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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Borse di studio<br />

4,5±3,7 ed un trend di miglioramento con una media al tempo 2 pari a<br />

3,5±4,2. Il Barthel Index medio all’ingresso è risultato di 67,87±35,58 anche in<br />

questo caso abbiamo evidenziato un trend di miglioramento che al terzo controllo<br />

ha raggiunto 80,24±31,29. Il Rivermead Mobility Index medio all’arruolamento<br />

è risultato di 7,4±4,96 e al tempo 2 è stato in media di 8,1±5,36. La<br />

scala scelta per valutare il sintomo “ fatica ” nei pazienti arruolati è la Fatigue<br />

Severity Scale (FSS) che ha mostrato nei pazienti all’ingresso un punteggio<br />

medio di 5,4±1,3 e al terzo controllo una media di 4,2±1,4.<br />

Abbiamo quindi analizzato preliminarmente i dati di risonanza magnetica<br />

funzionale. Confermando i dati ampiamente presenti in letteratura, anche i<br />

nostri pazienti al tempo 0 presentano un aumento dell’ampiezza delle aree attivate<br />

in seguito ad un target motorio nella corteccia motoria e pre-motoria controlaterale<br />

ed una co-attivazione di aree dell’emisfero omolaterale alla mano in<br />

movimento. L’immaginazione del movimento al tempo 0 (pre-riabilitazione)<br />

mostra un’attivazione bilaterale del cervelletto e della corteccia pre-motoria.<br />

Nell’immaginazione di un movimento effettuato con la mano non dominante<br />

(sinistra) le aree di attivazione sono più estese di quelle controlaterali e solo in<br />

questo caso si attiva anche il lobo frontale bilateralmente. Probabilmente lo<br />

schema motorio della mano non dominante ha bisogno anche di un’integrazione<br />

con la memoria e la motivazione per completarsi. Si nota, inoltre, la<br />

co-attivazione anche delle cortecce occipitali (zona calcarina) che deriva dalla<br />

stimolazione visiva applicata nei nostri pazienti tramite la presentazione delle<br />

fotografie.<br />

Abbiamo proceduto poi ad un’analisi di confronto mediante sottrazione<br />

statistica tra le mappe funzionali al tempo 0, 1 e 2. Per l’immaginazione<br />

destra (mano dominante) si mostra un risultato evidente: prima della riabilitazione<br />

(tempo 1 – tempo 0) il paziente chiamato ad immaginare/pianificare<br />

un movimento con la mano destra, attiva le stesse aree evidenti al tempo 0,<br />

tra cui anche la zona di integrazione parieto-occipitale omolaterale al movimento<br />

e la zona peripontina controlaterale (zona di passaggio per le informazioni<br />

cerebellari). Dopo il ciclo di riabilitazione il paziente mostra sempre le<br />

solite aree attivate (occipitale calcarina bilaterale per lo stimolo visivo applicato,<br />

motoria e pre-motoria bilaterale) e mette in evidenza una differenza<br />

importante e congrua: non attiva più l’area di integrazione parieto-occipitale<br />

omolaterale al movimento bensì quella controlaterale e non attiva più la zona<br />

peri-pontina controlaterale ma quella omolaterale.<br />

Si può concludere preliminarmente, che la riabilitazione sembra in grado<br />

di ripristinare un pattern corticale di attivazione controlaterale fisiologico, a<br />

fronte di un pattern indotto dalla malattia che predilige la bilateralità e la<br />

messa in opera dell’emisfero omolaterale al movimento. Lo stesso risultato è<br />

evidente per la funzionalità cerebellare che come sappiamo, a causa del doppio<br />

incrocio in discesa delle sue vie è fisiologicamente attivata in maniera<br />

omolaterale al movimento, il paziente pre-riabilitazione attiva la zona peripontina<br />

controlaterale e post-riabilitazione quella omolaterale. La stessa<br />

immagine prodotta per l’immaginazione di un movimento con la mano non<br />

dominante sembra confermare l’ipotesi formulata poc’anzi e l’importanza<br />

della zona di passaggio parieto-occipitale con un andamento omo-controlate-<br />

2009 141

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