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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Metodologie innovative in riabilitazione<br />

muoversi verso una precisa destinazione, sia quella di cambiare i suddetti patterns<br />

in risposta a perturbazioni esterne ed interne e a movimenti complessi.<br />

Un concetto oramai accettato dalla comunità scientifica è che il sistema<br />

nervoso centrale adotti strategie al fine di ridurre la complessità del problema<br />

(Bernstein, 1967; Orlovsky et al., 1999; Lacquaniti et al., 1999, 2002).<br />

Una linea recente di pensiero afferma che ciò è raggiunto impiegando un<br />

numero limitato di primitive motorie che, combinate tra loro, producono<br />

l’intero repertorio di movimenti. L’attivazione sincrona di alcuni gruppi<br />

muscolari può a sua volta attivare campi di forza all’estremità degli arti per<br />

produrre una specifica cinematica dell’estremità stessa. Secondo quest’idea,<br />

al fine di produrre un movimento arbitrario, il sistema nervoso centrale produce<br />

una sequenza di attivazioni sincrone di gruppi di motoneuroni corrispondenti<br />

alle primitive motorie. Un numero di studi nella rana e nel ratto<br />

(Bizzi et al., 2000; Kargo and Giszter, 2000; d’Avella et al., 2003; Hart and<br />

Giszter, 2004) hanno fornito conferme a questa ipotesi. Un concetto simile<br />

circa un limitato set di base di sinergie muscolari è stato introdotto anche<br />

nel controllo dell’equilibrio nel gatto e nell’uomo (Krishnamoorthy et al.,<br />

2003; Ting and Macpherson, 2005). In accordo con questa idea delle primitive,<br />

altri autori (Davis and Vaughan, 1993; Olree and Vaughan, 1995; Ivanenko<br />

et al., 2003; 2004; 2005; Cappellini et al., 2006) hanno dimostrato che<br />

l’attività muscolare può essere spiegata attraverso 5 componenti di base di<br />

attivazione in una varietà di stati di locomozione che rappresentano brevi<br />

attività in momenti specifici del passo. Queste attivazioni dei muscoli<br />

(motoneuroni) durante la locomozione umana che avvengono in bursts di<br />

attività è probabile riflettano l’attività implicita dei generatori di schemi<br />

motori così come la modulazione propriocettiva.<br />

Cammino e corsa, due tipi di locomozione umana, possono essere controllati<br />

da reti comuni di generatori spinali di schemi motori. Dal punto di<br />

vista energetico il cammino e la corsa differiscono enormemente. Il nostro<br />

organismo, per progredire nella locomozione, risolve le problematiche energetiche<br />

in modo ingegnoso. Con modico dispendio di energia trasforma l’energia<br />

potenziale in cinetica. Sposta il baricentro oltre la base d’appoggio,<br />

ripristinando l’equilibrio passo dopo passo, alternativamente. Durante il cammino,<br />

l’energia potenziale aumenta con il diminuire della cinetica e viceversa.<br />

Nella corsa, invece, l’energia cinetica e potenziale aumentano e diminuiscono<br />

contemporaneamente, in altre parole agiscono in accordo perché, in questo<br />

caso, si sfrutta l’energia elastica del piede. Le differenze tra la cinematica e la<br />

cinetica del cammino e della corsa implicano che le attività muscolari siano<br />

altrettanto differenti.<br />

L’uomo cambia spontaneamente tipo di locomozione, passa cioè dal cammino<br />

alla corsa, al fine di aumentare la propria velocità di avanzamento<br />

risparmiando energia. L’analisi fattoriale applicata a cammino e corsa ha<br />

mostrato che i patterns di attivazione muscolare durante la corsa possono<br />

essere spiegati da 5 componenti temporali come per il cammino (Cappellini et<br />

al., 2006). Ogni componente si distribuisce su un gruppo simile di muscoli<br />

degli arti inferiori nel cammino e nella corsa, ma su muscoli del tronco e degli<br />

arti superiori differenti. La differenza maggiore riscontrata tra cammino e<br />

2006 443

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