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Brindisini la mia gente.pdf

Fotografie della Brindisi che fu e della Brindisi che è, con i commenti spontanei e personalissimi di coloro che, brindisini doc, quella Brindisi che fu l'hanno vissuta e vivono la Brindisi che è. Brindisi, la "filia solis" di Federico II, la Brundisium romana, la messapica Brunda, il più bel porto naturale dell’Adriatico italiano. Il tutto in più di 300 pagine e quasi 300 fotografie!

Fotografie della Brindisi che fu e della Brindisi che è, con i commenti spontanei e personalissimi di coloro che, brindisini doc, quella Brindisi che fu l'hanno vissuta e vivono la Brindisi che è. Brindisi, la "filia solis" di Federico II, la Brundisium romana, la messapica Brunda, il più bel porto naturale dell’Adriatico italiano. Il tutto in più di 300 pagine e quasi 300 fotografie!

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Remo Simoniello La risposta su "nannascima": era <strong>la</strong> bisnonna! Vuoi un esempio di come si è passati ai<br />

neologismi? Skuma ti mari, non esiste nel<strong>la</strong> lingua brindisina, si chiamava " lliiami o alliami" e fu proprio Setti<br />

Giacchetti che coniò questa paro<strong>la</strong>: una sera dopo aver pescato, siamo a metà anni 50, si mise cu <strong>la</strong> mattra a<br />

vendere <strong>la</strong> lliami e per richiamare <strong>la</strong> <strong>gente</strong> incominciò ad ur<strong>la</strong>ri "Viva eti, questa eti <strong>la</strong> vera skuma ti mari", e così<br />

da quel<strong>la</strong> sera nacque questo neologismo.<br />

Gianni Tanzarel<strong>la</strong> Questa "lliami" l'ho giá sentita riferita sempre al<strong>la</strong> "skuma ti mari", ma solo i vecchi<br />

pescatori lo sanno. E certu ca lu sai puru tui, ca ci si vecchiuuuuuuuuuuuuuuu, ahahahahahaha!<br />

Remo Simoniello Appena scendu ti mettu <strong>la</strong> capu "intra all'acqua ti na strascio<strong>la</strong>"!<br />

Gianni Tanzarel<strong>la</strong> Aqhaqhahahahahaha, ti l'ha circata ahahaha! Che vordì "strascio<strong>la</strong>"?<br />

Remo Simoniello Ma no sai c'è t'eti "<strong>la</strong> strascio<strong>la</strong>"? Stà viti? Quando pioveva, li roti ti lu travinu <strong>la</strong>sciavano un<br />

solco che si riempiva d'acqua piovana: il solco era <strong>la</strong> strascio<strong>la</strong>!<br />

Gianni Tanzarel<strong>la</strong> Io ho sempre saputo "scarassatora ti travinu".<br />

Remo Simoniello Ma fammi lu piaceri uè Già, <strong>la</strong> scarassatora era quandu na porta era socchiusa, no<br />

mbrrugghiamu favi e fogghi!<br />

Antonio Fox Bravo Remo. Comunque non puoi pretendere che gli altri possano competere cu nu sciabbicotu<br />

como a tei. Hai mai pensato di fare un vocabo<strong>la</strong>rio delle parole brindisine? Io ne ho uno, ma comunque non<br />

credo sia completo, fatto dal compianto Raffaele Cucci.<br />

Remo Simoniello Antò dovresti saperlo, non te lo devo dire io, per quanto riguarda Raffaele Cucci, credo che<br />

abbia fatto una ricerca molto minuziosa e molto attendibile.<br />

Antonio Fox A proposito di "strascio<strong>la</strong>" l'ho consultato, ma il termine non c'è.<br />

Remo Simoniello Non ho il vocabo<strong>la</strong>rio di Raffaele, ma stai tranquillo quello è il significato, però mi sembra<br />

strano, consultalo meglio. Uarda ci stai l'aquilone. Frauta Luigi l'à và saperi, lu chiamaumu " <strong>la</strong> cartu<strong>la</strong>ra".<br />

Lucia Tramonte Cucci riporta cartu<strong>la</strong>ra = aquilone, ma anche pumeta. Remo, quel<strong>la</strong> <strong>la</strong>sciata dai carretti si<br />

chiamava "cazzatora ti carrozza" o "cazzatora ti travìnu". Scarrassatora è lo spiraglio del<strong>la</strong> porta. Il nostro<br />

dialetto è ricchissimo di sottigliezze!<br />

Remo Simoniello Cara Lucia, ogni ricercatore cerca di avvicinarsi sempre di più al<strong>la</strong> verità, specialmente<br />

facendo <strong>la</strong> ricerca sull'etimologia del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>, "cazzatora" viene inserita nel linguaggio dopo "strascio<strong>la</strong>", come<br />

ad esempio in successione, sul<strong>la</strong> pasta abbiamo: spirciatieddi, spizzatori ed infine pasta mbiskata, questo per i<br />

fagioli, mentre per i ceci avevamo: tria, pasta riccia, <strong>la</strong>ina e spaghetti, e via di seguito. Fino al<strong>la</strong> metà<br />

dell'ottocento nelle nostre parole non esisteva <strong>la</strong> lettera "c" in sua vece vi era <strong>la</strong> "k": Kappieddu, Kaddu, etc. Per<br />

quanto riguarda "scarassatora", son famose le parole "<strong>la</strong>ssa na scarassatora ca essunu li moschi". Anche da<br />

quello che mi dici su "cazzatora ti travinu" ti dico hai ragione, ma se torno ancora indietro, lu travinu si chiamava<br />

"travenuru" come pircocu si presentava come "pricuecu". In tutti modi mi complimento per il tuo scritto "<strong>la</strong><br />

corriera", bello, conciso e diretto, senza fronzoli, bravissima!<br />

Lucia Tramonte Remo, rientrata a casa leggo con interesse quanto scrivi. Lo scambio aiuta <strong>la</strong> riflessione e <strong>la</strong><br />

riflessione arricchisce tutti. Grazie per i complimenti.<br />

Raffaele Mauro Bel<strong>la</strong> ed interessante analisi Remo, grazie.<br />

Gianfranco Perri Remo, sei una grande risorsa per noi brindisini. Dovremmo peró valorizzarti di piú ed<br />

usufruire veramente delle tue gradi conoscenze del nostro dialetto. Dovresti programmare una visita a Brindisi<br />

ed un incontro con il nostro gruppo, naturalmente nel<strong>la</strong> misura in cui tu riuscissi ad inserirlo nei tuoi impegni!

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