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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neurologia clinica e comportamentale<br />

Descrizione<br />

Introduzione<br />

I disturbi della memoria dichiarativa sono un reperto neuropsicologico<br />

frequente nella Malattia di Parkinson (MP). I deficit in questo ambito sono<br />

generalmente evidenziati dalle prestazioni offerte dai pazienti in test di free<br />

recall (richiamo libero dell’informazione studiata) [Dubois e Pillon 1997;<br />

Dujardin e Laurent 2003] ed in test che richiedono l’implementazione di strategie<br />

attive di organizzazione dell’informazione che deve essere successivamente<br />

richiamata [Taylor et al. 1990; Sprengelmeyer et al. 1995; Vriezen e Moscovitch<br />

1990], mentre, in linea di massima, le prestazioni tendono a migliorare significativamente<br />

quando le capacità mnesiche dei pazienti sono valutate attraverso<br />

la somministrazione di prove di riconoscimento in cui l’informazione studiata<br />

è presentata all’interno di una matrice di distrattori [Dujardin e Laurent 2003].<br />

Inoltre, alcuni studi hanno anche mostrato che la significatività (statistica) del<br />

disturbo di memoria nei pazienti con MP può essere ridotta se le prestazioni ai<br />

test esecutivi e di working memory sono inserite come covariate all’interno<br />

delle relative analisi statistiche [Bondi et al. 1993; Blanchet et al. 2000]. Considerati<br />

nel loro insieme, i dati su esposti hanno fornito sostegno all’ipotesi<br />

secondo cui il deficit di memoria dichiarativa nei pazienti con MP senza<br />

demenza potrebbe essere dovuto ad un’alterazione dei processi di recupero<br />

dell’informazione immagazzinata in funzione di un disturbo delle funzioni esecutive<br />

[Dubois e Pillon 1997; Dujardin e Laurent 2003].<br />

I dati di studi recenti hanno però destato l’interesse scientifico sulla<br />

possibilità che il deficit di memoria nei pazienti con MP possa essere spiegato,<br />

in realtà, dalla perdita di informazione ovvero da un degrado delle<br />

caratteristiche qualitative dell’informazione stessa. Sono in questa direzione<br />

i risultati sia dello studio di Higginson et al. [2005] che del lavoro di Whittington<br />

et al. [2006], i quali dimostrano che le prestazioni dei pazienti con<br />

MP in prove di riconoscimento sono significativamente peggiori rispetto a<br />

quelle dei soggetti di controllo. Il secondo dei due studi menzionati mette<br />

anche in rilievo l’esistenza di una relazione lineare tra i deficit di riconoscimento<br />

e la fase di progressione della malattia [Whittington et al. 2006]. Un<br />

terzo studio fornisce una prospettiva relativamente nuova per lo studio e<br />

l’interpretazione dei disturbi di memoria nei pazienti con MP senza<br />

demenza [Davidson et al. 2006].<br />

I risultati dello studio documentano, infatti, un’alterazione dei processi<br />

di familiarity ma non di recollection in pazienti con MP valutati attraverso<br />

la somministrazione di diverse prove di riconoscimento [Davidson et al.<br />

2006]. Gli stessi dati evidenziano, inoltre, l’assenza di una relazione significativa<br />

tra l’alterazione dei processi di familiarity e i deficit delle funzioni<br />

esecutive nei pazienti esaminati. Questi dati, dunque, documentano come<br />

nei pazienti con MP, i disturbi di memoria dichiarativa non possano essere<br />

considerati tout-court secondari ai deficit esecutivi, che influirebbero sui<br />

processi di recupero dell’informazione. Viceversa, i dati su esposti sono in<br />

accordo con l’ipotesi che il deficit di memoria possa essere indipendente dal<br />

deficit esecutivo [Stefanova et al. 2001], e suggeriscono anche che tali<br />

2009 321

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