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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neurofisiopatologia clinica<br />

preliminari che necessitano tuttavia di ulteriori approfondimenti. In primo<br />

luogo, possiamo dire che mentre l’applicazione della Costraint Induced Therapy<br />

è risultata di scarsa tollerabilità da parte del paziente, abbiamo riscontrato<br />

un elevato indice di collaborazione all’utilizzo dell’Esercizio Terapeutico<br />

Conoscitivo ed in particolare agli esercizi di “ mental practice ”. In secondo<br />

luogo, abbiamo osservato che nei pazienti fino ad oggi inseriti nello studio, le<br />

aree di rappresentazione corticale dei muscoli della mano (FDI ed abduttore<br />

del mignolo) valutate al tempo 2 (alla fine di un ciclo riabilitativo della durata<br />

di circa due mesi con “ mental practice ”) presentavano un incremento nel<br />

numero dei siti eccitabili (area della mappa) ma soprattutto un aumento dell’ampiezza<br />

delle risposte motorie (MEPs) ottenute dalla stimolazione magnetica<br />

di tutti i siti eccitabili (volume della mappa) rispetto al tempo 1 (inizio<br />

dello studio al momento del reclutamento). Tale incremento dell’eccitabilità<br />

corticale si osservava sia quando le mappe motorie venivano registrate<br />

durante “ rest ” che durante “ motor imagery ” del muscolo target. Accanto al<br />

follow-up del dato neurofisiologico, è stato effettuato anche un follow-up clinico<br />

ed i pazienti inseriti nel programma della “ mental practice ” presentavano<br />

tutti un miglioramento nei punteggi delle scale di valutazione funzionale<br />

applicate. Saranno inseriti nello studio ulteriori 2 pazienti con caratteristiche<br />

cliniche compatibili con i criteri di inclusione, saranno valutati neurofisiologicamente<br />

(tempo 1), inizieranno il progetto riabilitativo (“ mental practice ”) e<br />

saranno di nuovo valutati neurofisiologicamente a distanza di circa due mesi<br />

(tempo 2). Tutti i dati sono ancora da analizzare statisticamente: verranno<br />

effettuate analisi statistiche (ANOVA) dei parametri neurofisiologici e clinici<br />

del tempo 1 e del tempo 2; verrà inoltre effettuata una correlazione tra il risultato<br />

clinico e neurofisiologico.<br />

E.3.3 – I Potenziali Evocati Somatosensoriali (SEP) da stimolazione<br />

del nervo mediano: valori normativi, effetto dell’attenzione<br />

e modificazioni in pazienti con esito di lesioni cerebrali<br />

(Paola Cicinelli)<br />

La registrazione dallo scalpo dei Potenziali Evocati Somatosensoriali<br />

(SEP), ossia delle risposte evocate dalla stimolazione elettrica del nervo<br />

mediano, rappresenta una tecnica assolutamente non invasiva per lo studio<br />

dei meccanismi fisiopatologici che operano a livello della corteccia cerebrale.<br />

I SEP da stimolazione del nervo mediano possono essere distinti in SEP a<br />

breve latenza (entro 40 ms dallo stimolo), a media latenza (tra i 40 ed i 100<br />

ms dopo lo stimolo) ed a lunga latenza (dopo 100 ms dallo stimolo) (Barba C.<br />

et al. (2005) Clin Neurophysiol 116: 2664-2674). Per un’utilizzazione ottimale<br />

dei SEP precoci e tardivi sia in ambito clinico che di ricerca, si è posta la<br />

necessità di identificare le caratteristiche spaziali e temporali dei loro generatori.<br />

Esistono tuttavia opinioni contrastanti circa l’origine dei SEP a breve<br />

latenza, in particolare se alcune componenti possano originare solo nelle aree<br />

somestesiche o anche nelle aree motrici. Ancora più incerta appare la definizione<br />

dell’origine dei potenziali più tardivi per i quali esiste un minor numero<br />

di studi in particolare su soggetti sani. Altro problema che limita l’utilizzo cli-<br />

2006 541

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