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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Meccanismi di danno neuronale alla base della neurodegenerazione nelle patologie…<br />

ristiche clinico-epidemiologiche (età, anni di malattia, risposta alla terapia,<br />

presenza di fluttuazioni motorie) il più possibile omogenee (Stefani et al.,<br />

2005, Ann Neurol). Una sottopopolazione sarà quindi sottoposta a wash-out<br />

farmacologico di almeno 15 giorni mentre l’altra proseguirà la terapia con dosi<br />

stabili di l-dopa. Per quanto concerne il reclutamento dei pazienti con forme<br />

atipiche di MP, i pazienti saranno inseriti in base alle loro caratteristiche cliniche<br />

in tre sottogruppi, in relazione alla patologia: Atrofia Multisistemica, Paralisi<br />

Sopranucleare Progressiva, o Degenerazione Cortico-basale. Obiettivo della<br />

ricerca è di includere nello studio il maggior numero di pazienti possibile, allo<br />

scopo di raggiungere un elevato numero di campioni da sottoporre a dosaggio<br />

biochimico e raggiungere una significatività statistica.<br />

Nella seconda fase della ricerca, la U.O. 1 effettuerà registrazioni elettrofisiologiche<br />

da preparati di tessuto striatale ottenuti da animali sottoposti a trattamento<br />

cronico con un’altra tossina mitocondriale, metamfetamina, principio<br />

attivo di droghe d’abuso (Lotharius et al., 2005, J Neurosci). Il trattamento cronico<br />

con metamfetamina determina la insorgenza di lesioni degenerative a<br />

carico della sostanza nera, portando anche alla formazione di inclusi cellulari<br />

simili a quelli da inibizione proteosomica (Fornai et al., 2005, Brain Res Bull).<br />

Verranno registrati i diversi sottotipi neuronali striatali, neuroni spinosi ed<br />

interneuroni colinergici. Valuteremo le proprietà intrinseche di membrana,<br />

come la resistenza, la scarica di potenziali d’azione. Si analizzeranno inoltre le<br />

diverse componenti sinaptiche e sarà registrata ogni possibile alterazione. Inoltre<br />

verranno effettuate registrazioni combinate, di elettrofisiologia ed imaging<br />

degli ioni calcio. Un eccessivo aumento di ioni calcio intracellulari è stato indicato<br />

tra i meccanismi più accreditati alla base del danno neuronale (Pisani et<br />

al., 2004, Cell Calcium). Differenze nella capacità di gestire aumenti di calcio<br />

intracellulari possono rendere conto della peculiare resistenza interindividuale<br />

tra sottotipi neuronali distinti. Pertanto, durante la perfusione con tossine mitocondriali<br />

o negli animali trattati acutamente e cronicamente con metamfetamina,<br />

verranno monitorizzati i livelli intracellulari di calcio e registrate le<br />

eventuali differenze tra neuroni spinosi ed interneuroni.<br />

Analogo iter sperimentale verrà seguito dall’U.O. 2 su neuroni dopaminergici<br />

di sostanza nera. Saranno esaminate infatti le risposte delle cellule dopaminergiche<br />

a dosi neurotossiche di amfetamina e metamfetamina. Attraverso<br />

un’analisi in vitro della funzione cellulare otterremo delle informazioni sulle<br />

variazioni delle proprietà di membrana e del contenuto ionico citoplasmatico<br />

(sodio e calcio). Compareremo inoltre le eventuali variazioni indotte da amfetamina<br />

e metamfetamina con quelle prodotte dalla 6-idrossidopamina e rotenone.<br />

Nella seconda fase del progetto di ricerca, la U.O. 3 valuterà gli aspetti<br />

comportamentali nel ceppo di topi R6/1. Come già segnalato, questi topi<br />

presentano alterazioni motorie e comportamentali più lievi e una progressione<br />

significativamente più lenta. Verranno pertanto eseguiti tutti i test<br />

comportamentali e valutati deficit motori (Open field), alterazioni nella flessibilità<br />

comportamentale (“ Cross maze ”) e capacità di cancellare tracce<br />

mnesiche già consolidate (“ Conditioned fear extinction ”). I dati ottenuti<br />

nella prima fase con i topi del ceppo R6/2 verranno comparati ai risultati<br />

osservati nei topi R6/1.<br />

2006 729

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