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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione II<br />

Risultati – L’analisi statistica delle immagini sulla fase di codifica (che confronta<br />

le due condizioni Primed e Unprimed) evidenzia l’attivazione bilaterale<br />

del Giro Temporale Medio (MTG F 3,39<br />

= 9,86; p < 0,01). L’analisi sui cambiamenti<br />

in percentuale del segnale BOLD rivela un effetto principale della condizione<br />

(MTG sinistra: F 1,13<br />

= 88.99; p < 0,00001; MTG destra: F 1,13<br />

= 79.82; p <<br />

0,00001) che riflette una maggiore attivazione nella condizione Primed<br />

rispetto alla condizione Unprimed. L’analisi statistica delle immagini sulla<br />

fase di recupero (che confronta le due condizioni Primed e Unprimed) evidenzia<br />

l’attivazione bilaterale della corteccia retrospleniale (RSC).<br />

In entrambe le regioni (giro temporale medio e corteccia retrospleniale),<br />

l’analisi sul cambiamento in percentuale del segnale BOLD ha messo in evidenza<br />

un effetto principale sia della condizione, sia dell’angolo di rotazione<br />

del punto di vista (p < 0,01). Per giunta nella RSC di destra è stata riscontrata<br />

un’interazione significativa tra i due fattori (F 2,26<br />

= 3.73; p = 0.037). Questa<br />

interazione riflette una parziale abolizione dell’effetto angolare nella condizione<br />

Primed, rispetto a quella Unprimed.<br />

Discussione e conclusione – Il presente studio ha messo in evidenza il ruolo<br />

selettivo di MTG nel processo di presa di prospettiva. Questa regione, infatti,<br />

preferisce codificare le posizioni spaziali dalla prospettiva di un altro osservatore,<br />

indipendentemente dalla angolazione di tale prospettiva.<br />

Inoltre, dal presente studio emerge che RSC è coinvolta nel riconoscimento<br />

di una scena visiva da diverse prospettive di osservazione, ma diventa<br />

meno sensibile all’angolo di rotazione del punto di vista, quando quest’ultimo<br />

può essere anticipato a partire dalla prospettiva di un altro osservatore.<br />

In conclusione, il presente studio dimostra come l’assunzione del punto<br />

di vista altrui sia un processo distinto dall’esperire un reale cambio di prospettiva.<br />

STUDIO MORFOSTRUTTURALE CEREBRALE IN PAZIENTI AFFETTI<br />

DA SINDROME DELLE APNEE OSTRUTTIVE DEL SONNO<br />

MEDIANTE RISONANZA MAGNETICA (Silvana Zannino)<br />

Introduzione – La Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSAS) è<br />

caratterizzata da ripetitivi episodi di cessazione del flusso oro-nasale (>10<br />

secondi) determinati da un’ostruzione funzionale delle vie aeree superiori che<br />

tendono a collabire soprattutto quando si dorme in posizione supina. Si associa<br />

a russamento che ne rappresenta lo stadio preclinico. Presenta una prevalenza<br />

pari a circa il 4% della popolazione generale ed incrementa con l’avanzare<br />

dell’età. Tale patologia rappresenta un fattore di rischio indipendente per<br />

patologie cardio e cerebrovascolari. In particolare, numerosi meccanismi possono<br />

essere responsabili della patogenesi della patologia cerebrovascolare nell’OSAS:<br />

ipossia, modificazioni della emodinamica cerebrale con perdita dell’autoregolazione<br />

cerebrale, modificazioni emoreologiche con incremento<br />

della viscosità ematica e trombofilia, promozione dei processi aterogenetici,<br />

cardioembolia paradossa. Le forme severe di OSAS determinano inoltre sintomi<br />

e segni diurni caratterizzati da disturbi cognitivi (memoria, concentra-<br />

172 2009

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