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Terminali a caratteri - IIS Marconi Latina - Area didattica

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<strong>Terminali</strong> a <strong>caratteri</strong> 621<br />

15.7.3 Termcap e Terminfo<br />

Il primo tipo di terminale, la telescrivente, non poneva problemi particolari di configurazione:<br />

la tastiera permetteva di inserire numeri, simboli e <strong>caratteri</strong> dell’alfabeto inglese, a volte senza<br />

poter distinguere tra maiuscole e minuscole, mentre la stampante emetteva un flusso di testo<br />

normale, interrotto da un codice di interruzione di riga.<br />

Quando il terminale attuale viene usato ancora in questo modo, non si pongono problemi di<br />

configurazione, perché non è importante sapere le dimensioni (in <strong>caratteri</strong>) dello schermo e<br />

non importa sapere come spostare il cursore sullo schermo.<br />

Nel momento in cui si utilizza un programma che sfrutta lo schermo nel modo al quale si è<br />

abituati di solito, mostrando bordi, colori, caselline da riempire, si ha la necessità di usare la<br />

tastiera anche per spostare il cursore, cancellare, inserire, attivare funzioni speciali. Quindi,<br />

lo schermo deve essere in grado di fare di più che visualizzare semplicemente un flusso di<br />

<strong>caratteri</strong>, deve interpretare delle sequenze particolari come la richiesta di utilizzare un colore<br />

determinato, di disegnare un bordo, ecc.<br />

«<br />

Così, la tastiera non serve solo per scrivere lettere, numeri, punteggiatura e terminare le righe<br />

con un ritorno a carrello. Adesso occorre utilizzare anche i tasti che spostano il cursore, occorre<br />

assegnare funzionalità particolari a tasti che permettono la modifica del testo e a tasti funzionali<br />

programmabili.<br />

|Riquadro 15.72. Livelli di astrazione nella funzione della tastiera.<br />

Quando si utilizza la tastiera, ciò che si ha di fronte è un dispositivo fisico. La configurazione<br />

della tastiera serve a dichiarare in che modo sono abbinati i tasti reali alle funzioni di una tastiera<br />

virtuale, con la quale, tra le altre cose, si devono generare delle «combinazioni virtuali» del tipo<br />

< Control_... >, < Meta_... >,...<br />

Dopo avere risolto questo problema, esiste un livello di astrazione successivo: la tastiera virtuale<br />

diventa parte del terminale, che, secondo le proprie <strong>caratteri</strong>stiche, può comunicare in modo diverso<br />

con i programmi. Da qui nasce la necessità di disporre della configurazione per ogni tipo di<br />

terminale da utilizzare.<br />

Inoltre, il terminale in questione, va visto dal punto di vista dell’applicazione finale con cui si intende<br />

interagire: se questa viene eseguita localmente, senza intermediazioni di alcun genere, si tratta<br />

della console; se invece per comunicare con un’applicazione ci si avvale di un altro programma<br />

(per esempio perché si accede da un elaboratore remoto, oppure perché si accede all’elaboratore<br />

locale, ma attraverso l’intermediazione di un sistema grafico), occorre vedere in che modo questo<br />

programma ulteriore si presenta nei confronti dell’applicazione finale.<br />

Nella storia dell’informatica sono esistiti una quantità enorme di tipi diversi di terminali, intesi<br />

come complesso tastiera+schermo, ognuno con piccole differenze rispetto agli altri. Per fare in<br />

modo che i programmi che richiedono funzionalità superiori a quelle di una normale telescrivente<br />

possano adattarsi ai vari tipi di terminale, viene utilizzato un sistema di configurazione<br />

predefinito contenente tutte le informazioni necessarie.<br />

Di questo sistema di configurazione ne esistono due tipi: Termcap e Terminfo. Il primo è il<br />

più antico ed è ormai superato, ma viene mantenuto per motivi storici e probabilmente per<br />

assicurare la compatibilità con i programmi più vecchi.<br />

Il sistema Termcap è formato soltanto da un file di testo collocato nella directory ‘/usr/<br />

share/misc/’ (‘/usr/share/misc/termcap’) e il suo contenuto assomiglia vagamente a<br />

quello del file ‘/etc/printcap’ (il file di definizione delle stampanti).

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