Terminali a caratteri - IIS Marconi Latina - Area didattica
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592 volume I Sistemi GNU/Linux: uso e amministrazione generale<br />
|Tabella 15.49. Direttive principali.<br />
Direttiva<br />
Descrizione<br />
Questa direttiva definisce l’insieme<br />
di <strong>caratteri</strong> utilizzato; generalmente<br />
si tratta di ‘iso-8859-1’ o di<br />
‘iso-10646-18’ (nel secondo caso<br />
si fa riferimento a Unicode). Quando<br />
si tratta della codifica ISO 8859-<br />
|<br />
charset "codifica" 1, oppure ISO 10646-18, non è nemmeno<br />
necessario inserire questo tipo<br />
di dichiarazione nei file. Lo scopo<br />
di questa direttiva è di evitare ambiguità,<br />
quando un carattere può essere<br />
rappresentato con codici differenti<br />
a seconda della codifica.<br />
Questa definizione attribuisce a un<br />
|<br />
keycode numero_tasto = simbolo tasto diversi significati, in funzione<br />
della combinazione eventuale con<br />
simbolo...<br />
altri.<br />
Per facilitare la costruzione di un file<br />
di mappa del genere, si possono<br />
definire alcuni nomi di tasti il cui significato<br />
viene chiarito in seguito at-<br />
|<br />
string nome = stringa<br />
traverso questo tipo di dichiarazione.<br />
|<br />
Lo si fa normalmente con i tasti funzionali<br />
([ F1 ], [ F2 ], ecc.). Al posto<br />
strings as usual<br />
della dichiarazione esplicita di queste<br />
stringhe, si può usare la seconda<br />
forma, che richiama automaticamente<br />
tutte quelle predefinite.<br />
La direttiva ‘compose’ consente di<br />
stabilire l’uso di accenti morti: il carattere<br />
x, da associare a un carattere<br />
as usual for iso-8859-1<br />
|<br />
compose ’x’ ’y’ to ’z’<br />
|<br />
compose<br />
successivo, y, per generare un carattere<br />
composto, z. Utilizzando la seconda<br />
forma del modello, si acquisiscono<br />
tutte le sequenze predefinite.<br />
A proposito della direttiva ‘charset’ è bene chiarire che il codice associato ai <strong>caratteri</strong> è<br />
da intendersi come punto di codifica; pertanto, per fare un esempio, non c’è differenza tra<br />
il codice generato da una lettera «à» (a minuscola con accento grave) da una codifica ISO<br />
8859-1 a una codifica ISO 10646-18, perché in questa fase non entra in gioco il fatto che<br />
nell’adattamento in UTF-8 si utilizzano due byte invece di uno solo.<br />
«<br />
15.4.1 Modificatori<br />
I modificatori sono quei tasti che si possono usare per ottenere delle combinazioni. La tabella<br />
15.50 ne mostra l’elenco e il peso.