L'uomo dei robot

con Luciano Passoni - presidente SIR
Fondatore
di quello che oggi
è uno dei più
grossi integratori
europei
di robotica, la SIR,
Luciano Passoni
è sicuramente
una delle figure
carismatiche del
settore in Italia.
SdA è andata
a trovarlo
per ripercorrere
con lui le tappe
di questa sua
straordinaria
carriera
Luciano Passoni
con il figlio Davide,
oggi responsabile
della R&D di SIR.
di Luca Rossi
L’uomo dei robot
N.8 -MAGGIO 2007
Nel panorama della robotica italiana a
lui spetta un posto di primo piano.
Luciano Passoni è tra i precursori
della robotica nel nostro Paese. È il
classico esempio di uomo che si è fatto completamente
da solo, partendo dal nulla e fondando
quello che oggi è uno degli integratori più importanti
in Europa: la SIR. Luciano Passoni incarna
l'uomo e l'imprenditore che raggiunge i
suoi sogni guidato dalla tenacia e dall'entusiasmo
per i suoi obiettivi, ancorato a quei valori
morali che gli arrivano dalla tradizione famigliare:
“la voglia di farcela, la tenacia, la determinazione:
sono questi i propellenti del mio cammino
imprenditoriale, a cui si aggiungono onestà e
trasparenza nel rapportarsi”. Siamo andati a Modena,
alla sede della SIR, per incontrarlo. Per ripercorrere
con lui quel suo viaggio affascinante
che parte da quella sfida dei primi anni Ottanta,
allora considerata quasi utopistica, di creare un
robot antropomorfo. La prima di tante sfide vinte,
come la fondazione della SIR e la laurea honoris
causa in Ingegneria meccanica conferitagli
dall'Università di Modena e Reggio Emilia quasi
una decina di anni fa.
Ingegner Passoni, all'ingresso degli stabilimenti
SIR oggi fa bella figura un vecchio Tomcat:
uno dei primi esemplari di robot antropomorfo
creato in Italia. Fu proprio lei a quel
tempo uno dei pochi a credere in quella sfida,
considerata dai più come temeraria. È da qui
che nasce l'idea di dar vita alla 'casa dei robot',
come lei chiama la sua creatura, la SIR?
“Nei primissimi anni Ottanta ero estremamente affascinato
dal robot antropomorfo, una macchina
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in tutto e per tutto assimilabile a un braccio umano,
in grado di sostituire l'operatore in situazioni applicative
di notevole complessità. A quei tempi dirigevo
un ufficio di progettazione meccanica, dedicato alla
progettazione di grandi linee rigide di montaggio per
le industrie automobilistiche. Ho visto nel robot e
nella sua flessibilità la macchina del futuro e la soluzione
a molteplici applicazioni: ci ho creduto, senza
il conforto di studi di mercato o indagini preliminari
approfondite. La SIR è nata da quella intuizione che,
portata sul piano della concretezza, ha cambiato il
corso della vita di un uomo e di un'azienda”.
Oggi questa sua creatura, la SIR, è un'azienda affermata:
il primo integratore di robotica in Italia
e uno dei maggiori in Europa. La sua sfida
lei l'ha vinta…
“La SIR è oggi un'azienda che gode di un buon riconoscimento
da parte del mercato: è sinonimo di qualità
e serietà e la sua posizione non è mai stata forte
e apprezzata come in questo momento. Sicuramente
di strada ne è stata fatta tanta, ma oggi non si può
mai dire di essere arrivati. Il mercato è sempre più
selettivo e richiede estrema professionalità: ogni
giorno è necessario trovare nuovi stimoli, ricercare
nuove soluzioni, applicare nuove tecnologie per
mantenersi all'avanguardia in un settore che viaggia
a una velocità molto elevata”.
La produzione della SIR oggi come può essere
fotografata?
“SIR si pone sul mercato come un vero e proprio
problem solver, in grado di recepire la singola esigenza
di automazione del cliente e trasformarla in
una soluzione ad hoc. Realizziamo applicazioni che
abbracciano tutti i campi di utilizzo della robotica
avanzata, rivolgendo la nostra attenzione a tutti i
settori manifatturieri: dall'aeronautico alla plastica,
dalla fonderia alle industrie metalmeccaniche, dall'automotive
all'alimentare. Realizzare automazioni a
360° in tutti gli ambiti di mercato è sicuramente
molto impegnativo, ma rappresenta un'ottima strategia
per evitare le crisi cicliche di settore.
Il fatto di possedere uno spettro di azione così ampio
garantisce inoltre il trasferimento tecnologico
trasversale attraverso settori apparentemente stagni:
per questo ci piace dire che SIR è una divulgatrice
di cultura robotica. Oltre vent'anni di robotica ad alto
livello ci permettono ora di contare su un buon
raccolto: il fatturato SIR è costantemente in crescita
(quest'anno 21,5 milioni di euro) e abbiamo già incamerato
ordini per tutto il 2007”.
Dal suo osservatorio privilegiato, quali sono le
possibili nuove potenziali applicazioni e quali
sono tendenze tecnologiche verso le quali si sta
muovendo il mercato della robotica?
“Sicuramente i due ambiti applicativi che stanno
conoscendo maggiore sviluppo sono rappresentati
dai processi di lavorazione e dalla logistica integrata
all'assemblaggio flessibile robotizzato. Nel primo
The robot man
When it comes to the most charismatic figures in Italian
assembling and robotic circles there is no doubt that
Luciano Passoni is at the forefront. He was one of the
forerunners in robotics in our country. He is the classic
example of a man who did it all by himself, starting out
from nothing and founding what is today one of the most
important integrators in Europe: SIR. Luciano Passoni is
the epitome of a man, the businessman, who reaches his
goals led by the perseverance and enthusiasm for his
objectives whilst remaining true to those moral values that
come from the family-based tradition: “the will to
succeed, constancy and determination: these are the
driving forces behind my entrepreneurial adventure,
added to which is honesty and transparency when
working with others”. We went along to Modena, to the
headquarters of SIR, to meet up with him. To get the
chance to go through this fascinating virtual journey with
him which began with the challenge, in the early 1980s,
then considered to be almost utopian, to create an
anthropomorphous robot. This was only the first of many
successful challenges, such as the foundation of SIR, what
he refers to as 'the home of the robot'. Then we spoke
about the crowning of what Luciano Passoni describes as
'my great dream': the honorary degree in mechanical
engineering which he received from the University of
Modena and Reggio Emilia on May 23 rd 2005. Mr.
Passoni also explained what the new trends in robotics
will be in the future: “the two main areas that are
certainly developing the most are machining processes
and logistics as part of flexible robotic assembling”.
caso si tratta di effettuare lavorazioni complesse,
quali sbavatura, taglio e finitura, in ambienti severi
come la fonderia in ghisa o in alluminio. L'assemblaggio
robotizzato rappresenta invece la vera e
propria sfida della robotica del futuro: si tratta in
sostanza di sostituire le linee di produzione rigide
con delle vere e proprie “catene robomatiche”, dove
decine di robot in sequenza eseguono centinaia
di operazioni di assemblaggio e controllo. SIR vanta
già numerose applicazioni in tal senso, dove la
robotica si fonde con la logistica, accompagnando
il prodotto in tutte le fasi del flusso costruttivo, e
dove il livello di integrazione con gli strumenti accessori,
quali sistemi di visione e di programmazione
offline, diviene sempre più rilevante”.
La concorrenza dei Paesi emergenti e a basso
costo di manodopera può costituire una minaccia
anche per un'azienda come la vostra?
“Per un'azienda come SIR, in cui il contenuto tecnologico
è così elevato e la produzione non è standardizzata,
sicuramente non vi è alcun tipo di minaccia
diretta. Si tratta di applicazioni che non possono
essere realizzate con soluzioni a basso costo o
bassa qualità, dove la fantasia tecnica e la flessibi-
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con Luciano Passoni - presidente SIR
lità mentale assumono grande importanza. La minaccia
è invece di tipo indiretto, in quanto la concorrenza
dei Paesi a basso costo comporta l'impoverimento
e la perdita di competitività dei nostri
clienti. Questi si trovano spesso di fronte a un bivio
inevitabile: delocalizzare o investire in automazione.
È chiaro che solo la seconda opportunità
rappresenta una reale occasione di crescita per il
nostro patrimonio industriale”.
N.8 -MAGGIO 2007
Avete fortemente voluto, e realizzato, una
stretta collaborazione con l'Università di Modena
e Reggio Emilia attraverso la creazione di
due laboratori universitari ospitati direttamente
nelle strutture della SIR. Anche in questa
forma di sinergia siete stati all'avanguardia in
Italia nel settore…
“La collaborazione tra SIR e l'Università è nata tre
anni fa: abbiamo creato un gruppo di lavoro misto,
una sorta di team comprendente personale della nostra
azienda e ingegneri e ricercatori universitari. I
due laboratori, un esempio sinergico piuttosto raro
sul panorama nazionale, sono risultati di importanza
fondamentale per lo sviluppo di progetti di ricerca
applicata, poiché si trovano a operare in un contesto
profondamente dinamico, in cui i risultati di studi e
sperimentazioni vengono immediatamente riportati
IL PERSONAGGIO
Nome: Dott. Ing. Luciano Passoni
Stato civile: coniugato
Cariche ricoperte: Presidente di SIR
Soluzioni Industriali Robotizzate
Hobby: Volo a motore, motociclismo, sci.
sulle commesse in produzione. Le collaborazioni si
fondano sulle persone e sono le persone stesse a decretarne
o meno il successo: da questo punto di vista
la disponibilità a confrontarsi e a trovare un punto
d'accordo comune è stata reciproca. Ci siamo confrontati
sui programmi di ricerca, stabilendo di comune
accordo tempi e traguardi intermedi: ciò ha
permesso all'Università di confrontarsi in un ambito
di mercato concorrenziale e ha consentito a SIR di
attingere al notevole bagaglio di conoscenza dell'ateneo
e di disporre di nuove risorse a livello umano”.
Da tempo, nel settore, si parla sempre più concretamente
della necessità di arrivare ad aggregazioni
di realtà produttive. Le dimensioni ridotte
delle nostre aziende e la globalizzazione del
mercato, secondo i sostenitori di questa visione,
ci porteranno a soccombere nella competizione,
ad esempio con la Germania. Lei che ne pensa?
“Nel nostro settore è già difficile instaurare un rapporto
di collaborazione con aziende similari, figuriamoci
portare a buon fine operazioni di aggregazione.
Le aziende sono caratterizzate da piccole dimensioni
e da una conduzione tipicamente familiare; la
Il 23 maggio 2005 si realizza “il grande sogno” di Luciano
Passoni: l'Università di Modena e Reggio Emilia gli conferisce
la laurea ad honorem in Ingegneria meccanica.
produzione è prototipale, quindi non consona a una
struttura di grandi dimensioni o alla nascita di alleanze.
Credo che in un settore come la robotica la piccola-media
impresa sia ancora la dimensione vincente,
così come credo che l'esperienza del distretto industriale
modenese, caratterizzato da un notevole
numero di PMI a elevata tecnologia, non sia affatto
esaurita. Io non penso che soccomberemo così facilmente:
SIR ha dimostrato come sia possibile affermarsi
a livello internazionale malgrado le dimensioni,
che le hanno anzi assicurato la necessaria reattività
per differenziarsi dalla concorrenza più standardizzata.
Quello che dobbiamo cambiare non è tanto
la dimensione, quanto la mentalità: finché rimarremo
chiusi nel nostro territorio, immobilizzati nel nostro
provincialismo, non potremo sviluppare il nostro vero
valore aziendale e la nostra identità globale”.
Il 23 maggio del 2005 le è stata conferita la laurea
ad honorem in Ingegneria meccanica da
parte dell'Università di Modena e Reggio Emilia.
Che effetto le ha fatto vedere realizzato quello
che lei ha chiamato 'il mio grande sogno'?
È stato realmente un momento magico e irripetibile,
il coronamento di un desiderio coltivato per tutta la
vita. Non ho avuto la fortuna di poter proseguire gli
studi in gioventù: allora i tempi erano diversi e poche
persone potevano permetterselo. Con il passare
del tempo, sentivo che l'opportunità di conseguire
una laurea nel campo in cui ho lavorato con passio-
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ne per quasi 50 anni, la meccanica, diveniva sempre
più sbiadita ed indistinta. Mai avrei potuto sperare
di ricevere questo riconoscimento nel modo forse
più prestigioso, cioè grazie al conferimento ad honorem.
Devo dire che le mie più grandi soddisfazioni
non sono mai state di natura economica: quello
che mi rende fiero è sapere che in tantissime
aziende, dal piccolo artigiano alla grande multinazionale,
vi sono robot marchiati SIR che lavorano
incessantemente giorno e notte, producendo i manufatti
più disparati. È fantastico vedere come questo
marchio, nato quasi per gioco un lontano giorno
di 25 anni fa, sia così apprezzato”.
Nella sua autobiografia, dal titolo 'l'uomo dei robot',
lei ripercorre la sua vita sottolineando con
grande risalto la costante presenza della sua famiglia
e di quei valori che fin da bimbo le furono
insegnati. Quanto hanno contato queste due
cose nel vincere le sue sfide?
“L'impostazione e la tempra che si ricevono da bambini
hanno significato molto nella mia crescita personale
e imprenditoriale: sono caratteristiche che restano
impresse a fuoco, come un marchio, per tutta la
vita. Se dentro di noi è stato 'caricato' un buon
software, allora saremo pronti a combattere tutte le
sfide, anche le più difficili. La voglia di farcela, la tenacia,
la determinazione: sono questi i propellenti
del mio cammino imprenditoriale, a cui si aggiungono
onestà e trasparenza nel rapportarsi. Nel mondo
degli affari, come in tutto il resto, è meglio una cruda
verità che una stupenda bugia: spero di aver consegnato
questa verità ai miei collaboratori”.
Ingegner Passoni, non vi è dubbio che lei sia un
esempio di uomo vincente: si era posto degli
obiettivi, molto ambiziosi, eppure li ha centrati.
Le manca ancora qualcosa da raggiungere?
“Sono solo un uomo che ha cercato continuamente
di migliorarsi e di fare crescere la sua creatura giorno
dopo giorno. È tipico dell'ambizione umana: ciò che
si è realizzato non appare mai abbastanza e ci si trova
continuamente proiettati verso traguardi ancora
più ambiziosi. Ho conosciuto imprenditori che, guidati
dalla tenacia e dall'entusiasmo, hanno vinto sfide
molto più grandi di loro: dinnanzi a certi personaggi
della nostra realtà economica, mi accorgo di avere
appena cominciato e che la strada è ancora lunga e
piena di insidie. Per questo dopo tanti anni sono ancora
lì, tutti i giorni, a guidare la mia creatura”.
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