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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per linea di ricerca corrente A<br />

A.3.4 – Il substrato neurale della rappresentazione strutturale visiva<br />

e degli effetti categoria specifici: studio di fMRI<br />

(Gian Daniele Zannino)<br />

Anno d’inizio: 2009<br />

Durata in mesi: 36<br />

Parole chiave: Semantica, visione, neuroimmagini funzionali.<br />

Descrizione<br />

Introduzione<br />

Un’abilità fondamentale per un’interazione adattativa con l’ambiente è<br />

la facoltà di riconoscere negli oggetti dell’esperienza visiva, istanze di categorie<br />

già note. La capacità di denominare un qualsiasi oggetto che ci venga<br />

mostrato per la prima volta presuppone questa abilità in quanto il nome che<br />

gli attribuiamo individua la categoria, nota a priori, di cui l’oggetto in questione<br />

viene considerato un esemplare. Questo processo di categorizzazione<br />

riconosce più fasi, e vige un generale accordo sul fatto che esso culmini con<br />

l’accesso a una competenza semantica ed eventualmente ad una competenza<br />

lessicale (nel caso si debba procedere ad una denominazione dell’esemplare<br />

categorizzato). Prima dell’accesso semantico ha luogo un’elaborazione<br />

percettiva che terminerebbe secondo alcuni autori nell’accesso ad un<br />

magazzino di memorie a lungo termine in cui sarebbero specificate le caratteristiche<br />

visive dei membri di ciascuna categoria. Lo status di queste “ rappresentazioni<br />

strutturali ” [nella terminologia di Humphreys Riddoch &<br />

Quinlan 1988] rimane ancora oggi materia di dibattito. In particolare i rapporti<br />

tra rappresentazioni strutturali e rappresentazioni semantiche non<br />

sono stati ancora chiariti e molti autori oggi tendono a negare la necessità<br />

di una stadio intermedio tra percezione visiva e semantica. Questo punto di<br />

vista sta sempre più prendendo piede sulla scorta del moltiplicarsi di studi<br />

di neuroimmagini funzionali che tendono ad identificare i sostrati della percezione<br />

visiva e della semantica nel cosiddetto Visual Ventral Stream [Martin,<br />

Chao 2001].<br />

In un precedente studio [Zannino et al. 2009] abbiamo fornito evidenze<br />

sperimentali “ in controtendenza ” suggerendo invece che la semantica ha rapporti<br />

meno stretti con le fasi gerarchicamente alte del processamento visivo di<br />

quanto di solito non si sia disposti ad ammettere. Con il presente lavoro ci<br />

proponiamo di indagare l’eventuale locus di una rappresentazione strutturale<br />

intesa come funzionalmente e anatomicamente indipendente tanto dalla<br />

semantica che dalla percezione.<br />

È un fatto ormai comunemente accettato che nel Visual Ventral Stream<br />

il processamento degli stimoli visivi si organizzi lungo un asse orientato in<br />

senso postero-anteriore, di modo che, mano a mano che si procede in<br />

avanti, le popolazioni nervose rispondono a caratteristiche sempre più complesse<br />

degli stimoli visivi [Grill-Spector et al. 2001; Lerner et al. 2001; Murray,<br />

Bussey 1999]. Numerosi studi di neuroimmagini funzionali hanno<br />

dimostrato ad esempio che una risposta attenuata dovuta alla ripetizione<br />

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