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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Linea di ricerca corrente C<br />

che β-PEA sono in grado di ridurre l’inibizione mediata dalla stimolazione dei<br />

recettori GABAB, attraverso un meccanismo dipendente da proteine G.<br />

Dal momento che i recettori GABAB esercitano significative azioni anche<br />

a livello presinaptico, attraverso la nota inibizione del rilascio sia di GABA che<br />

di glutammato, risulta interessante verificare se le TA siano in grado di modulare<br />

l’azione anche di questi recettori GABAB presinaptici. Questo permetterebbe<br />

di estendere la nostra comprensione del ruolo delle TA nel sistema nervoso<br />

centrale e di mettere in luce ulteriori target di azione dei loro recettori.<br />

Obiettivi<br />

I nostri studi dunque prenderanno in esame l’azione di inibizione presinaptica<br />

esercitata dai recettori GABAB nei neuroni dopaminergici della<br />

SNc, studiati con tecniche elettrofisiologiche convenzionali in whole-cell<br />

patch-clamp, da preparati slice di mesencefalo ventrale, mantenuti con procedure<br />

standard. Una volta valutata l’entità della inibizione presinaptica del rilascio<br />

di GABA, esercitata da un agonista dei recettori GABAB quale il baclofen,<br />

verrà poi valutata la possibilità che TYR e β-PEA siano o meno in grado di<br />

ridurre l’entità di tale inibizione.<br />

C.2.12 – Caratterizzazione di “ marcatori di danno ” in modelli<br />

sperimentali neurodegenerativi e di danno assonale<br />

(Marco Molinari)<br />

Attività previste<br />

Verranno svolti quattro esperimenti:<br />

1. Studio sull’induzione di marcatori di danno dopo assotomia.<br />

2. Studio sull’induzione di marcatori di danno in un modello di neurotossicità.<br />

3. Studio sull’espressione e la distribuzione in condizioni di base di marcatori<br />

fisiologici e di danno nel sistema orexinergico.<br />

4. Studio sull’espressione dei trasportatori del glutammato nel cervelletto<br />

dei topi Reeler.<br />

Descrizione<br />

L’identificazione delle molecole coinvolte nei meccanismi legati alla<br />

morte cellulare è fondamentale per la realizzazione di strategie terapeutiche<br />

articolate applicabili nei campi della prevenzione, cura e riabilitazione. Tali<br />

molecole spesso vengono definite genericamente “ marcatori di danno ” perché<br />

vengono indotte o si attivano dopo danno. Generalmente, le molecole<br />

coinvolte nella morte cellulare vengono analizzate in modelli in vitro che consentono<br />

molta libertà nella manipolazione sperimentale. La successiva traslazione<br />

e verifica di queste informazioni in modelli sperimentali di neurodegenerazione<br />

in vivo permette di valutare l’espressione dei marcatori di danno in<br />

condizioni fisiologiche nel tessuto e su popolazioni cellulari eterogenee prima<br />

472 2006

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