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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neuropsicologia<br />

età e scolarità). È inoltre previsto di studiare le relazioni tra i diversi disturbi<br />

neuropsichiatrici emersi e le variabili demografiche (sesso, età, scolarità) e cliniche<br />

(distanza dall’evento traumatico, durata e gravità del coma, grado di<br />

disabilità del paziente, al momento della valutazione, misurata attraverso la<br />

Glasgow outcome Scale (Jennett B., 1975).<br />

– Angelelli P., Paolucci S., Bivona U., Piccardi L., Ciurli P., Cantagallo A., Antonucci G.,<br />

Fasotti L., Di <strong>Santa</strong>ntonio A., Pizzamiglio L. (2004) Acta Psichiat Scand 110: 55-63.<br />

– Binetti G., Mega M.S., Magni E. et al. (1998) Arch of Neurol 55: 539-544.<br />

– Cummings J.L., Mega M., Gray K., Rosemberg-Thompson S., Gornbein J. (1994)<br />

Neurology 44: 2308-2314.<br />

– Hagen C., Malkmus D., Durham P. (1979) In Downey C.A. Rehabilitation of the<br />

head injured adult Comprehensive physical management. Professional Staff Association<br />

of Rancho Los Amigos Hospital.<br />

– Jennett B., Bond M. (1975) Lancet 1: 480-484.<br />

– Rao V., Lyketsos C. (2000) Psychosomatics 41(2): 95-103.<br />

– Teasdale G., Jennett B. (1974) Lancet 2: 81-84.<br />

D.3.1 – Combinazione di tecniche elettrofisiologiche e di neuroimmagine<br />

nello studio delle basi neurali della percezione visiva dello spazio<br />

e dell’attenzione spaziale: sviluppo di strumenti per l’applicazione<br />

in pazienti con lesioni cerebrali (Francesco Di Russo)<br />

Descrizione<br />

Molto di ciò che sappiamo sul funzionamento del cervello dell’uomo<br />

deriva da studi effettuati negli ultimi cinquanta anni sull’animale. <strong>Solo</strong> di<br />

recente il notevole perfezionamento della tecnica elettrofisiologica dei<br />

potenziali evento correlati (ERP) ha consentito di localizzare i generatori<br />

delle diverse componenti del tracciato elettroencefalografico grazie all’uso<br />

di un denso campionamento spaziale e di metodi di analisi del dipolo elettrico.<br />

Un altro importante contributo allo studio del cervello umano deriva<br />

dalle tecniche di neuroimmagine che consentono la visualizzazione in vivo.<br />

In particolare, la tecnica di risonanza magnetica funzionale (fMRI) consente<br />

di vedere quali sono le aree attive della corteccia e, nel caso delle aree<br />

visive, ove gli studi sono più avanzati, è perfezionata al punto di consentire<br />

l’osservazione della mappa del cervello individuale (retinotopia), analizzando<br />

con grande precisione il contributo delle singole aree visive, giungendo<br />

a distinguere fra V1, V2, V3/VP, V3a, V4. Il limite di questa tecnica è<br />

che basandosi sull’ossigenazione del sangue nel tessuto neurale, ha una bassissima<br />

risoluzione temporale dovuta ai lenti tempi di risposta ematici (dell’ordine<br />

del secondo). Il grande vantaggio degli ERP nello studio dei fenomeni<br />

corticali risiede nel fatto che misura direttamente le dinamiche elettriche<br />

neurali con la precisione dell’ordine dei millisecondi. Il limite degli ERP<br />

è invece la scarsa risoluzione spaziale. Integrate insieme, le due tecniche<br />

possono fornire un quadro estremamente preciso nel tempo e nello spazio<br />

dell’attività cerebrale correlata ai processi sensoriali e cognitivi. Il nostro<br />

2006 505

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