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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Linea di ricerca corrente D<br />

getti normali e cerebrolesi, le caratteristiche psicofisiche dell’interazione<br />

cross-modale dell’informazione vestibolare e, tramite studi di brain imaging,<br />

le basi neurali che sottendono tale integrazione.<br />

Numero soggetti: 10 soggetti normali e 10 pazienti cerebrolesi unilaterali.<br />

D.3.5 – Influenze retinotopiche e multimodali sulla codifica<br />

della rappresentazione delle distanze spaziali<br />

e numerico-quantitative (Fabrizio Doricchi)<br />

Attività previste<br />

Somministrazione di test visuospaziali e contemporanea registrazione dei<br />

movimenti oculari in 10 pazienti con lesioni cerebrali unilaterali ed in 10 soggetti<br />

di controllo.<br />

Descrizione<br />

Abbiamo eseguito un vasto numero di ricerche che hanno dimostrato<br />

come la contemporanea presenza di deficit di codifica retinotopica (emianopsia)<br />

e multimodale dello spazio (eminegligenza) possano creare dei deficit di<br />

valutazione spaziale specificamente legati a tale combinazione patologica ed<br />

assenti, invece, nel caso di disturbi selettivamente retinotopici o multimodali.<br />

Abbiamo intenzione di estendere le nostre indagini allo studio delle influenze<br />

retinotopiche e multimodali alla rappresentazione mentale di distanze fisiche<br />

ed alla rappresentazione mentale di quantità numerico-spaziali. Saranno inoltre<br />

esplorate a fondo le implicazioni riabilitative delle osservazioni cliniche fin<br />

qui effettuate, allo scopo di elaborare protocolli riabilitativi specifici per<br />

pazienti affetti da contemporanei disturbi retinotopici e multimodali.<br />

D.3.6 – Studio clinico sperimentale finalizzato ad indagare se<br />

ed in che modo le aspettative nelle due maggiori dimensioni<br />

percettive (lo spazio e il tempo) possono essere compromesse<br />

in pazienti con lesioni cerebrali focali (Luigi Pizzamiglio)<br />

Descrizione<br />

Il cervello riceve continuamente una enorme quantità di informazioni<br />

sensoriali ma ha delle risorse limitate con cui trattarle. L’attenzione selettiva<br />

assegna delle priorità nell’allocazione di queste risorse basandosi sulle variazioni<br />

di motivazione, volizione, ed aspettativa. Il tipo di attenzione selettiva<br />

più comunemente studiato è l’orientamento spaziale (Posner,1980), ma è<br />

anche possibile orientare l’attenzione su attributi non spaziali, come oggetti<br />

(Duncan,1984) o istanti nel tempo (Coull & Nobre,1998; Griffin & Nobre,<br />

2005). L’opinione prevalente è che l’attenzione selettiva sia controllata da una<br />

rete comune di regioni cerebrali multimodali parietali e frontali, che devia l’analisi<br />

percettiva attraverso collegamenti neurali top-down (Heilman and Watson,<br />

1977; Mesulam, 1981; Kastner and Ungerleider, 2000).<br />

508 2006

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