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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neuroimmagini<br />

piccola parte di neuroni (circa il 30%) è implicata nella preparazione motoria<br />

e scarica durante il delay che precede il movimento (Fattori et al., 2001). Inoltre<br />

nella regione V6A sono state trovate delle cellule (dette “ real position<br />

cells ”) che codificano lo spazio visivo in coordinate craniotopiche invece che<br />

retinotopiche (Galletti et al., 1993). Le cellule “ real position ” della V6A hanno<br />

infatti campi recettivi che non si spostano sistematicamente con lo sguardo<br />

ma che rispondono alla stimolazione visiva della stessa posizione spaziale (a<br />

differenza dei campi recettivi dei neuroni visivi organizzati retinotopicamente,<br />

i quali mantengono la stessa posizione retinotopica indipendentemente<br />

dalla posizione degli occhi).<br />

Scopo della presente ricerca è quello di individuare l’omologa area V6A<br />

nell’uomo attraverso l’uso della risonanza magnetica funzionale (fMRI-tecnica<br />

BOLD-weighted images; Kwong et al., 1992) e una serie di protocolli sperimentali<br />

mirati ad individuare le caratteristiche dall’area sia da un punto di<br />

vista retinotopico che funzionale. A tale scopo verranno utilizzati diversi<br />

metodi di brain mapping quali:<br />

1. Ricostruzione e “ gonfiaggio ” della superficie corticale di ogni singolo<br />

partecipante (Dale & Sereno, 1993; Sereno et al., 1995) per ottenere una precisa<br />

localizzazione dell’attività funzionale sull’anatomia individuale.<br />

2. Il metodo del “ field sign ” (Sereno et al., 1995) per l’individuazione dei<br />

bordi delle principali aree corticali visive (V1, V2, V3, V3a, VP, V4v). Questa<br />

tecnica prevede l’utilizzo di stimoli visivi finalizzati ad ottenere una risposta<br />

periodica lungo le dimensioni dell’eccentricità (definita come la distanza dal<br />

centro dello sguardo) e dell’angolo polare (definito come l’angolo dal centro<br />

dello sguardo).<br />

3. Mapping dell’area V5/MT, sensibile al movimento visivo, tramite la<br />

presentazione alternata di stimoli in movimento e di stimoli stazionari (Tootell<br />

et al., 1995). Considerato che nella scimmia anche l’area V6A risponde con<br />

particolare enfasi alla periferia e meno alla porzione centrale del campo<br />

visivo, il set-up sarà adattato allo scopo di poter stimolare anche porzioni<br />

molto periferiche del campo visivo. In questi protocolli sperimentali di risonanza<br />

magnetica funzionale, i soggetti dovranno soltanto mantenere gli occhi<br />

sul punto centrale di fissazione (compito passivo).<br />

I soggetti inoltre saranno sottoposti a specifici protocolli di studio volti ad<br />

individuare analogie con le proprietà funzionali dell’area V6A descritte nella<br />

scimmia. In particolare verrà testato il coinvolgimento dell’area V6A nell’esecuzione<br />

di movimenti di reaching e saranno utilizzati dei protocolli che permetteranno<br />

la dissociazione tra coordinate retinotopiche e craniotopiche (o<br />

head-centered). Verranno confrontate delle situazioni in cui i due sistemi di<br />

coordinate sono allineati con delle situazioni in cui i due sistemi dissociano<br />

(spostando il punto di fissazione ma mantenendo inalterata la posizione spaziale<br />

dello stimolo nel campo visivo o viceversa). Le attivazioni funzionali<br />

saranno sovrapposte alle mappe retinotopiche individuali in modo da stabilire<br />

l’omologia anche rispetto alla posizione topografica dell’area e alle relazioni<br />

con le vicine aree visive dorsali.<br />

2006 569

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