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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neuroimmagini<br />

Nel nostro esperimento vogliamo studiare questo meccanismo di ricerca<br />

seriale volontaria, in particolare confrontando il caso in cui i movimenti oculari<br />

sono permessi (ricerca visiva manifesta), rispetto a quando sono vietati<br />

(ricerca periferica). Alcuni autori (Bruce e Goldberg, 1985; Goldberg e Segraves,1987;<br />

Rizzolatti et al., 1987; Corbetta, 1998) hanno proposto che lo stesso<br />

meccanismo sia coinvolto quando si orienta l’attenzione in maniera manifesta<br />

o periferica. In particolare Rizzolatti e coll. (1987) hanno proposto che l’assenza<br />

di movimenti oculari in caso d’orientamento periferico sia conseguenza<br />

di un’inibizione periferica che lascia immutata la programmazione centrale.<br />

Però, se i campi oculari frontali (FEF) inibissero semplicemente le aree a valle<br />

impedendo l’esecuzione di un movimento oculare, ci si aspetterebbe una frequenza<br />

d’emissione alta nei FEF in assenza di movimenti e bassa durante i<br />

movimenti oculari. Questa distribuzione di frequenze non è stata osservata<br />

nei FEF. Un’ipotesi alternativa è che i FEF proiettino segnali top-down per i<br />

più importanti comportamenti motori, compresa la fissazione. Con la tecnica<br />

di risonanza magnetica funzionale, a causa della difficoltà di misurare i movimenti<br />

oculari, si è spesso utilizzato protocolli attentivi molto semplici (vedi<br />

Posner, 1987) in cui l’orientamento spaziale era limitato a sole due posizioni<br />

(tipicamente una posizione nell’emicampo destro e una nell’emicampo sinistro).<br />

Nel nostro esperimento la misura dei movimenti oculari tramite un eyetracker<br />

adatto alla risonanza magnetica ci permetterà di effettuare lo studio in<br />

condizioni più naturali di ricerca visiva spaziale, con stimoli e distrattori presentati<br />

in più posizioni nel campo visivo. Ci aspettiamo che sia la ricerca<br />

manifesta che la ricerca periferica, attivino il solco intraparietale e i FEF<br />

(frontal-eye-fields). Questo dimostrerebbe una co-localizzazione dei sistemi<br />

neurali dedicati alla ricerca seriale, indipendentemente che questa avvenga in<br />

maniera manifesta o in maniera periferica. Dal confronto diretto dei compiti<br />

di ricerca manifesta e periferica emergeranno le eventuali differenze, che<br />

potrebbero indicare la presenza di segnali inibitori durante il compito di<br />

ricerca periferica.<br />

Risultati acquisiti<br />

Nell’ambito dello studio dell’attenzione endogena ed esogena abbiamo<br />

svolto uno studio fMRI in volontari sani dimostrando che l’attività nella rete<br />

attenzionale ventrale (lobulo parietale inferiore e giro frontale inferiore, tradizionalmente<br />

associati a processi di tipo esogeno) è fortemente modulata da<br />

fattori endogeni. In particolare i risultati hanno mostrato che il ri-orientamento<br />

da una posizione attesa ad una nuova posizione spaziale necessita che<br />

quest’ultima contenga stimoli rilevanti per il soggetto.<br />

– Bilsky A.B., Wolfe J.M. (1995) Percept Psychophys 57(6): 749-760.<br />

– Bruce C.J., Goldberg M.E. (1985) J Neurophysiol 53: 603-635.<br />

– Corbetta M. (1998) Proc Natl Acadl Sci USA 95: 831-838.<br />

– Goldberg M.E., Segraves M.A. (1987) Neuropsychologia 25: 107-118.<br />

– Posner M.I. (1987) Electroencephalogr Clin Neurophysiol Suppl 39: 313-316.<br />

– Rizzolatti G., Riggio L., Dascola I., Umiltà C. (1987) Neuropsychologia 25: 31-40.<br />

2006 559

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