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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione II<br />

mente GFP. Infatti, in questi neuroni è stata evidenziata una forte riduzione<br />

delle arborizzazioni dendritiche, in termini di lunghezza dendritica, e una<br />

riduzione della densità delle spine. La riduzione della struttura dendritica che<br />

noi abbiamo osservato ha sicuramente effetti sulla formazione delle spine –<br />

essendo spazialmente limitata dai dendriti – ed in ultima analisi anche sugli<br />

input sinaptici afferenti, dato che ciascuna spina riceve un solo bottone sinaptico<br />

[Harris, Kater (1994) Annu Rev Neurosci 17: 341-371]. Quindi, di conseguenza,<br />

i neuroni potrebbero avere una riduzione degli input afferenti.<br />

Quindi, possiamo concludere che l’anticipazione del differenziamento dei<br />

nuovi neuroni generati nel giro dentato adulto indotto nel modello transgenico<br />

per PC3 rivela un ruolo critico del tempo di sviluppo per la formazione di<br />

neuroni pienamente in grado di integrare nuove informazioni di memoria<br />

spaziale.<br />

RISPOSTE NEURONALI A CONCENTRAZIONI TOSSICHE<br />

DI AMINOACIDI ECCITATORI (Maria Letizia Cucchiaroni)<br />

Introduzione – L’“ ALS-PDC complex ” è una sindrome complessa caratterizzata<br />

da sintomatologie cliniche tipiche della sclerosi laterale amiotrofica<br />

(SLA), della malattia di Parkinson e dell’Alzheimer che si sviluppa prevalentemente<br />

tra la popolazione dell’isola di Guam [Garruto, Yase (1986) Trends Neurosci<br />

9: 368-374; Spencer et al. (1987) Science 237: 517-522; Reed, Brody<br />

(1975) Am J Epidemiol 101: 287-301]. Sembra che alla base di questa malattia<br />

ci sia un’esposizione prolungata all’aminoacido non proteico b-N-methylamino-L-alanine<br />

(BMAA) [Spencer et al. (1987) Science 237: 517-522]. La<br />

recente scoperta che la BMAA può essere prodotta da cianobatteri presenti in<br />

tutto il mondo [Cox et al. (2003) Proc Natl Acad Sci USA 100: 13380-13383;<br />

Ince, Codd (2005) Neuropathol Appl Neurobiol 31: 345-353] ha aumentato l’interesse<br />

per il coinvolgimento di questa tossina in altre malattie neurodegenerative.<br />

Inoltre la BMAA si può accumulare in batteri, piante, animali e tessuti<br />

umani sia come aminoacido libero che legato alle proteine [Murch et al.<br />

(2004) Proc Natl Acad Sci USA 101: 12228-12231]. Questo crea una riserva di<br />

neurotossina all’interno del corpo umano, che viene rilasciata lentamente nel<br />

cervello ed altri tessuti durante il catabolismo proteico per anni o decadi dopo<br />

il suo consumo. Studi in vivo [Spencer et al. (1987) Science 237: 517-522;<br />

Smith, Meldrum (1990) Eur J Pharm 187: 131-134; Rakonczay et al. (1991) J<br />

Neurosci Res 29: 121-126; Chang et al. (1993) Chin J Physiol 36: 79-84; Santucci<br />

et al. (2009) J Neurochem 109: 819-825] e in vitro hanno dimostrato che<br />

la BMAA agisce come agonista glutammatergico sui motoneuroni spinali<br />

[Rao et al. (2006) Exp Neurol 201: 244-252], corticali [Lobner et al. (2007)<br />

Neurobiol Dis 25: 360-366] e cerebellari [Staton, Bristow (1997) J Neurochem<br />

69: 1508-1518]. Tuttavia, non è ancora presente uno studio dettagliato della<br />

sua azione sulle cellule dopaminergiche della substantia nigra pars compacta<br />

(SNpc). Quindi, lo scopo del presente progetto era quello di identificare i cambiamenti<br />

elettrofisiologici, le variazioni intracellulari di calcio e gli effetti tossici<br />

indotti dalla BMAA sui neuroni SNpc. È stato dimostrato che la BMAA<br />

attiva preferenzialmente i recettori metabotropici del glutammato (mGluR1)<br />

134 2009

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