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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per progetti<br />

UNITÀ OPERATIVE COINVOLTE<br />

U.O. 1 – Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze (Istituto Superiore<br />

di Sanità, Roma) – Anna Maria Michela Di Stasi<br />

U.O. 2 – Dipartimento di Neurobiologia Molecolare (IRCCS <strong>Santa</strong> <strong>Lucia</strong>,<br />

Roma) – Patrizia Longone<br />

U.O. 3 – Dipartimento di Medicina Sperimentale: Sezione di Farmacologia e<br />

Tossicologia (Università degli Studi di Genova) – Maurizio Reiteri<br />

U.O. 4 – Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze (Istituto Superiore<br />

di Sanità, Roma) – Luisa Minghetti<br />

U.O. 5 – Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze (Istituto Superiore<br />

di Sanità, Roma) – Fiorella Malchiodi-Albedi<br />

BACKGROUND<br />

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una patologia neurodegenerativa<br />

che colpisce in età adulta ed è caratterizzata dalla perdita dei motoneuroni<br />

corticali, bulbari e spinali (Bruijn et al., 2004). Esistono due forme di SLA:<br />

una sporadica (SLAs) ed una familiare (SLAf). Come per altre malattie neurodegenerative,<br />

anche nel caso della SLA, sono state ipotizzate varie eziologie<br />

tra cui fattori ambientali, autoimmunità, stress ossidativo, infezioni virali e<br />

alterazioni nell’omeostasi del neurotrasmettitore eccitatorio glutammato. Il<br />

15-20% dei casi di SLAf è dovuto a mutazioni puntiformi nel gene della Cu/Zn<br />

Superossido Dismutasi 1 (SOD1), enzima che, in condizioni fisiologiche,<br />

controlla la rimozione del radicale superossido (Rosen et al., 1993). Queste<br />

mutazioni a carico della SOD1 determinerebbero l’acquisizione di una o più<br />

funzioni tossiche (gain-of function) a carico dell’enzima, piuttosto che una<br />

semplice diminuzione della capacità di “ scavenging ” dello ione superossido<br />

(Cudkowic et al., 1997). La SOD1 è un enzima chiave nel mantenimento dell’equilibrio<br />

redox intracellulare che, se alterato, può indurre la comparsa di<br />

un processo ciclico in cui radicali o altre specie reattive possono diventare gli<br />

agenti patogenetici nei processi degenerativi (Ferrante et al., 1997; Estevez et<br />

al., 1999). La costruzione di topi transgenici che over-esprimono la SOD1<br />

umana con differenti siti di mutazione (SOD1-G85R, SOD1-G37R, e SOD1-<br />

G93A) ha consentito lo studio e l’identificazione di alcuni fattori coinvolti nel<br />

danno ossidativo correlabili alla progressione della SLA. In particolare, il<br />

ceppo che esprime la SOD1 mutata nella posizione 93 (SOD1-G93A) è considerato<br />

il modello sperimentale più simile alla SLA di tipo familiare umano<br />

(Gurney et al. 1994).<br />

Tra le varie cause della SLA numerose evidenze indicano che una alterazione<br />

nell’omeostasi glutammatergica, con conseguente eccitotossicità e<br />

morte neuronale, abbia un ruolo fondamentale (Raiteri et al., 2003). In<br />

pazienti affetti da SLA è stato osservato un aumento dei livelli di glutammato<br />

nel plasma e nel liquido cerebrospinale e, a livello della corteccia motoria e<br />

nel midollo spinale, è stato identificato un difetto nei trasportatori del glutam-<br />

684 2006

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