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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Linea di ricerca corrente B<br />

corsa è che una componente temporale durante la fase di appoggio della<br />

corsa è traslata ad una fase precedente nel ciclo del passo rispetto alla stessa<br />

componente del cammino. Il cammino e la corsa, pur avendo esigenze biomeccaniche<br />

diverse, hanno simili componenti temporali di attivazione<br />

muscolare che possono essere visti come segnali fondamentali di controllo in<br />

uscita dai generatori spinali di schemi motori che governano l’attività di<br />

gruppi di muscoli durante la locomozione. Questa sequenza di attivazione è<br />

associata con la locomozione, rimanendo inalterata a cambiamenti nella velocità<br />

di locomozione o al supporto del peso corporeo durante la locomozione.<br />

Approfondiremo questo argomento studiando come questi patterns d’attivazione<br />

di base interagiscono con l’attività muscolare richiesta per movimenti<br />

complessi (cammino indietro, galopping, hopping), per combinazione di<br />

modi di locomozione (skipping), per transizioni di fase, per l’inizio del passo o<br />

per rapidi cambiamenti nella velocità di locomozione al fine di comprendere<br />

la biforcazione di programmi locomotori.<br />

Lo skipping è un modo di locomozione usato dai bambini di circa 4-5<br />

anni originato dalla necessità di camminare a velocità elevate non naturali<br />

per il cammino normale. Gli astronauti nelle missioni Apollo hanno provato<br />

diversi tipi di locomozione in condizioni di ridotta gravità ed il tipo preferito<br />

era lo skipping. Lo skipping differisce dal cammino per la fase di volo e dalla<br />

corsa per la fase di doppio supporto. Quando eseguito dagli adulti provoca la<br />

percezione di velocità elevata. Dal punto di vista biomeccanico, lo skipping è<br />

simile al galoppo dei quadrupedi (Minetti, 1998). Sia nello skipping che nel<br />

galoppo, il meccanismo del pendolo e quello elastico (simile a quello di una<br />

molla) collaborano al fine di conservare l’energia meccanica. Quindi lo skipping<br />

può essere visto come biforcazione tra due modi di locomozione, il cammino<br />

e la corsa. Lo studio di questo modo di locomozione può, quindi, essere<br />

d’aiuto nella comprensione di ciò che rimane inalterato e ciò che si modifica<br />

nel programma motorio tra cammino e corsa.<br />

L’inizio del passo è la transizione di fase dalla fase di quiete alla fase stazionaria<br />

del cammino. I muscoli delle estremità inferiori sono attivati in<br />

modo standardizzato e generano i momenti di forza alle caviglie e all’anca che<br />

muovono il corpo come un pendolo invertito (Crenna and Frigo, 1991; Breniere<br />

and Do, 1991). Tuttavia, gli studi precedenti sono stati limitati all’analisi<br />

degli eventi cinematici locali o alla registrazione di un piccolo numero di<br />

muscoli. In che misura si può affermare che il programma motorio per l’inizio<br />

del passo sia equivalente a quello usato per cambiare la velocità della locomozione<br />

o per fare un passo sopra un ostacolo? È stato supposto che principi<br />

comuni potessero essere alla base della programmazione dell’inizio del passo<br />

e del cammino stesso (Crenna and Frigo, 1991; Brunt et al., 1999). Quindi, il<br />

programma motorio per l’inizio del passo può essere una semplice modifica<br />

dello stesso programma motorio per fare un passo. Alternativamente, la combinazione<br />

del programma invariabile di locomozione con un movimento<br />

volontario ci porta ad affermare che i movimenti complessi sono prodotti<br />

dalla sovrapposizione di programmi motori. Clinicamente questo studio è di<br />

interesse per l’inizio del passo in pazienti con la malattia del Parkinson<br />

(Dunne et al., 1987).<br />

444 2006

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