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0-TESTO COMPLETO.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione II<br />

ALTERAZIONI MORFOLOGICHE DEI NEURONI IPPOCAMPALI<br />

E FRONTO-CORTICALI DURANTE IL CONSOLIDAMENTO<br />

DELLE MEMORIE REMOTE (Massimiliano Aceti)<br />

Introduzione – Le tracce di memoria non vengono codificate e consolidate<br />

immediatamente ma vanno incontro ad un graduale processo di stabilizzazione<br />

[Dudai et al. (2004) Annu Rev Psychol 55: 51-86. Review; Squire et al. (2004) Neurobiol<br />

Learn Mem 82(3): 171-177. Review]. Le memorie recentemente acquisite<br />

vengono immagazzinate in uno stato labile, innescando modificazioni proteiche<br />

delle connessioni sinaptiche ippocampali. A tal proposito, l’immagazzinamento<br />

delle tracce in ippocampo sembrerebbe essere limitato nel tempo; un danno cerebrale<br />

che investa il lobo temporale mediale, che include anche l’ippocampo, danneggia<br />

il recupero delle memorie recentemente acquisite senza alterare il ricordo<br />

di memorie remote [Zola-Morgan et al. (1986) J Neurosci 6: 2950-2967; Kim and<br />

Fanselow (1992) Science 256(5057): 675-677; Martin and Morris (2007) Hippocampus<br />

12: 609-636; Squire and Bayley (2007) Curr Opin Neurobiol 17(2): 185-<br />

196]. Quindi, il consolidamento delle memorie remote sembra coinvolgere strutture<br />

diverse dall’ippocampo [Teng et al. (1999) Nature 400(6745): 675-677; Rosenbaum<br />

et al. (2001) Behav Brain Res 127: 183-197] come la corteccia prefrontale, la<br />

corteccia antero-cingolata e la corteccia retrospleniale, che attraverso un’azione<br />

coordinata con l’ippocampo, trasformerebbero le memorie inizialmente vulnerabili<br />

in tracce consolidate e stabili [Bontempi et al. (1999) Nature 400: 671-675;<br />

Frankland et al. (2004) Science 304: 881-883; Maviel et al. (2004) Science 305: 96-<br />

99; Texeira et al. (2006) J Neurosci 26(29): 7555-7564].<br />

La teoria classica del consolidamento delle memorie identifica l’ippocampo<br />

quale struttura deputata ad organizzare l’immagazzinamento delle<br />

memorie remote modificando attivamente la connettività nelle diverse aree<br />

corticali [McClelland et al. (1995) Psychol Rev 102: 419-457; Squire, Alvarez<br />

(1995) Curr Opin Neurobiol 5(2): 169-177. Review]. Intuitivamente, tale meccanismo<br />

suggerisce che il cambiamento nella morfologia dei neuroni ippocampali<br />

e corticali potrebbe intervenire nella formazione di memorie recenti<br />

o remote, sebbene non vi siano ancora evidenze sperimentali definitive. Questo<br />

progetto ha inteso analizzare le alterazioni morfologiche nei neuroni piramidali<br />

dell’ippocampo e della corteccia cingolata anteriore durante il consolidamento<br />

delle memorie remote, approfondendo così lo studio dei meccanismi<br />

della plasticità neuronale dell’ippocampo e della corteccia antero-cingolata<br />

indotti dal condizionamento avverso al contesto.<br />

Risultati – In accordo con i dati presenti in letteratura [Fanselow, Gale (2003)<br />

Ann NY Acad Sci 985: 125-134; Frankland et al. (2004) Science 304: 881-883], i<br />

risultati ottenuti mostrano che la procedura di addestramento usata negli<br />

esperimenti ha prodotto un condizionamento robusto nei due gruppi di animali<br />

analizzati a 24h (memoria recente) e a 36 giorni (memoria remota).<br />

Infatti, gli animali addestrati, rispetto agli animali pseudo-addestrati,<br />

mostrano livelli elevati di freezing ed una ridotta attività locomotoria nei due<br />

time-points presi in considerazione. È stato anche osservato che i livelli di freezing<br />

sono più elevati nel gruppo esaminato a 36 giorni rispetto al gruppo analizzato<br />

dopo 24h dall’addestramento. Una possibile spiegazione di questi<br />

116 2009

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