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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per linea di ricerca corrente D<br />

D.4 –RUOLO DELLA CORTECCIA CEREBRALE NELLA COGNIZIONE DEL CORPO<br />

D.4.1 – Discriminazione tattile di giudizi di distanza e morbidezza<br />

in soggetti sottoposti ad allungamento chirurgico<br />

degli arti superiori (Grazia Spitoni)<br />

Anno d’inizio: 2009<br />

Durata in mesi: 24<br />

Parole chiave: Discriminazione tattile, giudizio distanza, S1, S2, plasticità<br />

corticale.<br />

Descrizione<br />

Negli ultimi anni si è assistito ad un continuo e crescente interesse nello<br />

studio dei meccanismi psicologi e neurali dell’integrazione multisensoriale tra<br />

le diverse modalità. Tra i diversi studi del settore alcuni si sono concentrati<br />

sul modo in cui il cervello elabora e costruisce rappresentazioni multisensoriali<br />

delle parti del corpo e dello spazio intorno ad esse e su come tali rappresentazioni<br />

possono influenzare la percezione del corpo e l’esecuzione di<br />

azioni. Ad esempio per determinare con esattezza la posizione e la natura di<br />

uno stimolo tattile su un distretto corporeo è necessario sapere non solo quale<br />

parte del corpo è stata stimolata ma anche dove quella specifica parte del<br />

corpo è posizionata rispetto allo spazio; questa particolare operazione<br />

richiede l’integrazione di informazioni visive, tattili e propriocettive. All’interno<br />

di tale cornice concettuale si situa lo studio della percezione dell’ampiezza<br />

della distanza tra due punti sulla superficie corporea. Tale fenomeno è<br />

stato studiato sin dal secolo scorso [Weber 1826 “ De Subtilitate Tactus ”].<br />

Sappiamo infatti che non tutte le parti del corpo sono ugualmente sensibili<br />

alla distanza spaziale tra due stimoli tattili somministrati simultaneamente.<br />

In una particolare illusione tattile descritta da Weber, la percezione di due<br />

punti di distanza costante, viene interpretata come diversa a seconda del<br />

distretto corporeo che viene stimolato; la stessa distanza viene ad esempio<br />

percepita come maggiore se la parte del corpo stimolata è una zona ad alta<br />

acuità tattile (ad esempio le dita di una mano) rispetto distretti corporei ad<br />

acuità minore (ad esempio il braccio). Il limite estremo di questa illusione è<br />

rappresentato dalla percezione di un solo punto nelle zone del corpo a bassa<br />

acuità tattile, come ad esempio la schiena e la coscia [Katz 1925].<br />

Tra i diversi autori che si sono occupati di questo fenomeno, Weinstein<br />

[1968] ha riportato una mappatura dettagliata della soglia di discriminazione<br />

tattile dell’intera superficie corporea. Più recentemente Green [1982] ha studiato<br />

sperimentalmente la relazione funzionale tra la reale distanza fisica e<br />

quella “ illusoriamente ” percepita, confermando le intuizioni degli autori precedenti.<br />

Ad ulteriore conferma degli studi del passato l’autore suggerisce che<br />

la distanza tra due punti sulla pelle viene percepita diversamente sulle diverse<br />

parti del corpo e che tale differenza è ulteriormente influenzata dall’orientamento<br />

dei due stimoli favorendo una maggiore accuratezza quando gli stimoli<br />

428 2009

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