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Terminali a caratteri - IIS Marconi Latina - Area didattica

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<strong>Terminali</strong> a <strong>caratteri</strong> 645<br />

Per poter funzionare, Screen deve creare un file FIFO (pipe con nome), per ogni gruppo di<br />

finestre aperto, cioè per ogni terminale fisico a cui è connesso effettivamente. Tale file viene<br />

definito «socket» da Screen e dalla sua documentazione. Questo file può essere creato in<br />

varie posizioni, a seconda di come sono stati compilati i sorgenti. Se il binario ‘screen’ è<br />

stato previsto con il bit SUID attivo, questo file FIFO potrebbe essere creato nella directory<br />

‘/tmp/screens/S-utente/’, oppure, più utilmente, potrebbe essere creato nella directory ‘~/<br />

.screen/’. È da ritenere che questa ultima scelta sia la migliore; volendo, si può utilizzare<br />

la variabile di ambiente SCREENDIR per indicare il percorso della directory che Screen deve<br />

usare per i file FIFO.<br />

Il nome utilizzato per il file FIFO serve a identificare una particolare sessione di lavoro di<br />

Screen, assieme a tutte le finestre gestite attraverso questa. Di solito, si tratta di un nome<br />

articolato secondo il modello seguente:<br />

|<br />

|pid.terminale.nodo<br />

|<br />

Per esempio, ‘123.tty4.dinkel’ è il modo con cui si identifica la sessione di Screen che<br />

ha il numero PID 123, utilizza il terminale corrispondente al dispositivo ‘/dev/tty4’, sul<br />

sistema chiamato ‘dinkel’.<br />

Una sessione di Screen, quando è in funzione regolarmente, è attaccata al terminale fisico<br />

che si utilizza effettivamente (questo terminale fisico può anche essere una console virtuale di<br />

GNU/Linux). La sessione può essere distaccata e successivamente riattaccata altrove, presso<br />

un altro terminale fisico. Le applicazioni in funzione nelle varie finestre di una sessione distaccata,<br />

continuano a funzionare regolarmente. Di solito, a meno di modificare la configurazione<br />

predefinita, un segnale di aggancio (‘SIGHUP’), cosa che generalmente si ottiene disconnettendo<br />

la linea attraverso cui è collegato il terminale, provoca solo il distacco della sessione, senza<br />

coinvolgere le applicazioni.<br />

Screen può essere controllato attraverso file di configurazione, la cui collocazione può essere<br />

varia. Potrebbe trattarsi di ‘/etc/screenrc’ per la configurazione globale e di ‘~/<br />

.screenrc’ per la personalizzazione di ogni utente. Le direttive di questi file non vengono<br />

mostrate qui; eventualmente si può consultare la documentazione originale: screen(1).<br />

Screen imposta automaticamente la variabile TERM al valore ‘screen’, in modo da informare<br />

opportunamente le applicazioni di adattarsi alle sue <strong>caratteri</strong>stiche.<br />

Quasi tutti i comandi che possono essere impartiti a Screen sono prefissati dalla combinazione<br />

[ Ctrl a ], alla quale segue poi una sequenza di <strong>caratteri</strong> o di altre combinazioni di tasti, che<br />

ovviamente non vengono passati all’applicazione sottostante. Se però si vuole passare proprio<br />

la combinazione [ Ctrl a ] all’applicazione, si deve usare la sequenza [ Ctrl a ][ a ].<br />

A volte, Screen ha la necessità di fornire delle indicazioni. Ciò viene fatto sovrascrivendo<br />

parte della finestra in uso, di solito nell’ultima riga. Dopo pochi secondi, i messaggi vengono<br />

rimossi, ripristinando il testo precedente.

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