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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Metodologie innovative in riabilitazione<br />

mia, mediante metodiche di neuroanatomia ed elettrofisiologia (Grusser et<br />

al., 1990; Guldin and Grusser, 1998), e nell’uomo mediante esperimenti di<br />

PET e fMRI che hanno studiato le aree corticali attivate dalla stimolazione<br />

vestibolare, nonché optocinetica e propriocettiva (Bottini et al., 2001; Lobel et<br />

al., 1998; Bense et al., 2001; Deutschander et al., 2002; Brandt et al., 1998;<br />

Dieterich et al., 2003). Queste ricerche hanno messo in evidenza che la corteccia<br />

dell’insula, insieme alle circostanti aree corticali perisilviane, costituisce il<br />

nodo centrale di una complessa rete corticale per l’integrazione multisensoriale<br />

di segnali vestibolari, visivi e somatosensoriali comprendente anche aree<br />

extra-silviane, quali la corteccia premotoria e la corteccia del cingolo. Ancorché<br />

la funzione comunemente attribuita a questo network sarebbe quella di<br />

elaborare informazioni multisensoriali per la percezione dell’orientamento del<br />

corpo rispetto alla verticale gravitaria (Brandt et al., 1994), i risultati di un<br />

recente studio di fMRI hanno suggerito un ruolo più ampio nei processi di<br />

internalizzazione di informazioni relative alla accelerazione di gravità (Indovina<br />

et al., 2005). Lo studio di Indovina et al. ha infatti mostrato come la presentazione<br />

di stimoli visivi congruenti con la presenza della forza di gravità si<br />

associava ad un corretto intercettamento del moto della palla e alla attivazione<br />

delle aree appartenenti alla rete vestibolare mentre alla presentazione di<br />

stimoli visivi incompatibili con la legge di gravità corrispondevano stime temporali<br />

poco accurate nel compito di intercettamento e l’attivazione preferenziale<br />

di un’area temporo-occipitale (LOS / KO) coinvolta nell’analisi di informazioni<br />

visive di movimento (Orban et al., 2003; Van Oostende et al., 1997).<br />

L’attivazione delle aree corticali vestibolari da parte di informazioni visive<br />

coerenti con la presenza della gravità indicherebbe quindi che una rappresentazione<br />

“ astratta ” della forza di gravità, derivata dalla integrazione di segnali<br />

vestibolari, visivi e somatosensoriali, risieda nella corteccia vestibolare e sia<br />

accessibile ad informazioni di natura gravitazionale, indipendentemente dalla<br />

specifica modalità sensoriale coinvolta (visiva, vestibolare o propriocettiva).<br />

L’obiettivo del presente progetto è quello di approfondire questa problematica,<br />

studiando gli effetti della inattivazione temporanea della corteccia<br />

perisilviana mediante stimolazione magnetica transcranica (Pascual-Leone et<br />

al., 2000) durante l’esecuzione di un compito visuomotorio che prevede l’utilizzo<br />

di informazioni riguardanti l’accelerazione di gravità.<br />

Il compito rappresenta essenzialmente una variante di quello utilizzato<br />

nello studio di Indovina et al. I soggetti, seduti di fronte al monitor di un computer,<br />

alla distanza di 1 m, osserveranno un filmato in cui viene rappresentato<br />

il moto verticale di una palla che viene lasciata cadere dal cornicione di un<br />

edificio e termina all’interno di un cesto tenuto in mano da una figura umana.<br />

In metà dei trials, verranno presentati dei moti congruenti con la legge di gravità<br />

terrestre (moto 1g) e quindi la palla subirà una accelerazione virtuale di<br />

9.81 m s -2 , mentre nella rimanente metà dei trials il segno dell’accelerazione<br />

sarà invertito per cui il moto della palla sarà decelerato (moto -1g). Al fine di<br />

impedire che i soggetti adattino le loro risposte ad una durata fissa del moto<br />

della palla, utilizzeremo moti con 4 differenti durate comprese tra 0.7 e 0.89 s<br />

e spaziate di 0.063 s. Moti 1g e -1g verranno presentati in blocchi di trials<br />

separati, mentre all’interno di ciascun blocco i trials verranno randomizzati<br />

2006 437

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