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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neuroimmagini<br />

miste. Attualmente, nell’iter diagnostico del decadimento cognitivo, la testistica<br />

neuropsicologica continua a ricoprire un ruolo centrale, ancorché, specialmente<br />

nelle fasi precoci di malattia, si renda necessario un riesame a<br />

distanza di sei mesi per la formulazione di una diagnosi definitiva. Come sottolineato<br />

dallo studio italiano di validazione delle linee guida (4) e alla luce<br />

delle nuove terapie attualmente disponibili, una corretta diagnosi di demenza<br />

(nelle sue diverse varianti) in fase precoce di malattia si associa ad un<br />

migliore outcome clinico per il paziente. Pertanto, tecniche strumentali che<br />

possano indirizzare un tempestivo orientamento diagnostico sono auspicabili.<br />

Precedenti studi di Risonanza magnetica (RM) convenzionale, condotti<br />

su pazienti affetti da DLB, risultano di difficile comparazione per la varietà<br />

delle tecniche di misura adottate, i criteri di selezione dei pazienti, l’esiguo<br />

numero di soggetti studiati. Tuttavia, tra i reperti più consolidati va menzionata<br />

una riduzione volumetrica a carico dei lobi temporali e delle strutture<br />

ippocampali, di entità inferiore rispetto a quanto rilevabile nella AD (7-9) . Studi<br />

funzionali con metodica SPECT e PET, d’altro canto, hanno fornito informazioni<br />

più specifiche per la diagnosi di DLB, mostrando alterazioni caratteristiche<br />

a carico dei lobi occipitali (10-11) e dei gangli della base (12) .<br />

Nel corso degli ultimi anni, la RM si è arricchita di una serie di tecniche<br />

strutturali quantitative [e.g. Diffusion tensor Imaging (DTI); Voxel based Morphometry<br />

(VBM); 1H-Spectroscopy] utili a caratterizzare non solo il danno<br />

tissutale cerebrale macroscopico (atrofia) ma anche quello microscopico, non<br />

altrimenti rilevabile in vivo mediante l’uso di tecniche convenzionali di RM.<br />

La tecnica del DTI si basa sul fenomeno fisico della diffusione, a cui la RM<br />

è sensibile, e consente di rilevare il movimento microscopico delle molecole<br />

d’acqua che compongono i tessuti biologici. In conseguenza delle interazioni<br />

tra le molecole d’acqua e le strutture cellulari (membrane, organelli, filamenti<br />

ecc.), la misura del coefficiente di diffusione fornisce informazioni quantitative<br />

circa le dimensioni, la morfologia, l’orientamento e la geometria delle<br />

strutture cerebrali (13) . Processi patologici che vadano a modificare l’integrità<br />

tissutale, come i processi neurodegenerativi, producono una variazione del<br />

coefficiente di diffusione stesso. Tale coefficiente è generalmente dipendente<br />

dalla direzione in cui viene effettuata la misura. Questa proprietà è nota con il<br />

termine di anisotropia. Nel sistema nervoso centrale, la quantificazione dell’anisotropia<br />

riflette la microstruttura delle fibre sottostanti, che hanno la caratteristica<br />

di presentare una dimensione (lunghezza dell’assone) preponderante<br />

rispetto alle altre due. Questa osservazione ha portato allo sviluppo della tecnica<br />

del DTI (14) , che consente di derivare, dalla stima del tensore, due importanti<br />

misure quantitative: la diffusività media (mean diffusivity, MD) e l’anisotropia<br />

frazionaria (fractional anisotropy, FA) (15) , la quale rappresenta una delle<br />

più robuste misure dell’anisotropia. La stima di MD e FA a livello del parenchima<br />

cerebrale fornisce indici di danno microscopico regionale. A partire<br />

dalla stima della FA è stata inoltre recentemente sviluppata una nuova tecnica,<br />

nota con il nome di DTI based tractography, che consente di ricostruire<br />

e segmentare i principali fasci di sostanza bianca encefalica.<br />

La tecnica della VBM rappresenta un metodo di analisi quantitativa di<br />

immagini di RM in grado di riflettere, voxel per voxel, con elevata risolu-<br />

2006 573

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