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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Linea di ricerca corrente E<br />

RAZIONALE ED OBIETTIVI<br />

Nel corso del 2006, il programma di ricerca corrente “ Neurofisiopatologia<br />

Clinica ” si svilupperà nell’ambito di quattro settori. Rispetto agli anni precedenti,<br />

la linea di ricerca corrente presenta, accanto a settori già consolidati,<br />

due nuovi settori che riflettono l’evolversi della stessa verso tematiche che si<br />

basano sulla integrazione di competenze neurofisiologiche cliniche con competenze<br />

bioingegneristiche. Da questa integrazione multidisciplinare sono<br />

nati i nuovi settori E.1. ed E.2., con il duplice obiettivo di potenziare le tecniche<br />

di analisi del segnale biologico di interesse, per una maggiore risoluzione<br />

nella definizione dei correlati neurali di alcune funzioni e disfunzioni cerebrali,<br />

e di implementare sistemi di ausilio tecnologici come parte integrante<br />

del processo riabilitativo, che si articola non solo nello studio classico dei processi<br />

alla base del fenomeno del recupero funzionale ma anche in quello più<br />

innovativo di “ sostituzione ” del canale fisiologico leso. Da ultimo nuovi<br />

approcci in ambito di “ patologie dei gangli della base ” hanno indotto una più<br />

ampia definizione del pregresso filone, oggi identificato dal settore E.4.<br />

Gli obiettivi propri di ogni settore sono indicati nella breve introduzione a<br />

ciascuno di essi e si sviluppano in diversi progetti.<br />

E. 1 – IMAGING NEUROELETTRICO: TECNICHE E MODELLI DI ANALISI DEL SEGNALE<br />

EEG DI SCALPO PER LA STIMA DELLE SORGENTI CORTICALI E LORO<br />

APPLICAZIONE ALLO STUDIO DI FENOMENI FISIOLOGICI E/O PATOLOGICI<br />

L’intero settore di ricerca si basa sulla integrazione multidisciplinare di<br />

competenze di neurofisiologia clinica e bioingegneria, tesa allo sviluppo di<br />

tecniche di modellizzazione anatomo-funzionale del segnale EEG registrato<br />

non-invasivamente (scalpo) per giungere a rilevare le sorgenti corticali del<br />

segnale stesso e svelare le relazioni che intercorrono tra l’attività elettrica<br />

cerebrale ed i siti anatomici dove essa viene generata. Inoltre, grazie a studi di<br />

simulazione è stato possibile generare degli algoritmi per la modellizzazione<br />

dei flussi funzionali di informazione tra aree corticali cerebrali, reclutate<br />

durante i fenomeni di “ processing ” che sottendono diversi compiti sperimentali.<br />

Tale modellizzazione è conosciuta come connettività funzionale, già nota<br />

per il segnale emodinamico (fMRI) e nel nostro laboratorio applicata al<br />

segnale EEGrafico, la cui risoluzione temporale è insostituibile nella definizione<br />

di processi corticali.<br />

L’utilizzo di queste tecniche di mapping delle funzioni cerebrali offre la<br />

possibilità di caratterizzare l’attività fisiologica di varie aree della corteccia<br />

cerebrale. Inoltre, grazie allo studio di connettività funzionale si può passare<br />

oltre il mappaggio delle aree corticali interessate, stabilendo le relazioni funzionali<br />

tra queste aree di interesse e quindi definire le caratteristiche di network<br />

neurali le cui variazioni dinamiche sottendono, secondo un concetto<br />

generale, alle diverse funzioni cognitive.<br />

La opportunità di identificare l’attività di network neurali funzionali<br />

(piuttosto che attività di singole aree corticali) rende possibile una misura dei<br />

fenomeni di plasticità con cui il cervello si adatta a condizioni ambientali<br />

524 2006

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