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<strong>Bolivia</strong>


AGGIORNAMENTO AL 1^ SEMESTRE 2010<br />

BOLIVIA<br />

1. QUADRO MACROECONOMICO<br />

a) Andamento congiunturale e rischio Paese<br />

Sintesi Politica<br />

La situazione politica boliviana ha assunto un carattere molto peculiare dopo l’elezione alla<br />

carica di Presidente della Repubblica di Evo Morales, il 22 gennaio 2006.<br />

La sua Presidenza si é caratterizzata per la notevole apertura verso la popolazione indigena e le<br />

classi storicamente emarginate, la nazionalizzazione di numerose imprese, con particolare<br />

riferimento al settore degli idrocarburi e delle telecomunicazioni, la convocazione<br />

dell’Assemblea Costituente e la successiva approvazione della Nuova Costituzione Politica<br />

<strong>Bolivia</strong>na (CPE), entrata in vigore nel febbraio 2009.<br />

I cambi istituzionali e i nuovi indirizzi in politica interna ed estera, hanno premiato Evo Morales<br />

che, alle ultime elezioni tenutesi nel dicembre 2009, è stato rieletto per il prossimo quinquennio<br />

alla Presidenza dello Stato Plurinazionale di <strong>Bolivia</strong> (denominazione ufficiale introdotta con la<br />

nuova CPE) con una percentuale del 64% dei voti ed il suo partito (Movimento al Socialismo-<br />

MAS) ha ottenuto la maggioranza assoluta nei due rami del Congresso.<br />

Questa marcata vittoria di Evo Morales sugli oppositori non ha tuttavia risolto un problema di<br />

fondo; attualmente la <strong>Bolivia</strong> si trova politicamente scissa in due fazioni distinte: da un lato, il<br />

Presidente Evo Morales e i suoi sostenitori, fautori di una linea di politica economica socialista<br />

e indigenista, che riserva una particolare attenzione alle popolazioni delle regioni andine,<br />

dall’altro le Regioni orientali del Paese (Santa Cruz, Beni, Tarija, Pando), che da soli generano<br />

il 43% del PIL nazionale e che reclamano una maggiore autonomia fiscale, finanziaria e<br />

politica.<br />

Alcune misure intraprese dal Presidente Morales negli ultimi anni hanno riguardato direttamente<br />

gli interessi di imprese europee ed italiane, come la nazionalizzazione dell’impresa Entel,<br />

partecipata da Telecom Italia, la quale ha adito un Tribunale arbitrale internazionale.<br />

Sul fronte internazionale l’atteggiamento di dialogo nei confronti dei produttori di coca e gli<br />

stretti rapporti che Morales ha stabilito con Fidel Castro e Hugo Chávez hanno reso più tese le<br />

relazioni con gli Stati Uniti, impegnati in <strong>Bolivia</strong> con il programma ‘coca cero’ che prevede la<br />

eradicazione delle coltivazioni di coca. Morales, dal canto suo, anche di fronte all’assemblea<br />

dell’ONU ha ribadito di essere d’accordo con l’idea di ‘cocaina zero’, ma non con quella<br />

caldeggiata da Washington di ‘coca zero’.<br />

Il contrasto è giunto al suo culmine con la dichiarazione di persona non grata dell’Ambasciatore<br />

USA, l’espulsione di USAID dalla Regione cocalera del Chapare e quella dell’agenzia<br />

statunitense DEA (Drug Enforcement Administration) dalla <strong>Bolivia</strong>, con l’accusa di<br />

cospirazione e spionaggio politico.<br />

La <strong>Bolivia</strong> ha privilegiato, oltre alle relazioni con tutti i Paesi “ALBA” e la Russia, anche un<br />

avvicinamento politico con l’Iran, mentre ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele.<br />

Per quanto riguarda i rapporti con l’Unione Europea, la <strong>Bolivia</strong> ha criticato la decisione dell’UE<br />

di intraprendere negoziati commerciali “multipartes” con i singoli Paesi CAN, accusandola di<br />

favorire la disgregazione della comunità Andina, ma negli ultimi mesi La Paz sta cercando di<br />

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iprendere il dialogo con i negoziatori europei per firmare l’Accordo di Associazione così come<br />

fatto da Perùe Colombia.<br />

Resta aperta l’annosa questione dello sbocco al mare con il Cile: il governo boliviano pretende<br />

almeno un trattamento preferenziale per operare su uno dei porti cileni (Arica o Iquique), in<br />

modo da avere un canale diretto per le proprio esportazioni. Al riguardo nell’Ambito degli<br />

accordi sottoscritti da entrambi i Paesi nella denominata “Agenda dei 13 punti”, nel mese di<br />

giugno 2008 il Governo cileno ha approvato l’abilitazione del porto di Iquique, con decorrenza<br />

dal mese di agosto, per il libero transito delle merci in entrata e uscita della <strong>Bolivia</strong>, indicando<br />

che esistono momenti di valutazione da parte cilena sulla domanda della <strong>Bolivia</strong> di uno sbocco<br />

al Pacifico; il Governo boliviano ha comunque avviato contatti diplomatici per l’eventuale<br />

alternativa di uno sbocco sull’Atlantico (porto di Nueva Palmira in Uruguay).<br />

Andamento congiunturale<br />

Dal 2006, cioè dalla nomina di Evo Morales a Presidente della Repubblica, la <strong>Bolivia</strong> ha<br />

intrapreso una serie di nazionalizzazioni in settori strategici come gli idrocarburi e le<br />

telecomunicazioni ed ha aumentato la spesa pubblica. Nel 2010 tale tendenza non è cambiata; la<br />

nuova Costituzione ha oltre tutto codificato una politica economica di natura statalista. 1 In<br />

particolare il 1 maggio 2010 il Governo ha proceduto alla nazionalizzazione di imprese<br />

produttrici e distributrici di elettricità, di cui una di proprietà francese ed un’altra britannica.<br />

In questi primi anni dell’ “era Morales” è stata privilegia una politica economica diretta ad<br />

ottenere buoni risultati dal punto di vista macro-economico; tuttavia il Ministero<br />

dell’Economica si rende conto della necessità di rendere attrattivi gli investimenti privati, anche<br />

esteri, senza rinunciare ai principi consacrati nella nuova Costituzione: per questo motivo il<br />

Ministro Arce, in un recente incontro con gli investitori statunitensi, ha presentato la formula<br />

delle società miste e del rischio condiviso, chiarendo che non vi è possibilità di rimpatriare gli<br />

utili conseguiti in <strong>Bolivia</strong> nei settori ritenuti strategici.<br />

Il rafforzamento del boliviano rispetto al dollaro americano (condotto fino ad ottobre 2008) è<br />

stato utilizzato in chiave anti-inflazionistica, ma con ripercussioni negative per gli esportatori,<br />

anche se ha avuto il merito di stabilizzare il rapporto di cambio tra le due monete.<br />

Il timore di future nazionalizzazioni e la sospensione del regime di preferenza tariffaria con gli<br />

Stati Uniti (ATPDEA), unitamente ad irrisolti problemi sociali ed al rischio latente di conflitti<br />

interni che spesso sfociano in improvvisi blocchi delle scarse vie di comunicazione, hanno<br />

condotto ad una riduzione degli investimenti privati cui non è estraneo il generale clima di<br />

sfiducia provocato dalla crisi finanziaria internazionale e l’attesa per importanti riforme (codice<br />

di commercio, del lavoro, degli idrocarburi, delle miniere) che devono dare attuazione ai nuovi<br />

principi consacrati dalla Costituzione Politica dello Stato.<br />

Nonostante il Paese si stia avviando ad un periodo di probabile stabilità politico-sociale, una<br />

politica economica eccessivamente regolatrice (es. nel mercato del lavoro), le complicazioni<br />

burocratiche che impediscono il rapido avvio di attività d’impresa (v. oltre le statistiche di<br />

“Doing business”), l’inefficienza del potere giudiziale, che rende complesso il rispetto dei<br />

contratti e l’attuazione dello Stato di diritto, così come la piena tutela del diritto di proprietà e la<br />

lotta alla corruzione, fanno dubitare molti imprenditori sulla convenienza di investire in <strong>Bolivia</strong>.<br />

I piani di deficit-spending del Governo, diretti alla costruzione di infrastrutture ed alla<br />

conseguente creazione di posti di lavoro, sono stati parzialmente ridimensionati da una drastica<br />

1 Secondo quanto dichiarato dal Vice Presidente dello Stato Plurinazionale, Alvaro Garcia Linera,<br />

“l’apparato statale non giungerà ad occupare più del 35% del PIL...(omissis)...Si giungerà a tale<br />

percentuale attraverso la gestione delle imprese strategiche (idrocarburi, dighe, ferro, energia elettrica per<br />

es.) e creando imprese che possano soddisfare la domanda interna ed in futuro esportare le eccedenze. In<br />

questa seconda linea di azione troviamo le imprese alimentarie o di medicamento...(omissis)...(da LA<br />

RAZON del 2 dicembre 2009).<br />

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iduzione delle entrate fiscali, sopratutto quelle legate alla vendita di idrocarburi (per una<br />

riduzione del prezzo associata ad una riduzione della domanda).<br />

Secondo i dati della “Fundación Milenio” nel 2009 si è assistito ad una riduzione della<br />

produzione di idrocarburi, sia gas naturale che petrolio (e derivati), derivata da una riduzione di<br />

investimenti nel settore, per la mancanza di sicurezza giuridica nel Paese 2 : per la prima volta la<br />

produzione di gas naturale è stata negativa (-14,2%) cosí come quella del petrolio e derivati (-<br />

12,9%), la piú bassa dal 2000. Un maggiore investimento nel settore porterebbe a maggiore<br />

produzione e quindi a maggiori entrate fiscali; per questo motivo le nuove riforme di prossima<br />

approvazione saranno cruciali per l’economia del Paese. La crescita del 2009 si deve soprattutto<br />

ai settori minerario (miniere di S.Cristobal, S.Bartolomé e S.Vincente), dell’industria<br />

manifatturiera e della costruzione. Nonostante il settore minerario sia cresciuto nel 2009 del<br />

8.06%, tale dato è di molto inferiore alla crescita del 50% che si era realizzata l’anno<br />

precedente.<br />

Per comprendere gli effetti delle variazioni dei prezzi delle materie prime sul PIL boliviano<br />

occorre considerare che l’apporto al PIL del settore industriale è solo del 12% (era del 16% nel<br />

1994), mentre quello dell’attività estrattiva è passato nello stesso periodo dal 5% al 9%.<br />

Una conferma ci viene dalla struttura dell’impiego: il settore primario (attività agricole e<br />

minerarie) occupa il 30,58% della manodopera, quello secondario il 17,42% (però acqua, gas e<br />

costruzioni costituiscono il 6,12%) e quello terziario assorbe il 46,10% (il commercio da solo il<br />

16,09%). Secondo la legge dei tre settori elaborata dall’economista Colin Clark costituiscono un<br />

indice dell’arretratezza della <strong>Bolivia</strong>, ma allo stesso tempo ci indicano che lo sviluppo del Paese<br />

si basa in buona parte su attività estrattive, commerciali e della costruzione che richiedono<br />

scarsa tecnologia, con conseguente bassa remunerazione del lavoro.<br />

Secondo le previsioni pubblicate da “The Economist Intellingence Unit” nel corso dei prossimi<br />

due anni la mancanza di investimenti privati limiterà la crescita economica e la creazione di<br />

posti di lavoro; la stagnazione delle entrate derivanti dalla vendita di idrocarburi e la notevole<br />

spesa pubblica incrementerà il deficit fiscale fino al 2,5% del PIL nel 2010 e 2,7% nel 2011. La<br />

politiche monetarie espansive e dirette alla stabilità del cambio, saranno poco efficaci a causa di<br />

una scarsa penetrazione delle banche sul tessuto economico locale, caratterizzato da una amplia<br />

informalità. L’aumento dei costi dei prodotti importati ed una lieve svalutazione della moneta<br />

locale porterà un aumento dell’inflazione al 3% nel 2010 e al 4,3% nel 2011.<br />

Previsioni generali sulla crescita reale dell’economia boliviana (in percentuale)<br />

2008 2009 2010 2011<br />

Crescita reale del PIL 6,1 3,4 4,0 3,8<br />

Crescita produzione agricola<br />

lorda 2,6 3,7 3,6 3,0<br />

Inflazione dei prezzi al<br />

consumatore (in media) 14 3,3 1,5 4,2<br />

Inflazione dei prezzi al<br />

consumatore (a fine anno) 11,8 0,3 3,0 4,3<br />

Interessi Prime Rate 13,9 12,4 10,1 11,3<br />

Esportazione di beni (mil U$) 6400 4800 5700 6200<br />

Importazione di beni (mil U$) 4600 4100 4900 5300<br />

Cambio <strong>Bolivia</strong>no-USD (medio) 7,26 7,07 7,07 7,07<br />

Cambio <strong>Bolivia</strong>no-USD ( fine anno) 7,07 7,07 7,07 7,06<br />

Cambio <strong>Bolivia</strong>no-euro (medio) 10,68 9,85 8.90 8,43<br />

Fonte: “The Economist Intellingence Unit” Country Report luglio 2010<br />

(i dati 2009 sono stime mentre quelli 2010 e 2011 sono previsioni)<br />

2 Ved. Articolo “Baja producción de hidrocarburos afecta a la economía boliviana” di Veronica Muriel,<br />

pubblicato su “Energy press” n. dal 3 al 9 maggio 2010<br />

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Il Fondo Monetario Internazionale prevede un incremento del PIL boliviano del 4% nel 2010 e<br />

nel 2011, grazie ad un elevato investimento pubblico ed un’inflazione, rispettivamente, del 4% e<br />

3,5%.<br />

Più ottimisti sono i dati della CEPAL (Comisión Económica para América Latina y el Caribe)<br />

circa la crescita del PIL boliviano per il 2010 (+ 4,5%) ed anche quelli del Governo boliviano<br />

che ha previsto nel bilancio 2010 una crescita del 4,69% (identica alla previsione<br />

dell’inflazione).<br />

In particolare per la CEPAL il recupero delle economie dell’America Latina e dei Caraibi è<br />

stato più rapido del previsto grazie ad un insieme di politiche anticicliche che hanno consentito<br />

di affrontare efficacemente le turbolenze esterne, come la riduzione della tassa di interesse,<br />

l’aumento nella partecipazione creditizia delle Banche Centrali, l’espansione della spesa<br />

pubblica e l’applicazione di una vasta gamma di programmi nell’area sociale in relazione a<br />

sussidi per incentivare il consumo specialmente delle classi più povere.<br />

Anche il FMI concorda con questa analisi per quanto concerne la politica anti-ciclica seguita dal<br />

Governo boliviano nel corso del 2009: i risparmi fiscali degli anni anteriori hanno consentito<br />

alla <strong>Bolivia</strong> di effettuare maggiori investimenti pubblici per appoggiare la domanda interna e la<br />

spesa sociale: la crescita reale media della spesa pubblica nel periodo 2005-2008 è stata del 9%<br />

annuale, inferiore alla crescita reale delle entrate (18%).<br />

RANKING: PREVISIONI di CRESCITA IN AMERICA LATINA nel 2010<br />

secondo dati CEPAL (resi noti a fine luglio 2010)<br />

media America Latina (5,2%)<br />

1. Brasile (7,6%),<br />

2. Uruguay (7%),<br />

2. Paraguay (7%)<br />

4. Argentina (6,8%)<br />

5. Perú (6,7%)<br />

6. Repubblica Domenicana (6%)<br />

7. Panama (5%)<br />

8. <strong>Bolivia</strong> (4,5%)<br />

9. Cile (4,3%)<br />

10. Messico (4,1%)<br />

11. Colombia (3,7%)<br />

12. Ecuador (2,5%)<br />

13.Honduras (2,5%)<br />

14. Nicaragua (2%)<br />

14. Guatemala (2%)<br />

16. Cuba (1,9%)<br />

17. El Salvador (1,5%)<br />

18. Venezuela (-3%)<br />

19. Haiti (-8,5%)<br />

Fonte: CEPAL, Balance Preliminar de las Economías de América Latina y el Caribe 2010.<br />

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PRINCIPALI DATI MACROECONOMICI<br />

Ottimi risultati macroeconomici; società industriale (non post-industriale)<br />

2008 2009 2010 2011<br />

PIL<br />

Prodotto Interno Lordo su base nominale (in<br />

mil.USD 16.615 18.235 19.258 20.846<br />

Prodotto Interno Lordo su base nominale (in<br />

mil.bolivianos) 120.694 128.920 136.158 147.331<br />

Crescita reale del PIL 6,1 3,4 4,0 3,8<br />

Spese sul PIL (variazioni % sul cambio reale)<br />

Consumi privati 5,5 3,7 4,3 4,3<br />

Consumi statali 3,9 3,8 3,6 3,6<br />

Investimenti fissi lordi 18,7 2,9 4,0 4,4<br />

Esportazione di beni e servizi 2,2 (-)10,8 5,4 5,0<br />

Importazione di beni e servizi 9,4 (-)10,2 6,1 6,0<br />

Origine del PIL (variazioni %)<br />

Agricultura 2,6 3,7 3,6 3,0<br />

Industria 10,6 2,9 3,9 3,6<br />

Servizi 4,0 4,9 5,0 4,7<br />

Popolazione ed entrate<br />

Popolazione (in milioni) 9.7 9.9 10.0 10.2<br />

PIL pro capite (USD in parità potere d’acquisto) 4.495 4.620 4.785 4.938<br />

Disoccupazione registrata (%) 7,5 8,5 8,3 8,0<br />

Conto corrente (in milioni di U$)<br />

Bilancio commerciale 1.807 740 839 978<br />

Beni: Esportazioni 6.448 4.819 5.709 6.234<br />

Beni: Importación (-)4.641 (-)4.079 (-)4.870 (-)5.255<br />

Bilancio servizi (-)540 (-)507 (-)576 (-)634<br />

Bilancio entrate (-)536 (-)653 (-)682 (-)724<br />

Bilancio trasferimenti correnti 1.284 1.213 1.269 1.327<br />

Bilancio conto corrente 2.015 793 849 947<br />

Debito estero(in milioni di U$)<br />

Debito accumulato 5.537 5.847 6.293 6.707<br />

Debito pagato 938 590 491 476<br />

Principali restituzioni 773 436 354 375<br />

Interessi 166 154 137 101<br />

Riserve internazionali<br />

Totale delle riserve internazionali (mil USD) 7.722 8.581 8.059 7.459<br />

Fonte: “The Economist Intellingence Unit” Country Report luglio 2010<br />

Tasso di cambio e riflessi sulla bilancia commerciale<br />

Da sempre la politica monetaria boliviana è stata caratterizzata da mini-svalutazioni e minirivalutazioni<br />

della moneta locale senza previo avviso.<br />

In particolare la politica monetaria del Governo Morales è stata caratterizzata da una costante<br />

rivalutazione della moneta locale nei confronti del dollaro americano (8% nel corso del 2008) e,<br />

a partire dal 6 ottobre 2008, il rapporto di cambio tra le due monete è rimasto fissato a 6,97<br />

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oliviani per l’acquisto ed in 7,07 boliviani per la vendita. Con tale politica il Governo intende<br />

sostenere una “bolivianizzazione” dell’economia (in contrapposizione alla “dollarizzazione”).<br />

Considerata la diversa forza tra le due economie, il rapporto di cambio <strong>Bolivia</strong>no/USD si<br />

mantiene artificiosamente basso attraverso l’utilizzazione delle riserve internazionali nette<br />

(RIN), che hanno superato gli 8.500 3 milioni di dollari. Tale aumento è dovuto – secondo<br />

quanto reso noto dal Banco Centrale <strong>Bolivia</strong>no – al surplus della bilancia dei pagamenti,<br />

all’aumento del prezzo dell’oro nonché alla nazionalizzazione degli idrocarburi.<br />

Alcuni economisti stimano che il dollaro dovrebbe avere un valore superiore del 25% rispetto<br />

all’attuale.<br />

Il Banco Centrale <strong>Bolivia</strong>no – BCB- (che ha l’obbligo di coordinare la politica monetaria ed<br />

economica con l’esecutivo) è attualmente disinteressato ad una svalutazione delle moneta<br />

locale, così come accaduto nel 2008 in quasi tutti i Paesi dell’Area, i quali optarono per una<br />

svalutazione delle proprie monete per far fronte alla crisi globale e stimolare le esportazioni<br />

(secondo dati del BCB, il Brasile ha svalutato nel 2008 del 31,01%, l’Argentina del 9,63%, il<br />

Perú del 4,66%, la Colombia dell’11,47% ed il Cile del 28,23%).<br />

Secondo le dichiarazioni del Presidente del BCB la scelta è dettata da ragioni<br />

macroeconomiche, sopratutto dall’esigenza di dare stabilità ai prezzi (uno dei principali obiettivi<br />

del BCB), infondere nel cittadino una sensazione di stabilità e fiducia nella moneta locale,<br />

incentivando il risparmio in bolivianos (fino al 2005 solo l’8% dei depositi era in moneta<br />

nazionale, nel 2010 sono il 47% e tendono a crescere, anche grazie all’introduzione<br />

dell’Imposta sulle transazioni con moneta estera), evitare un maggior costo del debito estero; i<br />

critici affermano invece che se da un lato tale rapporto di cambio darà maggiore certezza agli<br />

scambi commerciali, dall’altro comporterà un inevitabile aumento delle importazioni ed una<br />

minore competitività delle esportazioni locali, con un disavanzo della bilancia commerciale.<br />

In particolare secondo il Presidente dell’ “Instituto boliviano de Comercio Exterior” (IBCE) la<br />

“bolivianizzazione” dell’economia fino ad ora non ha comportato un minor costo della vita per i<br />

cittadini ed il settore delle esportazioni - che dovrebbe essere diversificato per evitare una<br />

pericolosa dipendenza dai prezzi delle commodities - é ampliamente pregiudicato dalla stessa.<br />

Per il FMI la strategia boliviana di mantenere il tasso di cambio stabile è stata positiva: l’alta<br />

dollarizzazione del paese suggeriva di mantenere una chiara ancora nominale durante la crisi; in<br />

un contesto in cui non si richiedeva una svalutazione del tasso di cambio reale e le riserve<br />

internazionali erano alte, le stime del FMI rilevano che il tasso di cambio effettivo reale si trova<br />

prossimo a quello di equilibrio; l’inflazione è stata controllata e la “bolivianizzazione” nel<br />

settore finanziario continua a rafforzarsi 4 . Secondo gli esperti del FMI il cambio con il dollaro<br />

porà reggere se si manterrà il prezzo del barile di petrolio (il quale influisce anche su quello del<br />

gas), il che consentirà anche il mantenimento di una buona riserva monetaria ed un rapporto tra<br />

la stessa ed il PIL, che è tra i più alti al mondo. Secondo gli analisti economici del Paese, la<br />

BCB ha gli strumenti per tenere stabile questo tipo di cambio: in primo luogo attraverso le<br />

riserve e poi anche per una scelta politica del Governo, che privilegia una bassa inflazione.<br />

Per quanto riguarda il commercio con l’estero si è registrata nell’ultimo biennio la perdita di<br />

alcuni mercati preferenziali: dal dicembre 2008 gli USA non hanno rinnovato l’accordo<br />

ATPDEA e gli auspicati nuovi accessi ad altri mercati in sostituzione di quello nord-americano<br />

hanno deluso le attese. La recessione economica internazionale ha inciso negativamente sui<br />

prezzi ed i volumi delle esportazioni. Oltre tutti questi fattori, occorre considerare le<br />

svalutazioni monetarie che si sono realizzate nella maggior parte dei Paesi latinoamericani.<br />

3 Dato alla fine di aprile 2010. Il 18% delle riserve è in euro. Formano parte delle riserve anche<br />

911.074,89 once troy di oro, pari (al 26 maggio 2010) a 1.091,8 milioni di USD<br />

4 Dalla relazione del 2009 sul Paese di Gilbert Terrier, vice direttore del Dipartimento dell’Emisfero<br />

Occidentale del FMI<br />

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Secondo lo stesso Presidente IBCE l’aumento dei costi di produzione in conseguenza<br />

dell’inflazione, l’inasprimento della normativa sul lavoro, l’aumento dei salari “per decreto”, i<br />

“prezzi politici” di vendita che pregiudicano gli imprenditori, le proibizioni e le restrizioni delle<br />

esportazioni, sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano la congiuntura attuale e<br />

condurranno alla perdita di posti di lavoro nel settore manifatturiero.<br />

L’IBCE sostiene che la bassa quotazione del dollaro nel Paese è solo un elemento aggravante ad<br />

una situazione economica caratterizzata dai suddetti fattori esterni ed interni. Questo implica<br />

che all’estero i prodotti boliviani vengono pagati maggiormente e viceversa in <strong>Bolivia</strong> costi ogni<br />

volta meno importare.<br />

TIPO DI CAMBIO DOLLARO-<br />

BOLIVIA<br />

7,18<br />

7,16<br />

7,14<br />

7,12<br />

7,1<br />

7,08<br />

7,06<br />

7,04<br />

7,02<br />

luglio 2008 ago.2008 sett.2008 ott. 2008 nov.2008 dic. 2008 gen-dic 09 gen-ago 10<br />

Fonte: Instituto Nacional de Estadística<br />

Inflazione<br />

Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE) l’inflazione accumulata da gennaio a<br />

giugno 2010 è dello 0,43%, in linea con quella dello scorso anno che era si era chiuso con un<br />

Indice dei Prezzi al Consumo (IPC) dello 0,26% (-97,8% rispetto al 2008), il piú basso di<br />

sempre ed insieme al Perù il piú basso del Sudamerica.<br />

Sono ormai ben lontani gli anni dell’iperinflazione, quando la <strong>Bolivia</strong> era in balia di tassi di<br />

inflazione che superavano il 33% al giorno (1985).<br />

Le previsioni del Governo per il 2010 erano per un tasso di circa il 4,5%, in considerazione di<br />

un investimento di maggiori risorse nel settore minerario, degli idrocarburi e delle infrastrutture<br />

viarie ed il maggior flusso di denaro contribuirà all’aumento dei prezzi al consumo; tuttavia<br />

l’aumento del salario minimo del 5% a partire dal 1 gennaio 2010 sembrava rendere di difficile<br />

realizzazione la meta e dall’insoddisfazione manifestata (anche con scontri di piazza) dai<br />

lavoratori si puó dedurre che l’inflazione percepita dalla popolazione sia piú alta di quella resa<br />

nota dalle statistiche ufficiali o che le condizioni salariali siano inferiori ad un livello di vita<br />

accettabile.<br />

La tendenza alla diminuzione dell’inflazione era già evidente a fine 2008; infatti dopo aver<br />

raggiunto un picco massimo di 17,3% nel mese di giugno 2008, é scesa fino a raggiungere<br />

l’11,8% in dicembre ed è diminuita in modo rilevante nel corso del primo semestre 2009, fino<br />

ad un’inflazione su base annua (giugno 2008-2009) del 2,12%, tanto che alcuni economisti<br />

prefiguravano scenari di possibile deflazione. Per ottenere questo risultato sono stati<br />

determinanti: la rivalutazione del bolivianos e pertanto la riduzione delle pressioni<br />

inflazionistiche importate, il rifornimento di prodotti alimentari dovuti al recupero dell’attività<br />

agricola e alle misure applicate dal governo, la riduzione dei prezzi dei prodotti alimentari ed<br />

energetici, nonché la svalutazione delle monete dei principali soci commerciali.<br />

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Fino al terzo trimestre 2008, il Banco Centrale <strong>Bolivia</strong>no ha concentrato gli sforzi nel ritiro<br />

degli eccedenti di liquidità economica. Successivamente, e conformemente con il cambiamento<br />

del contesto economico internazionale, il BCB ha cambiato la direzione delle sue misure<br />

riducendo l’offerta di titoli e la collocazione netta delle Operazioni di Mercato Aperto (OMA)<br />

con il fine di iniettare liquidità nell’economia ed espandere gradualmente il credito per<br />

incentivare l’attività economica. Allo stesso modo é decelerata la rivalutazione del boliviano e<br />

dall’ultimo bimestre 2008 la parità é rimasta invariata, in un contesto di grande incertezza<br />

esterna ed elevata volatilità delle monete dei Paesi limitrofi.<br />

É rilevante sottolineare che per ottenere la diminuzione dell’inflazione é stato determinante la<br />

diminuzione dei prezzi esterni (dato che l’alta inflazione era in gran parte importata) e<br />

soprattutto il cambio ad ottobre 2008 di prodotti all’interno del paniere di beni posto alla base<br />

del calcolo da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica (INE); in particolare il peso dei consumi<br />

alimentari è diminuito dal 49% al 38% mentre quello dei trasporti e telecomunicazioni è<br />

aumentato dal 10,80% al 15,97%. Secondo l’agenzia Fitch Rating se il dato fosse calcolato<br />

sulla base del precedente paniere darebbe luogo ad un’inflazione annuale più alta.<br />

La Ministra di Pianificazione, Viviana Caro, ha annunciato che tra il 2011 ed il 2012 si<br />

modificherà nuovamente la base di calcolo dell’Indice dei Prezzi al Consumo. 5<br />

INDICE MENSILE DEI PREZZI AL CONSUMATORE 2000-2010 (dati INE)<br />

14<br />

12<br />

10<br />

8<br />

6<br />

4<br />

2<br />

0<br />

2000 2001. 2002 2003 2004. 2005 2006 2007 2008 2009 giugno<br />

2010<br />

Sistema bancario e vulnerabilità finanziaria<br />

La riforma del sistema bancario, attuata negli anni ‘90, ha regolato le attività finanziarie e ha<br />

permesso alle banche di detenere conti in valuta estera, aumentando i requisiti di riserva presso<br />

la Banca Centrale sui depositi in dollari, e proibito l’Insider leading. In <strong>Bolivia</strong> operano nove<br />

Banche nazionali, tre banche estere e 45 istituti finanziari non bancari.<br />

Si valuta che la stabilità del sistema finanziario é aumentata mentre la percentuale dei non<br />

performing loans sul totale dei prestiti si é ridotta a circa il 10%. Gli indicatori sulla salute del<br />

sistema bancario sono rimasti ampiamente stabili, con un’alta liquidità e rapporti di adeguatezza<br />

del capitale (capital adequacy rations) sopra livelli obbligatori.<br />

Il settore bancario é aperto agli investimenti esteri e la maggior parte delle banche nazionali ha<br />

già un certo grado di partecipazione estera.<br />

Nonostante il diffuso miglioramento, il sistema finanziario resta comunque vulnerabile alle<br />

fughe di capitali e necessita di una maggiore vigilanza. Oltre a ciò la redditività bancaria rimane<br />

5 Da “La Prensa” dell’8 giugno 2010<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


ancora bassa e le banche restano esposte ai rischi provenienti dalla dollarizzazione. Dal 2008 è<br />

stato introdotto dalla Banca Centrale <strong>Bolivia</strong>na l’obbligo di notificare tutti gli ingressi e le uscite<br />

di valuta superiore a 10 mila dollari USA.<br />

Nel corso dell’ultimo biennio si é registrato un forte aumento dei depositi che oggi ammonta a<br />

oltre 7 milioni di USD: l’incremento di questo valore dipende essenzialmente da due fattori: le<br />

attività di narcotraffico e le relative operazioni di lavaggio di denaro e le entrate derivanti dalle<br />

rimesse degli immigrati. Tuttavia nella maggior parte dei casi il denaro detenuto dalle banche<br />

non trova sbocchi in investimenti. Nel primo trimestre del 2010 a fronte di 7.145 milioni USD<br />

di depositi, ne sono stati collocati circa 3,5 milioni: cioè le banche hanno una liquidità di circa<br />

3,5 milioni USD, che si incrementerà con la disposizione che ordina che entro il 2010 le Banche<br />

possano investire all’estero entro il limite massimo del 50% del patrimonio netto (prima era del<br />

60%). Alcuni economisti sostengono che la <strong>Bolivia</strong> ha il piú basso tasso di impiego dei depositi<br />

dell’America del Sud, nonostante le misure del Governo per incentivare la concessione di<br />

crediti, come per esempio la riduzione dei tassi di interessi dei crediti (che oggi si collocano tra<br />

il 9% ed il 17% 6 ). Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che gli investitori non<br />

incontrano le condizioni favorevoli per assumere un rischio imprenditoriale, specialmente<br />

quando sono attese molte leggi che fisseranno il quadro giuridico generale per gli investimenti<br />

nel Paese. Lo stesso Presidente di Asoban (Associazione di Banche private di <strong>Bolivia</strong>) ha<br />

affermato che la cosa più importante per il sistema finanziario è assicurare meccanismi di<br />

stabilità giuridica, cioè tenere regole del gioco chiare per incentivare gli investimenti nel Paese 7 .<br />

Inoltre alcuni episodi di occupazioni di miniere hanno disincentivato investimenti nel settore<br />

minerario.<br />

Nonostante la dollarizzazione dei depositi sia dimezzata (dal 92,9% nel 2002), la <strong>Bolivia</strong><br />

permane un Paese sostanzialmente con una doppia moneta: il dollaro americano ed il boliviano;<br />

si dice che in <strong>Bolivia</strong> “si pensa in dollari e si paga in bolivianos”; comunque la redittivitá<br />

bancaria risulta ancora bassa e le banche permangono esposte ai rischi provenienti dalla<br />

dollarizzazione. Chi possiede conti in valuta è comunque soggetto al pagamento di un’imposta<br />

del 1,5 per mille (ITF) su tutte le operazioni in entrata ed uscita dal conto.<br />

L’emissione di nuova moneta si aggira tra il 30-40% annuo.<br />

Il FMI, nel rapporto sulla vulnerabilità del Paese, osserva i seguenti elementi:<br />

- Indicatori sulla sufficienza di riserve: la copertura delle Riserve Internazionali Nette (RIN) del<br />

BCB in relazione ai depositi in dollari é aumentato dal 24% nel 2002 al 228,9% del 2009 e<br />

rispetto al denaro in senso allargato dal 20,2% al 90,8%.<br />

- Indicatori sul debito estero e interno: la relazione del debito pubblico totale rispetto al PIL é<br />

diminuita dal 69,1% nel 2002 al 35% nel 2008, mentre il debito estero pubblico é sceso dal<br />

42,2% al 8,1% del PIL.<br />

Debito estero<br />

Secondo le stime del Banco Centrale della Republica, al 31 dicembre 2009 il debito estero ha<br />

raggiunto i 2.633 milioni di dollari, cifra superiore di 126 milioni USD rispetto al saldo<br />

dell’anno precedente. Il debito estero risulta pari a meno del 30% del PIL. L’80% delle<br />

obbligazioni esterne sono composte da debito pubblico, in gran parte in termini concessionali.<br />

Attualmente le riserve nazionali sono ipoteticamente sufficienti per ripagare tali debiti (al 31<br />

dicembre 2009 superavano gli 8.500 milioni di USD, coprendo più di 15 mesi di importazioni),<br />

6 Per il microcredito il tasso di interesse è mediamente del 16%, `per i mutui ipotecari del 15%. Per il<br />

credito al consumo del 18%<br />

7 Dichiarazioni rese da Agustin Saavedra Weise al periodico “Sistema financiero” nel numero di aprile<br />

2010<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


ma l’Esecutivo tende ad utilizzarle per finanziare l’erogazione di sussidi alle fasce più deboli<br />

della popolazione (circa 300 milioni USD all’anno) e per controllare il rapporto di cambio tra la<br />

moneta locale ed il dollaro.<br />

Rispetto all’ammontare totale del debito estero boliviano, il 72,76% é stato contratto<br />

multilateralmente. Questo é suddiviso tra tre creditori principali: CAF, BID e BM.<br />

Rispettivamente, la Corporacion Andina de Fomento detiene il 37,5% del totale, il Banco<br />

Interamericano de Desarrollo il 18,1%, mentre la Banca Mondiale occupa il terzo posto nella<br />

lista di creditori con un ammontare pari al 11,8% del totale. Negli ultimi mesi il governo ha<br />

contratto debiti con il BID per il finanziamento di un programma di sussidi.<br />

Per quanto riguarda i prestiti bilaterali, il maggior creditore al 31 dicembre 2009 è il Venezuela,<br />

con il 10,3% del totale nazionale, seguito dal Brasile con il 3,8% e dalla Spagna 3,6%.<br />

La <strong>Bolivia</strong> si indebita con il Venezuela (+19% nel 2009 rispetto all’anno precedente, pari a 43<br />

milioni USD in più) sopratutto per l’acquisto di diesel da PDVSA e per la vendita di buoni del<br />

tesoro, i quali sono acquistati dal Fondo di Sviluppo Nazionale Venezuelano.<br />

Lo Stato boliviano paga all’anno circa 150 milioni USD tra capitale e interessi; ad inizio del<br />

2000 pagava tra 300 e 400 mil.USD, ma negli ultimi anni ha goduto di diverse condonazioni del<br />

debito. L’Italia è stato tra i Paesi che hanno condonato il debito alla <strong>Bolivia</strong>: attualmente<br />

mantiene nuovi crediti per 9 milioni USD e si colloca all’ottavo posto tra i creditori bilaterali.<br />

La <strong>Bolivia</strong> rientra nell’iniziativa HIPC 8 di cancellazione del debito e ha raggiunto il Completion<br />

Point 9 nel 2001.<br />

Nel giugno 2002 é stato siglato a Roma l’Accordo con il quale il Governo Italiano ha cancellato<br />

il debito nei confronti del Governo <strong>Bolivia</strong>no. Il totale impegnato ammonta a 74.252.034,39 €,<br />

che corrisponde al 100% degli Accordi finanziari sottoscritti sino al 20 Giugno 1999. Le risorse<br />

del programma di cancellazione del debito sono state indirizzate dal Governo <strong>Bolivia</strong>no ai<br />

settori dell’educazione e della salute. Nel futuro si prevede di utilizzare parte del capitale<br />

condonato nella creazione di un fondo in loco per la formulazione ed esecuzione di iniziative<br />

congiunte, attraverso i canali bilaterale, multilaterale e/o bilaterale indiretto. Nel maggio 2010 è<br />

stato firmato tra Italia e <strong>Bolivia</strong> un credito di aiuto per 60 milioni USD per la fase II del progetto<br />

Misicuni e per la costruzione della strada Oruro-Pisiga (entrambe le opere sono state affidate<br />

all’impresa italiana “Grandi Lavori Fincosit”).<br />

Nella maggior parte dei casi il debito bilaterale è composto da crediti “di aiuto” (cioè ad<br />

interessi minimi e termini di pagamento molto dilazionati) che sostanzialmente corrispondono<br />

ad attività di cooperazione allo sviluppo. Solo nel 2009 le donazioni fatte alla <strong>Bolivia</strong> in via<br />

bilaterale e multilaterale hanno superato i 400 milioni USD, i crediti di aiuto ammontano a 335<br />

milioni USD ed i prestiti commerciali a 716 milioni USD.<br />

8 L’ "Iniziativa HIPC" ("Heavily Indebted Poor Countries") fu adottata nel 1996 al Vertice G7 di Lione nel quadro<br />

delle azioni intraprese dalla comunità internazionale per rendere sostenibile nel medio-lungo periodo il debito estero<br />

dei Paesi più poveri ("low income countries"). Il Vertice G7/G8 di Colonia del 1999 decise di: a) aumentare il<br />

numero dei Paesi eleggibili all'Iniziativa; b) elevare l'ammontare del debito eleggibile a cancellazione; c) accelerare i<br />

tempi di messa in atto del Programma attutivo dell'Iniziativa e rafforzare il legame fra risorse finanziarie liberate dalle<br />

cancellazioni debitorie, Programmi nazionali di Riduzione della Povertà ("Poverty Reduction Strategy Papers" –<br />

PRSP) e sviluppo economico.<br />

La nuova più incisiva Iniziativa venne ridenominata "Iniziativa HIPC rafforzata" ("enhanced HIPC Initiative").<br />

All'Iniziativa possono accedere quei Paesi che oltre ad essere eleggibili ai prestiti altamente concessionali<br />

dell'"International Development Association" – IDA della Banca Mondiale (c.d. Paesi "IDA-only"), abbiano un<br />

debito insostenibile in base alle apposite analisi finanziarie effettuate dagli esperti delle IFI (c.d. Paesi “IDA-only<br />

HIPC”).<br />

9 Per raggiungere il “Completion Point” il Paese deve aver mantenuto la stabilità macroeconomica, attuato le riforme<br />

chiave in campo strutturale e sociale e realizzato con successo per almeno un anno la Strategia di Riduzione della<br />

Povertà. Il Paese beneficia quindi della cancellazione debitoria finale e dell'eventuale assistenza aggiuntiva<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


EVOLUZIONE DEL SALDO DEL DEBITO ESTERO PUBBLICO<br />

periodo 1997- 2009 (in milioni di dollari)<br />

5500<br />

5000<br />

4500<br />

4000<br />

3500<br />

3000<br />

2500<br />

2000<br />

1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009<br />

Fonte e elaborazione: Gerencia de Operaciones Internacionales – Subgerencia de Operaciones<br />

Externas – Departamento Deuda Externa.<br />

STATO DEL DEBITO ESTERO PUBBLICO DI MEDIO E LUNGO PERIODO<br />

(in milioni di dollari)<br />

CREDITORI Saldo al 31/12/2008 Saldo al 1/6/2010 Partecip. %<br />

al 31/12/2009<br />

MULTILATERALE: 1819.9 1916,6 72,76%<br />

CAF 947 988,6 37,5%<br />

BID 460,9 476,9 18,1%<br />

BANCO MONDIALE 280,1 312,5 11,8%<br />

FIDA 44.9 47,6 1,78%<br />

FND 36.7 37,7 1,4%<br />

FONPLATA 28.3 31 1,1%<br />

OPEP 22.2 22,4 0,8%<br />

BILATERALE: 624,3 657,2 24,9%<br />

VENEZUELA 230 273,8 10,3%<br />

BRASILE 114 101,4 3,8%<br />

SPAGNA 106.5 96,8 3,6%<br />

REP. POP. CINESE 79.5 79,5 3,0%<br />

ITALIA 9.9 69,2 2,5%<br />

GERMANIA 56.5 59,5 2,2%<br />

COREA DEL SUD 17.2 20 0,7%<br />

FRANCIA 10.6 10 0,37%<br />

TOTALE: 2507 2693,1 100,00%<br />

Fonte ed elaborazione: Gerencia de Operaciones Internacionales – Subgerencia de Operaciones<br />

Externas – Departamento Deuda Externa.<br />

Debito interno pubblico<br />

Negli ultimi anni il BCB ha comprato significative quantità di dollari sia per l’ingresso di<br />

moneta dall’estero (esportazioni e rimesse) sia per cambi nei portafogli delle famiglie boliviane.<br />

Questo ha favorito un aumento nelle Riserve Internazionali Nette (RIN). Contemporaneamente<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


il BCB ha ritirato denaro per evitare un’eccessiva liquidità attraverso la realizzazione di<br />

Operazioni di Mercato Aperto (OMA) emettendo titoli. Oggi l’incremento del debito interno,<br />

attraverso OMA equivale a circa 2.500 milioni USD. Invece, il debito del settore pubblico non<br />

finanziario é aumentato negli ultimi due anni di circa 400 milioni di USD.<br />

Rischio Paese (valutazioni SACE ed agenzie di rating)<br />

Rischio politico: il rischio politico del Paese, secondo la SACE, resta molto elevato. Anche se il<br />

Governo sta tentando di approvare una serie di riforme strutturali mirate a promuovere lo<br />

sviluppo, la nazionalizzazione del settore energetico ha sollevato elevati dubbi circa il possibile<br />

atteggiamento dello Stato nei confronti dell’imprenditoria e degli investitori esteri.<br />

Rischio economico: secondo SACE il potenziale economico del Paese é elevato, ma é<br />

necessario che il Governo riesca a ridurre le disuguaglianze sociali e a gestire efficacemente le<br />

cospicue riserve di gas naturale e petrolio senza che l’intervento pubblico scoraggi gli<br />

investimenti esteri. Negli ultimi anni il Paese ha beneficiato di un forte aumento della crescita<br />

legato al boom del settore minerario e degli idrocarburi. Al momento gli effetti della crisi<br />

internazionale si sono manifestati soprattutto tramite il calo delle esportazioni di commodity e la<br />

riduzione delle rimesse, tuttavia i tassi di crescita del PIl, anche se in calo, restano positivi. Il<br />

disavanzo fiscale oscilla tra il 3% e il 2% del PIL. L’andamento futuro delle finanze pubbliche è<br />

legato alla sostenibilità della spesa pubblica e ala campagna di nazionalizzazioni, entrambe fonti<br />

di spesa notevoli rispetto alle entrate fiscali in calo. Dopo il picco del 2008, dovuto all’aumento<br />

dei prezzi delle commodity importate e dei beni alimentari, l’inflazione si è stabilizzata su<br />

livelli contenuti.<br />

La bilancia commerciale registra un saldo positivo minimo stabile, grazie sopratutto alla buona<br />

performance del settore dei minerali. Da segnalare il calo delle rimesse e la contrazione degli<br />

investimenti esteri.<br />

La protezione legale della proprietà privata in <strong>Bolivia</strong> é scarsa e la Costituzione vieta che nei<br />

contratti pubblici sia previsto il ricorso a tribunali arbitrali esterni (“tutti gli investimenti<br />

stranieri saranno sottomessi alla giurisdizione, alle leggi e alle autorità boliviane e nessuno<br />

potrà invocare eccezioni ne’ appellare a reclami diplomatici per ottenere un trattamento piú<br />

favorevole”).<br />

L’Accordo tra Italia e <strong>Bolivia</strong> in materia di Promozione e Protezione degli Investimenti - cosí<br />

come tutti i Trattati internazionali anteriori alla Costituzione - sará sottoposto ad una verifica di<br />

compatibilitá con le nuove disposizioni costituzionali e nel caso di non conformitá sará<br />

denunciato e rinegoziato (IX disp.transitoria Cost.).<br />

Rischio bancario e operativo: Il sistema bancario é in miglioramento, ma resta ancora debole. Il<br />

contesto operativo é inefficiente a causa della scarsità delle infrastrutture, la debole tutela della<br />

proprietà privata e gli alti livelli di corruzione nell’apparato pubblico.<br />

L’atteggiamento nei confronti degli investitori esteri è di media apertura. L’attuale Governo ha<br />

approvato una serie di leggi per accrescere la presenza estera in altri settori oltre a quello degli<br />

idrocarburi. Tuttavia la campagna di nazionalizzazione e il mancato indennizzo dell’esproprio<br />

subito dalla società Glencore nonché il caso ETI (impresa del gruppo Telecom Italia) hanno<br />

diffuso un certo scetticismo tra gli operatori esteri frenando gli investimenti nel paese.<br />

Le infrastrutture carenti costituiscono un grande ostacolo alla crescita economica del Paese. Il<br />

livello di criminialitá, legato sostanzialmente al narcotraffico (la <strong>Bolivia</strong> è il terzo esportatore al<br />

mondo di cocaina e di marijuana), è relativamente elevato ma comunque in linea con i valori<br />

dell’area. La <strong>Bolivia</strong> é esposta al rischio di inondazioni.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Condizioni di assicurabilitá SACE:<br />

Categoria OCSE: 7/7 10<br />

Rischio sovrano: chiusura<br />

Rischio bancario:chiusura<br />

Rischio corportate: chiusura<br />

Categoria di rischio: alto<br />

Categoria consensus: 2<br />

Valutazioni e rating di Agenzie Internazionali:<br />

Da settembre 2009 a maggio 2010 tutte le principali agenzie di rating hanno elevato le<br />

valutazioni della <strong>Bolivia</strong>.<br />

Standard & Poor’s: ‘B/B’ All’inizio di maggio 2010 la qualificazione data alla <strong>Bolivia</strong> è stata<br />

incrementata da B-/C a B/B. Il miglioramento è dovuto alla riduzione del debito esterno e alle<br />

elevate riserve internazionali del Paese. 11 L’agenzia segnala l’equilibrata posizione fiscale della<br />

<strong>Bolivia</strong> nella gestione 2009, dopo aver registrato surplus fiscali storici tra gli anni 2006 e 2008.<br />

Inoltre pronostica per il 2010 un surplus dello 0,35% del PIL e un surplus delle partite correnti<br />

dello 0,3% del PIL se le entrate relative agli idrocarburi si mantengono alte.<br />

Moody’s Rating: ‘B2’<br />

Nel settembre 2009 l’agenzia di rating ha elevato la valutazione da B3 a B2.<br />

Fitch Rating: ‘B’<br />

L’8 settembre 2009 l’agenzia di rating ha elevato la valutazione del Paese da B- a B. Il 30 luglio<br />

2007 l’agenzia aveva modificato l’outlook della <strong>Bolivia</strong> da ‘Negativo’ a ‘Stabile’, grazie alla<br />

maggiore stabilità macroeconomia e alla quota record di riserve internazionali detenute dal<br />

paese. All’interno dell’area latinoamericana la <strong>Bolivia</strong> si trova posizionata in una situazione<br />

relativamente bassa. 12 Dal punto di vista prettamente macroeconomico la <strong>Bolivia</strong> segnala indici<br />

postivi che non rispecchiano il posizionamento negativo all’interno della classifica<br />

internazionale. Ciò che incide negativamente sulla classificazione in materia di rischio sono due<br />

fattori prevalentemente politici: il basso livello di investimenti produttivi e l’attuale gestione del<br />

Governo, giudicata debole e irrispettosa delle normative e delle leggi. L’insieme di questi fattori<br />

causa una grande incertezza in merito alla gestione boliviana e alle future scelte economiche e<br />

commerciali del paese.<br />

10 Ad ottobre 2009, la <strong>Bolivia</strong> è collocata nella 7ª categoria OCSE (su una scala che va da 0, minor rischio, a 7,<br />

maggior rischio), nella 2 CONSENSUS e nella classe C dalla Sace.<br />

Nella Classe C sono collocate le Nazioni per le quali è prevista o è stata realizzata la cancellazione del debito: si tratta<br />

di Paesi considerati dalla Legge 209/2000 verso i quali SACE adotta un atteggiamento di particolare cautela,<br />

limitando la propria operatività ad alcune tipologie di attività, con l’obiettivo di evitare interventi che possano<br />

contribuire a ricreare le condizioni per un nuovo aggravamento dell’onere debitorio. In questo senso si preferiranno<br />

operazioni in compartecipazione con organismi multilaterali (come la Banca Mondiale) o bilaterali (come Simest),<br />

operazioni che presentino validi meccanismi di mitigazione del rischio Paese (come nel caso di Paesi esportatori di<br />

materie prime che possano formare oggetto di garanzie collaterali).<br />

11 Secondo alcuni analisti finanziari, con tale tipo di valutazione la <strong>Bolivia</strong> ha la possibilità di accedere a<br />

crediti del Banco Mondiale e del BID, però non ai mercati privati. Dal 1980 la <strong>Bolivia</strong> non è soggetto di<br />

crediti per le istituzioni private internazionali creditizie a causa dell’indebitamento che hanno avuto i<br />

governi del periodo delle dittature militari. Anche questa nuova valutazione non implica maggiori<br />

investimenti dall’estero (da “La Razón” del 7 maggio 2010)<br />

12 Il paese latinoamericano che vanta il miglior posizionamento é il Cile che rientra nella categoria: A. Il peggior<br />

posizionato spetta rispettivamente all’Argentina e all’Ecuador, categoria D, cioè default. Perú e Brasile sono<br />

posizionati nella fascia BBB, mentre la Colombia rientra nella fascia BB.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Dun & Bradstreet: ‘DB6b’<br />

L’indicatore di rischio DB è diviso in sette fasce che vanno da DB1 a DB7, ciascuna di queste<br />

fasce è suddivisa in quattro parti (a-b-c-d), in ordine crescente di rischiosità. DB6b indica un<br />

rischio molto alto. I ritorni dagli investimenti sono soggetti ad un alto grado di volatilità. Un<br />

ritorno molto alto dall’investimento deve essere atteso per compensare l’alea dello stesso e i<br />

costi che ne possono derivare.<br />

Secondo uno studio di fattori dell’Agenzia Jane’s Country Risk, la <strong>Bolivia</strong> è indicata al 16°<br />

posto tra i Paesi meno stabili.<br />

Così gli indicatori di business climate di fonte SACE e Banca Mondiale:<br />

INDICATORI DI BUSINESS CLIMATE ATTUALE PRECEDENTE<br />

Doing Business 2010 13 161° su 183 158° su 183<br />

Index of Economic Freedom 2009 130° su 183 123° su 157<br />

Corruption Perceptions Index 2009 102° su 180 105° su 180<br />

Fonte: SACE, Divisione Analisi Mercati Globali<br />

Per quanto riguarda più specificamente la rigidità del lavoro, secondo Doing Business, la<br />

<strong>Bolivia</strong> si colloca all’ultimo posto (183 su 183 Paesi); utilizzando la scala da 0 a 100, la <strong>Bolivia</strong><br />

ha un indice di 78 per quanto riguarda la difficoltà di assumere (l’Italia ha 33) e 100 per l’indice<br />

di difficoltà di licenziamento (l’Italia ha 40), che è il più alto del mondo insieme al Venezuela.<br />

Nell’Indice di informatizzazione e tecnologia del Foro Economico Mondiale, la <strong>Bolivia</strong> occupa<br />

il posto 128 su 134 Paesi.<br />

Rapporti con le Istituzioni finanziarie internazionali<br />

Fondo Monetario Internazionale: L’ultimo programma del Fondo è scaduto nel 2006. I rapporti<br />

si limitano alle consultazioni periodiche per l’Articolo IV.<br />

Banca Mondiale: in base all’Interim Country Assistance Stategy (CAS) la <strong>Bolivia</strong> può usufruire<br />

di 140 milioni di dollari per il finanziamento di progetti e 30 milioni di prestiti agevolati. Le<br />

principali aree di intervento di tali fondi riguardano le infrastrutture e i servizi legati<br />

all’educazione e alla sanità.<br />

Banca Internazionale di sviluppo: il portafoglio paese presso l’Inter American Development<br />

Bank (BID) ammonta a circa 3.62 miliardi di dollari. I progetti finanziati sono concentrati<br />

principalmente nelle infrastrutture.<br />

Nel periodo 2009 la <strong>Bolivia</strong> ha perso il diritto di accedere ai benefici del programma Cuenta del<br />

Milenio 14 (MCC) di aiuti finanziari degli Stati Uniti. Il programma consisteva nell’opportunità<br />

di accedere a un aiuto dell’ammontare di 600 milioni di dollari destinati alla costruzione di<br />

strade per collegare la parte nord del paese. Nel mese di luglio 2008 é stata sospesa l’analisi<br />

tecnica del progetto proposto dalla <strong>Bolivia</strong> in conseguenza della congiuntura politica e del<br />

raffreddamento delle relazioni tra i Governi statunitense e boliviano.<br />

13 Per l’apertura di impresa è al posto 167, per il registro di proprietà è al posto 135, per l’ottenimento di<br />

credito al posto 113, per la protezione degli investimenti al posto 132, per il pagamento di imposte al 177,<br />

per il rispetto dei contratti al 136.<br />

14 La Cuenta del Milenio é un beneficio unilaterale che assegna il governo statunitense a paesi che si distinguono per<br />

risultati nella lotta alla povertà.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Prospettive future<br />

La recessione mondiale ha colpito molti tra i principali partner commerciali della <strong>Bolivia</strong>, ma la<br />

ripresa dovrebbe fornire un certo sostegno agli scambi per tutto il biennio 2010-2011. Una<br />

domanda di importazione di gas naturale da parte del Brasile, più debole rispetto al 2008, paese<br />

che costituisce il principale mercato di esportazione boliviano del gas, potrebbe frenare le<br />

esportazioni di tale materia prima, inoltre, a contenere i proventi delle esportazioni dovrebbero<br />

contribuire anche le condizioni ancora deboli delle economie dell’Argentina e del Venezuela.<br />

Inversamente, un sostegno alle esportazioni di minerali è atteso dalla ripresa della domanda<br />

asiatica.<br />

Dopo i livelli record raggiunti tra il 2006 ed il 2008, nel biennio di previsione i prezzi di gas e<br />

argento, i principali beni di esportazione della <strong>Bolivia</strong>, dovrebbero rimanere relativamente<br />

contenuti. Permangono, comunque, dei rischi di una andamento peggiore, rispetto a quanto<br />

ipotizzato, qualora la ripresa mondiale dovesse avere breve vita e si ritornasse in una situazione<br />

di recessione (soprattutto per le ripercussioni della crisi greca), in tal caso infatti le conseguenze<br />

sui principali partner commerciali della <strong>Bolivia</strong> potrebbero essere rilevanti.<br />

Sebbene le prospettive di crescita del PIL siano migliorate sia per il 2009 che per il biennio di<br />

previsione, la forza della ripresa potrebbe essere limitata da una spesa pubblica inferiore e da<br />

investimenti non adeguati nell’industria degli idrocarburi e negli altri settori produttivi.<br />

L’economia boliviana, che ha iniziato a rallentare nell’ultimo trimestre del 2008, ha fatto<br />

registrare una lieve ripresa durante il secondo trimestre del 2009. Nuovi investimenti pubblici,<br />

attesi per il secondo semestre dell’anno, fanno prevedere una crescita complessiva del PIL del<br />

3% nel 2009. Nel periodo di previsione la crescita del consumo pubblico dovrebbe essere più<br />

debole, ciò a causa di un deficit di bilancio, dal quale si attende una riduzione del risparmio e<br />

della capacità di spesa, ed introiti inferiori rispetto agli elevati livelli del 2008. Anche il<br />

consumo privato dovrebbe continuare ad indebolirsi, in previsione di rimesse e trasferimenti<br />

governativi più bassi e di una mancata creazione di posti di lavoro.<br />

La crescita degli investimenti fissi, particolarmente forte tra il 2006 ed il 2008 grazie agli<br />

interventi pubblici nella realizzazione delle infrastrutture ed agli investimenti privati nei settori<br />

minerari e del gas, nel periodo di previsione dovrebbe essere di gran lunga inferiore. Un certo<br />

sostegno alla crescita è atteso, comunque, da un piano di investimenti pubblici per 600 milioni<br />

di dollari nel settore degli idrocarburi, altri mille milioni sarebbero destinati ad investimenti nel<br />

settore elettrico (di cui, dopo le nazionalizzazioni del 1 maggio 2010, lo Stato detiene l’80%<br />

della produzione) ed altri mille milioni sarebbero destinati allo sfruttamento statale del 50% del<br />

ferro della miniera del Mutun; il tutto sarebbe finanziato con le riserve della Banca Centrale di<br />

<strong>Bolivia</strong>. Nel periodo di previsione si prospetta una graduale ripresa del volume delle<br />

esportazioni, in corrispondenza di un analogo andamento della domanda delle stesse e di una<br />

produzione sofferente della mancanza di investimenti. Una più debole domanda domestica e<br />

restrizioni pubbliche dovrebbero tenere la crescita reale delle importazioni ben al di sotto i tassi<br />

del 2004-08. Dal lato dell’offerta è attesa una produzione industriale ancora contenuta, per via<br />

degli effetti della sospensione dell’APTDEA sul settore manifatturiero. Ancora, la produzione<br />

dell’industria estrattiva dovrebbe essere frenata da mancanza di nuovi investimenti e dalla<br />

graduale ripresa della domanda globale.<br />

In particolare la perdita delle condizioni preferenziali riconosciute nell’ambito dell’APTDEA,<br />

fanno prevedere una riduzione delle esportazioni di manufatti verso gli Stati Uniti, ancora<br />

minori proventi delle esportazioni e l’indebolimento del settore manifatturiero.<br />

Secondo infine il FMI (World Economic Outlook per l’Emisfero Occidentale) la <strong>Bolivia</strong> fa<br />

parte di quei Paesi che si troveranno in futuro di fronte a sfide di natura strutturale e dovranno,<br />

da un lato, evitare la prociclicità fiscale e, dall’altro, recuperare canali di accesso ai mercati<br />

finanziari.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Secondo gli analisti della “Fundación Milenio” 15 il comportamento dell’economia boliviana per<br />

il 2010 dipenderà sostanzialmente dal recupero dell’economia mondiale. In questo contesto il<br />

FMI ha previsto un crescita in <strong>Bolivia</strong> del 4% annuo per il periodo 2010-2015, che si<br />

genererebbe attraverso un recupero delle esportazioni di gas naturale verso il Brasile, maggiori<br />

esportazioni minerarie e attraverso un maggior investimento pubblico; il settore manifatturiero<br />

potrebbe ritenersi pregiudicato dalla mancanza di accesso ai mercati e per le restrizioni interne<br />

alle esportazioni. Sul piano fiscale la maggiore spesa pubblica, corrente e di capitale, dovrebbe<br />

condurre ad una maggiore pressione sulla finanza pubblica. La elevata dipendenza delle finanze<br />

pubbliche dalle entrate per idrocarburi potrebbe causare uno squilibrio se i prezzi e le quantità<br />

esportate dovessero tenere un comportamento volatile.<br />

b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri<br />

Accordi Commerciali 16<br />

Dal 2008 si sono verificati significativi cambiamenti nell’ambito della politica estera boliviana.<br />

La <strong>Bolivia</strong> sta restando isolata dalla maggior parte delle iniziative regionali e degli accordi<br />

commerciali internazionali.<br />

Il Paese ha dapprima rifiutato di negoziare un Trattato di Libero Commercio (TLC) con gli Stati<br />

Uniti, come hanno fatto molti Paesi sudamericani (Colombia, Ecuador, Peru), successivamente<br />

ha perso i vantaggi dell’Accordo ATPDEA (ved.infra) e poi ha opposto riserve sulla possibilità<br />

di sottoscrivere un rapporto di Associazione CAN-UE, che prevedeva al suo interno anche un<br />

parte commerciale<br />

Per bilanciare la revoca dei vantaggi sui dazi statunitensi, il Governo boliviano ha cercato di<br />

intavolare relazioni commerciali più strette con Libia, Iran, Russia, oltre che con Venezuela e<br />

Cuba.<br />

ATPDEA<br />

Secondo dati dell’IBCE la <strong>Bolivia</strong> esportava mediamente verso gli Stati Uniti circa 500 milioni<br />

di dollari, dei quali oltre la metà beneficiavano del programma ATPDEA 17 (accesso<br />

preferenziale delle merci boliviane sul mercato statunitense).<br />

L’accordo ATPDEA é stato definitivamente revocato dal dicembre 2008 da parte del Governo<br />

statunitense il quale ha accusato la <strong>Bolivia</strong> di non rispettare gli accordi anti-droga.<br />

CAN-UE<br />

Secondo dati dell’INE la <strong>Bolivia</strong> esporta verso l’Unione Europea più di 400 prodotti per un<br />

valore di 300 milioni di dollari annui. Il Sistema Generalizzato di Preferenze (SPG plus) offre la<br />

possibilità di far entrare sul mercato europeo oltre 7.000 prodotti senza pagare dazi.<br />

Nel dicembre 2008 il Sistema Generalizzato di Preferenze é stato esteso fino al 2011 a 16 Paesi,<br />

tra i quali compare la <strong>Bolivia</strong>.<br />

La CAN sta attraversando un momento critico, mancano interessi comuni a tutta la regione e<br />

ogni Stato persegue interessi particolari. La Colombia e il Perú hanno siglato accordi di libero<br />

commercio con gli Stati Uniti ed un Accordo di Associazione “multiparti” con la UE (lo scorso<br />

19 maggio a Madrid), mentre la <strong>Bolivia</strong> é stata reticente a portare avanti accordi di questo tipo,<br />

anche se negli ultimi mesi le competenti Autoritá boliviane hanno dichiarato di essere pronte a<br />

negoziare con la UE. I Paesi Andini in questo periodo non dispongono né di coordinazione<br />

politica né di coordinazione economica.<br />

15 “INFORME de MILENIO sobre la ECONOMIA- Gestion 2009” edito dalla Fondazione Adenauer.<br />

16 Ved. anche oltre, ove si tratta del trattamento preferenziale della <strong>Bolivia</strong> nelle esportazioni.<br />

17 L’accordo ATPDEA, di cui beneficiano anche altri Paesi Andini, garantisce preferenze unilaterali affinché alcuni<br />

prodotti entrino negli Stati Uniti senza l’applicazione di imposte.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Commercio internazionale (import-export)<br />

La <strong>Bolivia</strong> è tuttora un paese che esporta in gran parte materie prime (idrocarburi e minerali),<br />

mentre solo in via residuale manufatti; per questo motivo si è avvantaggiata nel corso dei primi<br />

mesi del 2010 dell’aumento dei prezzi internazionali delle materie prime nonostante una<br />

diminuzione del volume esportato.<br />

I principali Paesi di sbocco per le esportazioni boliviane sono rappresentati da Brasile, Corea del<br />

Sud, Argentina e Stati Uniti. Le importazioni provengono invece soprattutto da Brasile,<br />

Argentina, Stati Uniti e Giappone.<br />

Sono in corso trattative per lo sfruttamento del Salar de Uyuni 18 con lo scopo di utilizzare le<br />

riserve di litio presenti per produrre batterie di automobili. Fino ad ora quattro imprese<br />

multinazionali si sono interessate allo sfruttamento della zona, si tratta rispettivamente delle<br />

compagnie Vale do Rio Doce (Brasile), delle giapponesi Mitsubishi e Sumitomo, della francese<br />

Bolloré nonché delle coreane Kores e LG.<br />

Secondo il Ministero di Sviluppo Produttivo ed Economia Plurale da gennaio a maggio del 2010<br />

il valore delle esportazioni si è incrementato del 28,42% (2.548,34 USD) rispetto allo stesso<br />

periodo del 2009, ponendosi su livelli prossimi a quelli registrati nel 2008; ciò si deve in<br />

particolare al settore minerario che in tale periodo ha raggiunto i 715,4 milioni USD a fronte dei<br />

467,9 milioni USD registrati nello stesso periodo del 2009 (+53%), con un aumento del volume<br />

esportato del 5%. Tale risultato si deve agli alti prezzi dei minerali nei mercati internazionali. La<br />

<strong>Bolivia</strong> esporta zinco, argento, stagno, piombo e rame metallico. Le esportazioni di zinco e<br />

argento rappresentano approssimativamente il 60% delle esportazioni minerarie boliviane (che<br />

nel 2009 raggiunsero i 1.497 milioni USD). Per la prima volta dal 1985 i minerali sono al primo<br />

posto delle esportazioni prima degli idrocarburi. Anche il gas ha riportato un aumento nelle<br />

esportazioni (nel primo quadrimestre del 2010 le vendite hanno raggiunto 800 milioni USD, a<br />

fronte dei 721 milioni USD dello stesso periodo dello scorso anno, +11%). In totale idrocarburi<br />

e settore minerario rappresentano il 79,6% delle esportazioni boliviane. Sono invece negative<br />

rispetto all’anno scorso le esportazioni agricole.<br />

Secondo il Banco Centrale <strong>Bolivia</strong>no (BCB) nei primi quattro mesi del 2010 i prodotti che<br />

hanno avuto il maggiore incremento nelle esportazioni rispetto al corrispondente periodo dello<br />

scorso anno sono stati: la gioielleria (+252%), il cuoio (+131%), la soia (+111%), lo zinco<br />

(+111%), il piombo (+78%).<br />

Le principali destinazioni sono: Brasile, Argentina, Giappone, USA, Perú, Belgio, Corea del<br />

Sud, Cina, Venezuela e Colombia. Il principale prodotto di esportazione del Paese è ovviamente<br />

il gas naturale, seguito da zinco, argento e soia.<br />

Tra le esportazioni non tradizionali, anche i prodotti manifatturieri sono aumentati (+29%) da<br />

gennaio ad aprile di quest’anno rispetto all’anno precedente: le vendite hanno raggiunto circa<br />

126 milioni USD (rispetto ai 98 milioni USD dello scorso anno). Le esportazioni dei vestiti<br />

sono cresciute del 7%: la principale destinazione è il Venezuela, che dopo la sospensione<br />

dell’ATPDEA ha rimpiazzato gli USA.<br />

DATI STATISTICI<br />

Tipologia esportazioni boliviane 2009: tradizionali 74%, non tradizionali 26%.<br />

Composizione delle esportazioni boliviane nel 2009:<br />

1) Idrocarburi 38,60%<br />

2) Minerali 28,26%<br />

3) Manifatture 27,82%<br />

4) Agricolutura, silvicoltura, allevamento 5,32%<br />

Prime 10 destinazioni esportazioni boliviane 2009:<br />

18 Il Salar de Uyuni , situato nella zona sud est del paese é un deserto di sale dell’estensione di 12.000 km quadrati.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


1)Brasile 31,47%<br />

2) Corea del Sud 9,34%<br />

3)Argentina 8,15%<br />

4) USA 7,72%<br />

5) Giappone 5,73%<br />

6) Venezuela 5,64%<br />

7)Peru 5,39%<br />

8)Colombia 5,23%<br />

9)Belgio 3,56%<br />

10)Svizzera 3,16%<br />

11) Resto dei Paesi 14,60%<br />

Modalita’ di trasporto delle esportazioni boliviane<br />

1) Condutture 78,18%<br />

2) Stradale 11,66%<br />

3) Fluviale 4,59%<br />

4) Ferroviario 5,41%<br />

5) Aereo 0,16%<br />

Primi 10 prodotti non tradizionali (valori in milioni USD)<br />

1) Soya (326 mil. a Venezuela, Peru e Colombia)<br />

2) Olio di soya (131 mil a Colombia, Venezuela, Peru)<br />

3) Olio di girasole (75 mil a Venezuela, Colombia e Peru)<br />

4) Noci brasiliane senza guscio (70 mil a UK, USA, Germania, Olanda, Australia e Italia – per<br />

2.700 mila USD-)<br />

5) Articoli di gioielleria (57 mil a USA e Peru)<br />

6) Zucchero bianco raffinato (54 mil a Colombia, Peru, Cile)<br />

7) Grano di soya (46 mil a Colombia, Peru e Argentina)<br />

8) Quinua (43 mil a Usa, Francia, Olanda, Germania, Canada)<br />

9) Alcool etilico (40 mil a Olanda, Peru, Cile)<br />

10) Farina integrale (31 mil quasi tutti venduti al Peru)<br />

Esportazioni secondo zona economica (valori in milioni USD):<br />

1) Mercosur (2.120 mil, di cui il 92,80% gas naturale)<br />

2) CAN (583 mil, di cui il 20% soya, 16% olio di soya, 10% minerali d’argento)<br />

3) UE (482 mil, di cui il 34% minerali di zinco e 14% minerali d’argento)<br />

4) USA (408 mil, di cui il 21% stagno e il 14,5% minerali d’argento)<br />

5) Giappone (303 mil, di cui il 57% zinco ed il 30% minerali d’argento)<br />

6) Venezuela (299 mil, di cui il 61% soya, il 12% olio di girasole, 11% olio di soya)<br />

7) Cile (74 mil, di cui il 34% soya, il 18% girasole)<br />

8) Canada (69 mil, di cui il 50% minerali d’argento ed il 25% zinco)<br />

9) Messico (27 mil, di cui il 56% stagno ed il 12% minerali d’argento)<br />

10) Cuba (0,5 mil, di cui il 45% combustibile ed il 41% fagioli neri)<br />

Composizione delle Importazioni boliviane nel 2009:<br />

1) Materie prime 50,82%<br />

2) Beni capitali 27,62%<br />

3) Beni di consumo 20,28%<br />

4) Altri 1,28%<br />

Importazioni secondo il paese d’origine<br />

1) Brasile 17,64%<br />

2) Argentina 13,92%<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


3) USA 13,29%<br />

4) Cina 8,43%<br />

5) Peru 7,19%<br />

6) Venezuela 7,04%<br />

7) Giappone 6,97%<br />

8) Cile 5,38%<br />

9) Colombia 2,23%<br />

10) Messico 2,18%<br />

11) Altri 15,75%<br />

Investimenti esteri<br />

L’atteggiamento nei confronti degli investimenti esteri é di media apertura. L’attuale Governo<br />

ha emanato una serie di disposizioni per accrescere la presenza estera in altri settori oltre a<br />

quello degli idrocarburi. Una maggiore stabilità socio-politica servirebbe ad attrarre ulteriori<br />

capitali esteri, fondamentali per sostenere la continuità della crescita economica, dal momento<br />

che in seguito al decreto di nazionalizzazione degli idrocarburi (2006), - cui peraltro negli anni<br />

successivi sono seguiti altri provvedimenti di nazionalizzazione per imprese di<br />

telecomunicazione ed elettriche -, gli investitori si mostrano molto più cauti.<br />

Dopo aver tenuto un buon incremento durante tre anni consecutivi (2006-2008), dovuta<br />

sopratutto ai progetti minerari di San Cristobal, San Bartolomè in Potosì, l’investimento<br />

straniero diretto (IDE) ha cominciato a diminuire, anche per i limitati investimenti delle società<br />

petrolifere. Secondo dati forniti dal Banco Centrale <strong>Bolivia</strong>no gli IDE netti del 2009 sono stati<br />

di 483 milioni di USD (ciò include un disinvestimento di 203 milioni USD per<br />

ammortizzazioni), con una diminuzione rispetto al 2008 del 47,2%. Ció è dovuto in parte al<br />

termine degli investimenti della miniera di S.Cristobal. I flussi sono nettamente diminuiti nel<br />

settore minerario, degli idrocarburi, dell’industria, del commercio e dell’elettricitá; gli unici<br />

settori nei quali si è riscontrato un investimento positivo rispetto all’anno precedente sono stati<br />

quello dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni. I principali Paesi che hanno investito sono<br />

stati gli USA, la Spagna, Brasile, GB e Perù. Anche le rimesse dall’estero nel 2009 (1023<br />

milioni USD) sono diminuite del 6,8% rispetto al 2008 (1097 mil USD), anche a causa della<br />

crisi finanziaria che ha colpito USA e Spagna: si è comunque constatato un aumento delle<br />

rimesse da Brasile, Perú, Cile e soprattutto dall’Argentina, che è diventato il secondo Paese per<br />

ammontare di rimesse boliviane.<br />

La Camera Nacional de Comercio prevede per il 2010 una caduta degli investimenti stranieri del<br />

12% “a causa dell’insicurezza giuridica nel Paese, che induce l’imprenditore estero a prendere<br />

in considerazione la <strong>Bolivia</strong> come una delle ultime opzioni di investimento…i recenti cambi<br />

nella politica governativa nel settore del lavoro, come il decreto che ha previsto un incremento<br />

del 5% del salario ed il progetto di legge sulle pensioni generano incertezza nel mondo<br />

imprenditoriale privato”. 19<br />

Gli investimenti esteri lordi rappresentano il 2,7 del PIB boliviano (quelli netti l’1,2%),<br />

percentuale molto bassa se comparata con il periodo 1995-1999 in cui rappresentavano il 13%<br />

ed il periodo 2000-2002 in cui raggiungevano il 9%.<br />

La proiezione sul breve-medio periodo suggerisce che difficilmente la <strong>Bolivia</strong> tornerà a<br />

raccogliere i capitali che la invasero durante il periodo neoliberale (1985-2003), anni in cui<br />

l’applicazione delle politiche del ‘Washington Consensus’ aprì il mercato nazionale agli<br />

investimenti stranieri, riversando sul paese enormi quantità di capitali; premesso che il modello<br />

economico codificato con la Nuova Costituzione punta a favorire l’investimento pubblico<br />

piuttosto che il privato, molto dipenderà anche dall’accoglienza che il Governo intenderà dare ai<br />

19 Da “La Razón” del 18 giugno 2010 “Empresarios prevén una caìda del 12% en inversión extranjera”<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


milionari progetti di investimento delle molte società internazionali (in particolare russe,<br />

francesi, coreane, giapponesi) che si sono mostrate interessate allo sfruttamento del litio del<br />

Salar di Uyuni e di altri minerali; per es. la Corea del Sud intenderebbe investire 200 milioni<br />

USD nel settore del rame, di cui compra giá il 40% delle esportazioni boliviane; a questo<br />

riguardo è stato recentemente raggiunto un accordo tra la boliviana “Comibol” e la coreana<br />

“Korea Resources Corp.” per lo sfruttamento congiunto della miniera di Corocoro.<br />

c) Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti esteri<br />

bilaterali<br />

(elaborazione ICE su dati ISTAT)<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

Interscambio commerciale dell'Italia per paesi: <strong>Bolivia</strong><br />

(totale merci)<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

Gennaio - Dicembre<br />

(valori in milioni di euro)<br />

5 5<br />

0<br />

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009<br />

0<br />

Esportazioni<br />

Importazioni<br />

Esportazioni<br />

Importazioni<br />

2008 2009<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Italia - Paese/Area: interscambio commerciale per prodotto (fino a NC8) valori in migliaia di euro e variazioni in percentuale<br />

Periodo riferimento : 2001 - 2010<br />

Area/Paese Partner: <strong>Bolivia</strong><br />

Prodotto: Attività economiche (Ateco 2007) Divisione : AA - Prodotti dell'agricoltu ... Segue<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2009 2010<br />

gen-apr<br />

gen-apr<br />

Valori<br />

Esportazioni 25.860 24.071 17.280 17.233 17.867 18.982 22.214 28.451 35.282 9.209 8.355<br />

Importazioni 16.708 20.717 15.711 18.063 18.146 27.142 31.327 37.051 30.659 10.745 9.750<br />

Saldo 9.153 3.354 1.569 -830 -279 -8.160 -9.113 -8.600 4.623 -1.536 -1.395<br />

Saldo normalizzato<br />

(%)<br />

Variazioni sull'anno precedente<br />

21,5 7,5 4,8 -2,4 -0,8 -17,7 -17,0 -13,1 7,0 -7,7 -7,7<br />

Esportazioni -10,7 -6,9 -28,2 -0,3 3,7 6,2 17,0 28,1 24,0 6,2 -9,3<br />

Importazioni -33,3 24,0 -24,2 15,0 0,5 49,6 15,4 18,3 -17,3 -10,4 -9,3<br />

Saldi (variazioni<br />

assolute)<br />

5.250 -5.799 -1.785 -2.399 551 -7.881 -952 512 13.223 1.783 141<br />

Fonte : elaborazioni ICE su dati ISTAT<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Italia - Paese/Area: principali prodotti (ATECO3) esportati ed importati<br />

valori in migliaia di euro e variazioni in percentuale<br />

Periodo riferimento : Gennaio - Aprile 2010<br />

Area/Paese Partner: <strong>Bolivia</strong><br />

Esportazioni<br />

Importazioni<br />

2009 2010 Var % 2009 2010 Var %<br />

gen-apr gen-apr gen-apr gen-apr<br />

289 - Altre macchine per impieghi speciali 2.572 2.353 -8,5 1 . -100,0<br />

281 - Macchine di impiego generale 317 939 196,0 . . .<br />

284 - Macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili 461 794 72,3 . . .<br />

282 - Altre macchine di impiego generale 483 660 36,6 . . .<br />

293 - Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori 724 388 -46,3 . 7 .<br />

222 - Articoli in materie plastiche 56 236 320,0 . . .<br />

275 - Apparecchi per uso domestico 141 219 55,4 . . .<br />

283 - Macchine per l'agricoltura e la silvicoltura 221 202 -8,6 . . .<br />

204 - Saponi e detergenti, prodotti per la pulizia e la lucidatura, profumi e<br />

68 195 186,8 . . .<br />

cosmetici<br />

325 - Strumenti e forniture mediche e dentistiche 189 189 0,0 . . .<br />

011 - Prodotti di colture agricole non permanenti . 174 . 17 145 761,0<br />

265 - Strumenti e apparecchi di misurazione, prova e navigazione; orologi<br />

52 171 230,4 28 . -100,0<br />

291 - Autoveicoli 236 146 -38,0 . . .<br />

141 - Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 109 143 30,8 713 164 -77,0<br />

201 - Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie<br />

plastiche e gomma sintetica in forme primarie<br />

321 - Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre preziose lavorate<br />

207 121 -41,2 5.381 3.336 -38,0<br />

64 104 60,6 . . .<br />

257 - Articoli di coltelleria, utensili e oggetti di ferramenta 140 100 -28,7 . . .<br />

271 - Motori, generatori e trasformatori elettrici; apparecchiature per la<br />

210 99 -53,0 . . .<br />

distribuzione e il controllo dell'elettricità<br />

212 - Medicinali e preparati farmaceutici 83 98 18,1 . . .<br />

143 - Articoli di maglieria . 96 . . 1 .<br />

Nota: Graduatoria secondo il valore delle esportazioni nell'ultimo periodo<br />

Importazioni<br />

Esportazioni<br />

2009 2010 Var % 2009 2010 Var %<br />

gen-apr gen-apr gen-apr gen-apr<br />

201 - Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie<br />

5.381 3.336 -38,0 207 121 -41,2<br />

plastiche e gomma sintetica in forme primarie<br />

151 - Cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e<br />

1.549 3.101 100,2 . 54 .<br />

selleria; pellicce preparate e tinte<br />

131 - Filati di fibre tessili 567 784 38,4 1 1 0,1<br />

072 - Minerali metalliferi non ferrosi 604 653 8,1 . . .<br />

162 - Prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio 638 524 -17,8 1 . -100,0<br />

161 - Legno tagliato e piallato 341 472 38,7 2 . -100,0<br />

012 - Prodotti di colture permanenti 439 310 -29,3 . . .<br />

141 - Articoli di abbigliamento, escluso l'abbigliamento in pelliccia 713 164 -77,0 109 143 30,8<br />

011 - Prodotti di colture agricole non permanenti 17 145 761,0 . 174 .<br />

310 - Mobili . 88 . 84 55 -34,7<br />

103 - Frutta e ortaggi lavorati e conservati 36 66 84,8 1 . -100,0<br />

106 - Granaglie, amidi e di prodotti amidacei . 53 . 13 . -100,0<br />

381 - Rifiuti . 39 . 4 12 185,5<br />

293 - Parti ed accessori per autoveicoli e loro motori . 7 . 724 388 -46,3<br />

203 - Pitture, vernici e smalti, inchiostri da stampa e adesivi sintetici (mastici)<br />

. 3 . . . .<br />

899 - Merci dichiarate come provviste di bordo, merci nazionali di ritorno e<br />

. 2 . . . .<br />

respinte, merci varie<br />

143 - Articoli di maglieria . 1 . . 96 .<br />

081 - Pietra, sabbia e argilla 22 1 -95,3 . . .<br />

013 - Piante vive . . . . . .<br />

014 - Animali vivi e prodotti di origine animale 57 . -100,0 . . .<br />

Nota: Graduatoria secondo il valore delle importazioni nell'ultimo periodo<br />

Fonte : elaborazioni ICE su dati ISTAT<br />

Mese - Anno di riferimento: Gennaio - Aprile 2010<br />

Area/Paese Partner: <strong>Bolivia</strong><br />

Secondo i dati ISTAT relativi al primo quadrimestre 2010 le esportazioni dell’Italia verso la<br />

<strong>Bolivia</strong> che le importazioni sono leggermente diminuite rispetto allo stesso periodo del 2009,<br />

Considerato che si tratta solo dei primi quattro mesi dell’anno, ció non significa che non si<br />

possa ripetere il saldo attivo della bilancia commerciale registrato nel 2009 (per la prima volta<br />

dopo molti anni).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


I prodotti boliviani maggiormente esportati nel nostro Paese nel periodo in esame si confermano<br />

quelli chimici, fertilizzanti e materie plastiche ed il cuoio con i prodotti di pelletteria.<br />

L’Italia è la principale destinazione di alcuni prodotti di nicchia boliviani: lupini, cuoio di<br />

coccodrillo e macadamia (seconda solo agli USA).<br />

I prodotti italiani più esportati in <strong>Bolivia</strong> sono sempre i macchinari e che costituiscono, insieme<br />

agli autoveicoli e ricambi, la quasi totalità delle nostre esportazioni in <strong>Bolivia</strong>; tuttavia bisogna<br />

osservare che il volume di beni esportati dal nostro Paese rimane relativamente modesto e<br />

qualsiasi rilevante ordinativo (per es. di un costoso macchinario da parte di una singola impresa)<br />

è in grado di incidere sul saldo commerciale.<br />

Presenza italiana<br />

La presenza di imprese provenienti dall’Italia è generalmente limitata a grandi società di<br />

costruzione che hanno vinto gare d’appalto per la realizzazione di importanti opere<br />

infrastrutturali (al momento solo l’impresa Grandi Lavori Fincosit Spa ha due cantieri aperti;<br />

all’inizio del 2010 Astaldi ha terminato un proprio lavoro, mentre l’impresa Ghella ha<br />

recentemente aperto un ufficio di rappresentanza).<br />

A tali grandi imprese si aggiungono piccole e medie imprese gestite da italo-boliviani o da<br />

italiani residenti in <strong>Bolivia</strong> da alcuni anni che svolgono varie attività (importazione e<br />

produzione in loco di prodotti alimentari, importazione di elettronica, produzione mobili,<br />

prodotti idraulici, cosmetici).<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


2.INDIVIDUAZIONE DELLE AREE D’INTERVENTO<br />

a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale<br />

L’esiguità dell’intercambio tra Italia e <strong>Bolivia</strong> lascia poco spazio alla programmazione di<br />

significative azioni di intervento della promotion tradizionale e sostegno alla presenza italiana.<br />

L’ICE non è direttamente presente in <strong>Bolivia</strong>, ma solo attraverso l’Ufficio di Santiago, il quale<br />

sta promovendo nel corso del presente anno uno studio sull’analisi dell’offerta di materie prime<br />

e semilavorati in <strong>Bolivia</strong>, con particolare riferimento ai settori: minerale, forestale, tessile, pietre<br />

ornamentali, litio, cuoio e caffè.<br />

In attesa dei risultati di questo studio si possono individuare alcune aree su cui promuovere una<br />

più significativa presenza delle imprese italiane, soprattutto attraverso programmi di<br />

cooperazione e collaborazione industriale con il fine di trasferire il know how italiano. Inoltre, a<br />

prescindere dalla specificità dei settori di intervento, può essere rilevante l’interscambio di<br />

servizi di consulenza, associati ai programmi di Cooperazione, in base all’esperienza italiana<br />

accumulata nella capacità organizzativa e gestionale con riferimento ai distretti industriali (che<br />

il governo boliviano sta iniziando a promuovere in <strong>Bolivia</strong>, in base ad un’attenta valutazione<br />

delle catene produttive oggi attive e/o potenziali). Si considerano interessanti i seguenti settori:<br />

- Pietre preziose; il settore presenta vantaggi comparativi interessanti (basso costo delle<br />

materie prime e manodopera) che possono ovviare al problema degli alti costi di<br />

trasporto.<br />

- La produzione agricola boliviana si caratterizza per la sua varietà di specie legate ad un<br />

clima diversificato; oltre alla produzione di caffè, cacao e soia, si segnala la presenza di<br />

altre specie tropicali come la noce del parà o le castagne dell’Amazzonia, di cui la<br />

<strong>Bolivia</strong> è il principale esportatore a livello mondiale (85% della produzione mondiale);<br />

nella valle di Tarija si concentra la totalità della produzione boliviana di vino d’altura.<br />

Tra le prospettive di inserimento per le aziende italiane si annovera il comparto delle<br />

attrezzature agricole, packaging e catene del freddo.<br />

- Legno. Le foreste boliviane occupano circa la metà del territorio (corrispondono a 53<br />

milioni di ettari); la <strong>Bolivia</strong> possiede oltre 28,7 milioni di ettari potenzialmente<br />

destinabili ad una produzione forestale sostenibile, di cui 9,2 milioni di ettari vengono<br />

sfruttati nel rispetto della normativa di salvaguardia ambientale che assicurano la<br />

rigenerazione naturale dei boschi e la loro conservazione futura. La <strong>Bolivia</strong> è l’ottavo<br />

paese al mondo con la maggior estensione di boschi tropicali ed il terzo in America<br />

Latina dopo Brasile e Perú. Il Paese possiede inoltre il maggior bosco tropicale<br />

certificato del mondo: un milione di ettari con certificazione Forest Stewardship<br />

Council (FSC) e CIMART – SMARWOOD. La normativa forestale in vigore permette<br />

alla popolazione indigena ed ai piccoli proprietari di accedere a 3 milioni di ettari di<br />

produzione forestale sostenibile: i restanti 6 milioni sono amministrati da aziende di<br />

maggiori dimensioni attraverso concessioni. La <strong>Bolivia</strong> possiede inoltre un esteso<br />

territorio ricco di oltre 200 specie di essenze pregiate: mogano, rovere, ribosi, noce,<br />

quebracho, tajibo palo di rosa ecc.... In questo settore le migliori prospettive riguardano<br />

la fornitura di tecnologia per la seconda lavorazione del legno ed accordi di<br />

collaborazione industriale.<br />

- Pietre ornamentali, marmi e graniti. Le risorse più interessanti si possono classificare in<br />

tre aree da esplorare: i marmi ed i travertini del Dipartimento di La Paz, con alcuni<br />

materiali da sottolineare come il Matilde (marmo marrone), l’onice bianco di<br />

Berebguelas; la sodalità blu del Dipartimento di Cochabamba; gli onici del<br />

Dipartimento di Potosì (Uyuni); i graniti del Dipartimento di S.Cruz, in particolare il<br />

nero assoluto (gabbro) nella zona del Chiquitano.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


- Energie alternative. Considerate le caratteristiche del territorio e la tendenza rilevante<br />

all’utilizzo di energie alternative, un settore da esplorare è la fornitura di sistemi<br />

fotovoltaici, sopratutto nelle aree rurali e del termosolare per il settore delle costruzioni<br />

e dell’edilizia.<br />

- È noto che la <strong>Bolivia</strong> possiede nel Salar de Uyuni (12 mila Km2) uno dei più grandi<br />

giacimenti di litio del mondo (5,4 milioni di tonnellate, secondo un rapporto del<br />

Servizio Geologico USA). Considerate le applicazioni del litio, negli ultimi mesi vi<br />

sono state molte manifestazioni di interesse da parte di importanti imprese<br />

multinazionali (sopratutto russe, francesi, giapponesi e coreane) del settore<br />

automobilistico e delle telecomunicazioni.<br />

Singole iniziative promozionali di carattere generale effettuate nel passato (Es. Country<br />

Presentation <strong>Bolivia</strong> in Italia nel 2001) non hanno lasciato traccia, mentre si sono rivelate più<br />

efficaci le piccole iniziative settoriali (es. Supporto a missioni tecniche a fiere tecnologiche in<br />

Italia di operatori boliviani per acquisizione di nuove tecnologie).<br />

Uno strumento attivato per finanziare interventi mirati settoriali in <strong>Bolivia</strong> è il programma AL<br />

Invest dell’Unione Europea, che nel 2009 ha finanziato il Consorzio Regione Andina (di cui<br />

fanno parte anche enti italiani), il quale sta programmando per il prossimo triennio una serie di<br />

attività di formazione ed assistenza tecnica alle imprese locali nei settori del turismo culturale,<br />

marchi e brevetti, microimpresa, piante e fiori, pubblicità e marketing.<br />

b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l’Italia<br />

La presenza degli investimenti italiani in <strong>Bolivia</strong> é piuttosto limitata. La mancanza di una<br />

legislazione certa e incentivante costituisce probabilmente il principale ostacolo agli<br />

investimenti, congiuntamente alla carenza delle infrastrutture, alla modesta qualificazione della<br />

manodopera e al fattore geografico economico della distanza.<br />

Il più grande investimento italiano in <strong>Bolivia</strong> era rappresentato da ENTEL, del gruppo<br />

TELECOM ITALIA, ma la nazionalizzazione del 1 maggio 2008 ha posto termine alla<br />

maggiore presenza nazionale nel Paese.<br />

Recentemente si sono registrate manifestazioni d’interesse da parte di alcune aziende italiane<br />

per investimenti in <strong>Bolivia</strong> nel settore minerario ed agro-industriale.<br />

Fra i settori in crescita, di probabile interesse italiano, si segnalano quello turistico ed il settore<br />

energetico. Il settore turistico gode di un forte potenziale, che purtroppo non é ancora sfruttato: i<br />

punti forti del settore sono la varietà geografica ed ecosistemica, le bellezze naturali e il<br />

patrimonio archeologico.<br />

Per quanto concerne il settore energetico si segnala il forte interesse che sta suscitando tra le<br />

maggiori multinazionali la presenza in <strong>Bolivia</strong> (specificamente nel Salar di Uyuni) di uno dei<br />

più grandi giacimenti al mondo di litio.<br />

Non si prevedono al momento possibilità di investimenti boliviani in Italia.<br />

c)Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad<br />

alto contenuto tecnologico<br />

Non vi sono elementi sufficienti per poter valutare l’opportunità di investimenti nei settori di<br />

alto contenuto tecnologico, per quanto si considera che siano limitati al settore delle<br />

telecomunicazioni e del settore energetico; per gli investimenti in questi ultimi settori strategici,<br />

bisogna anche considerare la recente nazionalizzazione dell’italiana ENTEL e le disposizioni<br />

della nuova Costituzione.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


3. POLITICA COMMERCIALE E D’ACCESSO AL MERCATO<br />

a) Barriere tariffarie:<br />

Dazi doganali e imposte addizionali alle importazioni<br />

Dazio Doganale: Dal 1 aprile 2008 è entrato in vigore in <strong>Bolivia</strong> il nuovo “Arancel Aduanero de<br />

Importaciones”, secondo il testo comune di designazione e classifica merci dei Paesi membri<br />

del CAN, basato nella nomenclatura Andina. Tale modifica ha come obiettivo proteggere la<br />

produzione nazionale boliviana ed omologare i dazi doganali dei paesi della CAN e il Mercosur.<br />

Con il Decreto Supremo 29349 del 21 novembre 2007, si stabilisce la nuova struttura doganale,<br />

la quale prevede dazi doganali del 0%, 5%, 10%, 15% e 20% ad valorem CIF, secondo la<br />

tipologia della merce e il paese di origine, in vigore a partire del 1 aprile 2008 e fino al 31<br />

dicembre 2008.<br />

Mediante il Decreto Supremo 29460 del mese di febbraio 2008, è entrata in vigore l’esenzione<br />

del dazio doganale (0%) per l’importazione di alcuni prodotti alimentari<br />

Ai prodotti elencati di seguito sono applicati diritti specifici: veicoli, bevande analcoliche<br />

(chicha di mais e altre), superalcolici, birre, vini energia elettrica, manufatti di tabacco, gasolio e<br />

petrolio diesel. Indipendentemente dal DDC, ogni importazione deve pagare il 5%<br />

all’amministrazione doganale, ai magazzini doganali il 2%, ed alla compagnia di controllo<br />

il1.92%. L’aliquota relativa all’IVA è invece pari al 14,94%. Sul valore CIF. Infine,<br />

l’importazione di automezzi è soggetta ad un’imposta addizionale del 18%.<br />

Imposta sul Valore Aggiunto (IVA): come si è detto, tutte le merci che entrano nel territorio<br />

nazionale sono gravate dall’IVA al 13%, ma ai fini contabili si prende in considerazione il tasso<br />

nominale del 14,94% sulla base imponibile, la quale è costituita dal valore CIF Frontiera o CIF<br />

Dogana più la GA ed altre erogazioni non fatturate necessarie per lo sdoganamento.<br />

Imposta sul Consumo Specifico (ICE): come si è detto, grava solo su determinati prodotti. Il<br />

calcolo della base imponibile è identico<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Trattamento Preferenziale delle Esportazioni<br />

La <strong>Bolivia</strong> usufruisce di un accesso privilegiato ai mercati dei seguenti Paesi:<br />

ACCORDI<br />

ALADI<br />

CAN<br />

(ex Pacto<br />

Andino)<br />

ALBA<br />

Schema<br />

Preferenze<br />

Unilaterali<br />

Tipo di<br />

accordo<br />

AR.AM 1 Area di<br />

(ALADI) preferenze<br />

tariffarie<br />

AR.PAR 4 Area di<br />

(ALADI) preferenze<br />

tariffarie<br />

AAP.AG 2 Area di<br />

(ALADI) preferenze<br />

tariffarie<br />

AAP.CE 22 Area di<br />

preferenze<br />

tariffarie<br />

AAP.CE 31 Trattato di<br />

Libero<br />

Commercio<br />

AAP.CE 36 Area di Libero<br />

Commercio<br />

AAP.CE 47 Area di<br />

preferenze<br />

tariffarie<br />

Comunidad<br />

Andina -<br />

CAN<br />

ALBA –<br />

Trattato di<br />

commercio<br />

dei Popoli<br />

(TCP)<br />

ATPDEA<br />

Zona di Libero<br />

Commercio<br />

Andina<br />

Area di<br />

preferenze<br />

tariffarie<br />

Preferente<br />

tariffarie<br />

unilaterali<br />

PAESI INIZIO VIGENZA<br />

Membri<br />

ALADI<br />

Miembri<br />

ALADI<br />

Aprile<br />

1984<br />

Luglio<br />

1984<br />

Miembri Giugno<br />

ALADI (eccetto 1993<br />

México)<br />

<strong>Bolivia</strong> y Chile Luglio<br />

1993<br />

<strong>Bolivia</strong> y<br />

México<br />

<strong>Bolivia</strong>,<br />

Argentina,<br />

Brasil,<br />

Paraguay y<br />

Uruguay<br />

Gennaio<br />

1995<br />

Febbraio<br />

de 1997<br />

<strong>Bolivia</strong> y Cuba Agosto<br />

2001<br />

<strong>Bolivia</strong>,<br />

Colombia,<br />

Ecuador, Perú<br />

TCP: Cuba,<br />

Venezuela y<br />

<strong>Bolivia</strong><br />

ALBA: Cuba,<br />

Venezuela,<br />

<strong>Bolivia</strong>,<br />

Nicaragua, Rep.<br />

Dominicana,<br />

Honduras,<br />

Ecuador, San<br />

Vicente y las<br />

Granadinas, y,<br />

Antigua y<br />

Barbuda<br />

<strong>Bolivia</strong>,<br />

Colombia,<br />

Ecuador, Perú e<br />

USA<br />

Gennaio<br />

1993<br />

Aprile<br />

2006<br />

Dicembre<br />

2001<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Indefinita<br />

Dicembre 2008<br />

(Sospeso per la <strong>Bolivia</strong>)<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


SGP USA<br />

SPG Plus<br />

Unione<br />

Europea<br />

Preferente<br />

tariffarie<br />

unilaterali<br />

Preferente<br />

tariffarie<br />

unilaterali<br />

SGP Canada Preferente<br />

tariffarie<br />

unilaterali<br />

SGP<br />

Giappone<br />

Preferenze<br />

tariffarie<br />

unilaterali<br />

ALTRI SGP Preferenze<br />

tariffarie<br />

unilaterali<br />

USA<br />

Unione<br />

Europea<br />

Canada<br />

Giappone<br />

Gennaio<br />

1976<br />

Luglio<br />

2005<br />

Luglio<br />

1974<br />

Agosto<br />

1971<br />

Nuova Zelanda, --- ---<br />

Norvegia,<br />

Russia, Turchia<br />

Svizzera<br />

Dicembre 2009<br />

Dicembre 2015<br />

Dicembre 2014<br />

Dicembre 2011<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Paesi<br />

Unione Europea<br />

Stati Uniti<br />

Comunitá Andina<br />

MERCOSUR<br />

México<br />

Cile<br />

Cuba<br />

Paesi ALBA<br />

Dazi doganali e accordi commerciali specifici<br />

0% per 7.200 prodotti con SPG plus<br />

(nessun contingentamento)<br />

Dal 15 dicembre 2008 è stata sospesa<br />

l’ATPDEA (sistema di preferenze tariffarie<br />

unilaterale) che prevedeva 0% per 6.100<br />

prodotti; adesso è in vigore SPG USA, che<br />

comunque concerne solo l’8% delle<br />

esportazioni boliviane. L’esportazione di<br />

zucchero è contingentata. Gli Usa sono il<br />

maggior mercato per il settore manifatturiero<br />

boliviano<br />

0% per tutti i prodotti. Zona di libero<br />

commercio<br />

Sgravio attuale del 50% (negoziato in corso per<br />

formare un’area di libero commercio); dal<br />

2007 il 90% dei prodotti è libero da dazi<br />

Dal 2009 il 98% dei prodotti è liberalizzato<br />

Il Cile ha aperto il proprio mercato a tutti i<br />

prodotti boliviani con eccezione di 8<br />

La <strong>Bolivia</strong> ha accordato una preferenza<br />

tariffaria del 100% per un centinaio di prodotti<br />

cubani. Cuba concede una riduzione dei dazi a<br />

circa 90 beni boliviani<br />

Di fatto l’unico interscambio rilevante è con<br />

Venezuela. Il Trattato di Commercio dei<br />

Popoli non ha superato gli ostacoli<br />

commerciali con il mercato venezuelano, che<br />

richiede licenze di importazione e presenta al<br />

suo interno difficoltà nell’assegnazione di<br />

divisa. A questo fine il Governo boliviano ha<br />

annunciato in favore degli imprenditori del<br />

proprio Paese che esportano in Venezuela un<br />

fondo rotativo pari a 30 milioni USD per<br />

superare il problema di assegnazione di divisa.<br />

La <strong>Bolivia</strong> non restringe in alcun modo le<br />

importazioni dal Venezuela.<br />

Argentina Accordo per la vendita di gas naturale da 7,7<br />

milioni di metri cubici al giorno a 27,7 fino al<br />

2026 per un ammontare stimato in 17.000<br />

milioni di dollari<br />

Brasile<br />

Accordo per la vendita di gas naturale verso il<br />

Brasile di 24 mil. mc al giorno, fino al 2019<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


) Barriere non tariffarie:<br />

Prodotti alimentari: Tutti prodotti alimentari importati e commercializzati in <strong>Bolivia</strong> devono<br />

adempiere alle Normative dell’Articolo 42 della Legge Organica Amministrativa<br />

dell’Esecutivo, contenute nel D.L. N.10460, che fa riferimento alla Direzione ed Esecuzione<br />

della Medicina Preventiva.<br />

Inoltre tutte le persone che producono e commercializzano prodotti alimentari devono<br />

adempiere alle normative contenute nel Codice della Salute D.L. 15629 e alle normative<br />

contenute nel Regolamento Sanitario per i prodotti alimentari e bevande (D.S. 05190), oltre a<br />

che adempiere alle normative relative all’etichettatura stabilite nella Norma Tecnica <strong>Bolivia</strong>na<br />

NNB26/87.<br />

Nell’Ambito del CODEX Alimentario stabilito dalla OMC e nell’ambito della Legge 2061 del<br />

16 marzo 2000 e del D.S N° 26590 del 17/04/02 per l’importazione e commercializzazione di<br />

prodotti alimentari e bevande devono richiedere le seguenti autorizzazioni al Servicio Nacional<br />

de Sanidad Agropecuaria e Inocuidad Alimenticia – SENASAG, appartenente al Ministero di<br />

Agricoltura, Ganaderia y Desarrollo Rural:<br />

“Solicitud de Permiso Fitosanitario, Zoosanitario y/o de Inocuidad Alimentaria de Importación”<br />

(SENASAG – IMP- FOR 001).<br />

L’ottenimento dell’autorizzazione del SENASAG (“Servicio Nacional de Sanidad Agropecuaria<br />

e Inocuidad Alimentaria”) all’importazione -la cui validità varierà caso per caso- è anche<br />

subordinata ad una visita di due ispettori boliviani al sito nel Paese di produzione, a carico<br />

dell’impresa produttrice; ciò comporta ovviamente l’impossibilitá dell’importazione di prodotti<br />

alimentari nazionali (specialmente insaccati e formaggi) per le piccole imprese o per quantità<br />

ridotte. È in corso una richiesta presso le Autoritá andine per eliminare questa barriera non<br />

tariffaria.<br />

Vino: Per quanto riguarda i vini in genere, senza prendere in considerazione il grado alcolico o<br />

altra caratteristica, si deve pagare una sopratassa relativa all’imposta sul consumo specifico ”<br />

ICE” (Impuesto al Consumo Específico) che è calcolata per unità di misura ed è fissata in Bs<br />

1,76 per litro. Devono inoltre essere considerati alcuni costi addizionali come: pagamento per i<br />

servizi di verifica del valore della merce, magazzinaggio in zona doganale e di consegna<br />

doganale, l’insieme dei quali non è inferiore al 5% del valore CIF.<br />

Zone franche<br />

Attraverso il Decreto Supremo 22410 (“Regime delle zone franche industriali, commerciali e<br />

terminali di deposito, importazione temporanea”) e i successivi DS 22526, 23333, 23565 e<br />

25947, lo Stato boliviano ha creato le Zone Franche al fine di permettere l’importazione di beni<br />

e prodotti per la lavorazione e la successiva riesportazione con incremento del valore aggiunto e<br />

incorporazione di prodotti nazionali. Le aree autorizzate per il funzionamento delle Zone<br />

Franche (ZF) sono sottoposte al principio della segregazione doganale e godono dei seguenti<br />

incentivi:<br />

esenzione dal 100% dei dazi doganali;<br />

esenzione dal 100% dell’IVA sia sulle merci importate che sulle transazioni dentro la ZF;<br />

esenzione dal 100% dell’imposta sulla proprietà di beni immobili e veicoli motorizzati;<br />

libera disponibilità di divise.<br />

Le ZF sono di due tipi:<br />

Zone Franche Commerciali, dove è permessa l’introduzione di merci per la loro permanenza<br />

senza limiti di tempo, le quali non potranno essere trasformate. È comunque permesso il loro<br />

aggruppamento, divisione, cambio di imballaggio, al fine di migliorare la loro presentazione, il<br />

confezionamento o la climatizzazione per il trasporto.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Zone Franche Industriali, nelle quali si realizzano attività di produzione, assemblaggio o<br />

perfezionamento di merci che siano, successivamente, reimportate, importate nel territorio<br />

doganale nazionale o esportate.<br />

Nelle ZF sono ammesse merci nazionali per la riesportazione verso Paesi terzi, le quali potranno<br />

beneficiare della restituzione delle imposte incorporate nelle stesse merci, in accordo alla<br />

legislazione vigente in materia di incentivi alle esportazioni.<br />

I beni e le merci che beneficiano del trattamento doganale delle ZF devono essere coperte da un<br />

contratto di garanzia globale con l’ente amministratore della ZF.<br />

Attualmente, in <strong>Bolivia</strong> esistono Zone Franche nelle seguenti città:<br />

Cobija;<br />

Cochabamba: ZF Industriale e ZF Commerciale;<br />

Desaguadero: ZF Commerciale (ZOFRADESA);<br />

Guayaramerin;<br />

La Paz: ZF Industriale (GIT) e ZF Commerciale (GIT);<br />

Oruro:<br />

ZF Commerciale (ZOFRAOR);<br />

Porto Aguirre: ZF Commerciale;<br />

Puerto Suarez: ZF Commerciale (ZOFRAMAQ);<br />

San Matías;<br />

Santa Cruz: due ZF Commerciali (GIT e Winner);<br />

Villazón : ZF Commerciale ;<br />

Yacuiba:<br />

ZF Commerciale.<br />

Regimi doganali speciali<br />

La normativa boliviana prevede due regimi doganali speciali, in aggiunta alle Zone Franche:<br />

Regime di Importazione Temporanea per l’Esportazione (RITEX)<br />

Questo regime riproduce fedelmente il regime di perfezionamento attivo vigente nei Paesi<br />

dell’Unione Europea: esso concede infatti la sospensione di tutte le imposte doganali<br />

sull’importazione di materie prime e beni intermedi destinati all’esportazione dopo essere stati<br />

sottoposti ad un processo di trasformazione ed elaborazione. L’accesso al RITEX è concesso<br />

dietro presentazione di una lettera di garanzia rilasciata da una banca locale a copertura<br />

dell’intero importo delle imposte doganali o, in alternativa, di una Dichiarazione Giurata di<br />

Pagamento, sottoscritta dal rappresentante legale dell’azienda (come nel perfezionamento attivo,<br />

tale garanzia assicura che il relativo pagamento sarà effettuato in caso di mancata<br />

riesportazione).<br />

La durata di questa importazione temporanea è di 180 giorni, prorogabili una sola volta.<br />

Regime di Esportazione in Devoluzione d’Imposta<br />

Questo regime non è altro che l’applicazione dei principi del draw back stabiliti dalla<br />

Convenzione di Kyoto, in base al quale gli esportatori possono ricevere il ristorno dei dazi<br />

doganali (GA) sui beni importati e dell’ICE e dell’IVA pagate su quelli di produzione<br />

nazionale, che siano incorporati nel processo di produzione delle merci esportate.<br />

La devoluzione dei dazi doganali opera in modo automatico per le esportazioni minori e per<br />

quelle medie, con un’aliquota rispettivamente del 4% e del 2%; per le esportazioni maggiori<br />

sarà calcolata prendendo in considerazione l’incidenza reale di tali risorse sulla struttura dei<br />

costi della produzione.<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


Per beneficiare di questo regime, gli esportatori devono registrarsi presso gli uffici del Sistema<br />

di Sportello Unico delle Esportazioni (SIVEX) ed ottenere il registro Unico degli Esportatori<br />

(RUE).<br />

Opportunità commerciali:<br />

Acquisti settore pubblico, gare e appalti:<br />

Le licitazioni pubbliche in <strong>Bolivia</strong> devono essere pubblicate sul bollettino accessibile sul sito :<br />

www.sicoes.gov.bo<br />

(contrataciones processo de contratación) e nella Gazzetta Ufficiale<br />

Le principali opportunità in materie di appalti pubblici si trovano nel settore d’ingegneria civile<br />

e opere pubbliche (autostrade e strade), equipaggiamento ospedaliero e educazione e servizi di<br />

consulenza e auditing.<br />

c) Violazione delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale<br />

Il Governo boliviano protegge i diritti d’autore relativi ad opere artistiche o intellettuali per il<br />

periodo specificato dalla legge. “Ley de Derechos de autor DL: 1322 del 13 aprile del 1992”.<br />

<strong>Bolivia</strong> aderisce inoltre ai seguenti Accordi:<br />

a. Accordo sugli Aspetti della Proprietà Intellettuale Relativi al Commercio (ADPIC),<br />

parte integrante dell’adesione alla WTO.<br />

Questo accordo stabilisce una serie di norme relative all’esistenza, alla portata e all’esercizio dei<br />

Diritti di Proprietà Intellettuale che ogni legislazione nazionale dei Paesi membri della WTO<br />

deve contenere. Con l’ADPIC, praticamente sono omogeneizzate le norme internazionali in<br />

materia, al fine di creare le condizioni favorevoli per una maggiore<br />

cooperazione dello Stato e di stimolare quindi i trasferimenti di capitale e tecnologia tra le parti<br />

contraenti.<br />

b. Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (OMPI).<br />

Attraverso l’adesione a questo organismo, che stabilisce le direttive internazionali relative a<br />

quest’area specifica, la <strong>Bolivia</strong> riceve cooperazione tecnica ed economica finalizzata alla<br />

formazione dei funzionari e alla disponibilità di attrezzature necessarie all’assolvimento delle<br />

funzioni amministrative relative alla Proprietà Intellettuale.<br />

d) Problematiche relative agli investimenti esteri nel paese: La Nuova Costituzione Politica<br />

<strong>Bolivia</strong>na<br />

Il 25 gennaio 2009 si é tenuto un referendum che ha condotto all’approvazione con il 61,43%<br />

dei voti della nuova Costituzione Politica dello Stato (CPE). É prevedibile che la nuova<br />

Costituzione avrà notevoli ripercussioni sulla situazione economica del Paese.<br />

La nuova Costituzione (CPE) contribuirà certamente ad orientare le scelte politico-economiche<br />

del Governo boliviano.<br />

Il testo approvato si caratterizza per un maggiore ruolo dello Stato, l’attribuzione di maggiori<br />

diritti e poteri ai gruppi indigeni, la consolidazione delle nazionalizzazioni, la possibilità di una<br />

rielezione presidenziale e la riforma di alcuni settori chiave quale l’economia.<br />

Dalla CPE emerge l’interesse del Governo a privilegiare forme di economia comunitaria rispetto<br />

all’economia privata. Anche alle comunità indigene sono riservati particolari diritti economici:<br />

la forma con la quale la Costituzione stabilisce i diritti indigeni sul territorio, potrebbe<br />

pregiudicare le possibilità di utilizzo delle risorse naturali che si trovano ubicate in territori<br />

indigeni.<br />

Sebbene si riconosca, rispetta e protegga l’iniziativa privata, “affinché contribuisca allo<br />

sviluppo economico, sociale e rinforzi l’indipendenza economica del paese”, le linee generali<br />

dell’economia plurale prevedono l’esercizio da parte dello Stato della direzione integrale dello<br />

Rapporti Paese congiunti Ambasciate/Uffici <strong>Ice</strong> estero 1^ sem. 2010


sviluppo economico e i relativi processi di pianificazione e l’attribuzione della proprietà delle<br />

risorse naturali al popolo boliviano, le quali saranno amministrate dallo Stato. Nonostante la<br />

garanzia del rispetto sia della proprietà individuale sia di quella collettiva della terra, lo Stato si<br />

riserva il diritto di intervenire in tutte le fasi della catena produttiva dei settori strategici, al fine<br />

di garantire e preservare la qualità di vita di tutti i boliviani e le boliviane. Per quanto riguarda<br />

le finalità delle attività economiche che possono essere intraprese all’interno dello Stato,<br />

l’articolo 312 stabilisce che “tutte le attività economiche devono contribuire al rafforzamento<br />

della sovranità economica del Paese. Non sarà permesso alcun accumulo privato del potere<br />

economico in grado tale che ponga in pericolo la sovranità economica dello Stato” e prosegue<br />

specificando “tutte le forme di organizzazione economica hanno l’obbligo di generare un<br />

impiego degno e contribuire alla riduzione delle disuguaglianze e di estirpare la povertà.”<br />

Inoltre, la CPE proibisce il monopolio e l’oligopolio privato, cosi come qualsiasi altra forma di<br />

associazione o accordo di persone naturali o giuridiche private, cosi come qualsiasi altra forma<br />

di associazione e accordo di persone naturali o giuridiche private, boliviane o straniere, che<br />

pretendono il controllo o l’esclusiva nella produzione e commercializzazione di beni e servizi.<br />

Il tema della politica economica é trattato nel Capitolo III della Costituzione, il quale, oltre a<br />

definire le linee generali della politica produttiva, industriale e commerciale, riserva un articolo<br />

al tema degli investimenti stranieri. Si tratta dell’articolo 320, il quale stabilisce che gli<br />

investimenti boliviani godranno di priorità rispetto agli investimenti stranieri. Nello specifico,<br />

per quanto riguarda gli investimenti stranieri, l’articolo 320 prevede che: “Tutti gli investimenti<br />

stranieri saranno sottoposto alla giurisdizione, alle leggi e alle autorità boliviane, e nessuno<br />

potrá invocare situazioni d’eccezione, né appellarsi a reclami di tipo diplomatico per ottenere<br />

trattamenti più favorevoli. Le relazioni economiche con stati o imprese straniere saranno<br />

realizzati in condizioni di indipendenza, rispetto mutuo e equità. Non si potranno concedere a<br />

Stati o imprese straniere condizioni migliori rispetto a quelle stabilite per i boliviani. Lo Stato é<br />

indipendente in tutte le decisioni riguardanti la politica economica interna, e non accetterà<br />

imposizioni né condizionamenti su questa politica da parte di stati, banche o istituzioni<br />

finanziarie boliviane o straniere, entità multilaterali né imprese transnazionali. Le politiche<br />

pubbliche promuoveranno il consumo interno di prodotti boliviani.”<br />

Alla luce di questi principi nei prossimi anni non saranno ammessi arbitrati internazionali per<br />

dirimere controversie economiche che coinvolgono lo Stato boliviano ed allo stesso tempo<br />

saranno valutati tutti i Trattati di Protezione degli Investimenti che la <strong>Bolivia</strong> ha concluso in<br />

passato: nel caso non si ritengano conformi ai principi della Nuova Costituzione (che<br />

prevalgono sulle fonti internazionali) verranno denunciati.<br />

Va inoltre precisato che attualmente in <strong>Bolivia</strong> esistono due tipi di concessioni: quelle minerarie<br />

e quelle forestali; il Ministero delle Miniere ha informato 20 che le prime dovranno trasformarsi<br />

in contratti “a rischio condiviso” dopo l’approvazione della nuova legge di miniera.<br />

Infine va segnalato che è di prossima approvazione anche un nuovo codice del lavoro che, in<br />

conformità ai principi della Nuova Costituzione, regolerà i rapporti lavorativi tra dipendenti e<br />

datori di lavoro e sicuramente apporterà rilevanti novità in materia, tanto da dover essere preso<br />

in considerazione da tutti gli imprenditori e gli investitori stranieri.<br />

20 Notizia riportata sul quotidiano “La Prensa” del 5 maggio 2010, pag.7 (La Ministra di Pianificazione<br />

Viviana Caro ha dichiarato: “Abbiamo già pronto un processo di revisione di tutte le concessione, così<br />

come previsto dalla Costituzione Politica dello Stato. Abbiamo un termine di tre anni per farlo, ma<br />

desideriamo farlo prima possibile”<br />

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4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO<br />

CONGIUNTO<br />

a)Mappatura delle iniziative di sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo<br />

che la rappresentanza diplomatico consolare e l’ICE intendono realizzare nel corso del<br />

2010.<br />

- È in corso di esecuzione, a cura dell’Ufficio ICE di Santiago, uno studio sull’offerta di materie<br />

prime e prodotti semilavorati boliviani, con particolare riferimento ai settori: minerale, forestale,<br />

tessile, pietre ornamentali, litio, cuoio e caffè.<br />

- Per il 2010 l’Ambasciata intende organizzare nell’ultima settimana di novembre, nei giardini<br />

della Residenza d’Italia, la III Fiera Eno-gastronomica italiana. Si tratta ormai di un evento<br />

promozionale molto atteso dalle locali imprese italo-boliviane che importano i nostri prodotti<br />

tipici. La Fiera costituisce anche l’occasione per presentare ad un pubblico competente nuovi<br />

prodotti e rilevanti aspetti della nostra cultura culinaria, ma anche le iniziative della nostra<br />

cooperazione in materia di aiuti alimentari.<br />

b) Individuazione degli eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali,<br />

degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici, degli Istituti di Cultura e delle<br />

Camere di Commercio Italiane all’estero.<br />

In <strong>Bolivia</strong> non sono presenti Camere di Commercio Italiane “riconosciute” né Istituti Italiani di<br />

Cultura.<br />

L’Ambasciata sta promovendo la costituzione di una Camera di Commercio Italiana in <strong>Bolivia</strong>,<br />

che si costituirebbe con la fusione delle due “non riconosciute” attualmente esistenti (una con<br />

sede in La Paz e l’altra in S.Cruz). Queste ultime svolgono un’attività estremamente limitata e<br />

non dispongono dei mezzi necessari per intraprendere eventi congiunti; con la fusione si<br />

dovrebbe costituire un punto di attrazione per tutti gli imprenditori italo-boliviani, ma anche per<br />

le grandi imprese boliviane che hanno interesse ad instaurare rapporti commerciali con il nostro<br />

Paese.<br />

L’Ufficio ICE di competenza, con il quale si tengono costanti contatti e proficui rapporti di<br />

collaborazione, ha sede in Santiago in Cile; tuttavia la mancanza di adeguati fondi ne limita la<br />

possibilità di intervento sul territorio boliviano.<br />

c) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative<br />

promozionali nel corso del 2011.<br />

Nel corso del 2011 si prevede di continuare ad organizzare la Fiera Eno-gastronomica italiana;<br />

si tratterebbe della IV edizione e si terrebbe nel periodo tradizionalmente prescelto come più<br />

indicato: quello dell’ultima settimana di novembre<br />

Si intende dare continuità ad un evento che negli ultimi anni ha riscosso un indiscusso successo<br />

di pubblico e positivi riscontri tra le imprese importatrici di nostri prodotti alimentari tipici e tra<br />

i ristoratori italiani del Paese. L’evento mira a promuovere e diffondere la cultura culinaria<br />

italiana all’estero anche attraverso la presentazione di prodotti e piatti tipici del nostro Paese.<br />

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