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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Linea di ricerca corrente B<br />

mento di oggetti in caduta libera ha fornito evidenza della presenza nell’uomo<br />

di un modello interiorizzato della gravità terrestre (Lacquaniti e Maioli, 1989;<br />

McIntyre et al., 2001; Zago et al., 2004). Tramite la tecnica di fMRI, il laboratorio<br />

ha recentemente identificato una rete di aree nella corteccia vestibolare<br />

attivate preferenzialmente dall’osservazione dell’accelerazione naturale (Indovina<br />

et al., 2005). In seguito a questa importante scoperta, la fase attuale dello<br />

studio prosegue con l’identificazione dei fattori visivi e visuomotori che possono<br />

influenzare la percezione della gravità e quindi modulare l’attivazione<br />

della rete gravitazionale; e con approfondimenti sulla connettività dinamica<br />

tra i componenti della stessa rete.<br />

1. Importanza della presenza di un riferimento esplicito di scala nello stimolo<br />

visivo – Nell’anno 2005 abbiamo iniziato un nuovo studio per determinare<br />

quanto i riferimenti di scala presenti nello stimolo visivo siano necessari<br />

per l’attivazione e lo sfruttamento della rappresentazione interna della gravità<br />

per l’intercettamento. In particolare, si è ipotizzato che un fattore di scala,<br />

derivato da informazioni presenti nello sfondo visivo, potrebbe essere importante<br />

nella trasformazione dei parametri della traiettoria da coordinate retiniche<br />

a coordinate fisiche, permettendo così una stima accurata del tempo di<br />

arrivo dell’oggetto. Questa ipotesi è stata confermata in un primo esperimento<br />

di psicofisica e fMRI: quando l’informazione nello sfondo visivo fornisce un<br />

fattore di scala, i soggetti intercettano meglio i moti gravitazionali rispetto a<br />

quando lo sfondo è privo di tale informazione. I risultati fMRI mostravano<br />

che questa differenza è rappresentata specificamente nel cervelletto vestibolare<br />

e nei nuclei vestibolari, aree che integrano informazioni sia visiva sia<br />

vestibolare (Miller et al., submitted).<br />

In questo ultimo esperimento, però, il fattore imposto di scala (una figura<br />

umana davanti ad un edificio) forniva anche informazione di realismo e naturalismo<br />

che potenzialmente poteva aumentare il senso nel soggetto di una<br />

presenza di un campo gravitazionale nella scena visiva. Quindi, per mirare<br />

meglio la questione dell’utilizzo di un fattore di scala visivo nell’intercettamento,<br />

sarà eseguito un secondo esperimento in cui viene modulato esplicitamente<br />

il fattore di scala, mantenendo costanti altre informazioni relative al<br />

realismo. 20 soggetti verranno istruiti a premere un tasto come per intercettare<br />

una palla che sale e scende quando essa raggiunge il punto di partenza,<br />

mentre mantengono la fissazione sullo stesso punto di partenza. In diversi<br />

blocchi di trial, elementi dello sfondo cambieranno proporzioni relative per<br />

effettuare un cambiamento di scala imposta (fattore di scala S1 oppure S2),<br />

mentre il movimento della palla rimarrà uguale tra le condizioni. La velocità<br />

iniziale sarà variata casualmente per evitare prevedibilità, e l’accelerazione<br />

sarà variata tra 1 g oppure -1 g (con grandezza sempre calibrata relativa al<br />

fattore di scala S1). I dati di risonanza magnetica funzionale (fMRI) saranno<br />

acquisiti con l’apparecchio di risonanza magnetica a 3 Tesla (Siemens Magnetom<br />

Allegra). I dati fMRI saranno sottoposti a elaborazione ed analisi statistica<br />

utilizzando il programma SPM5. Saranno confrontate l’interazione<br />

(S1 – S2)*(1g - -1g) per determinare come cambiano le attivazioni della “ rete<br />

gravitazionale ” in funzione del cambiamento di scala apparente.<br />

440 2006

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