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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Meccanismi di danno neuronale alla base della neurodegenerazione nelle patologie…<br />

Negli ultimi anni sono state individuate diverse forme familiari di MP.<br />

Mutazioni in almeno 4 geni sono state collegate a MP ereditari, ovvero quelle<br />

a carico del gene per la α-synucleina (PARK1), della parkina (PARK2), del DJ-<br />

1 (PARK7) e di PTEN-induced kinase 1 (PINK1) (Morris, 2005, Ann Med). Tra<br />

questi, il gene DJ-1 codifica per una proteina la cui funzione rimane in gran<br />

parte ancora sconosciuta, ma che si ritiene abbia un ruolo protettivo dagli<br />

stress ossidativi ai quali possono andare incontro i neuroni, con una funzione<br />

di antiossidante naturale. Allo stesso modo, il gene PINK-1 codifica una proteina<br />

mitocondriale che, secondo prime evidenze, potrebbe preservare la funzione<br />

del mitocondrio quando viene sottoposto a stress ossidativi. Oltre al<br />

possibile contributo mitocondriale nel danno degenerativo a carico dei neuroni<br />

della sostanza nera, va inoltre considerato il possibile ruolo giocato da<br />

altri neurotrasmettitori o modulatori nella patogenesi di MP idiopatico. Negli<br />

ultimi anni è emerso come livelli endogeni di endocannabinoidi aumentino<br />

considerevolmente sia in modelli animali di primati intossicati con MPTP, che<br />

in pazienti affetti da MP (Van Der Stelt et al., 2005, FASEB J; Pisani et al.,<br />

2005, Ann Neurol). Di notevole valore scientifico appare pertanto la caratterizzazione<br />

dei rapporti tra dopamina ed endocannabinoidi nella prospettiva di<br />

comprendere se in corso di MP si verifichino dei processi adattativi meritevoli<br />

di attenzione come target farmacologici.<br />

La CH è una malattia degenerativa ereditaria caratterizzata da movimenti<br />

coreiformi involontari, disturbi psichici e danni cognitivi. Alla base di tale<br />

patologia c’è una mutazione genica autosomica dominante che consiste in<br />

un’abnorme espansione di una tripletta (CAG) con conseguente aumento di glutammine<br />

nel terminale amminico della proteina, che risulta mutata con effetti<br />

tossici sulla cellula (Mangiarini et al., 1996, Cell). La proteina normale è implicata<br />

in vari processi tra cui endocitosi, eccitazione sinaptica e funzione mitocondriale.<br />

Di notevole rilievo scientifico è stata la scoperta che le manifestazioni<br />

cliniche della CH possono esser riprodotte, sia nell’uomo, in corso di esposizioni<br />

accidentali, che nell’animale, inibendo l’enzima succinato deidrogenasi nel<br />

complesso mitocondriale II per mezzo di una tossina, l’acido 3-nitropropionico<br />

(3-NP) (Beal et al., 1993, J Neurosci). Tale tossina è in grado di indurre un processo<br />

neurodegenerativo selettivo per i neuroni spinosi dello striato.<br />

Ad oggi, nessun trattamento farmacologico si è dimostrato efficace nel<br />

bloccare la progressione naturale di tali malattie. I modelli animali a disposizione<br />

dei nostri laboratori permetteranno pertanto di effettuare una accurata<br />

analisi dei meccanismi cellulari alla base della differente vulnerabilità neuronale<br />

in corso di malattie neurodegenerative. La comprensione dei meccanismi<br />

di neurodegenerazione potrà facilitare la identificazione di nuovi obiettivi farmacologici<br />

per il trattamento di queste patologie.<br />

Quali nuove conoscenze/informazioni il progetto si prefigge di produrre?<br />

Il presente progetto di ricerca si propone di analizzare i meccanismi cellulari<br />

che sono alla base della vulnerabilità neuronale nelle patologie dei GB,<br />

incentrando l’attenzione su MP e CH. Verrà utilizzato un approccio multidisciplinare<br />

che si avvarrà di tecniche elettrofisiologiche, di microfluorimetria, di<br />

2006 723

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