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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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REG.15 – Ricerca di biomarcatori di esposizione a diossine e policlorobifenili diossino-simili…<br />

menti e, di conseguenza, gli AOA a rischio. Sotto questo punto di vista, si<br />

prevede di concentrare l’attenzione sui linfociti, tenuto conto che il sistema<br />

immunitario rappresenta uno dei principali bersagli dell’azione tossica delle<br />

molecole oggetto di studio e della relativamente facile ottenibilità e coltura<br />

di tali cellule.<br />

Il problema sarà affrontato mediante approccio multidisciplinare, in<br />

considerazione dell’evoluzione delle più recenti tecniche volte a mettere in<br />

evidenza le modificazioni indotte da PCDD e DL-PCB sotto il profilo molecolare.<br />

Per quanto riguarda l’approccio genomico, per esempio, alterazioni<br />

dell’espressione dei geni sopra menzionati sono stati evidenziati in linfociti<br />

di soggetti esposti nel 1976 alla contaminazione legata all’incidente di<br />

Seveso. Relativamente all’approccio proteomico, variazioni del profilo proteico<br />

sono state individuate in animali da laboratorio esposti a varie PCDD.<br />

Infine, anomalie cromosomiche sono state evidenziate nei linfociti di pecore<br />

al pascolo naturalmente esposte a PCDD. Nessuno di tali approcci è stato<br />

finora applicato alla specie bovina.<br />

OBIETTIVI<br />

Il presente progetto di ricerca, che si avvarrà della collaborazione e dei<br />

dati analitici raccolti dalla Regione Piemonte (ASPRG), da alcune ASL e dall’Istituto<br />

Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta<br />

(IZSTO), mirerà innanzi tutto all’individuazione di aree contaminate regionali,<br />

nelle quali esistano allevamenti di vacche da latte, e di allevamenti con<br />

livelli di contaminazione considerati normali, da usare come controlli. Dagli<br />

animali oggetto di studio verranno prelevati campioni di sangue dai quali, per<br />

centrifugazione a gradiente e con tecniche già collaudate, saranno isolati i<br />

linfociti.<br />

Per gli studi di proteomica, estratti di linfociti verranno sottoposti a<br />

elettroforesi bidimensionale (2DE) secondo tecniche già messe a punto e,<br />

dopo individuazione successiva al matching, verranno valutati gli spot differenzialmente<br />

espressi mediante software dedicati (PDQUEST). Parallelamente<br />

si valuterà l’opportunità di identificare eventuali differenze del profilo<br />

proteico sui linfociti stessi e a livello sierico tramite tecniche di spettrometria<br />

di massa tandem. Identificate in tal modo le proteine espresse in<br />

modo differenziale a seconda dell’esposizione, sarà possibile mettere a<br />

punto test rapidi di immunoblotting mediante l’impiego di anticorpi policlonali<br />

rivolti contro le singole proteine. Per quanto concerne l’approccio genomico,<br />

in rapporto a quanto emerso dalle indagini riportate in letteratura,<br />

saranno presi in considerazione i geni AhR, ARNT, CYP1A1 e CYP1B1.<br />

Mediante PCR qualitativa, clonaggio e sequenziamento saranno messi a<br />

punto protocolli da utilizzare successivamente nella PCR quantitativa allo<br />

scopo di monitorare l’eventuale effetto dell’esposizione a PCDD e DL-PCB<br />

sul livello di trascrizione di tali geni. Quale approccio complementare si<br />

potrà valutare l’opportunità di effettuare analogo procedimento a carico dei<br />

geni che codificano per le proteine eventualmente identificate al termine<br />

delle indagini proteomiche.<br />

2009 675

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