ripassato da loro, senza<br />

preavviso e con tanti pacchetti.<br />

NATALE ALLA CARITAS<br />

La signora Elida è da cinque anni responsabile del Centro Ascolto della<br />

Caritas a Montecatini Terme. Un lavoro delicato e difficile, ma estremamente<br />

gratificante il suo. Insieme ad un gruppo di volontari, giovani e<br />

non, si occupa di risolvere direttamente, o mettere in condizione di risolvere<br />

tramite contatti con Comuni, assistenti sociali, ogni tipo di problematica<br />

di persone indigenti. Trecentosessantacinque giorni spesi a<br />

servizio di chi ha bisogno, un occhio di riguardo in più il giorno di Natale.<br />

Per dare una parvenza di normalità a tutti: Elida ci racconta che il pranzo<br />

del 25 è preparato e servito da giovani volontari dell’Azione Cattolica e<br />

che il 26, oltre al pranzo, ci sarà anche la tombola.<br />

Ci dice che per lei non è<br />

un sacrificio dedicare agli<br />

altri il proprio tempo, anche<br />

durante le festività, perché<br />

è un lavoro che gratifica a<br />

tal punto da non farti più<br />

sentire il peso della fatica e,<br />

in certi casi, della frustrazione:<br />

“La gioia di essere riuscita<br />

a far ricongiungere<br />

un bambino di sei anni alla<br />

sua famiglia – spiega Elida<br />

- mi ripaga di episodi spiacevoli<br />

in cui, invece, sono<br />

stata presa in giro da chi voleva, anzi pretendeva, di essere aiutato e<br />

non ne aveva alcun bisogno”. Ad aiutare Elida, la mattina dell’intervista,<br />

ci sono due giovani ragazzi, Genny ed Enrico. Anche loro non sentono il<br />

peso di dover lavorare durante le feste, anzi, consigliano ai giovani come<br />

loro di intraprendere la strada del volontariato, anche se certe volte si<br />

sentono impotenti, e vorrebbero fare più di quello che già fanno.<br />

UN VEGLIONE ALTERNATIVO<br />

Gemma e Giulia sono due sorelle accomunate da una solida passione<br />

per il volontariato: dal 2000, infatti, tra le varie attività che svolgono rivolte<br />

al sociale, passano la notte del 31 dicembre al ricovero di Montecatini<br />

Alto. Una tradizione consolidata, tanto che ormai né l’una né l’altra si<br />

accorgono di svolgere una “buona” azione.<br />

Non è neppure un’abitudine, ma soltanto una “ricorrenza” che ormai<br />

fa parte del loro essere. L’ultimo dell’anno, Gemma e Giulia si recano<br />

al ricovero: non sono mai da sole, ci dicono, perché riescono sempre,<br />

tutti gli anni, a coinvolgere altri amici e parenti a trascorrere un veglione<br />

“alternativo”. Cominciano ad apparecchiare, aiutano le suore, sistemano<br />

la tavola, si intrattengono con gli anziani, mangiano tutti insieme. Finita la<br />

cena, tombola. Raccontano che nei giorni precedenti il veglione, vanno<br />

in profumeria, si autotassano e comprano pensierini di uso comune che<br />

poi diventano i premi del gioco.<br />

Cinque minuti prima della mezzanotte, anziani, suore ed ospiti si trasferiscono<br />

in chiesa e lì passano i primi 10 minuti dell’anno nuovo: è il<br />

momento più significativo dell’intera serata e quello più sentito e partecipato<br />

da tutti.. Ci parlano di un anziano che si ricorda dei suoi trascorsi<br />

da pianobar e intrattiene gli ospiti con la musica, o di una centenaria<br />

iperattiva che è l’ultima ad andare a letto. Una serata intensa, diversa,<br />

che loro affrontano con nessuno spirito di sacrificio. Solo con un sincero<br />

piacere, in un clima di reciproco scambio e arricchimento interiore.


23<br />

io non festeggio<br />

“Mia figlia deve<br />

stare con me”<br />

P<br />

er lei il Natale non sarà una festa.<br />

Sola, obbligata a stare in casa e<br />

con gravi problemi di salute. Flora<br />

Leporatti, 54 anni, vive a Ponte<br />

Buggianese, nella piccola frazione di<br />

campagna di Ponte di Mingo. Nella<br />

vita ha passato molti momenti difficili.<br />

Ad aprile è stata condannata in<br />

primo grado per spaccio, alla pena<br />

di 8 anni di reclusione ed è finita in<br />

carcere. Fino a settembre è stata<br />

rinchiusa nel carcere di Sollicciano e<br />

ora e chiusa in casa al regime di arresti<br />

domiciliari, dove passerà anche il<br />

Natale. Ma non è questo che le provoca<br />

dolore. “Ho una figlia di 16 anni,<br />

che è regolarmente affidata a me.<br />

Sta bene qua a casa e io la voglio<br />

continuare a crescere”. <strong>Il</strong> racconto è<br />

quello di una madre che è consapevole<br />

di aver sbagliato qualcosa nella<br />

sua vita, ma che ha sempre fatto il<br />

possibile per crescere bene le due figlie,<br />

la più grande ha 34 anni, nata da<br />

una precedente relazione. Anche in<br />

passato aveva avuto a che fare con<br />

lo spaccio di droga e il carcere. “So<br />

di aver sbagliato qualche volta, ma è<br />

anche vero che in alcuni casi sono<br />

stata accusata e condannata ingiustamente”.<br />

Flora oggi pensa soltano<br />

figlia. “Ho gravi problemi di salute, mi<br />

sottopongo a dialisi perché ho subito<br />

il trapianto di fegato, ho superato un<br />

tumore. Sento che non ho più forze<br />

nemmeno per pulire”. Di questa<br />

situazione ha messo a conoscenza<br />

anche i servizi sociali. “Non mi hanno<br />

dato risposte concrete. Addirittura<br />

mi hanno offerto 70 euro al mese,<br />

che non ho accettato. Di cosa me<br />

ne faccio? Tiro avanti soltanto con<br />

la mia pensione”. Flora e sua figlia<br />

hanno un ottimo rapporto. La ragazzina,<br />

quando il clima lo permette, va<br />

a fare la spesa anche per la mamma.<br />

“Non voglio che si allontani tanto con<br />

il motorino. Ad esempio, al mattino,<br />

con il freddo di questi giorni la dovrei<br />

accompagnare alla fermata dell’autobus,<br />

ma non mi danno il permesso<br />

per farlo, perché devo stare chiusa<br />

in casa. Così, per fortuna, sua zia ci<br />

aiuta. Ma per Natale, vorrei un regalo:<br />

fatemi stare con mia figlia”.


24<br />

fenomeni<br />

Capodanno<br />

con Paolino<br />

P<br />

aolino Ruffini e tutto il suo Nido del Cuculo<br />

volano allo storico Teatro Verdi di Montecatini<br />

con il grande “Io?Doppio” per un fine anno<br />

da schiantare dal ridere. “Sto preparando un<br />

serata speciale in vista dell’ultimo dell’anno -<br />

dice Paolo Ruffini, regista, interprete e autore<br />

dello show - tengo particolarmente a questo<br />

appuntamento e muoio dalla voglia di scatenarmi<br />

con il mio pubblico, che poi è la vera<br />

anima dello spettacolo”. Quello del Teatro Verdi<br />

a Montecatini sarà un evento assolutamente<br />

unico e originale. Gli ingredienti per questo<br />

clamoroso show ci sono tutti: i famigerati<br />

doppiaggi, la band dal vivo,<br />

nuovi straordinari video del<br />

Cuculo, gli esilaranti monologhi<br />

di Paolo Ruffini,<br />

le sue folli improvvisazioni<br />

col pubblico e<br />

i suoi deliranti quiz,<br />

il grande brindisi<br />

di mezzanotte con<br />

tanto di spumante<br />

per tutti e party cannon<br />

sparati a profusione.<br />

<strong>Il</strong> grande fil rouge è<br />

naturalmente il cinema. La<br />

festa continuerà<br />

dopo la mezzanotte con la Glande orchestra del Nido del<br />

Cuculo che infiammerà la folla a colpi di hit super ballabili anni<br />

‘70, ‘80 e ‘90, sigle di film e cartoni animati. “Niente mi appaga<br />

quanto percepire il puro divertimento del mio pubblico - continua<br />

Paolo Ruffini - la gioia dello stare insieme. C’è qualcosa di magico<br />

nello scoprire la gente, le persone che vengono ai miei show:<br />

sono loro il vero spettacolo.” “Io Doppio” infatti trova la sua anima<br />

ideale nella partecipazione del pubblico, tanto che potrebbe<br />

essere definito il primo reality show teatrale: Ruffini col pubblico<br />

improvvisa, dialoga e interagisce come in un ambito familiare, in<br />

cui la battuta in più ci sta sempre bene. Gli spettatori si trovano<br />

improvvisamente sul palco, dando origine ogni volta a situazioni<br />

folli e imprevedibili. “In giro ci sono alcuni personaggi che si prendono<br />

un po’ troppo sul serio: politici, dirigenti e amministratori in<br />

primis.Io sono convinto che l’autoironia e la risata siano ancora<br />

l’arma più pacifica e semplice che si possa trovare per combattere<br />

la crisi e i problemi che si presentano ogni giorno. La vera<br />

volgarità è la violenza: non troverete mai un nostro doppiaggio<br />

in cui si vede una scena violenta o una goccia di sangue. Non<br />

ho timori dunque nel dire che il nostro è uno spettacolo per tutta<br />

la famiglia”. I doppiaggi realizzati dal Nido del Cuculo contano<br />

innumerevoli imitazioni e stanno impazzando in rete con risultati<br />

da capogiro: si stima che gli utenti del sito nidodelcuculo.tv e<br />

del relativo canale su You Tube abbiano superato i 3 milioni. <strong>Il</strong><br />

dato è facilmente dimostrabile se si pensa che il doppiaggio dei<br />

Teletubbies ha superato le 1.800.000 views, quello di Obama in<br />

10 mesi ha raggiunto le 450.000 views e “Winnie dei Pooh” ha<br />

raggiunto addirittura le 25.000 visualizzazioni in soli due giorni,<br />

proiettando il canale al 5° dei più visti in assoluto. Ma questo<br />

spettacolo non si può né scaricare, né masterizzare: è uno show<br />

che va al di là delle semplici etichette e che ha contato oltre 150<br />

mila spettatori. Un’ occasione imperdibile per trascorrere un San<br />

Silvestro divertente... abbestia, come direbbe Paolino.


25<br />

fenomeni<br />

I doppiaggi del grande cinema sono un cult<br />

Paolo Ruffini, 31 anni, è uno degli artisti toscani di maggior successo.<br />

Esploso con i suoi inimitabili doppiaggi, si è fatto notare in televisione<br />

e al cinema, per la sua grande e spontanea comicità. I nuovi doppiaggi,<br />

che presenterà in esclusiva al Teatro Verdi di Montecatini sono:<br />

John Wayne, alias John Marrazzo, alle prese con i suoi “vizietti”,<br />

Geppetto alle prese con le droghe leggere, Arnold Schwarzenegger<br />

innamorato di Tiziano Ferro; il Gollum de “<strong>Il</strong> Signore degli anelli” e la<br />

stitichezza, poi il mitico “discorso di Obama” che confida le sue origini<br />

pisane e la gustosa presa in giro della “Hello Kitty Mania”, tipo “Ello<br />

Chitti maiala” è ormai un culto.<br />

Importante spettacolo<br />

nella lunga notte di<br />

S.Silvestro. E’ possibile<br />

prenotarsi sul<br />

sito: www.teatroverdimontecatini.it


26<br />

personaggi<br />

“Quando l’Inter<br />

eravamo noi”<br />

I<br />

di Andrea Spadoni<br />

foto a cura<br />

di Cristiano Bianchi<br />

Nelle foto sotto<br />

Colonnese con la<br />

moglie Monica e il<br />

figlio Lorenzo<br />

Per diventare campioni<br />

la prima regola è<br />

il sacrificio. Ronaldo è il<br />

calciatore più forte con<br />

cui abbiamo giocato. Se<br />

Josè Mourinho vince i campionati,<br />

la nostra difesa era<br />

più forte di quella<br />

dell’Inter di oggi.<br />

nsieme hanno alzato una Coppa Uefa e hanno<br />

calcato i campi della Champions League, sfiorando<br />

anche il primo posto nel campionato italiano.<br />

Uno accanto all’altro formavano la coppia difensiva<br />

dell’Inter di Gigi Simoni. E, per rinfrescarvi<br />

la memoria, quell’Inter 1997/98/99, che al centro<br />

dell’attacco metteva in campo un giovanissimo<br />

Ronaldo, in piena forma, il Fenomeno. Stiamo<br />

parlando di Francesco Colonnese, 38 anni e Fabio<br />

Galante, 36, due campioni che oggi si sono<br />

ritrovati in Valdinievole. Due percorsi diversi li hanno<br />

portati dalle nostre parti, due storie di calcio<br />

simili, che più volte si sono incrociate, sia come<br />

avversari, che come compagni di spogliatoio. Fabio,<br />

che è sempre in attività (gioca nel Livorno e<br />

combatte per la salvezza della formazione toscana<br />

allenata da Serse Cosmi) è, insieme a Pazzini,<br />

il calciatore più importante della storia del nostro<br />

territorio. Francesco, attualmente commentatore<br />

di calcio sulle reti Mediaset, è stato “adottato”<br />

da Montecatini, in quanto sposato con Monica<br />

Natali (figlia del manager del basket Gino Natali)<br />

e padre di Lorenzo, 3 anni. Per noi si sono messi<br />

un’altra volta uno accanto all’altro, come quando<br />

con la maglia nerazzurra formavano una diga<br />

invalicabile per gli attaccanti avversari. Lo hanno<br />

fatto in esclusiva per “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”, grazie anche<br />

all’intervento dell’agente Fifa di Ponte Buggianese,<br />

Sokol Haxhia.<br />

Vi siete ritrovati in quell’Inter che sfiorò il<br />

primo posto in campionato, vinse la coppa<br />

Uefa e venne eliminata dalla Champions<br />

dal Manchester. Una delle formazioni<br />

dell’Inter più forti...<br />

Fabio: “Era una squadra molto equilibrata. Avevamo<br />

la fortuna di avere con noi tanti campioni,<br />

tra i quali Ronaldo e in difesa, a fianco a noi<br />

c’era Bergomi, un esempio”.<br />

Francesco: “Nella stagione 1997/98 siamo stati<br />

la difesa meno battuta del campionato con 34<br />

reti subite, tanto che Pagliuca vinse la Saracinesca<br />

d’oro”.<br />

Parliamo di Ronaldo...<br />

Fabio: “E’ un ragazzo speciale e il giocatore più<br />

forte in assoluto che abbia mai visto su un campo<br />

di calcio. Negli anni successivi ho avuto l’occasione<br />

di giocare ad esempio<br />

contro Pato, Kakà, Trezeguet,<br />

Totti, ma nessuno è come lui”.<br />

Francesco: “Mi ricordo quando<br />

dovevamo fare gli esercizi,<br />

tipo passare attraverso dei<br />

paletti, arrivava prima in fondo<br />

Ronaldo con la palla, che noi a<br />

corsa libera. E’ veramente impressionante”.<br />

Mi dite enbrambi qual’è la<br />

dote migliore dell’altro?<br />

Fabio: “Francesco era una<br />

spina nel fianco per tutti gli attaccanti.<br />

La sua grinta e le ca-<br />

pacità fisiche lo rendevano un marcatore unico. Con lui alle calcagna ho<br />

visto gente come Del Piero, Totti e tutti gli altri attaccanti più importanti,<br />

non vedere mai la palla per novanta minuti”.<br />

Francesco: “Fabio di testa è insuperabile ed è intelligente a intuire e anticipare<br />

i movimenti degli attaccanti. In più è molto bravo quando si spinge<br />

in avanti, ha senso del gol”.<br />

<strong>Il</strong> giocatore più difficile da marcare?<br />

Fabio: “Per me è Inzaghi. Non te lo puoi mai dimenticare un attimo, perché<br />

non è lui che va verso la palla, ma la palla verso di lui”<br />

Francesco: “Gabriel Batistuta. Un centravanti fortissimo: veloce, potente<br />

fisicamente e con un fiuto del gol pazzesco. Per fermarlo dovevo mettercela<br />

tutta”.<br />

A chi entrereste in tackle?<br />

Fabio: “Non saprei, ma mi piacerebbe giocare contro Balotelli, secondo<br />

me ha bisogno di capire come ci si comporta nel calcio”.<br />

Francesco: “Io dico Totti. Se un giorno lo dovessi ritrovare come avversario<br />

in una partita di vecchie glorie, ci litigherei di nuovo”.<br />

Oggi molti sognano di diventare calciatori per fare la bella vita,<br />

ma due campioni come voi, cosa pensate? Quali consigli dareste<br />

a un giovane?<br />

Fabio: “Per arrivare a giocare ad alti livelli è necessario sacrificarsi, allenarsi<br />

sempre bene e soprattutto, quando si è molto giovani, dimenticarsi<br />

di quello che fanno gli altri ragazzi della tua età. Oggi mi ritengo fortunato<br />

perché faccio ancora un lavoro che mi piace tantissimo e mi diverte”.<br />

Francesco: “<strong>Il</strong> sacrificio è fondamentale e poi il calcio, già da giovanissimo,<br />

ti isegna a vivere da persona adulta. Fermo restando le qualità che<br />

ci devono essere”.<br />

Però è anche vero che i calciatori piacciono molto alle donne.<br />

Cassano ha dichiarato di averte avute settecento...<br />

Fabio: (ride) Se Cassano ne dichiara settecento, vedendo me quante ne<br />

potrei avere avute? <strong>Il</strong> triplo?<br />

Francesco: “Che domande sono queste? Io sono sposato”.<br />

Francesco è diventato commentatore su Mediaset, tu Fabio invece<br />

cosa vorresti fare quando sarà finita la tua carriera in campo?<br />

Fabio: “Comtinuerò con il calcio. Pensa che mi avevano proposto di<br />

partecipare anche all’Isola dei Famosi, ma ho rifiutato. Credo che farò<br />

il direttore sportivo e, se dopo Diamanti è il mio biglietto da visita come<br />

scopritore di talenti, credo che avrò una carriera fortunata”.<br />

Francesco: “Io non mi fermo qui. Vorrei fare l’allenatore, anzi ho già preso<br />

il patentito e preso farò anche il Supercorso a Coverciano per poter allenare<br />

anche in serie A”.<br />

Montecatini vi piace?<br />

Fabio: “E’ casa mia. Ogni volta che posso torno molto volentieri. Qua ho<br />

la mia famiglia, Fernando che mi fa i capelli e amici”.


Nelle foto Francesco<br />

Colonnese e Fabio Galante<br />

insieme al Gambrinus<br />

Francesco: “E’ una bella città, ci si sta bene. Forse mancano<br />

le idee per valorizzare le attività dei giovani”.


28<br />

la bizona<br />

Margine Coperta<br />

l’ombelico del<br />

calcio giovanile<br />

Servizio a cura<br />

di Roberto Grazzini<br />

Per molti la Polisportiva Margine Coperta è solo una catena di<br />

montaggio, una bella fabbrica di campioni, una società da emulare<br />

o da invidiare. Perchè alla fine chi vince tanto sta sempre sulle<br />

scatole. Difficile per chi vive al di fuori della realtà Margine capire i<br />

reali meccanismi che regolano un congegno calcistico quasi perfetto.<br />

Ma forse vedendo questo gruppo di amici seduti a tavola, in<br />

maniera davvero poco formale, ridere e scherzare, è più facile del<br />

previsto. L’idealista è il più temibile degli uomini, specie se mosso<br />

da spirito goliardico, al limite delle “zingarate” tanto care al Maestro<br />

Monicelli. Chi meglio di Giancarlo Brizzi, uno dei cosidetti padri<br />

fondatori della società può spiegare l’arcano.<br />

“Come il sogno di Renzo<br />

divenne una bella realtà”<br />

Era il caldo Luglio del 1982 mentre si stavano giocando<br />

due battaglie importanti ma diametralmente<br />

opposte. In Spagna l’Italia di Bearzot sarebbe diventata<br />

per la terza volta Campione del Mondo, a Pisa<br />

Renzo non ce l’avrebbe fatta a vincere un male che<br />

lo aveva attaccato subito dopo la incredibile sconfitta<br />

della Fiorentina a Cagliari che avrebbe consegnato lo<br />

scudetto alla Juventus (rubato … secondo i fiorentini),<br />

era il 26 di Maggio 1982. Si, ironia della sorte,<br />

l’ultima cosa che abbiamo visto insieme, io e Renzo,<br />

in una camera dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, è<br />

stata proprio la finale della Coppa del Mondo e l’urlo<br />

incontenibile di Marco Tardelli dopo il Suo goal vincente.<br />

<strong>Il</strong> 19 Luglio, Renzo ci avrebbe definitivamente<br />

lasciato. Aspettavamo di poter finalmente inaugurare<br />

il Campo Sportivo a Margine Coperta, che Renzo<br />

da giovanissimo Assessore allo Sport (aveva solo 28<br />

anni) era riuscito a far costruire … senza riuscire a vederlo<br />

finito. E’ sull’onda dell’emozione di questi due<br />

eventi così lontani ma assurdamente vicini, che io,<br />

insieme agli amici più stretti di Renzo, (il Nene, Uge,<br />

Walter, Mario, Franco, Leandro) decidemmo di ralizzare<br />

quello che Renzo avrebbe sempre voluto fare:<br />

Tanti gli allenatori che si sono alternati alla guida delle<br />

giovanili del Margine. I precursori furono Gigi Tonani<br />

e Aquilino Bonfanti, grandi ex professionisti , che iniziarono<br />

a costruire le fortune del club. A<br />

Marino Buffetto, (ora alla guida della<br />

prima squadra) va il merito di aver vinto<br />

il primo titolo regionale. Ma chi ha fatto<br />

(e sta facendo) incetta di trofei è Marco<br />

Nerozzi (nella foto a destra), da 8<br />

stagioni condottiero delle due formazioni<br />

Giovanissimi. Sotto la sua gestione<br />

sono arrivati 5 titoli regionali, 2 secondi<br />

posti alle finali nazionali, 2 Coppe Cerbai<br />

(l’equivalente del titolo toscano) con i<br />

Giovanissimi B, quattro Nike Cup regionali<br />

e 2 finali nazionali della manifestazione,<br />

di cui l’ultima finendo imbattuta al cospetto delle formazioni<br />

professioniste. Nato a Pistoia nel 1953, fa tutta<br />

la trafila delle giovanili della società arancione,. A 16 anni<br />

debutta in prima squadra per passare poi al Ravenna.<br />

Torna alla Pistoiese per tre stagioni. Le altre tappe sono<br />

Massese, Prato, Viareggio e Poggibonsi. Un infortunio<br />

un luogo ideale dove far giocare e crescere gli “uomini” di domani, riprendendo una<br />

Sua creatura degli ultimi anni, che era appunto la Polisportiva Margine Coperta. La<br />

prima chiara indicazione della strada da percorrere la indicò un’altra figura fondamentale<br />

di questa storia, il Sindaco Mario Bonelli, con cui Renzo era stato Assessore<br />

(ed amico/collaboratore fondamentale), il giorno della inaugurazione, consegnando<br />

le chiavi dell’impianto a due bambini, facendo intendere chiaramente, che l’impianto<br />

sarebbe stato destinato, prioritariamente, a loro. Dopo 27 anni direi che la missione è<br />

da ritenersi ampiamente centrata. Sono infatti ancora quel manipolo di 5/6 persone<br />

che, dedicando tutto il loro tempo libero, la loro passione ed il loro cuore, sentendosi<br />

ancora Renzo accanto, gioiscono e si compiacciono nel vedere oltre 400 bambini e<br />

ragazzi che calcano tutti i giorni i campi ed i campetti che costituiscono il bellissimo,<br />

ed invidiatissimo, Centro Sportivo “Renzo Brizzi”.<br />

Giancarlo Brizzi<br />

Marco Nerozzi, segni particolari: vincente<br />

ai legamenti del ginocchio chiude un’onorevole carriera di giocatore. Diventa istruttore<br />

Isef e fa il corso da allenatore. Aggiungerà poi la specializzazione di preparatore atletico.<br />

Personalità spiccata, diplomatico quanto basta, è il classico giocatore intelligente con<br />

i piedi buoni, nato per insegnare calcio. <strong>Il</strong> comitato provinciale della Figc gli<br />

affida il compito di guidare le rappresentative giovanili e quindi lo ingaggia il<br />

Ramini, che a quei tempi era il top a livello di settore giovanile. Altre buone<br />

stagioni a cui segue l’ennesimo ritorno nella sua Pistoiese, facendo anche<br />

il secondo in prima squadra. La ciliegina sulla torta è l’approdo alle finali<br />

nazionali alla guida della Primavera di cui è capitano Valiani (ora a Bologna).<br />

<strong>Il</strong> divorzio, a malincuore, arriva con la retrocessione ma si rivela una fortuna<br />

perchè Antonio Bongiorni lo vuole a tutti i costi . “All’inizio non ero convinto<br />

- ammette il trainer pistoiese - perchè pensavo che due caretteri forti come<br />

il mio e quello di Antonio andassero poco d’accordo. Mi sbagliavo di grosso.<strong>Il</strong><br />

tempo ed i risultati lo hanno dimostrato”. Dell’esperienza a Margine è<br />

entusiasta “Qui si lavora agli stessi standard di una società professionista,<br />

sotto tutti i punti di vista. Un allenatore è contiuamente stimolato a far bene<br />

e questo va a vantaggio della qualità. Inoltre la pazienza, intesa nel far crescere il ragazzo<br />

senza bruciarlo, è l’altra qualità vincente di questa società, difficilmente riscontrabile<br />

in altri ambienti” Su un aspetto si rivela un allenatore atipico come lui stesso spiega.” Al<br />

ragazzo metto a disposizione la mia esperienza e le mie conoscienze . Però quando il<br />

ciclo si chiude, stacco il cordone ombellicale. La porta resta però aperta se il giocatore<br />

avrà bisogno in futuro dei miei consigli”


29<br />

la bizona<br />

Da Zenga a Pazzini: storia di uno scopritore di talenti<br />

Ad Antonio Bongiorni, classe 1947, massese<br />

purosangue di professione scopritore di talenti, da<br />

piccolo il calcio non piaceva più di tanto. Si divertiva<br />

e vinceva parecchio, da esordiente, correndo in<br />

bici. Poi a 14 anni, trascinato dagli amici, prova col<br />

calcio. <strong>Il</strong> sinistro è buono. Mette la palla dove vuole.<br />

Comincia nella Sarzanese, e quindi passa alla più<br />

quotata Massese, vincendo il titolo europeo con<br />

la Nazionale Juniores a Belgrado. Poi lo prende la<br />

Reggina dove resterà per sei stagioni. Nel mezzo la<br />

parentesi di Palermo ed a seguire Ancona, di nuova<br />

Massese, Lucchese e Spezia. A 33 anni, dopo<br />

la morte del padre, appende le scarpe al chiodo.<br />

<strong>Il</strong> calcio è diventato il suo mondo. La carriera da<br />

allenatore però non la vuole intraprendere “Non mi<br />

piace il ruolo di quello che toglie un ragazzo per<br />

metterne un altro, o, ad esempio fare le convocazioni<br />

- ammette - sono quei carichi di responsabilità<br />

di un tecnico che non ho mai digerito”. L’amico<br />

ed ex compagno di squadra nella Reggina Nedo<br />

Sonetti che va ad allenare la Sambenedettese ha<br />

una felice intuizione “Perchè non vieni con me e<br />

fai l’osservatore per la societa?”.Antonio non se la<br />

fa ripetere due volte e dimostra subito di saperci<br />

fare. <strong>Il</strong> primo giocatore che segnala è un portiere<br />

di vent’anni dal carattere impossibile,visto all’opera<br />

in Savona - Cuneo. Si chiama Walter Zenga,<br />

ovviamente ingaggiato la stagione successiva per<br />

la Sambenedettese. Poi Sonetti va a Bergamo,<br />

all’Atalanta e Antonio lo segue. In quel periodo l’ex<br />

portiere gialloblu, responsabile del settore giovanile<br />

del sodalizio orobico sta cercadno un punto d’appogio<br />

in Toscana dove formare una sorta di società<br />

strettamente legata all’Atalanta. Dino Fedi, allora<br />

tecnico delle giovanili del Margine Coperta, propone<br />

a Bongiorni la propria società. Randazzo e Previtali,<br />

i boss di allora del club lombardo approvano la scelta.<br />

Così inizia una “love story” tra la piccola frazione<br />

della Valdinievoole e l’Atalanta che dura ormai da<br />

28 anni come quella tra Bongiorni e la dirigenza del<br />

club. “Ho avuto l’onore di conoscere una persona<br />

eccezionale come il compianto presidente Domenico<br />

Nerini - tiene a sottolineare Bongiorni ricordando<br />

il suo insediamento - e un gruppo dirigenziale di veri<br />

amici formato fra gli altri da Carlo Giuntoli, Giancarlo<br />

Brizzi, Eugenio Michelotti, Franco Niccoli, Walter<br />

Cardelli e tante altre persone con cui ho instaurato<br />

un rapporto incredbile e con cui tuttora mi scontro<br />

per i problemi che giornalmente nascono in una societò di calcio. Ci confrontiamo, magari<br />

a voce alta, ma alla fine la soluzione si trova. Se il Margine ha raggiunto certi livelli il merito<br />

è principalmente loro”. Antonio è il direttore generale della Polisportiva Margine Coperta e<br />

uno dei migliori osservatori dell’Atalanta Bergamasca Calcio. Nel suo studio, di fianco alla<br />

sede campeggiano tutte le maglie e le di coloro che dal centro “Renzo Brizzi” hanno spiccato<br />

il volo verso lidi prestigiosi. “La gente pensa a Pazzini, Pisani, Guarente, Vannucchi,<br />

Rossini, Pagano o Pugliesi ma sono solo la punta dell’iceberg. In questi anni - dice - sono<br />

almeno una cinquantina i ragazzi cresciuti nel Margine approdati nei campionati professionisti.<br />

<strong>Il</strong> primo fu, non per parentela ma per doti, mio nipote Massimiliano. Atalanta, Legnano,<br />

Arezzo, imperia, Carrarese, Sangiovannese e Colligiana le tappe di una carriera che sta<br />

chiudendo, alle soglie dei 40 anni cercando di portare in D la Massese”. Li ricorda tutti, uno<br />

per uno, e li sente ancora. Castelli, Frati,Fiaschi, Vargiu, Pellegrini e via discorrendo fino ai<br />

più giovani Marconi, Gentili e Bonaventura “<strong>Il</strong> mio grosso rimpianto - spiega con una punta<br />

di amarezza - è per Matteo Capecchi, il primo a giocare all’estero (nel Bellinzona) dopo le<br />

esperienze con Atalanta e Vicenza. Poteva avere una carriera ancora più luminosa ma diciamo<br />

fattori esterni glielo hanno impedito”. Su quella che invece è stata la sua più grande<br />

soddisfazione risponde in maniera sibillina “Ce ne sono state tante ma la più grande è quella<br />

che deve ancora arrivare”. In chiusura lancia una frecciatina al calcio che conta “Quando<br />

le grandi società, finita l’era mediatica, si accorgeranno dell’importanza dei settori giovanili,<br />

potrebbe essere troppo tardi. Credo sia meglio correre ai ripari adesso”.<br />

<strong>Il</strong> Direttore Generale del Margine Coperta, Antonio Bongiorni


30<br />

la bizona<br />

Le qualità di una grande scuola calcio<br />

Sopra Emilio Fanucchi, responsabile della Scuola Calcio<br />

del Margine Coperta<br />

L’immancabile sigaretta all’angolo della bocca , le<br />

mani in tasca e lo sguardo fisso sul terreno di gioco, in<br />

assorta meditazione. Questo è il ritratto di Emilio Fanucchi,<br />

uno che , fra una parentesi e l’altra ha scritto<br />

18 anni di storia della Polisportiva Margine Coperta.<br />

Classe 1943, nato , cresciuto e tuttora residente a<br />

Porcari, con alle spalle una lusingiera carriera nei<br />

professionisti (Carrarese, Ternana, Empoli , Pistoiese<br />

e Verona) dopo aver allenato a lungo le formazioni<br />

allievi e giovanissimi del club nerazzurro, Fanucchi ha<br />

assunto la carica in queste ultime stagioni di responsabile<br />

della scuola calcio . Un ruolo delicato perchè<br />

adesso si comincia molto presto a giocare al pallone<br />

e la scuola calcio deve servire come solida fondamen-<br />

ta per costruirvi sopra l’intero settore giovanile . Ed in questo caso l’aspetto ludico<br />

e sociale supera di gran lunga l’aspetto prettamente tecnico . E’ un lavoro certosino<br />

che ha delle regole ben precise come spiega lo stesso Fanucchi. “La nostra scuola<br />

calcio - dice - è frequentata da ben 330 bambini e siamo iscritti con 15 squadre<br />

alla Delegazione F.I.G.C. Provinciale di Pistoia. <strong>Il</strong> nutrito staff tecnico è composto<br />

da 12 istruttori qualificati, allenatori di Base, istruttori C.O.N.I. elaureati ISEF . Alcuni<br />

di questi seguono più squadre. La nostra scuola calcio lavora con il metodo dettato<br />

dalla F.I.G.C. Settore Giovanile Scolastico direzione da Roma, per cui a partire dai<br />

gruppi Primi Calci(2002-2003-2004) a ogni istruttore vengono affidati un massimo<br />

8-9 bambini. Dai Pulcini anno 2001- 2000-1999 ad ogni istruttore viene affidata una<br />

squadra composta dal numero di ragazzi adeguato alla categoria di cui fanno parte.<br />

Gli Esordienti anno 1998 e 1997 sono seguiti da allenatori di Base ed i gruppi sono<br />

composti da 18 ragazzi come esige il metodo sopra citato”. Emilio, gran mangiatore<br />

di dolci, è uno che ride e scherza sempre. Meno che quando si parla del suo lavoro e<br />

su certi principi non transige “La scuola calcio “Chicco Pisani” della Pol. Margine<br />

Coperta - prosegue per cultura esige regole ben precise. 1-Massima attenzione ai<br />

bambini con problemi di qualsiasi genere. 2- Durante le gare dei mini campionati, ogni<br />

bambino deve prendere parte alla gara in ugual misura di tempo pari per tutti i bambini<br />

partecipanti. 3- Alle gare ufficiali nei campionati ai quali partecipiamo le nostre squadre<br />

si devono presentare con il massimo numero di bambini consentito dalla F.I.G.C. La<br />

prima selezione tecnica la affrontiamo a livello di Esordienti “B” primo anno. Tengo a<br />

precisare che questa selezione viene effettuata per dare modo ai ragazzi di allenarsi in<br />

modo equo e di pari qualità calcistica in quella che viene definita l’omogeneità di lavoro.Preciso<br />

che durante l’annata calcistica con questa categoria siamo invitati a prendere<br />

parte a tornei Nazionali rappresentando la Società Atalanta B.C. e per questo<br />

motivo dobbiamo formare delle selezioni per competere con le più blasonate Società<br />

Professioniste. Di tutto questo sono informati i genitori dei ragazzi che frequentano la<br />

nostra scuola calcio, perchè ogni inizio di stagione calcistica facciamo delle riunioni<br />

con i genitori per informarli sulla gestione del gruppo. Non è detto che chi giochi qui<br />

da noi debba diventare obbligatoriamente un campione . Ma un un uomo sì”.<br />

Ma l’importante non è solo vincere<br />

Aggregazione, sostantivo di cui spesso ci riempie la bocca,<br />

magari per secondi fini o per mera retorica. Contano<br />

la pratica e soprattutto i fatti, come la bella storia che<br />

viene sempre dagli impianti “Brizzi”. La squadra in questione<br />

è quella dei Pulcini del 2000 del Margine, allenata<br />

da Claudio Bartolini e Fedrico Pazzini, che può contare<br />

su un dirigente eccezionale del calibro di Christian Progni.<br />

E’ lui che compila la nota e carica la squadra, assieme<br />

all’immancabile mascotte Filippo prima di entrare in<br />

campo. <strong>Il</strong> suo pupillo è ovviamente il fratellino Giuliano.<br />

Christian è un ragazzo meno fortunato dei suoi coetanei<br />

solo per certi versi. Per altri aspetti è decisamente da<br />

prendere come esempio. Fra l’altro gioca anche molto<br />

bene a basket ed uno scolaro diligente. Bravo!<br />

A destra foto di gruppo della formazione Pulcini 2000<br />

con gli istruttori Claudio Bartolini e Federico Pazzini


32<br />

Uno tra questi sarà<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> dell’anno”<br />

il giullare dell’anno<br />

di Andrea Spadoni<br />

Daniele Bettarini<br />

E’ il sindaco “popolare” che la<br />

gente di Borgo a Buggiano sente<br />

vicino. Ne è stato dimostrazione<br />

il clamoroso risultato con il quale<br />

si è confermato alla guida del<br />

comune, vincendo le elezioni con<br />

oltre il 70 per cento dei voti. Con<br />

un passato anche nel calcio è attivo<br />

anche nelle iniziative legate<br />

allo sport e attento ai giovani e<br />

alle loro esigenze. Originale il sistema<br />

che ogni tanto utilizza per<br />

comunicare con la popolazione<br />

attraverso Facebook.<br />

Eleonora Di Miele<br />

E’ la donna più conosciuta della<br />

Valdinievole e sicuramente quella<br />

che nell’ambito dello spettacolo<br />

ha avuto più successo. Eleonora<br />

Di Miele attualmente è nel casti di<br />

Centovetrine e lavora in altri importanti<br />

progetti cinematografici.<br />

La sua scalata sia in televisione,<br />

che come attrice, è stata seguita<br />

sempre con interesse da tutti.<br />

Questo lo ha fatto senza mai abbandonare<br />

le sue radici, la conferna<br />

è la fondazione della scuola<br />

Art dance show.<br />

Giampaolo Pazzini<br />

E’ il campione assoluto del calcio<br />

Valdinievolino di questi anni. <strong>Il</strong><br />

“pazzo” è un idolo e il simbolo per<br />

i ragazzini che iniziano a giocare<br />

a calcio con il sogno di arrivare<br />

in serie A. Giampaolo, cresciuto<br />

nel Margine Coperta, ha giocato<br />

nell’Atalanta, nella Fiorentina ed<br />

è definitivamente esploso con la<br />

maglia della Sampdoria, formando<br />

insieme a Cassano una coppia,<br />

spesso paragonata a Vialli e<br />

Mancini. <strong>Il</strong> sogno di tutti noi è di<br />

vederlo ai mondiali.<br />

Giovanni Moschini<br />

E’ l’uomo che ha regalato una<br />

nuova vita a tanti giovani finiti<br />

dell’incubo della tossicodipendenza.<br />

Ed è, per molti, l’immagine<br />

della speranza e di chi fa veramente<br />

atti concreti per chi soffre<br />

e chi ne ha bisogno. Giovanni<br />

Moschini è il fondatore infatti del<br />

Gruppo Valdinievole, stuttura che<br />

si trova a Ponte Buggianese e<br />

Macchino, che ospita molti ragazzi<br />

che arrivano da ogni parte<br />

d’Italia e d’Europa, per ricominciare<br />

a sognare.<br />

Giuseppe Bellandi<br />

E’ il simbolo del cambiamento a<br />

Montecatini. Quando tutti ormai<br />

davano per scontata la riconferma<br />

della coalizione di centro<br />

destra al governo della città termale<br />

e quindi la vittoria di Alberto<br />

Lapenna, lui è invece riuscito, al<br />

ballottaggio, a ribaltare il pronostico<br />

diventando sindaco e riportando<br />

il governo a centro-sinistra<br />

dopo dieci anni. Ora a Giuseppe<br />

Bellandi spetta il compito più difficile,<br />

cioè dare conferma ai cittadini<br />

delle loro speranze.<br />

Gino Natali<br />

La Valdinievole è la patria della<br />

pallacanestro e lui è sicuramente<br />

l’immagine più importante di<br />

questo sport a Montecatini. Gino<br />

Natali, prima da giocatore e poi<br />

come dirigente, ha fatto grandi i<br />

colori rossoblù, diventando poi<br />

uno dei manager di maggior successo<br />

in Italia, ricoprendo il ruolo<br />

di Gm, sia nella Virtus Roma, che<br />

nell’Armani Jeans. Proprio di poche<br />

settimane fa è la notizia che<br />

Natali è tornato a lavorare per la<br />

Virtus come consulente.<br />

Vinca il migliore<br />

Ci siamo. Sono due mesi che<br />

scriviamo sia sulle pagine del nostro<br />

giornale, che sul sito internet<br />

(www.ilgiullare.com), ma anche<br />

sull’ormai immancabile profilo di<br />

Facebook, che potevate scegliere<br />

il vostro personaggio della Valdinievole<br />

preferito. Nell’ultimo mese<br />

vi abbiamo segnalato i nomi che<br />

avevano ricevuto più preferenze e,<br />

mentre tutti noi stiamo facendo il<br />

conto alla rovescia per il giorno del<br />

nostro primo evento e della premiazione,<br />

gli ultimi voti decideranno<br />

chi sarà “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> dell’anno”. <strong>Il</strong><br />

primo. Un po’ come l’Uruguay, la<br />

prima nazionale ad aggiudicarsi il<br />

campionato del mondo di calcio,<br />

nel lontano 1930, che alzò al cielo<br />

quella coppa che all’epoca portava<br />

il nome di Jules Rimet, l’inventore<br />

del torneo. Ed è proprio<br />

questo il punto di questo concorso<br />

da noi ideato, vogliamo che sia<br />

il nostro campionato del mondo,<br />

perché il nostro mondo (anche<br />

per quelli come me che professionalmente<br />

si impegnano fuori<br />

dalla terra natale) è la Valdinievole<br />

(e presto abbiamo intenzione<br />

di scavalcare anche il Serravalle).<br />

E “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> dell’anno” sarà, per<br />

noi e per voi che con pazienza ci<br />

leggete ogni mese, quel momento<br />

che fissa tutte le nostre stagioni, i<br />

volti che le hanno segnate, i personaggi<br />

che si sono distinti in un<br />

modo o nell’altro e che avete voluto<br />

premiare esprimendo la vostra<br />

preferenza. Fare un giornale, solo<br />

sei mesi fa, per tutti noi della redazione<br />

e per gli imprenditori che<br />

ci hanno investito, era un sogno.<br />

<strong>Il</strong> 30 maggio scorso, questo sogno<br />

si è avverato ed è stato come<br />

partorire un figlio, l’avevo scritto<br />

nel primo editoriale (il primo della<br />

mia vita) e come è descritto anche<br />

nell’immagine del neonato sulla<br />

copertina. Oggi quel bambino è<br />

un adolescente, un <strong>Giullare</strong>. Facciamolo<br />

crescere ancora.


33<br />

la nostra beneficenza<br />

Su un’ “Appia”<br />

il sogno si avvera<br />

di Benedetta Lotti<br />

I<br />

l 10 ottobre 1976 alcuni volontari, avendo con sé soltanto pochi<br />

soldi, una vecchia ambulanza Appia e tanta voglia di aiutare gli<br />

altri, si riunirono in piazza del Bestiame a Borgo a Buggiano e<br />

dettero vita alla Pubblica Assistenza Avis.<br />

Ad oggi l’Associazione richiama circa 200 volontari, 3766 soci,<br />

un ambulatorio di Soccorso Pubblico che prevede la presenza<br />

fissa di un dottore in sede a disposizione dei cittadini dalle nove<br />

la mattina alle sette di sera, a spese dell’Avis.<br />

Da settembre è attivo anche un Banco Alimentare in convenzione<br />

con la Coop di Borgo a Buggiano che fornisce i prodotti<br />

a scadenza breve alle<br />

famiglie segnalate dalle<br />

assistenti sociali. Un<br />

servizio importante che<br />

impegna tanti volontari<br />

e che sta dando degli<br />

ottimi risultati in tutto<br />

il paese di Buggano.<br />

“All’inizio alla base c’era<br />

lo spirito di far qualcosa<br />

per gli altri che non<br />

esisteva nel territorio<br />

- spiega al “<strong>Giullare</strong>”<br />

Brunero Bruni, 61,<br />

Presidente Fondatore<br />

dell’Associazione. “Oggi<br />

è un’associazione che coinvolge anche i ragazzi della zona, molti<br />

dei quali seguono i Corsi gratuiti di primo soccorso,organizzati<br />

qua all’Avis, e poi diventano volontari. Speriamo che per molti di<br />

loro sia un punto di ritrovo, per questo abbiamo allestito all’interno<br />

anche un punto Internet.” Anche i piccoli sogni possono<br />

portare lontano e così la vecchia ambulanza Appia del ’76 ha<br />

portato l’Avis ad avere, oggi, un parco macchine di 5 ambulanze,<br />

2 mezzi attrezzati , 2 autovetture, 1 pulmino. Una piccola goccia<br />

nell’oceano, ma anche senza questa goccia l’oceano non esisterebbe.<br />

La Pubblica Assistenza Avis di Borgo a Buggiano è l’unica<br />

associazione della Valdinievole formata soltanto da Volontari.<br />

DONAZIONI DEL SANGUE<br />

L’Avis di Borgo a Buggiano sta raggiungendo il record di 1000<br />

donazioni complessive in un anno.<br />

Tutte le persone di età compresa che abbiano raggiunto la<br />

maggiore età,siano in buona salute e pesino più di 50 kg<br />

possono donare. Si può decidere se donare sague intero<br />

oppure una parte di esso con la aferesi di plasma,globuli<br />

rossi,bianchi o piastrine.<br />

La lotta alla droga<br />

del “Gruppo”<br />

L’<br />

associazione Gruppo Valdinievole è nata nel 1989<br />

dalla volontà di poche famiglie per contrastare il<br />

fenomeno droga ed è stata fondata da Giovanni<br />

Moschini. Dal 1989 la prima sede del Gruppo<br />

Valdinievole è stata ed è tuttora presso la locale<br />

sede della Società di Soccorso Pubblico a Montecatini<br />

Terme, dove ancora opera la Segreteria<br />

del Gruppo. Qui venivano svolti i primi colloqui<br />

ai ragazzi che intendevano affrancarsi dalla droga.<br />

Nel maggio del ’93,<br />

le famiglie costituirono<br />

una cooperativa sociale<br />

per garantire un lavoro<br />

ai ragazzi che pur cercandolo,<br />

stentavano a<br />

trovare una qualsiasi<br />

sistemazione. La Cooperativa<br />

Sociale Valdinievole,<br />

finanziariamente<br />

del tutto autogestita è<br />

oggi una realtà consolidata che permette agli stessi ragazzi la<br />

possiblità di lavorare autonomamente e che consente di guardare<br />

al loro futuro con fiducia. Grazie a una sempre più intensa<br />

collaborazione fra privato-sociale e strutture pubbliche, nel ’97,<br />

su richiesta del Servizio tossicodipendenze della locale Azienda<br />

sanitaria, l’Associazione assunse la gestione, insieme ad operatori<br />

pubblici, di un appartamento dove ospitare ragazze tossicodipendenti<br />

e in grave disagio, seguite 24 ore su 24 da operatrici.<br />

<strong>Il</strong> sindaco del Comune di Massa e Cozzile insieme alla Regione<br />

e alla Prefettura, alla Asl 3, nel Luglio del ’96 affidarono al Gruppo<br />

una struttura in località Cannelleto. Riconoscendo allo sport<br />

una funzione fortemente rieducativa per il recupero dei ragazzi,<br />

una delle fasi attraverso le quali avviene il recupero stesso dei<br />

giovani, nel 1998 si è costituita la squadra di calcio che milita in<br />

un torneo UISP, e che ha vinto la coppa disciplina per ben due<br />

anni consecutivi.<br />

www.gruppovaldinievole.it


34<br />

l’evento<br />

Una lunga serata<br />

non solo da ridere<br />

Nella foto “I Soliti Soggetti”<br />

Anna e Francesco Palmieri<br />

Èl’evento che chiude i primi nostri sei mesi di<br />

vita, prima di iniziare con voi anche il 2010.<br />

Per questo abbiamo deciso di farlo con una<br />

grande manifestazione, dove si potessero<br />

trovare tutti insieme i personaggi che sono<br />

apparsi sulle nostre (e vostre) pagine. La serata<br />

è un mix tra momenti istituzionali, buona<br />

cucina e cabaret. La location per questo<br />

non è caso “La Fattoria Medicea”, villa storica<br />

di Monsummano. Oltre alla premiazione del<br />

“<strong>Giullare</strong> dell’anno”, tanti saranno i momenti<br />

da ricordare. Direttamente dal Keller Platz<br />

di Prato, saranno ospiti “I soliti soggetti”,<br />

duo comico toscani, formato dai fratelli Anna<br />

e Francesco Palmieri, che presenteranno il<br />

loro caratteristico ed esilarante show. Con<br />

esperienze a Zelig Lab on the road e Colorado<br />

Café Warp up, sono assolutamente tra gli<br />

artisti emergenti della nostra regione e hanno<br />

vinto anche importanti concorsi nazionali,<br />

arrivando a conquistare anche il prestigioso<br />

“Ettore Petrolini”. Ringraziamo inoltre il nostro<br />

amico pittore, ideatore della Pop Heart, in arte IHO, Aleandro<br />

Roncarà, che ha disegnato il primo “<strong>Giullare</strong> dell’anno”,<br />

che per noi ha lo stesso valore del drappo al Palio di Siena.<br />

Nel corso della serata sarà effettuata anche una lotteria<br />

nella quale sarà messo in palio un viaggio offerto da Pacific<br />

Travel, due pacchetti “Smart box” e una quota per il viaggio<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”. Tra gli sponsor l’enoteca Malucchi regalerà una<br />

bottiglia di vino o champagne pregiati. Altri partner di questo<br />

evento di beneficenza sono: Dox Point di Marcello Ducceschi,<br />

Floridea che ha preparato un regalo per tutte le donne<br />

e impresa funebre Loconte. La manifestazione “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong><br />

dell’anno” è stata patrocinata dalla Provincia di Pistoia e dai<br />

comuni di Montecaitini, Ponte Buggianese, Chiesina Uzzanese,<br />

Monsummano, Pieve a Nievole, Larciano, Buggiano<br />

e Lamporecchio. Tanti anche gli ospiti presenti, oltre ai rappresentanti<br />

delle istituzioni. Molti i personaggi dello sport,<br />

della politica e dello spettacolo tra i quali: Francesco Colonnese,<br />

Fabio Galante, Erjon Bogdani, il giornalista Massimiliano<br />

Lenzi. Tra gli invitati figurano anche il secchione Omar<br />

Monti, il campione di cicliamo Paolo Fornaciari, il presidente<br />

provinciale della Fedrazione ciclistica italiana e lo chef della<br />

“Prova del cuoco” Simone Rugiati.<br />

Siamo tutti uniti per Gian Luca<br />

La nostra beneficenza non vuol essere soltanto<br />

legata ai profitti della serata devoluti alle<br />

associazioni che hanno aderito alla nostra<br />

manifestazione. Ma cerchiamo di fare di più.<br />

Nel numero di ottobre, abbiamo racontato<br />

la storia di Gian Luca Ferraro, il giovane di<br />

Borgano, frazione di Lamporecchio, amante<br />

dello snowboard che, a causa di un gravissimo<br />

incidente stradale, non può più, né camminare,<br />

né parlare. In questo senso, abbiamo<br />

ricevuto molte lettere da persone decise ad<br />

aiutarlo, ma anche manifestazioni di sincera<br />

solidarietà per un ragazzo che ha il diritto di essere felice<br />

come gli altri. L’appelo lanciato dai suoi genitori ha infatti<br />

fatto il giro della Valdinievole grazie a “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” e alla sensibilità<br />

degli amici di Gian Luca, molti si sono stretti intorno<br />

a lui per farlo sentire partecipe dell’amore che gli si respira<br />

intorno. Per questo motivo al nostro evento sarà presente<br />

Gian Luca, i suoi familiari e tutti quelli che gli vogliono bene.<br />

In questo senso hanno preparato una sorpresa per lui anche<br />

i ragazzi di Mastromarco del “Club Nibali”, sempre attivi<br />

nelle iniziative di solidarietà. Sarà dell’evento anche Pietro<br />

Crisafulli, il fratello “coraggio” si Salvatore, che da sei<br />

anni combatte per sensibilizzare il tema della vita e per dare<br />

voce a quelli che sono finiti in coma o che devono vivere<br />

sopportando gravissime disabilità. Pietro infatti ha dato vita<br />

anche all’associazione “Sicilia Risvegli Onlus” inaugurata a<br />

Catania lo scorso novembre, che ha l’intento di avvicinare<br />

e sensibilizzare le istituzioni a questi temi e dare sempre più<br />

un apporto concreto in aiuto alle famiglie che stanno vicino<br />

a queste persone. L’esempio di Pietro e Salvatore, che dal<br />

2003 è in coma e la sua storia ha fatto il giro del mondo, è<br />

infatti il punto di partenza da dove cominciare a combattere<br />

per arrivare a risultati concreti.


Auguri<br />

auguri<br />

35<br />

Dal Natale il<br />

mondo ti chiede di<br />

essere più buono. Ma a<br />

volte basterebbe essere noi<br />

stessi per saper apprezzare<br />

quello che la vita ci da, non<br />

solo in questi giorni, ma durante<br />

tutto l’anno.<br />

Roberto Grazzini<br />

Amo il Natale quando<br />

sbircio dalle finestre delle case<br />

i salotti illuminati, amo il Natale quando<br />

ci raduniamo tutti intorno alla tavola,<br />

amo ll Natale davanti al fuoco del caminetto,<br />

amo il Natale che fa brillare le città.<br />

Amerei ancora di più il Natale se per essere buoni<br />

non si aspettasse il 25 dicembre, se non occorressero<br />

delle telecamere per capire che dei bambini<br />

vengono maltrattati in un asilo.<br />

Ho sempre sperato,<br />

accantonata l’obbligatorietà della<br />

scuola e con essa i pensierini alle elementari,<br />

i temi alle medie e le tesine alle superiori, di<br />

non dover mai più scrivere niente di personale sul Natale.<br />

E, invece, l’incubo si è riproposto prepotentemente sulla mia<br />

strada. La prima reazione è stata quella di andare a ripescare<br />

vecchi quaderni di 20 anni fa per vedere come il mio spirito da<br />

bambina accoglieva l’arrivo del Natale. Per poi, ovviamente, copiare<br />

come nella migliore tradizione scolastica. Poi mi è venuta in mente una<br />

citazione – di una commediografa americana, tal Erma Bombeck: “Non<br />

c’è niente di più triste nel mondo che svegliarsi il giorno di Natale e non<br />

essere un bambino.” Perché, come ho sentito dire da qualcuno, il Natale<br />

non è una data ma uno stato d’animo: ed affrontare questo giorno<br />

con l’incanto, l’ingenuità, la speranza di un bambino è in assoluto<br />

uno dei ricordi più dolci che ognuno di noi può portare con sé nel<br />

corso della vita. <strong>Il</strong> mio augurio, quindi, è di ritrovare, riscoprire,<br />

riappropriarsi del particolare sapore che aveva il Natale<br />

della nostra infanzia. Perché è quello l’unico spirito<br />

con cui, il Natale, si dovrebbe vivere.<br />

Diletta Severi<br />

Mando alla mia famiglia, ai miei più cari<br />

amici e a tutta la Redazione i miei più<br />

sinceri auguri di Buon Natale!!<br />

Benedetta Lotti<br />

Eva Bugiani<br />

Anno 2009, 25 dicembre<br />

ore 5.38, la crisi<br />

economica ha inginocchiato il<br />

mondo. Ho appena finito di aprire<br />

l’unico regalo che ho trovato sotto l’albero.<br />

Improvvisamente mi vengono in<br />

mente tutte le facce dei bambini che un<br />

regalo non l’hanno mai visto e che sono<br />

ignari della crisi che ci ha colpito. La<br />

loro è cominciata quando sono nati<br />

e per questo penso che festeggiare<br />

il Natale sia inutile.<br />

Thomas Buonanno<br />

Amo il Natale perché<br />

è il giorno in cui, più di tutti<br />

gli altri, si respira un’aria di ricongiungimento<br />

di tutta la famiglia. Amo<br />

il Natale con i suoi doni, con i suoi colori<br />

allegri. Amo il Natale perché ti fa dimenticare<br />

che il 25 dicembre è freddo. Amo il Natale per<br />

la mancia che ogni anno mi lasciano i nonni<br />

(anche se a 30 anni suonati dovrei essere io a<br />

fare un regalo a loro). Amo il Natale perché<br />

si mangia bene anche dove non andresti<br />

mai a cena. Amo il Natale perché non<br />

si lavora. Odio la gente che va alla<br />

Messa solo a Natale.<br />

Andrea Spadoni

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!