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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Successivamente si passerà alla definizione di stimoli interattivi che, necessariamente,<br />

dovranno essere (almeno in parte) calcolati in tempo reale sulla<br />

base della risposta del soggetto sperimentale.<br />

Nella generazione degli stimoli si prenderanno in considerazione anche i<br />

vincoli imposti dalla presentazione in ambienti particolari, in connessione<br />

con l’uso di particolari attrezzature (per esempio stimolatori TMS o apparecchi<br />

di Risonanza Magnetica).<br />

Verrà valutata anche la possibilità di generare stimoli in stereoscopia, realizzando<br />

ambienti parzialmente immersivi o, eventualmente, anche completamente<br />

immersivi.<br />

B.4.1 – Rappresentazione mentale della gravità in soggetti con stroke<br />

(Elena Daprati)<br />

Attività previste<br />

– Definizione del protocollo di studio e preparazione del materiale.<br />

– Selezione e reclutamento del gruppo sperimentale.<br />

– Selezione e reclutamento del gruppo di controllo.<br />

– Raccolta e analisi dei dati.<br />

– Discussione e interpretazione dei risultati.<br />

Descrizione<br />

Metodologie innovative in riabilitazione<br />

Studi recenti suggeriscono l’esistenza di meccanismi neurali in grado di<br />

mimare il funzionamento del sistema motorio, formulando previsioni su eventuali<br />

modificazioni o cambiamenti di stato (modelli interni predittivi: Kawato,<br />

1999). Inoltre, è stato ipotizzato che nel corso della pianificazione di un’azione<br />

il sistema nervoso centrale (SNC) possa avvalersi di conoscenze precedenti relative<br />

alle caratteristiche fisiche del mondo esterno (teoria dell’internalizzazione<br />

degli invarianti ambientali: Shepard, 1984). Alcuni modelli interni potrebbero<br />

integrare le informazioni sensoriali in entrata con tali conoscenze acquisite. Un<br />

esempio è dato dalla conoscenza implicita delle caratteristiche del moto gravitazionale<br />

dimostrata in soggetti sani (Lacquaniti et Maioli, 1989) e manifestata<br />

anche in ambienti in cui la gravità sia assente (come nel caso della stazione<br />

spaziale internazionale Neurolab: McIntyre et al., 2001), o artificialmente alterata<br />

(come in studi di laboratorio: Zago et al., 2004).<br />

Queste ricerche sostengono l’ipotesi dell’esistenza di un modello interno della<br />

gravità (internalizzazione dell’invariante g), che, sul nostro pianeta, è probabilmente<br />

impiegato per compensare l’incapacità del sistema visivo di misurare correttamente<br />

l’accelerazione di un oggetto in movimento (Werkhoven et al., 1992).<br />

È interessante notare come alcune delle problematiche relative all’assenza<br />

di gravità siano simili a quelle che emergono nelle patologie del sistema vestibolare.<br />

Questa somiglianza trova una possibile base anatomo-funzionale nelle<br />

osservazioni riportate recentemente da uno studio di neuroimmagini, da cui<br />

emerge che un modello dell’accelerazione di gravità potrebbe essere presente<br />

nella corteccia vestibolare (Indovina et al., 2005).<br />

2006 435

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