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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per progetti<br />

ELENCO DELLE UNITÀ OPERATIVE COINVOLTE<br />

U.O.1 – Associazione per la Ricerca Neurogenetica onlus, Lamezia Terme –<br />

Antonio Laganà<br />

U.O.2 – Centro Regionale di Neurogenetica, Lamezia Terme – Rosanna Colao<br />

U.O.3 – Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento Biologia Cellulare<br />

Neuroscienze – Reparto malattie degenerative, infiammatorie<br />

neurologiche, Roma – Annamaria Confaloni<br />

U.O.4 – <strong>Fondazione</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Lucia</strong>, Laboratorio di Neurologia Sperimentale,<br />

Roma – Nicola Biagio Mercuri<br />

DESCRIZIONE DEL PROGETTO<br />

Le demenze, malattia di Alzheimer (AD) e Demenza Frontotemporale<br />

(FTD) rappresentano una quota rilevante delle malattie neurodegenerative<br />

condividendone anche basilari meccanismi patogenetici. Le cause, identificate<br />

solo in una scarsa percentuale in mutazioni genetiche dell’APP o delle<br />

Preseniline [Hardy J (1997) Trends Neurosci 20:154-1592; Price DL et al.<br />

(1998) Annu Rev Genet 32:461-493], di tau o progranulina, hanno, tuttavia,<br />

permesso di chiarire parte del meccanismo patogenetico e di costruire<br />

modelli animali inesistenti in precedenza. Il modello della dominanza mendeliana<br />

non si adatta, però, alle demenze ad esordio tardivo, per lo più sporadiche,<br />

che vengono considerate malattie complesse causate dall’interazione<br />

genetico-ambientale.<br />

L’allele e4 dell’Apolipoproteina E (ApoE) è stato accertato come fattore di<br />

rischio e modulatore del fenotipo per l’AD [Corder EH et al. (1993) Science<br />

261:921-923] e per svariate altre demenze ma certamente non può essere l’unico.<br />

È, dunque, necessario identificare nuovi “ fattori di suscettibilità ” e spiegare<br />

l’elevata variabilità del quadro clinico relativamente a esordio, durata,<br />

progressione e pattern sintomatologici. In questa direzione, spunti interessanti<br />

sono rappresentati da proteine che interagiscono tra di loro e sono in grado di<br />

svolgere “ ruoli differenti ”. Le preseniline, ad esempio, espresse in una notevole<br />

varietà di tessuti ed organi, oltre a rivestire un ruolo fondamentale nella processazione<br />

della proteina precursore della bamiloide, regolano i segnali intracellulari<br />

nello sviluppo, nell’omeostasi del Ca2+, nel processo dell’apoptosi,<br />

nella regolazione del ciclo cellulare. Numerosi studi hanno mostrato che gli<br />

SNPs sono le forme più comuni di variazione genetica che si presentano nella<br />

sequenza nucleotidica del DNA, ed in grado, talora, di modificare la funzione<br />

biologica di una proteina. Uno dei maggiori obiettivi, perseguiti dalla ricerca<br />

genetica nell’ultimo decennio, è stato quello di legare la presenza degli SNPs al<br />

rischio individuale di sviluppare alcune malattie neurodegenerative.<br />

Al momento sono stati elaborati ancora un numero esiguo di studi sull’interazione<br />

tra diversi fattori di rischio, genetici (es. SNP), biochimici (es.<br />

colesterolo) e ambientali (es. scolarità) nel predisporre un individuo allo sviluppo<br />

di demenza. Obiettivo del presente progetto è delineare uno specifico<br />

profilo di rischio per ottenere una maggiore comprensione della complessa<br />

680 2009

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