Terminali a caratteri - IIS Marconi Latina - Area didattica
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576 volume I Sistemi GNU/Linux: uso e amministrazione generale |Figura 15.20. Tastiera QWERTY italiana dell’elaboratore Olivetti M24, anno 1983. Si osservi che il tasto [ Fissamaiuscole ] funziona solo nella porzione alfabetica della tastiera, escludendo anche le lettere accentate. Nonostante la produzione da parte di Olivetti dell’elaboratore M24 con una nuova tastiera italiana, continua la sua produzione di macchine da scrivere per qualche tempo, ma sempre con la mappa tradizionale QZERTY, sottolineando la distinzione tra macchina da scrivere ed elaboratore. |Figura 15.21. Macchina da scrivere elettronica Olivetti ET116, probabilmente dell’anno 1987.
Terminali a caratteri 577 |Figura 15.22. ET116. Dettaglio della tastiera della macchina da scrivere elettronica Olivetti 15.2 Tastiera di un elaboratore La gestione della tastiera con un sistema operativo è generalmente una questione abbastanza complicata. Un sistema operativo destinato ad architetture differenti deve essere in grado di gestire tastiere fisiche molto diverse tra di loro, mantenendo un comportamento uniforme. Per poter adattare tastiere fisiche differenti allo stesso sistema operativo, è necessario creare un’astrazione rispetto alla tastiera reale, abbinando la pressione dei tasti fisici a simboli di una tastiera virtuale che rimane sempre la stessa. La tastiera virtuale dei sistemi che si rifanno al modello di Unix, genera dei simboli, che possono avere il significato di un carattere, di una stringa, o di una funzione speciale. Quello che si fa sulla tastiera fisica è un’azione meccanica, ma quello che conta è ciò che, da quella azione, viene generato attraverso la tastiera virtuale. Per esempio, se ipoteticamente con la combinazione di tasti [ AltGr e ] si ottiene il simbolo «e», per il sistema è come se si premesse il tasto [ e ] della tastiera virtuale. Nelle tastiere fisiche si utilizzano diversi tasti «modificatori» per generare delle combinazioni, per esempio per ottenere le lettere maiuscole, mentre, nella tastiera virtuale si può immaginare che ci sia un tasto singolo per ogni funzione. Nella tastiera virtuale di un sistema simile a Unix si prevedono tasti con funzioni speciali, che in pratica trasmettono un carattere o una stringa che ha lo scopo di comunicare qualcosa a un programma. Per esempio, il codice ASCII , ovvero 08 16 , ha normalmente lo scopo di cancellare un testo, arretrando; il codice ASCII , ovvero 02 16 , potrebbe avere lo scopo di informare il programma della conclusione del flusso di dati in ingresso (end of file). Per ottenere questi simboli con funzioni speciali si può immaginare la tastiera virtuale con un tasto apposito per ognuno, mentre nella tastiera reale potrebbe essere necessaria una combinazione (nel caso del codice di conclusione di un flusso di dati si usa normalmente la combinazione [ Ctrl d ]). Tuttavia, la tastiera virtuale tipica di un sistema Unix prevede dei modificatori (virtuali): si tratta precisamente di < Control > e < Meta >. I modificatori virtuali < Control > e < Meta > servono per ottenere delle funzioni speciali, in abbinamento con altri tasti (virtuali). Tuttavia, si potrebbero immaginare tasti virtuali separati per ognuna delle combinazioni prestabilite, rendendo il concetto più semplice. «
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Dettaglio della tastiera della macchina da scrivere elettronica Olivetti<br />
15.2 Tastiera di un elaboratore<br />
La gestione della tastiera con un sistema operativo è generalmente una questione abbastanza<br />
complicata. Un sistema operativo destinato ad architetture differenti deve essere in grado di<br />
gestire tastiere fisiche molto diverse tra di loro, mantenendo un comportamento uniforme.<br />
Per poter adattare tastiere fisiche differenti allo stesso sistema operativo, è necessario creare<br />
un’astrazione rispetto alla tastiera reale, abbinando la pressione dei tasti fisici a simboli di una<br />
tastiera virtuale che rimane sempre la stessa. La tastiera virtuale dei sistemi che si rifanno al<br />
modello di Unix, genera dei simboli, che possono avere il significato di un carattere, di una<br />
stringa, o di una funzione speciale. Quello che si fa sulla tastiera fisica è un’azione meccanica,<br />
ma quello che conta è ciò che, da quella azione, viene generato attraverso la tastiera virtuale.<br />
Per esempio, se ipoteticamente con la combinazione di tasti [ AltGr e ] si ottiene il simbolo «e»,<br />
per il sistema è come se si premesse il tasto [ e ] della tastiera virtuale.<br />
Nelle tastiere fisiche si utilizzano diversi tasti «modificatori» per generare delle combinazioni,<br />
per esempio per ottenere le lettere maiuscole, mentre, nella tastiera virtuale si può immaginare<br />
che ci sia un tasto singolo per ogni funzione.<br />
Nella tastiera virtuale di un sistema simile a Unix si prevedono tasti con funzioni speciali, che<br />
in pratica trasmettono un carattere o una stringa che ha lo scopo di comunicare qualcosa a un<br />
programma. Per esempio, il codice ASCII , ovvero 08 16 , ha normalmente lo scopo di<br />
cancellare un testo, arretrando; il codice ASCII , ovvero 02 16 , potrebbe avere lo scopo<br />
di informare il programma della conclusione del flusso di dati in ingresso (end of file). Per<br />
ottenere questi simboli con funzioni speciali si può immaginare la tastiera virtuale con un tasto<br />
apposito per ognuno, mentre nella tastiera reale potrebbe essere necessaria una combinazione<br />
(nel caso del codice di conclusione di un flusso di dati si usa normalmente la combinazione<br />
[ Ctrl d ]). Tuttavia, la tastiera virtuale tipica di un sistema Unix prevede dei modificatori<br />
(virtuali): si tratta precisamente di < Control > e < Meta >.<br />
I modificatori virtuali < Control > e < Meta > servono per ottenere delle funzioni speciali, in abbinamento<br />
con altri tasti (virtuali). Tuttavia, si potrebbero immaginare tasti virtuali separati per<br />
ognuna delle combinazioni prestabilite, rendendo il concetto più semplice.<br />
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