13.01.2014 Views

0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Sezione II<br />

l’ambiente. Nello specifico, è stato proposto che il Sistema Nervoso Centrale<br />

(SNC) possieda un modello interno della legge di gravità, un’invariante cui<br />

siamo continuamente esposti durante il corso della nostra vita [Lacquaniti et<br />

al. (1993) In: Berthoz (ed) Oxford, UK: Oxford University Press, 379393; Lacquaniti,<br />

Maioli (1989) J Neurosci 9: 134-148; McIntyre et al. (2001) Nat Neuroscie<br />

4: 693-694]. È plausibile ipotizzare lo sviluppo di pattern di movimento<br />

biologico compatibili con tali leggi, allo scopo di minimizzare l‘energia<br />

impressa al movimento.<br />

L’obiettivo di questo lavoro era studiare se gli esseri umani fossero in<br />

grado di utilizzare le proprie conoscenze implicite sulle leggi fisiche imposte<br />

dall’ambiente, per valutare la corretta temporizzazione di scene visive in<br />

movimento. In particolare, si intendeva comparare la prestazione ottenuta dai<br />

soggetti nelle due condizioni di stimolazione: scene contenenti movimento<br />

biologico vs scene contenenti oggetti in movimento. La percezione dei parametri<br />

temporali del movimento biologico è tutt’ora poco esplorata. L’unico<br />

tentativo di valutare la capacità degli esseri umani di stimare la temporizzazione<br />

di scene visive si trova nel resoconto di un esperimento non pubblicato<br />

di Johannson e Jansson [Johansson, Jansson (1967). In Watson et al. (1992)<br />

Perception 21: 6976], in cui i partecipanti dovevano regolare la velocità di una<br />

serie di filmati (che riproducevano tuffatori in caduta da un trampolino), per<br />

portarli ad un valore che rendesse la scena il più naturale possibile. I risultati<br />

descritti in questo studio indicano che gli osservatori sono in grado di emettere<br />

una stima abbastanza accurata della velocità naturale del movimento.<br />

Purtroppo nel breve resoconto non sono specificati: il numero dei soggetti, il<br />

dettaglio delle condizioni sperimentali e la direzione dell’errore osservato. Allo<br />

scopo di esplorare in modo più approfondito tale tematica, ai soggetti sono<br />

stati presentati diversi filmati contenenti movimenti di tipo biologico o non<br />

biologico.<br />

Si assume che gli esseri umani siano in grado di utilizzare una rappresentazione<br />

interna delle leggi fisiche dettate dall’ambiente per percepire e valutare<br />

il movimento biologico in modo analogo a quanto suggerito per il movimento<br />

degli oggetti. Partendo da queste premesse, l’accuratezza nella stima<br />

della temporizzazione di scene visive contenenti movimento biologico non<br />

dovrebbe differire da quanto osservato con stimoli costituiti da oggetti in<br />

movimento.<br />

Metodo – Soggetti – Hanno partecipato allo studio pilota sette soggetti sani,<br />

destrimani (24-34 anni; 2 femmine, 5 maschi) con acuità visiva normale o corretta<br />

da lenti. I soggetti erano ignari degli scopi della ricerca ma informati<br />

sulla procedura sperimentale e la non invasività del test.<br />

Stimoli – Gli stimoli consistevano in 10 diversi filmati in cui era presentato un<br />

pendolo in oscillazione e 10 diversi filmati in cui era presentato un esercizio<br />

alla trave. Ciascun filmato aveva la durata di circa 3 secondi. Ogni singolo filmato<br />

è stato presentato a sette diverse velocità di partenza (rispettivamente<br />

10, 15, 20, 25, 30, 35, 40 Hz). Una di queste velocità corrispondeva alla velocità<br />

naturale, registrata durante la ripresa del filmato (25 Hz). In totale sono<br />

stati presentati 140 filmati.<br />

138 2009

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!