Terminali a caratteri - IIS Marconi Latina - Area didattica
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630 volume I Sistemi GNU/Linux: uso e amministrazione generale<br />
|#!/bin/sh<br />
|# stop console UTF-8<br />
|#<br />
|kbd_mode -a<br />
|loadkeys /etc/console/boottime.kmap.gz<br />
|for n in 1 2 3 4 5 6<br />
|do<br />
| if [ -w /dev/tty$n ]<br />
| then<br />
| printf ’\033%@’ > /dev/tty$n<br />
| fi<br />
|done<br />
> /dev/null<br />
|/usr/bin/consolechars -f /usr/share/consolefonts/lat1u-16.psf.gz<br />
Questi comandi possono essere utilizzati dall’utente ‘root’ o da un utente comune, ma nel<br />
secondo caso, l’effetto del cambiamento di funzionamento si trasmette in modo incompleto<br />
alle console, perché possono mancare i permessi di scrittura ai file di dispositivo delle altre<br />
console virtuali. Si osservi che, una volta deciso di configurare la console per l’uso della<br />
codifica UTF-8, sarebbe meglio evitare di riportarla a funzionare secondo il vecchio sistema<br />
a byte, perché comunque c’è la possibilità di avviare i programmi più vecchi con l’aiuto di<br />
‘luit’.<br />
|Riquadro 15.85. Configurazione automatica della console per la codifica UTF-8.<br />
Considerato che UTF-8 consente la rappresentazione di tutti simboli previsti dall’insieme di <strong>caratteri</strong><br />
universale, è auspicabile che diventi presto lo standard di tutti. Pertanto, è evidente che i<br />
passaggi necessari a impostare il terminale della console di un sistema GNU/Linux vadano inseriti<br />
all’interno di uno script della procedura di inizializzazione del sistema, in modo che all’avvio sia<br />
tutto eseguito automaticamente. Tuttavia, non è detto che le cose funzionino come previsto. Infatti,<br />
se si usa un sistema come uDev per la generazione automatica dei file di dispositivo nella directory<br />
‘/dev/’, può darsi che nella fase di avvio non ci siano tutti i file riferiti alle console virtuali che si<br />
intendono attivare. Per fare in modo che le cose funzionino, anche di fronte a questa difficoltà, può<br />
essere il caso di mettere i comandi necessari nel file ‘/etc/profile’, in modo che siano eseguiti<br />
ogni volta che un utente accede al sistema, anche se questo è controproducente quando si vuole<br />
lavorare in una console secondo la vecchia modalità a byte.<br />
«<br />
15.8.5 Utilizzo di «luit»<br />
Il programma ‘luit’, il quale fa parte di X, è un filtro che si utilizza per avviare un altro<br />
programma, quando il proprio terminale a <strong>caratteri</strong> è configurato in modo da gestire la codifica<br />
UTF-8 (sia per la tastiera, sia per lo schermo) e il programma in questione utilizza una codifica<br />
differente:<br />
|<br />
|luit [opzioni] [--] [programma [argomenti]] |<br />
Come si può intuire dal modello sintattico, in mancanza dell’indicazione di un programma<br />
da avviare, ‘luit’ avvia una shell. Al posto di descrivere le opzioni di questo programma,<br />
vengono mostrati alcuni esempi, a cominciare da quello più semplice, in cui il controllo della<br />
conversione avviene semplicemente attraverso la configurazione della variabile LC_ALL:<br />
$ LC_ALL=en_US.ISO-8859-1 luit mio_programma [ Invio ]