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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per progetti<br />

(Università di Graz) usa un elevato numero di elettrodi disposti lungo le<br />

aree motorie primarie. L’attività immaginativa di distretti (braccia, gambe),<br />

riconosciuta nell’80% dei casi, comanda un cursore sullo schermo oppure<br />

un’ortesi per la chiusura/apertura di una mano in un soggetto tetraplegico<br />

(Pfurtscheller et al., 2003; Pfurtscheller et al., 2005). Un diverso approccio è<br />

stato seguito dal gruppo di Birbaumer (Università di Tübingen). Impiegando<br />

un BCI sulle variazioni lente (10 s) del potenziale sullo scalpo è possibile<br />

aprire un canale di comunicazione con pazienti ALS. Il BCI addestra i<br />

pazienti alla selezione alfabetica da uno schermo di computer; pazienti<br />

completamente paralizzati sono riusciti a scrivere una lettera intera (Birbaumer<br />

et al., 1999). La classe di dispositivi BCI esogeni funziona invece<br />

sulla modulazione dell’EEG generata da stimoli forniti al soggetto dall’apparato<br />

stesso. Non è necessario un addestramento dell’utente, ma la difficoltà<br />

di trasportare l’ambiente di stimolazione al di fuori del laboratorio rappresenta<br />

uno svantaggio importante. Stimolando l’apparato visivo del soggetto<br />

con una frequenza prefissata, vengono registrati segnali EEG occipitali alla<br />

stessa frequenza di stimolazione. Quando il soggetto dirige lo sguardo verso<br />

una delle differenti sorgenti luminose concorrenti, il dispositivo ne riconosce<br />

il tipo (Cheng et al., 2002; Sutter, 1992). Un altro esempio è quello del<br />

gruppo di Donchin (U. Illinois) che nel 1988 ha realizzato un dispositivo per<br />

la scrittura su tastiera virtuale mediante variazioni indotte dell’EEG. È noto<br />

che eventi rari (o rilevanti per il soggetto) in un compito sperimentale generano<br />

l’insorgenza di un’onda EEG caratteristica sullo scalpo, detta P300. Il<br />

sistema di Donchin presentava una matrice di lettere al soggetto, illuminandole<br />

in modo random. Quando la lettera desiderata è illuminata, l’onda<br />

P300 generata dal soggetto viene rilevata dal dispositivo (Donchin et al.,<br />

2000; Sellers and E. Donchin, 2006; Vaughan et al., 2006).<br />

Le esperienze internazionali di ricerca evidenziano come le applicazioni<br />

dei BCI siano per ora limitate all’interazione dell’utente con lo schermo di un<br />

computer (per selezionare lettere dallo schermo). Al di là di tale uso<br />

di estremo interesse, è plausibile estendere la comunicazione fra soggetto<br />

disabile e ambiente esterno ad interazioni con mobilità. In particolare, il riconoscimento<br />

di stati mentali potrà guidare dispositivi (una sedia a rotelle<br />

motorizzata) o far interagire naturalmente con dispositivi comuni del mondo<br />

esterno (telefoni, interruttori della luce, ecc). Questa estensione delle capacità<br />

dei BCI verso l’interazione con oggetti del mondo reale è stata esplorata solo<br />

recentemente (Cincotti et al., 2007) e rappresenta lo scopo ultimo del progetto<br />

in oggetto.<br />

La <strong>Fondazione</strong> <strong>Santa</strong> <strong>Lucia</strong> è attivamente coinvolta nella ricerca sul BCI<br />

dal 1998. In questo periodo ha partecipato ad un progetto multicentrico<br />

europeo e ad un progetto nazionale, ed è attualmente coinvolta in un progetto<br />

multicentrico europeo, ottenendo risultati di rilievo nel campo<br />

(www.maia-project.org; www.aspice.it). Il dispositivo BCI realizzato ha reso<br />

possibile l’interazione di soggetti sperimentali umani ed un computer<br />

mediante il controllo dei soggetti stessi della generazione di alcuni pattern<br />

EEG caratteristici sullo scalpo. Il cuore di questo sistema BCI è un classificatore<br />

di pattern EEG basato su una tecnologia di reti neurali proposta nel-<br />

704 2006

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