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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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REG.16 – Determinanti genetici e fattori modulatori nelle malattie neurodegenerative…<br />

rete di interazioni metaboliche che regolano l’insorgenza e l’evoluzione della<br />

demenza e favorire la possibilità, se non di attuare una vera e propria prevenzione,<br />

almeno di poter ritardare l’esordio della malattia.<br />

Ci si propone, inoltre, di identificare i differenti profili genetici che presentino<br />

maggiore efficacia di risposta nell’attuale terapia con inibitori dell’acetilcolinesterasi<br />

(AChE).<br />

OBIETTIVI<br />

Una delle ragioni della complessità della malattia di Alzheimer è sicuramente<br />

la sua natura multifattoriale, attribuibile, oltre alla supposta presenza<br />

di più geni causali, anche all’interazione con fattori metabolici ed ambientali.<br />

È necessario, quindi estendere gli studi alla ricerca di “ nuovi fattori di suscettibilità<br />

” capaci, probabilmente, di modulare l’insorgenza e la progressione del<br />

fenotipo patologico.<br />

L’AD e la FTD, si prestano molto bene a studi di associazione. È noto che<br />

specifiche combinazioni alleliche, quali gli aplotipi H1 e H2 del gene Tau,<br />

risultano essere fattori di rischio predisponenti alla malattia in diverse popolazioni.<br />

In particolare, l’aplotipo H1, sia nella FTD che nell’AD, risulta essere<br />

associato ad un maggiore rischio di sviluppare la malattia. Per quanto<br />

riguarda l’AD, inoltre, molti studi hanno evidenziato come SNP rilevati<br />

in diversi geni coinvolti nel metabolismo del colesterolo (APOE, Cyp46,<br />

ABCA1, ABCA2), nel metabolismo dell’Ab (PLAU, GAPD, NCSTN, PEN2,<br />

PSEN1(E318G), Fe65, IDE, neprilisina, OLR1) o in altre proteine (PRNP,<br />

COX-2, IGF-1 e P66SHC) possano costituire ulteriori fattori di rischio. È stato<br />

osservato inoltre che, poiché i fattori genetici sono responsabili della risposta<br />

individuale alla terapia farmacologica, i suddetti polimorfismi del DNA<br />

potrebbero essere utili per identificare i possibili differenti profili genetici di<br />

risposta (positiva o negativa). Questo contribuirebbe non solo alla conoscenza<br />

della risposta terapeutica ma permetterebbe l’elaborazione di target farmacologici<br />

mirati. Studi di farmacogenomica condotti su gruppi ristretti hanno già<br />

evidenziato come variazioni di geni quali APOE, PON1, PON2, Cyp46, ChAT,<br />

possono modulare gli effetti della risposta agli inibitori di AChE.<br />

L’obiettivo principale del presente progetto è, dunque, delineare specifici<br />

profili di rischio derivanti dall’interazione dei fattori genetici e ambientali. In<br />

particolare:<br />

a) Realizzare studi caso-controllo su soggetti affetti da demenza per stabilire<br />

il contributo, indipendente o in associazione, di SNP presenti in diversi<br />

geni, in associazione con altri fattori di rischio biochimici e ambientali (es.<br />

colesterolo, ipertensione, distiroidismo, diabete, trauma cranico, scolarità<br />

etc.) nel costituire un profilo di rischio predisponente alla demenza.<br />

b) Verificare, per la popolazione analizzata, l’esistenza di un’effettiva<br />

associazione tra gli SNP considerati ed i fenotipi patologici.<br />

c) Studiare se la risposta ai farmaci inibitori dell’AChE possa essere<br />

modulata da SNP presenti sui geni coinvolti nel metabolismo dei farmaci e<br />

correlare la risposta con altre variabili (per es. familiarità).<br />

2009 681

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