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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per progetti<br />

UNITÀ OPERATIVE COINVOLTE<br />

U.O.1 – Dipartimento di Patologia Animale, Università degli Studi di Torino –<br />

Carlo Nebbia<br />

U.O.2 – Dipartimento di Produzioni Animali, Epidemiologia ed Ecologia,<br />

Università degli Studi di Torino – Roberto Rasero<br />

U.O.3 – Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo,<br />

Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISPAAM-CNR), Napoli –<br />

Leopoldo Iannuzzi<br />

U.O.4 – Laboratorio di Proteomica e Metabonomica, <strong>Fondazione</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Lucia</strong>,<br />

Roma – Andrea Urbani<br />

U.O.5 – Impresa Verde Torino srl.<br />

DESCRIZIONE<br />

Le diossine (PCDD) e i policlorobifenili diossino-simili (DL-PCB) sono<br />

fra i più pericolosi contaminanti ambientali di origine industriale a causa di<br />

una lunga emivita e delle numerose azioni tossiche, fra le quali la promozione<br />

di tumori, la teratogenicità e le alterazioni dei sistemi endocrino,<br />

immunologico e riproduttivo. La maggior parte di tali effetti è mediata dal<br />

legame con il recettore Ah (AhR), pressoché ubiquitario nelle cellule di<br />

uomo e animali. Il legame con tale recettore determina l’incremento della<br />

trascrizione di alcuni geni fra i quali quello che codifica per il recettore<br />

stesso e per quelli che codificano per il suo fattore di traslocazione nucleare,<br />

ARNT, e per alcuni enzimi farmaco-metabolizzanti (CYP1A1, CYP1B1). In<br />

considerazione dell’elevata liposolubilità, gli alimenti di origine animale<br />

(AOA), in particolare quelli ricchi di lipidi (latte e derivati, uova, carni<br />

grasse), rappresentano la fonte principale di esposizione non professionale.<br />

In particolare, nella nostra regione si è proceduto alla sospensione della<br />

vendita del latte proveniente da due aziende situate in comuni della Valle di<br />

Susa in vicinanza di una industria inquinante.<br />

I piani di monitoraggio attualmente in atto ai fini della valutazione del<br />

rischio prevedono l’esecuzione di campionamenti mirati sugli AOA sospetti<br />

contaminati e di relative indagini analitiche di costo estremamente elevato<br />

(800-1000 Euro ciascuna). Dal punto di vista tecnico, le procedure analitiche<br />

si presentano piuttosto complicate, a causa della necessità di procedere<br />

ad un’estrazione completa della frazione lipidica delle matrici e di separare<br />

successivamente altri contaminanti in essa presenti. Sarebbe quindi importante<br />

mettere a punto una batteria di biomarcatori volti a determinare il<br />

grado di esposizione delle popolazioni animali a tali inquinanti. Lo sviluppo<br />

di tecniche biomolecolari ha messo a disposizione diversi approcci per l’identificazione<br />

di tali marcatori.<br />

Il presente progetto si propone quindi di mettere a punto metodiche<br />

alternative di costo contenuto e di facile esecuzione, che in tempi relativamente<br />

rapidi e in soggetti stabulati consentano di individuare gli alleva-<br />

674 2009

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