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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neurologia clinica e comportamentale<br />

A.1.4 – Valutazione della memoria prospettica in pazienti con esiti<br />

di trauma cranio-encefalico (Giovanni Augusto Carlesimo)<br />

Anno d’inizio: 2009<br />

Durata in mesi: 36<br />

Parole chiave: Trauma cranico, memoria prospettica, funzioni esecutive.<br />

Descrizione<br />

Introduzione<br />

Nella vita quotidiana ciascun individuo è impegnato nella realizzazione di<br />

un insieme di attività o intenzioni tra loro in competizione che, in alcuni casi,<br />

è necessario posticipare nel tempo. Lo studio dei processi cognitivi implicati<br />

in tali funzioni, formalmente comprese nel costrutto teorico di Memoria Prospettica<br />

(MP), rappresenta una tematica emergente per le neuroscienze. L’interesse<br />

scientifico è in parte motivato dalla rilevanza clinica che riveste l’impatto<br />

di un deficit di MP sulla qualità della vita [Burgess 2000; Einstein et al.<br />

1992; Kliegel e Martin 2003]. Dare seguito ad un progetto, assumere una terapia<br />

medica o rispettare un appuntamento sono, infatti, solo alcune delle attività<br />

la cui esecuzione può risultare seriamente compromessa. A tale riguardo,<br />

è stato documentato come i disturbi della MP siano tra i maggiori predittori<br />

di disabilità funzionale in pazienti con patologie neurologiche [Burgess 2000].<br />

Assume particolare rilievo, dunque, la possibilità sia di allestire strumenti psicometrici<br />

che consentano una valutazione puntuale della MP che di raggiungere<br />

una migliore comprensione dei meccanismi neurali implicati, al fine di<br />

acquisire indicazioni utili sulle abilità funzionali dei pazienti e sull’opportunità<br />

di predisporre mirati interventi terapeutici o di assistenza.<br />

Gli studi neuropsicologici finora eseguiti indicano sostanzialmente che: (a)<br />

la MP è precocemente compromessa nelle fasi precliniche della demenza<br />

[Huppert, Beardsall 1993; Jones et al. 2006; Troyer, Murphy 2007]; (b) le<br />

lesioni corticali prefrontali hanno un’alta probabilità di produrre deficit di MP<br />

[Burgess 2000; Burgess, Shallice 1997]; (c) la MP è particolarmente vulnerabile<br />

in quei soggetti in cui è presente una disregolazione dei circuiti dopaminergici<br />

fronto-striatali [Costa et al. 2008a; Costa et al. 2008b; Kliegel et al. 2005].<br />

Uno spazio particolare in questo ambito di ricerca è stato dedicato allo<br />

studio della MP in persone colpite da trauma cranio-encefalico (TCE). È noto<br />

che in questi pazienti il deficit cognitivo è caratterizzato prevalentemente da<br />

un coinvolgimento dell’attenzione, delle funzioni esecutive e della memoria<br />

dichiarativa in relazione ad una sofferenza delle strutture fronto-temporali<br />

dell’encefalo [De Luca et al. 2000; Levin 1995; Levin e Kraus 1994]. I dati sull’efficienza<br />

della MP in questi pazienti sono sostanzialmente coerenti con<br />

quanto appena riportato, evidenziandone una significativa riduzione [Carlesimo<br />

et al. 2004; Henry et al. 2007].<br />

Secondo alcune ipotesi, il deficit di MP che colpisce i pazienti con TCE<br />

potrebbe dipendere da: (a) una riduzione delle capacità di memoria retrospettiva;<br />

(b) una difficoltà ad utilizzare strategie di monitoraggio e organizzazione<br />

dell’informazione; (c) un’alterazione della capacità di avviare spontaneamente<br />

2009 305

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